Introduzione
L’iperemesi gravidica è un disturbo che colpisce le donne in gravidanza ed è caratterizzato da sensazione di nausea ed episodi di vomito molto intensi, tali da comportare una considerevole perdita di peso. È interessato dalla condizione lo 0,5% delle donne incinte.
Se nausea e vomito sono molto comuni in gravidanza, soprattutto nelle prime settimane per poi tendere a scomparire intorno al terzo mese di gestazione, nei casi di iperemesi gravidica queste manifestazioni sono drammaticamente accentuante e gli episodi di vomito molto frequenti ed eccessivi, fino a limitare notevolmente il benessere della donna perché causa di
- disidratazione,
- perdita di peso,
- chetosi
- ed alterazioni dei valori nutrizionali,
fino a causare ipertiroidismo transitorio e danni a livello epatico nei casi più gravi.
Le cause dell’iperemesi gravidica vengono attribuite ad alterazioni dei livelli di estrogeni o di prolattina nel sangue; si ipotizza inoltre una correlazione tra la condizione e anomale secrezioni dell’ormone gonadotropina corionica (HCG), che potrebbe stimolare eccessivamente la tiroide (ipertiroidismo transitorio).
La diagnosi è clinica, ovvero formulata a seguito della visita medica mediante un’indagine anamnestica ed una valutazione della sintomatologia riportata dalla donna; può trovare conferma da esami delle urine, del sangue, ecografia ed eventuali ulteriori approfondimenti qualora fosse necessario effettuare diagnosi differenziali.
Il trattamento dell’iperemesi gravidica prevede una temporanea sospensione dell’assunzione di cibo per via orale, combinata ad una modificazione della dieta della donna e ad un’integrazione di elettroliti e vitamine, nonché di farmaci per alleviare la nausea. In rari casi, particolarmente gravi, è necessario il ricovero ospedaliero per garantire l’idratazione della paziente.
Al fine di migliorare la qualità della vita dei soggetti con questa problematica e garantirne il benessere in gravidanza potrebbe essere necessario un supporto psicologico od un percorso psicoterapico.

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Causa
Le cause dell’iperemesi gravidica non sono ancora state totalmente chiarificate, ma sembrano essere implicate diverse variabili della gravidanza stessa:
- aumento di estrogeni e di prolattina nel sangue
- eccessiva produzione dell’ormone gonadotropina corionica (HCG) che stimola la tiroide (perché caratterizzato da una subunità in comune con il TSH, l’ormone stimolante la tiroide)
- presenza pregressa di disturbi gastrointestinali (peggiorati dalle modificazioni ormonali durante la gestazione).
In passato molte ipotesi ne riportavano l’origine a disturbi di tipo psicosomatico, ma queste teorie non hanno mai trovato conferma a livello sperimentale; alcuni studi propendono per l’influenza di una componente ereditaria, poiché è frequente rilevare il medesimo disturbo tra donne della stessa famiglia (tra sorelle o tra madre e figlie)
Fattori di rischio
Tutte le donne in gravidanza possono soffrire di iperemesi gravidica, sebbene alcuni fattori sembrino essere maggiormente predisponenti:
- Giovane età
- Prima gravidanza
- Sovrappeso
- Gravidanza multipla
- Familiarità
Sintomi
Nonostante episodi di nausea e di vomito siano molto comuni durante i primissimi mesi della gravidanza, l’iperemesi gravidica è una condiziona acuta che vede tali manifestazioni molto accentuate, frequenti e invalidanti, fino a peggiorare notevolmente la qualità della vita delle donne durante il primo periodo della gravidanza.
La sintomatologia, sostenuta probabilmente anche dall’iperattivazione della tiroide (ipertiroidismo), comprende:
- Forte nausea
- Vomito ricorrente, eccessivo e persistente
- Disidratazione
- Scialorrea
- Perdita di peso
- Riduzione della minzione (a causa dello stato di disidratazione)
- Carenze nutrizionali
- Alterazioni elettrolitiche
- Chetosi
- Alterazioni del gusto e dell’olfatto
- Debolezza
- Disturbi del sonno
- Vertigini
Complicazioni
L’iperemesi gravidica tende a risolversi entro le 18 settimane di gravidanza, ma se dovesse persistere, sebbene accada molto raramente, la disidratazione aumenterebbe notevolmente esponendo al rischio di stati confusionali e malessere generalizzato; potrebbero infine svilupparsi gravi danni a livello epatico, a causa di ittero e degenerazione dei tessuti.
