Glaucoma e occhio: sintomi, cause e cura

Introduzione

Il termine glaucoma racchiude un insieme di malattie molto eterogeneo, ma tutte accomunate dalla presenza di un progressivo danno al nervo ottico dovuto principalmente ad un aumento della pressione esercitata dai fluidi presenti all’interno dell’occhio.

Esempio di glaucoma, in questo caso legato ad un blocco dei canali di drenaggio del liquido contenuto

iStock.com/TefiM

Tale meccanismo fisiopatologico determina alterazioni tipiche a livello della “testa” del nervo (papilla ottica), che sono visibili all’esame del fundus oculi.

Se nelle fasi iniziale non compare alcun sintomo, con il passare degli anni inizia a venire compromessa la visione periferica, disturbo che purtroppo avviene in modo così lento e progressivo da non venire percepito dal paziente; solo occasionalmente possono comparire visione offuscata e bagliori.

Complessivamente i glaucomi costituiscono la seconda causa più frequente di cecità a livello mondiale e negli Stati Uniti, dove nello specifico si contano circa 3 milioni di individui affetti da tali patologie.

Le manifestazioni cliniche, tutto sommato comuni anche nella popolazione generale, e la maggiore incidenza tra gli anziani (che ritengono “normale” una riduzione dell’acuità visiva con l’avanzare dell’età) rendono atto di una sotto-stima del numero reale dei casi: secondo i dati epidemiologici più recenti solo un americano su due sa di avere un glaucoma.

Classificazione

I glaucomi sono suddivisibili in due macro-categorie sulla base dell’angolo formato tra l’iride e la cornea nella parte più periferica della camera anteriore: in tale sede avviene il deflusso della maggior parte dell’umore acqueo (una sostanza salina che da volume al bulbo oculare), e l’ampiezza di questo angolo determina quadri clinici molto differenti.

  • glaucoma ad angolo aperto — caratterizzato da insorgenza lenta e progressiva;
  • glaucoma ad angolo chiuso — caratterizzato da insorgenza acuta, severa e con sintomi caratteristici.
Glaucoma ad angolo aperto e chiuso

iStock.com/TimoninaIryna

Questa distinzione riguarda la stragrande maggioranza dei glaucomi, anche se esistono forme di minor rilievo (come quella congenita o il glaucoma pigmentario) caratterizzate da sintomatologia e quindi possibilità di trattamento diverse.

Sulla base dell’eziologia i glaucomi possono invece essere classificati in:

  • primari, in cui la causa non è nota;
  • secondari, in cui la causa è nota.

Cause

Il nervo ottico costituisce l’autostrada dell’informazione visiva, che dall’occhio viene trasmessa al cervello. I danni a livello di questo nervo si ripercuotono sulla qualità della vista, che viene quindi compromessa per un problema di trasmissione a fronte di un organo di sensibilità funzionante.

Nei glaucomi il danno è principalmente dovuto ad una pressione intraoculare eccessivamente alta, che si ripercuote

  • riducendo la perfusione di sangue del nervo;
  • comprimendo direttamente il nervo e determinandone così la sofferenza.

I soggetti normali presentano infatti una pressione intraoculare pari a circa 11-21 mmHg, mentre circa due terzi dei pazienti affetti da glaucoma mostrano valori superiori (la restante parte si dice affetta da glaucoma a bassa pressione).

Il motivo per cui la pressione intraoculare può aumentare è legato al bilanciamento tra l’umore acqueo prodotto e quello drenato (il fluido presente all’interno dell’occhio), ed in particolar modo a problemi nel deflusso che dipendono solitamente da problematiche a livello molecolare. L’ipersecrezione di umore acqueo invece non sembra avere un ruolo rilevante nella patogenesi, anche se la regolazione rappresenta comunque è un importante bersaglio terapeutico.

Fattori di rischio

Tra i fattori in grado di aumentare il rischio di sviluppo di glaucoma ricordiamo:

  • età avanzata (oltre i 60 anni)
  • familiarità
  • etnia afroamericana, ispanica, est-asiatica
  • traumi oculari
  • precedenti di chirurgia oculare
  • affezioni croniche dell’occhio (ad esempio retinopatia diabetica)
  • disturbi della vista particolarmente severi (miopia e presbiopia)
  • utilizzo cronico di cortisonici (topici come i colliri o sistemici).

Sintomi

Ai diversi tipi di glaucoma corrisponde una differente sintomatologia, ma tutti i pazienti mostrano indistintamente un danno a livello del nervo ottico che il Medico curante può riscontrare all’esame del fundus oculi.

