Introduzione
“Indigestione” è un termine generico che indica una condizione medica il cui termine specifico è dispepsia, parola che deriva dal greco e che tradotta significa “difficile digestione”; si tratta quindi di una condizione caratterizzata da una difficoltà nella digestione dei pasti, le cui cause possono essere suddivise in due grandi categorie:
- organiche,
- funzionali.
La sintomatologia è spesso sfumata e consiste in una sensazione di bruciore e pesantezza a livello gastrico che compare nelle ore successive al pasto.
La diagnosi è clinica accompagnata da indagini strumentali e di laboratorio, volte ad identificare la causa scatenante la cattiva digestione.
Il trattamento prevede la correzione delle abitudini alimentari scorrette, l’uso di farmaci che allevino la sintomatologia e, quando possibile, il trattamento della causa organica se presente.

Getty/Tharakorn Arunothai / EyeEm
Cause
Le cause alla base dello sviluppo dell’indigestione si dividono in due gruppi: cause organiche e cause funzionali. Nella maggior parte dei casi la dispepsia è di tipo funzionale, ovvero priva di riscontri specifici e chiaramente diagnosticabili emersi durante la visita e gli esami di approfondimento (seppure la causa non sia chiaramente identificabile i sintomi possono essere dovuti ad esempio ad alterazioni del funzionamento degli organi coinvolti, come ad esempio un’eccessiva secrezione di succhi gastrici o un deficit di motilità gastrica, che porta ad un ritardo di svuotamento gastrico).
Tra le cause di dispepsia organiche, ovvero secondarie a patologie del tratto digestivo, si annoverano:
- Gastriti con infiammazione della mucosa dello stomaco: ulcere, erosioni, …
- Assunzione di farmaci gastrolesivi come i FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei)
- Infezione da Helicobacter pylori
- Pancreatite
- Gastroduodenite
- Esofagite
- Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
- Colestasi
- Deficit enzimatici
- Sindrome del colon irritabile
- Pseudo ostruzione intestinale
Cause di dispepsia funzionale, ovvero condizioni in cui non sia possibile riscontrare una causa organica alla base
- Alterazioni della motilità gastrica
- Ipersecrezione acida
- Cause comportamentali: rapido consumo di pasti con scarsa masticazione che porta ad aerofagia (ingestione di aria), a sua volta responsabile di uno svuotamento gastrico, oppure di pasti eccessivamente abbondanti ricchi di grassi e fritti
- Ansia e stress
- Abuso di alcol e caffè
- Fumo di sigaretta: induce un aumento della secrezione acida ed una riduzione di quella di bicarbonato, che normalmente protegge la mucosa gastrica
- Sedentarietà
Può essere inoltre classificata sulla base della frequenza degli episodi in:
- Occasionale: dispepsia che si verifica solo ogni tanto, causata ad esempio da abbuffate sporadiche, specie con pasti ricchi di alimenti proteici, grassi o molto speziati, o da ingestione frettolosa del pasto con scarsa masticazione. Rappresenta la causa più frequente di indigestione. Maggiore è la quantità di cibo che viene ingerito maggiore, sarà la quantità di enzimi che lo stomaco dovrà secernere per digerirlo, soprattutto quando di natura spiccatamente grassa o proteica (macronutrienti che ritardano lo svuotamento gastrico). Tutto ciò porta ad una dilatazione delle pareti dello stomaco, ad un rallentamento della digestione e allo sviluppo di bruciore epigastrico a causa dalle quantità di succhi gastrici prodotti e al maggior tempo in cui restano a contatto con la mucosa gastrica. L’indigestione occasionale può evolvere in indigestione cronica qualora il pazienti adotti sistematiche ed errate abitudini alimentari associate ad un cattivo stile di vita.
- Cronica o ricorrente: rappresenta l’evoluzione della forma occasionale; nelle situazioni croniche il deficit di motilità gastrica, che porta ad un ristagno dei cibi nello stomaco associato all’aumento di secrezione acida, può portare a danneggiare la mucosa gastrica e l’esofago.
Sintomi
La sintomatologia è spesso eterogenea e sfumata, tra i sintomi più frequenti si ritrovano:
- Senso di peso gastrico
- Gonfiore addominale
- Dolore epigastrico trafiggente
- Pirosi (sensazione di bruciore a livello gastrico)
- Nausea e vomito
- Eruttazioni
- Flatulenze
- Borborigmi intestinali
- Alitosi
- Malessere generale
- Eccessiva salivazione
- Sviluppo di sintomi di accompagnamento come mal di testa e sudorazione algida (fredda)
I sintomi tendono a comparire dopo 1 o 2 ore dall’ingestione del pasto, a durare 2-3 ore per poi scomparire gradualmente.
