Virus e influenza intestinale: sintomi e rimedi

Introduzione

Il termine influenza intestinale è un modo improprio per indicare un insieme di diverse malattie che

  • interessano l’apparato gastrointestinale,
  • manifestandosi con sintomi come vomito e/o diarrea,
  • tipicamente causate da virus.

È interessante notare come, in presenza sia di vomito che di diarrea, l’ordine con cui si manifestano (e si risolvono!) è abbastanza prevedibilmente proprio questo, segno tangibile di un primo coinvolgimento dello stomaco, seguito da quello all’intestino.

La causa più frequente sono virus appartenenti a diverse famiglie ed il nome più appropriato per queste sindromi è gastroenterite virale.

Diffuse in tutto il mondo ed in grado di colpire tutte le età, nei Paesi in via di sviluppo rappresentano una delle principali cause di morte infantile (in genere a causa delle complicazioni da disidratazione), mentre nel mondo occidentale solo occasionalmente possono richiedere, nella peggiore delle ipotesi, il ricovero ospedaliero per soggetti a rischio (neonati ed anziani) e perdita di giornate lavorative per gli adulti in buona salute.

I Norovirus sono probabilmente il gruppo che più comunemente è alla base dei casi di “influenza intestinale” lieve nei Paesi occidentali; circa la metà degli individui che manifestano i sintomi da Norovirus in genere acquisiscono una certa immunità di breve durata, ma solo e soltanto su quel ceppo; in altre parole sarà possibile contrarre altre forme anche dopo pochissimo tempo, ma per esempio non si potrà essere contagiati da un famigliare contagiato a propria volta.

Benché siano disponibili test per la diagnosi su campioni di feci e vomito, questi sono in genere limitati a scopo di ricerca in circostanze specifiche, perché in genere la diagnosi dell’influenza intestinale è possibile attraverso una semplice visita medica da parte del curante.

La cura si limita all’applicazione di rimedi di buon senso, come

  • alimentazione leggera
  • mantenersi idratati
  • riposo,

Relativamente alla durata dei sintomi, l’influenza intestinale è una condizione che tende ad autolimitarsi e guarire nel giro di pochi giorni, mentre è raro che i sintomi durino più di 1-2 settimane.

Mani di uomo avvolto attorno all'addome a causa di nausea e dolori da virus intestinale

iStock.com/boonchai wedmakawand

Cause

La causa delle influenze intestinali sono quasi sempre famiglie di virus, tra cui ricordiamo:

  • rotavirus,
  • norovirus,
  • sapovirus,
  • astrovirus,
  • adenovirus.

Mentre i Norovirus sono i più diffusi in assoluto e colpiscono tutte le fasce di età, gli altri ceppi virali sono più comuni nei bambini al di sotto dei cinque anni e i Rotavirus in particolare sono probabilmente quelli responsabili delle manifestazioni più severe.

Fattori di rischio

  • Età: I bambini e gli anziani sono più soggetti al contagio rispetto agli adulti.
  • Familiarità: Secondo osservazioni effettuate sulla quantità di anticorpi, i ricercatori ritengono che alcuni soggetti siano maggiormente predisposti a contrarre l’influenza intestinale.
  • Utilizzo di antibiotici, a causa degli effetti indesiderati di depauperamento della flora batterica intestinale.
  • Contatto con bambini (per motivi famigliari, professionali, …).
  • Sistema immunitario indebolito (a causa di HIV, chemioterapia, tumori, terapie immunosoppressive, …).

Come si trasmette (contagio)

La trasmissione dell’influenza intestinale è prevalentemente oro-fecale, ovvero mediante

  • diffusione del virus attraverso le feci,
  • contagio attraverso la bocca (ovviamente in modo indiretto).