In generale non sembrano tuttavia verificarsi complicanze a lungo termine né per la madre né per il bambino, specialmente quando vengano intrapresi tempestivamente i necessari trattamenti.
Diagnosi
La diagnosi di iperemesi gravidica è prevalentemente clinica, subordinata alla raccolta anamnestica della storia clinica della paziente e ad un attento ascolto della sintomatologia riportata dalla donna, volto ad identificare l’effettiva entità del sintomo ed escludere episodi di nausea e di vomito nella norma.
Lo specialista di riferimento è il medico ginecologo, il quale andrà ad effettuare una serie di esami per avvalorare l’ipotesi diagnostica:
- Esami delle urine per verificare la presenza dei corpi chetonici
- Transaminasi (ALT e AST) per la funzionalità epatica
- Azotemia e Creatinina per la funzionalità renale
- Ecografia ostetrica per escludere altre patologie
Può accadere che la donna lamenti una sintomatologia aspecifica, che comprende:
- Dolore addominale
- Febbre
- Cefalea
- Colorazione alterata dell’urina
- Sangue nelle feci
In questi casi è necessario porre diagnosi differenziali, prevalentemente con:
- Gastroenterite
- Epatite
- Appendicite
- Colecistite
- Ulcera gastroduodenale
- Occlusione intestinale
- Ipertiroidismo primario
- Chetoacidosi diabetica
- Emicrania
Cura
L’iperemesi gravidica può essere trattata in maniera efficace e solo in occasioni tanto gravi quanto sporadiche si rende necessario il ricovero ospedaliero, prevalentemente per controllare la disidratazione e le relative conseguenze, mediante infusioni elettrolitiche per via endovenosa contenenti anche anti-emetici (farmaci anti-vomito).
Più in generale il trattamento prevede combinazioni variabili delle seguenti strategie:
- Sospensione temporanea dell’ingestione per via orale sia di alimenti che di liquidi, che dev’essere seguita da una ripresa graduale, in base alla tolleranza della paziente
- Somministrazione per via endovenosa di liquidi, tiamina, multivitaminici, ed elettroliti.
- Somministrazione di potassio, magnesio e fosfato
- Medicinali anti-emetici
- Ricovero ospedaliero nei casi più gravi
- Supporto psicologico od un percorso di psicoterapia per controllare e garantire il benessere psicologico della donna durante un periodo così complesso e sfidante a livello mentale e fisiologico.
Se la problematica persistesse e la perdita di peso continuasse ad aumentare nonostante il trattamento è possibile ricorrere per brevi cicli a corticosteroidi (ad esempio il metilprednisolone).
Nei casi meno gravi ed in generale per controllare gli episodi di nausea e di vomito in gravidanza, alcune accortezze possono migliorare il benessere della donna durante questo periodo:
- Organizzare, tramite l’aiuto di un professionista, una dieta con pasti frequenti e non eccessivamente abbondanti
- Assumere preparati a base di zenzero e di vitamina B6
- Assumere integratori di potassio e magnesio
Prevenzione
Le cause dell’iperemesi gravidica non sono ancora del tutto chiarificate, dunque anche stabilire metodologie preventive risulta complesso; predisporre una dieta equilibrata con l’aiuto di un medico dietologo o di un nutrizionista, che possa garantire il giusto apporto durante i mesi della gravidanza, può tuttavia aiutare a tenere sotto controllo problematiche come nausea e vomito nei primi mesi ed un’eventuale iperemesi gravidica.
A cura del Dr. Enrico Varriale, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- MSD
- Goodwin, T. M. (2008). Hyperemesis gravidarum. Obstetrics and gynecology clinics of North America, 35(3), 401-417.
Articoli ed approfondimenti
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