Introduzione
L’ipossia è una condizione clinica caratterizzata da una carenza di ossigeno che può essere di tipo generalizzato, se riguarda l’intero organismo, o locale nel caso di ipossia limitata ad uno specifico distretto corporeo. La completa assenza di ossigeno è invece definita anossia.
L’ipossia può comparire improvvisamente, in modo acuto o iperacuto, od instaurarsi lentamente nel corso del tempo (ipossia cronica); nel primo caso verrà osservato un quadro clinico più severo, in quanto l’organismo non ha modo di mettere in atto adeguati meccanismi di compenso.
Gli organi maggiormente sensibili a situazioni ipossiche sono cervello, cuore e fegato, che iniziano a subire danni, anche irreversibili, già pochi minuti dopo l’instaurarsi di ipossia. Al contrario la cute è l’organo che resiste più a lungo alla mancanza di ossigeno, quindi la presenza di danni a livello di questo distretto sono suggestivi di un’ipossia di lungo corso.
I sintomi caratterizzanti l’ipossia sono principalmente
- cianosi (colore bluastro della cute e delle mucose),
- dispnea (fame d’aria)
- e stato confusionale.
Il trattamento prevede la correzione della causa alla base dell’ipossia ed il supporto alle funzioni respiratorie mediante ossigenoterapia o, nelle forme più severe, ventilazione meccanica.
Ipossia od ipossiemia?
Benché potenzialmente collegate, ipossia ed ipossiemia sono in realtà termini che indicano condizioni differenti:
- Ipossiemia: bassi livelli di ossigeno nel sangue;
- Ipossia: bassi livelli di ossigeno nei tessuti.
L’ipossia può derivare da un inadeguato apporto di ossigeno ai tessuti dovuto a
- un basso apporto di sangue (che può essere correttamente ossigenato), ad esempio in caso di shock,
- oppure ad un basso contenuto di ossigeno nel sangue (ipossiemia).
Cause
L’ipossia è una condizione caratterizzata da una riduzione dei livelli di ossigeno a livello locale o dell’intero organismo. Esistono 5 differenti tipi di ipossia, classificati a seconda del maccanismo eziopatogenetico alla base della stessa:
- Ipossia ipossica o ipossia generalizzata: la causa è a livello polmonare, dove si verifica una riduzione della pressione parziale di ossigeno a livello degli alveoli polmonari che si ripercuote sulla pressione parziale di ossigeno nel sangue, anch’essa ridotta. Può essere provocata da:
- Permanenza in alta quota (dove vige una bassa pressione barometrica). Tale situazione è definita “mal di montagna” ed è causata da una riduzione del gradiente pressorio all’interno degli alveoli polmonari che si ripercuote con una caduta dei livelli di saturazione dell’emoglobina.
- Respirazione di miscele gassose a basso contenuto di ossigeno
- BPCO (bronco-pneumopatia cronico ostruttiva)
- Asma
- Cancro ai polmoni
- Polmonite
- OSAS (sindrome delle apnee notturne)
- Permanenza in alta quota (dove vige una bassa pressione barometrica). Tale situazione è definita “mal di montagna” ed è causata da una riduzione del gradiente pressorio all’interno degli alveoli polmonari che si ripercuote con una caduta dei livelli di saturazione dell’emoglobina.
- Ipossia anemica: è provocata da una diminuzione della capacità dei globuli rossi di legare l’ossigeno. A causa di
- Anemia: ridotti livelli di emoglobina nel sangue
- Eritropenia: ridotti livelli di globuli rossi nel sangue
- Intossicazione da monossido di carbonio (CO): questo gas si lega all’emoglobina più tenacemente dell’ossigeno che quindi viene ad essere spiazzato
- Ipossia stagnante: si verifica un rallentamento della circolazione del sangue, che impedisce ai globuli rossi ricchi di ossigeno di raggiungere adeguatamente i tessuti. Può essere provocata da:
- Ipossia istotossica: il sangue è normalmente ossigenato ma, per motivi differenti come intossicazione da alcool o da cianuro, i tessuti non sono in grado di utilizzare efficacemente quest’ossigeno.
- Ipossia metabolica: è generata da un aumento delle richieste di ossigeno da parte dei tessuti. Si verifica ad esempio in caso di sepsi o gravi ed estese ustioni.
Sintomi
La sintomatologia dell’ipossia è caratterizzata da:
- Cianosi di cute e mucose, che appaiono di colore bluastro: è provocata dalla desaturazione dell’emoglobina e rappresenta il segno più tipico dell’ipossia
- Dispnea (sensazione di fame d’aria)
- Capogiri
- Nausea
- Cefalea
- Stato confusionale
- Astenia
- Problemi di vista e perdita di coordinazione
L’organismo prova a compensare la situazione che si trova ad affrontare, tentativi che si traducono in:
- Tachicardia (aumento della frequenza cardiaca): in tal modo arriverà ai polmoni una maggior quantità di sangue al minuto che verrà ossigenata e distribuita all’organismo;
- Tachipnea (aumento della frequenza respiratoria): l’aumento della frequenza della respirazione porterà all’introduzione negli alveoli polmonari di un maggior quantitativo di aria
- Aumento dell’eritropoiesi: verranno prodotti nuovi globuli rossi per aumentare la capacità del sangue di trasportare ossigeno.
Complicanze
L’ipossia grave può portare in 3-4 minuti a gravi danni a carico di organi vitali come cervello, cuore e fegato; spesso si tratta purtroppo di danni irrecuperabili e, in taluni casi, fatali. Anche l’ipossia di grado moderato se protratta nel tempo può causare severi danni d’organo.
Diagnosi
Lo specialista di riferimento per questa patologia è il medico pneumologo che raccoglierà le informazioni anamnestiche ed effettuerà un accurato esame clinico.
Lo stato di ipossia è evidenziabile mediante l’emogasanalisi (EGA); si definisce stato ipossico una concentrazione parziale di ossigeno inferiore a 60 mmHg.
A seconda della causa sospettata possono essere richiesti ulteriori esami di approfondimento:
- Esame emocromocitometrico completo nel sospetto di ipossia da anemia
- Radiografia e TAC torace nel sospetto di ipossia da danno polmonare
- ECG ed ecocardiografia nel sospetto di ipossia secondaria a patologie cardiache
Cura
Il trattamento dell’ipossia prevede la correzione della causa sottostante che l’ha generata, ma nell’attesa il paziente deve beneficiare di trattamenti sintomatici in grado di garantire una corretta ossigenazione del sangue:
- somministrazione di ossigeno (ossigenoterapia): si parte da 2-3 litri al minuto nelle forme più lievi fino a giungere a 10-12 litri al minuto nelle forme più severe
- supporto respiratorio meccanico: è un trattamento riservato ai casi più severi, dove si sovrappone una situazione di ipercapnia (PCO2 nel sangue superiore a 45 mmHg).
A cura del Dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo
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