I virus sono tuttavia presenti e rilevabili anche nel vomito (mentre non sembrano trovarsi nella saliva, a differenza di quanto si pensa normalmente); a causa dell’elevata contagiosità della malattia, la trasmissione avviene quindi molto spesso

  • respirando particelle virali nell’aria,
  • per contatto con oggetti contaminati (fomiti) portati a contatto con mucose (per esempio della bocca),
  • attraverso il contatto interpersonale (parlando e frequentando persone infette),
  • attraverso il consumo di alimenti contaminati.

La contagiosità di un malato è maggiore durante la fase acuta della malattia, ma

  • si può essere contagiosi anche poco prima di manifestarne i sintomi,
  • possono essere contagiose anche persone che non sviluppano la malattia,
  • si rimane contagiosi per almeno qualche giorno anche dopo la scomparsa dei sintomi.

L’eliminazione del virus attraverso le feci può durare invece per alcune settimane dopo la guarigione, soprattutto nei bambini.

Incubazione

L’incubazione dell’influenza intestinale, ossia il tempo che intercorre tra il contagio e la comparsa dei sintomi, varia a seconda del virus, ma mediamente è compreso tra dodici ore e tre giorni; i norovirus in particolare sono associati ad un tempo d’incubazione pari a poco meno di 2 giorni.

Sintomi

Immagine esemplificativa con i principali sintomi dell'influenza intestinale spiegati nel testo.

Nel caso dell’influenza intestinale il quadro dei sintomi può variare considerevolmente a seconda del ceppo di virus coinvolto, anche se di norma

sono i sintomi che accomunano le diverse forme, comparendo spesso proprio in quest’ordine.

Quanto dura?

In genere un’influenza intestinale ha durata limitata, da mezza giornata a pochi giorni o poco più.

Norovirus

  • L’incubazione è di 12 – 72 ore (mediamente un giorno).
  • La durata delle manifestazioni varia da mezza giornata a poco meno di tre giorni.

Le gastroenteriti causate dai Norovirus hanno un esordio improvviso, i sintomi compaiono cioè in modo rapido senza preavviso e sono caratterizzate da uno più sintomi legati all’apparato gastrointestinale come

  • vomito (più comune nei bambini),
  • diarrea (più comune negli adulti e senza sangue)
  • e dolore addominale.

Altri sintomi che possono comparire, anche se più raramente, sono:

Rotavirus

  • L’incubazione è mediamente pari a circa 2 giorni.
  • I sintomi gastrointestinali scompaiono dopo circa 3-7 giorni.

I Rotavirus colpiscono prevalentemente la popolazione pediatrica e si stima che quasi tutti i bambini ne vengano a contatto entro i cinque anni, con un picco tra i 4 ed i 23 mesi di vita; le reinfezioni sono frequenti, ma la gravità dei sintomi diminuisce progressivamente ad ogni contagio.

Proprio per questo motivo la gravità dell’infezione può variare considerevolmente da un soggetto all’altro e, dopo un’incubazione che può durare da uno a tre giorni, la malattia ha in genere una comparsa acuta con vomito che precede la diarrea (senza sangue).

Circa il 30% dei pazienti manifesta anche febbre elevata.

Occasionalmente sono state rilevati sindromi contemporanee più gravi (sintomi neurologici, sindrome di Kawasaki, enterocoliti necrotizzanti, …), ma ad oggi non è ancora stata confermata alcuna relazione.

Altri sintomi possibili sono:

  • disidratazione,
  • dolore addominale,
  • inappetenza (calo appetito),
  • mal di testa,
  • malessere,
  • nausea.

Complicazioni

La prognosi è generalmente ottima, in quanto quasi tutte le forme di influenza intestinale di norma si risolvono spontaneamente entro pochi giorni; nel caso dei neonati e di soggetti a rischio come gli anziani potrebbe essere necessario un breve ricovero per garantire una corretta reidratazione attraverso la flebo.