Gravidanza
La dispepsia è un sintomo comune durante la gravidanza, quando cioè la donna è sottoposta a cambiamenti ormonali e fisici che favoriscono l’insorgenza del fenomeno. Nello specifico la probabilità di sviluppare indigestione aumenta a partire dalla ventesima settimana di gestazione.
Si tratta tuttavia di un disturbo che non comporta alcun pericolo per il bambino e che tende a regredire in seguito al parto.
Quando consultare il medico
Occorre richiedere un consulto medico qualora il dolore sia particolarmente intenso o se il disturbo persista per più di una settimana, con perdita di appetito, dimagrimento e astenia. I sintomi che richiedono un’attenzione immediata ed urgente sono invece vomito con tracce di sangue o rilievo di sangue con le feci.
Diagnosi
Lo specialista di riferimento per questa patologia è il medico gastroenterologo, che raccoglierà dal paziente l’anamnesi concentrandosi sulle sue abitudini alimentari e di vita e sulle caratteristiche dei fastidi lamentati (da quanto tempo sono presenti le difficoltà digestive, la frequenza con cui compaiono, quando i sintomi migliorano o peggiorano, la presenza di sintomi associati), ed effettuerà un accurato esame clinico.
Per accertare le cause alla base dello sviluppo di dispepsia è possibile ricorrere a
- test sierologici per intolleranze alimentari
- EGDS (esofagogastroduodenoscopia, ovvero la gastroscopia)
- Rx a doppio contrasto del tubo digerente
- Biopsia della mucosa gastrica
- Breath test per ricercare l’Helicobacter pylori
- Ricerca del sangue occulto nelle feci.
Cura
Il trattamento della dispepsia è volto al controllo sintomatologico e, quando possibile, al trattamento della causa scatenante.
Il trattamento è in genere farmacologico e può basarsi a seconda dei casi su:
- Farmaci che inibiscono la produzione di acidi nello stomaco, ovvero
- inibitori di pompa protonica: pantoprazolo, omeprazolo, esomeprazolo
- H2-inibitori: famotidina, nizatidina
- Farmaci antiacidi, come idrossido di alluminio ed idrossido di magnesio; sono farmaci che riducono l’acidità gastrica favorendo la digestione e proteggendo così la mucosa dello stomaco
- Farmaci procinetici, come metoclopramide, levosulpiride, domperidone. Sono farmaci utili quando la dispepsia è causata da un’alterazione della motilità gastrica ed agiscono velocizzando il transito del cibo nello stomaco e nella parte iniziale dell’intestino
- Acidi biliari: acido ursodesossicolico (UDCA)
- Ansiolitici (benzodiazepine) e antidepressivi (amitriptilina) per ridurre la componente psicosomatica
- Fermenti lattici probiotici, per mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale e migliorare la digestione.
- Dimeticone, simeticone o carbone vegetale hanno azione lenitiva su eruttazione e flatulenza provocate da un eccesso di aria nello stomaco
Tutti questi sono medicinali agiscono sui sintomi gastrici ed intestinali, ma non sulla reale causa scatenante, che andrà quindi corretta quando possibile e, in caso di indigestione funzionale, non può invece prescindere dall’azione di uno stile di vita sano.
Prevenzione
Per prevenire episodi di indigestione acuta o cronica è sufficiente adottare semplici misure comportamentali come:
- Evitare le abbuffate di cibo, privilegiando 4-5 pasti leggeri al posto dei due eccessivamente ricchi.
- Bere acqua a piccoli sorsi durante il pasto.
- Seguire una dieta sana ed equilibrata con consumo regolare di frutta e verdure.
- Masticare bene ogni porzione di cibo ed evitare porzioni troppo abbondanti.
- Abolire il consumo di alcool e caffè.
- Smettere di fumare.
- Mantenere una buona idratazione ingerendo almeno 2 L di liquidi al giorno, limitando il consumo di bevande gassate.
- Mantenere la stazione eretta o seduta durante il pasto e nelle 2-3 ore successive.
- Ridurre stress ed ansia.
- Praticare un’attività fisica moderata: l’attività fisica favorisce lo svuotamento gastrico e contribuisce a scaricare lo stress.
A cura del Dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo
Articoli ed approfondimenti
- Malattie
- Scheda presente nelle categorie: Apparato digerente