Ipocondria: significato, sintomi e cura

Introduzione

Per ipocondria si intende oggi quello che il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) identifica come disturbo d’ansia per la salute (vale la pena notare che il cambio di terminologia è conseguito alla volontà di liberare la condizione dalle connotazioni negative che ipocondria aveva acquisito nel tempo).

È un disturbo abbastanza frequente nella popolazione generale, con una prevalenza stimata che oscilla tra 3 e 10% senza differenze significative nei due sessi.

I sintomi esordiscono in genere in età adulta, attraverso lo sviluppo di un’eccessiva ed immotivata preoccupazione per le proprie condizioni di salute, tanto da avere un impatto reale sulle normali attività della vita quotidiana.

Donna con mascherina che si lava le mani

iStock.com/LucaLorenzelli

Cause

La vera ragione alla base dello sviluppo di ipocondria, come per la maggior parte delle condizioni inerenti la salute mentale, è ad oggi ancora sconosciuta; sono tuttavia stati identificati alcuni fattori di rischio in grado di favorirne la comparsa:

  • singolo evento traumatico che ha messo a rischio la vita del paziente
  • infanzia difficile o traumatica
  • convivenza con un familiare gravemente malato

Sintomi

I sintomi e la diagnosi sono stabiliti dal DSM 5, che identifica i seguenti criteri:

  • Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia
  • Sintomi somatici, ossia oggettivi e chiaramente rilevabili, sono assenti o di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è elevato rischio di svilupparla, come in caso di ereditarietà, la preoccupazione è eccessiva o sproporzionata.
  • Elevato livello di ansia per la propria salute e la persona si allarma facilmente per il proprio stato di salute
  • L’individuo adotta eccessivi comportamenti correlati alla salute, come controllare ripetutamente il proprio corpo alla ricerca di segni di malattia, o presenta un evitamento disadattivo (evita visite mediche ed ospedali per paura).
  • La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi, nonostante la tipologia dei timori possa variare in questo periodo di tempo

A seguito della diagnosi, a fini terapeutici è necessario distinguere due diversi casi:

  • Paziente richiedente assistenza (effettua frequenti richieste di visite mediche, esami di laboratorio e strumentali, …)
  • Paziente evitante assistenza (è raro che richieda assistenza medica).

Si tratta di due situazioni comportamentali opposte, che tuttavia nascono dalla stessa idea, la paura di soffrire di qualche patologia incurabile, che porta il paziente

  • in un caso a richiedere continuamente l’intervento del medico per trovare rassicurazioni o cercare di prevenire le malattie,
  • nel caso opposto ad evitare il più possibile medici e ambienti sanitari per il timore di scoprire di essere affetto da una patologia grave.

Il decorso è cronico, con periodi di grande difficoltà che si alternano a fasi di parziale o completo sollievo.

Diagnosi differenziale

La diagnosi di ipocondria richiede l’esclusione di altri disturbi mentali che presentano sintomi simili, come ad esempio:

Complicanze

Le complicanze dell’ipocondria riguardano due versanti:

  • Sottoporsi a procedure diagnostiche inutili (nessuna procedura diagnostica è priva di rischio!, un esame va fatto quando esiste un beneficio nel farlo, cioè quando sia utile alla situazione clinica del paziente e con un rapporto rischio-beneficio favorevole).
  • Possibilità di mancate diagnosi, in virtù di una possibile superficialità nella visita conseguente alla natura ipocondriaca del paziente.

Cura

L’ipocondria è una condizione curabile, da cui quindi è possibile guarire, anche se in alcuni casi il percorso possa essere lungo ed impegnativo.

Il trattamento di prima linea prevede la psicoterapia cognitivo-comportamentale, che può venire accompagnata da una terapia farmacologica a base di farmaci antidepressivi, anche se spesso il paziente la rifiuta per paura di ammalarsi o subire danni alla propria salute. I farmaci più usati sono gli SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina).

La psicoterapia è volta a far comprendere al paziente, rendendolo cosciente, dei suoi processi mentali, andando a sostituire l’idea che i sintomi che avverte sono frutto di una grave malattia e generando quindi un’ipotesi differente, più vicina alla realtà.

Prevenzione

È molto difficile, se non impossibile, attuare manovre preventive alla genesi di questo disturbo in quanto, oltre a non sapere la causa certa che lo genera, è spesso la conseguenza improvvisa di eventi scioccanti ed imprevedibili.

 

A cura del dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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