Introduzione
Il lichen planus si manifesta in forma di lesioni di colorito rossastro, pruriginose e ad esordio spesso improvviso; la localizzazione si concentra soprattutto in specifiche zone del corpo, prime tra tutte le superfici flessorie di
- polso,
- avambraccio,
- regione lombare
- e caviglie;
in base alla sede specifica in cui si manifestano si possono descrivere differenti sotto-classificazioni di lichen planus.
La sintomatologia caratteristica prevede la presenza della lesione, ben visibile ad occhio nudo e soprattutto palpabile poiché lievemente rilevata, che solitamente risulta altamente pruriginosa; inizia in genere con un’eruzione cutanea che si presenta con piccoli e distinti rigonfiamenti rossi o viola, che in seguito tendono a confluire formando chiazze ruvide e squamose.
La diagnosi è quasi sempre basata semplicemente sull’esame obiettivo della lesione da parte del dermatologo. Talvolta, soprattutto in caso di lesioni atipiche o se sussistono dei dubbi nel corso dell’esame, può essere necessario approfondire lo studio attraverso una biopsia. L’esame istologico permette quindi di confermare l’ipotesi diagnostica sulla base di alterazioni specifiche, riconducibili con certezza al lichen planus.
La terapia cardine nel trattamento del lichen è rappresentata dai corticosteroidi (cortisone), che possono essere applicati per via topica oppure somministrati per via orale, per garantire una distribuzione all’intero organismo.
Cause
La causa del lichen planus non è ancora compresa, ma si ritiene che possa essere di origine multifattoriale, ovvero non dipendente da un semplice fattore o dall’alterazione di un singolo gene, ma dovuta alla combinazione di diversi fattori.
La formazione di questo tipo di lesioni potrebbe essere associata a
- predisposizione genetica,
- processi infettivo/infiammatori,
- effetto collaterale di alcuni farmaci,
- reazioni ad infezioni,
- condizioni di stress,
- intossicazione da parte di specifiche sostanze.
La condizione non è contagiosa, ma può virtualmente colpire chiunque e interessa entrambi i sessi all’incirca con la stessa frequenza; solo raramente interessa pazienti in età pediatrica.
Dove compare il lichen?
Le sedi su cui il lichen può insorgere sono fondamentalmente suddivisibili in quelle a localizzazione cutanea o a mucosa.
Sulla cute possiamo riscontrare il lichen:
- A livello delle pieghe cutanee (le cosiddette superfici flessorie di polsi, caviglie, avambracci o regione lombare).
- Sugli arti inferiori, nella regione della gamba. In tal caso parliamo di lichen “ipertrofico” perché tali papule tendono a fondersi tra loro (generando dunque quella che possiamo chiamare “placca” poiché di diametro massimo maggiore di 1 cm).
- Unghie, anche se probabilmente è una delle manifestazioni meno frequenti
- Cuoio capelluto. Quando il lichen si riscontra a livello di tale regione, determina l’insorgenza di una alopecia (perdita localizzata di capelli), sfortunatamente irreversibile.
- È fortunatamente raro l’interesse del viso.
In genere l’eruzione cutanea mostra un andamento simmetrico, che coinvolge cioè ugualmente entrambi i lati del corpo.
Sulle mucose invece il lichen può essere localizzato a livello di:
- Bocca, sembra essere la manifestazione più frequente di lichen a livello delle superfici mucose. Nel caso in cui tenda ad erodere la superficie può addirittura predisporre all’insorgenza di un tumore, il carcinoma spinocellulare o squamocellulare (neoplasia di solito localizzata a livello della cute sulle regioni fotoesposte).
- Mucosa genitale, caratteristica la localizzazione a livello del pene.
Sintomi
Il lichen planus si manifesta come una lesione localizzata in differenti regioni della superficie corporea e altamente pruriginosa.
La lesione viene definita come una papula, ovvero una formazione di colore eritematoso (quindi tendente al rosso), rialzata rispetto alla superficie cutanea circostante, che tende a rimanere più o meno localizzata nella sua sede di insorgenza. La sua morfologia è variabile, viene quindi descritta come poligonale e può apparire ricoperta di striature biancastre in superficie.
Proprio alla luce delle sue manifestazioni aspecifiche, molto spesso la diagnosi di lichen può essere confusa con quella di tante altre patologie cutanee di tipo eritematoso, così come con le manifestazioni purpuriche.
La durata del lichen planus può raggiungere 1-2 anni e, purtroppo, sono possibili recidive.
Diagnosi
È necessario contattare un medico ogni qual volta si presenti una lesione rossastra, pruriginosa (o comunque che dia segno di sé, anche solo come fastidio) che tende a permanere nel tempo, o ancor peggio a degenerare.
La visita da parte di uno specialista in dermatologia, associata ad un’accurata anamnesi (che ci serve soprattutto ad escludere altre cause di lesione, come un trauma o un’infezione localizzata), è solitamente necessaria per poter porre diagnosi di lichen.
Talvolta, nell’insieme di esame volti ad escludere altre cause di lichen, è necessario effettuare l’indagine per:
Nel caso in cui l’anamnesi non permetta un corretto indirizzo, o comunque la sintomatologia e i segni clinici non siano del tutto dirimenti, il medico può richiedere di prelevare un piccolo campione di cute per poter effettuare un esame istologico.
Riscontrare le caratteristiche tipiche di una lesione da lichen è necessario soprattutto nel momento in cui la lesione persista per parecchi giorni (o settimane), ponendo il sospetto di essere una formazione precancerosa (cosiddetta leucoplachia).
Cura e rimedi
Nelle forme più lievi il lichen planus può addirittura regredire e risolversi in maniera spontanea, senza richiedere alcun tipo di trattamento.
Quando invece il prurito o il disagio sono tali da richiedere un approccio farmacologico, questo può comprendere diversi farmaci:
- Applicazione topica di creme a base di corticosteroidi. Tali molecole sono capaci di ridurre qualunque tipo di infiammazione, permettendo quindi di ridurre il rossore, nonché il prurito.
- Antistaminici, che talvolta possono aiutare nel ridurre il prurito e le lesioni da grattamento.
- Immunomodulanti; si tratta di farmaci che possono modulare l’attività del sistema immunitario, come ad esempio il tacrolimus (farmaco biologico di nuova generazione, con effetti diretti contro specifiche molecole della risposta infiammatoria).
- Derivati della vitamina A, utilizzati in altre patologie dermatologiche di tipo eritemo-desquamativo, come ad esempio la psoriasi; possono talvolta limitare la lesione e ridurre il prurito.
In alcuni pazienti è possibile ottenere buoni risultati mediante la fototerapia (esposizione alla luce ultravioletta).
Prevenzione
Non vi sono delle vere e proprie linee da seguire per poter ridurre l’incidenza del lichen, soprattutto dal momento che non ne conosciamo la vera causa; partendo però dal presupposto che i fattori predisponenti possono essere molti e tutti interagenti tra loro, possono essere utili alcune piccole modifiche dello stile di vita:
- Ridurre periodi di alto stress, poiché il sistema immunitario potrebbe risultare più suscettibili a stimoli di varia natura.
- Prestare particolare attenzione ad ogni nuova lesione, soprattutto quando pruriginosa e controllarne l’evoluzione.
- Evitare, in caso di prurito, di aggravare la situazione con grattamento ripetuto.
Fonti e bibliografia
- Manuale di Dermatologia AIMS, 3° edizione, ottobre 2016
A cura della dott.ssa Ergasti Raffaella, medico chirurgo