Le principali alterazioni della vista riscontrate sono:

  • scotomi arcuati — macchie colorate arciformi e talvolta scintillanti che compaiono nel campo visivo;
  • deficit “a scalino” del settore nasale — zone di cecità che non attraversano il meridiano orizzontale;
  • deficit “a cuneo” del settore temporale — zone di cecità vicine al centro del campo visivo.

È importante ricordare che il glaucoma ad angolo chiuso ha un’insorgenza solitamente più rapida rispetto alla controparte ad angolo aperto, ed è caratterizzato da sintomi di esordio quali:

In genere vengono colpiti entrambi gli occhi, ma è riscontro comune che uno dei due venga interessato in modo più severo.

Complicazioni

A differenza della cataratta, dove ritardare il trattamento non espone in genere al rischio di complicazioni né ad un aumento della difficoltà di terapia, nel caso del glaucoma è importante diagnosticare precocemente la malattia per poter intervenire in modo tempestico (con farmaci e/o chirurgia) e scongiurare il rischio di sviluppare danni permanenti, che possono arrivare fino ad una completa cecità.

Diagnosi

La diagnosi di glaucoma è piuttosto semplice, ed è basata su alcuni punti fermi:

  • riscontro di lesioni caratteristiche del nervo ottico;
  • deficit caratteristici del campo visivo;
  • riscontro di elevata pressione intraoculare (superiore a 21 mmHg)
  • ragionevole esclusione di altre cause.

Nei pazienti in cui vi sia un sospetto di glaucoma risulta indicata la visita con lo Specialista oftalmologo (oculista) per l’approfondimento della condizione e l’esecuzione di alcuni test di conferma, tra i quali:

  • raccolta di un’accurata anamnesi;
  • esame obiettivo completo;
  • esame binoculare dei dischi ottici;
  • tonometria;
  • misurazione dello spessore corneale;
  • esami di imaging del nervo ottico;
  • gonioscopia.

Nei pazienti particolarmente giovani è importante tenere in considerazione una possibile diagnosi differenziale con la sclerosi multipla.

Screening

Il glaucoma, con l’eccezione delle forme congenite, è una malattia potenzialmente prevenibile e per cui l’esecuzione dei test di screening cambia drasticamente il decorso.

Una semplice valutazione del nervo ottico condotta con l’utilizzo dell’oftalmoscopio da parte del proprio Medico curante può essere sufficiente per riscontrare le prime alterazioni patologiche. Un’altra possibilità è quella della perimetria con tecnologia a duplicazione di frequenza, che però avendo basse sensibilità e specificità risulta scarsamente indicata come test di screening.

Gli individui al di sopra dei 40 anni che hanno fattori di rischio per glaucoma dovrebbero sottoporsi ad una visita oculistica completa a cadenza annuale o al massimo bi-annuale.

Cura

Purtroppo ad oggi non esiste una cura definitiva per il glaucoma, quindi tutte le opzioni di trattamento possono solo rallentare o, nella migliore delle ipotesi, arrestare la progressione dei sintomi.

Il cardine della terapia del glaucoma è la riduzione della pressione intraoculare, che si può conseguire mediante l’utilizzo di farmaci o con tecniche al laser/chirurgiche. Nei pazienti con lesione del nervo ottico già presente il trattamento risulta indicato in qualsiasi caso, a prescindere dai valori di pressione intraoculari riscontrati.

I farmaci e le tecniche di intervento basate sul laser agiscono modificando la produzione dell’umore acqueo e migliorando il sistema di drenaggio dello stesso.

La chirurgia incisionale, invece, così come l’impianto di shunt, mira a creare nuovi condotti per il drenaggio nel tentativo di migliorare il deflusso dell’umor (sono sempre più diffusi interventi minimamente invasivi con micro-stent o micro-shunt, soluzioni che si differenziano in quanto lo stent riapre un canale preesistente, mentre lo shunt è volto a creare una nuova connessione prima inesistente).

Nei pazienti a rischio la profilassi attuata tramite l’abbassamento della pressione intraoculare ha dimostrato ritardare l’insorgenza di glaucoma. Nella considerazione della profilassi terapeutica, tuttavia, andrà tenuto in considerazione che non sempre un’ipertensione oculare si traduce in glaucoma; pertanto la decisione di attuare un trattamento andrà ponderata sulla base dei fattori di rischio presenti e delle esigenze del singolo paziente.

Il trattamento è in ogni caso consigliato in caso di riscontro di marcata ipertensione oculare (superiore 30 mmHg).

Fonti e bibliografia

 

A cura del Dr. Marco Cantele

Articoli ed approfondimenti

Link sponsorizzati

Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.