La complicazione principale della gastroenterite virale è infatti la disidratazione, una grave perdita di acqua e sali e minerali. Un soggetto sano in grado di reidratarsi non avrà ripercussioni, ma i neonati, gli anziani e le persone con sistema immunitario soppresso potrebbero necessitare del ricovero in ospedale per la reidratazione per via endovenosa.

Nei Paesi del Terzo Mondo la disidratazione ancora oggi può tuttavia diventare causa di esito fatale.

Quando chiamare il medico?

Adulti

Neonati e bambini

  • Febbre superiore ai 39 °C,
  • sonno eccessivo (letargia),
  • irritabilità,
  • dolore severo (manifestato come pianto inconsolabile),
  • diarrea con sangue (dissenteria),
  • segnali di disidratazione, quelli più specifici dei bambini sono:
    • pannolino asciutto,
    • pianto senza lacrime,
    • fontanella scavata.

Cura e rimedi

In caso di comparsa dei classici sintomi dell’influenza intestinale, come diarrea improvvisa e vomito, la strategia migliore per favorire una rapida ripresa è rimanere a casa fino a riposo; non esiste infatti alcun trattamento specifico, anche se possono essere assunti alcuni farmaci per trovare sollievo dai sintomi più pesanti è necessario attendere che l’infezione faccia il suo corso.

In genere non è necessario rivolgersi al medico, a meno che i sintomi non migliorino o nel caso di pazienti a rischio.

Tra i rimedi più utili per trovare sollievo dai sintomi ricordiamo:

  • Mantenersi idratati assumendo acqua e sali minerali, per compensare quelli persi con vomito e diarrea; evitare di bere finché è presente vomito.
  • È possibile assumere paracetamolo in caso di febbre o dolori.
  • Se ci si sente si può provare a mangiare qualcosa, per esempio alimenti semplici come pastina in brodo, pasta o riso, evitando alimenti grassi e (soprattutto nei bambini) un eccesso di dolci, che aumenterebbero le scariche di diarrea.

Come fermare la diarrea?

L’assunzione di farmaci antidiarroici è nella maggior parte dei casi controindicata perché ritarda l’eliminazione del virus dall’intestino (la diarrea è un meccanismo di difesa, atto all’espulsione del contenuto intestinale causa dei sintomi); in caso di necessità, ad esempio professionali, le molecole disponibili sono comunque efficaci nel limitare il numero di evacuazioni giornaliere (ad esempio loperamide, acquistabile senza ricetta medica).

Possono essere valutati i fermenti lattici, ma le reali evidenze di efficacia non sono ancora chiarissime.

Cosa mangiare?

Durante la fase acuta del vomito in genere non è possibile bere o mangiare, ma se limitato a poche ore questo non rappresenta in genere un problema per l’adulto (mentre il bambino, soprattutto se piccolo, corre un rischio maggiore di disidratazione).

Gli alimenti dolci, ricchi di zuccheri semplici, potrebbero peggiorare la diarrea per effetto osmotico (richiamano acqua nell’intestino), quindi almeno inizialmente è opportuno evitare bevande dolci, succhi di frutta ed altre bibite zuccherate.

Se in passato le indicazioni erano volte a privilegiare la cosiddetta dieta in bianco, la letteratura disponibile dimostra che è in realtà sufficiente attenersi alle normali regole per una sana alimentazione, senza la necessità di escludere intere categorie di alimenti; può essere d’aiuto per una miglior tollerabilità suddividere i pasti in 5-6 spuntini, al posto dei tradizionali 2-3 pasti quotidiani ed evitare pasti (e piatti) eccessivamente elaborati (fritti, speziati, alimenti ultraprocessati, …).

Soprattutto nei bambini non è necessaria la sospensione del latte.

Prevenzione

Poiché l’influenza intestinale è spesso molto contagiosa, si raccomanda un’adeguata igiene delle mani ed evitare il contatto ravvicinato con altre persone fino a guarigione.

Nel caso dei bambini più piccoli è possibile procedere alla vaccinazione contro il rotavirus.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

Link sponsorizzati

Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.