Introduzione
Il linfogranuloma venereo (LG o LGV) è un’infezione sessualmente trasmessa causata da alcuni ceppi di batteri di Chlamydia trachomatis. Questa condizione colpisce principalmente il sistema linfatico, in particolare i linfonodi nella regione genitale, ma può anche coinvolgere altre parti del corpo.
È una malattia sessualmente trasmessa relativamente rara, ma può avere gravi conseguenze se non trattata adeguatamente.
I sintomi del linfogranuloma venereo possono variare a seconda della fase dell’infezione e delle parti del corpo coinvolte. I sintomi iniziali possono includere un’ulcera o una dolorosa escrescenza che si sviluppa sui genitali o nell’area anale, nonché gonfiore dei linfonodi vicini. Se l’infezione non viene trattata, possono verificarsi ulteriori sintomi, come febbre, malessere generale e ascessi nei linfonodi (accumulo di pus).
L’infezione richiede un trattamento antibiotico, condotto solitamente con un ciclo di doxiciclina o azitromicina, a seconda dei ceppi di Chlamydia trachomatis coinvolti; il trattamento precoce è essenziale per prevenire complicazioni a lungo termine.
La prevenzione del linfogranuloma venereo richiede l’adozione costante di pratiche sessuali sicure, incluse l’uso di preservativi durante i rapporti sessuali e la limitazione del numero di partner sessuali. Inoltre, la consapevolezza dei sintomi e la diagnosi precoce possono aiutare a gestire questa infezione in modo efficace.
Contagio
Il linfogranuloma venereum è un’infezione ulcerosa dell’area genitale a trasmissione sessuale causata da 3 ceppi unici di Chlamydia trachomatis (L1, L2, L3) e trasmissibile attraverso il sesso vaginale, orale o anale. Alcuni pazienti affetti da LGV potrebbero non avere sintomi, ma essere comunque contagiosi per i propri partner.
Ad oggi è più diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali, meno comune nei Paesi occidentali; può interessare pazienti di entrambi i sessi e di qualsiasi età, ovviamente nella popolazione sessualmente attiva.
L’infezione colpisce principalmente il sistema linfatico; una volta penetrato nell’ospite il batterio si diffonde dal sito dell’infezione primaria ai linfonodi regionali.
Infezioni da Chlamydia trachomatis
Con il termine Chlamydia si indica genericamente un genere di batteri di cui soltanto la specie Chlamydia trachomatis risulta infettiva per l’uomo, più in particolare si tratta di infezioni trasmesse per via sessuale (o durante il parto) differenti in base al sottotipo coinvolto:
- L1 L2 e L3: linfogranuloma venereo, oggetto di questo articolo
- A, B, Ba e C: tracoma oculare
- D, E, F, G, H, I, J e K: varie forme d’infezione che colpiscono anche i neonati contagiati durante il parto.
Sintomi
L’incubazione è variabile tra i 3 e i 12 giorni dopo l’esposizione, più raramente può arrivare fino a 30 giorni.
Tipicamente, il linfogranuloma venereo evolve attraverso tre diversi stadi di infezione:
- Stadio primario, caratterizzato dallo sviluppo di ulcere genitali (o papule indolori).
- Stadio secondario, con l’ingrossamento dei linfonodi inguinali e/o femorali accompagnati da dolore.
- Stadio tardivo con comparsa di tessuto cicatriziale e formazione di fistole dell’area anogenitale (una fistola è una connessione anormale che si forma tra due organi o strutture del corpo che normalmente non dovrebbero essere collegate).
Il paziente sviluppa inizialmente un’ulcera genitale indolore, oppure piccole papule di dimensioni comprese tra 1 e 6 mm, presso il sito di ingresso del batterio.Questa fase spesso passa tuttavia inosservata a causa della posizione genitale delle lesioni e, soprattutto, per le ridotte dimensioni e soprattutto l’assenza di altri sintomi in grado di attirare l’attenzione. Le lesioni guariscono spontaneamente dopo pochi giorni.
Lo stadio secondario, circa 2-6 settimane dopo, inizia convenzionalmente con l’ingrossamento dei linfonodi regionali (inguinali e femorali); il paziente inizia a lamentare dolore in queste sedi e, soprattutto in caso di trasmissione per via anale (attraverso rapporti passivi), può sviluppare anche una sindrome anorettale specifica caratterizzata da infiammazione dell’ano (proctite):
- dolore durante la minzione,
- sanguinamento rettale,
- dolore durante il passaggio delle feci,
- dolore addominale,
- dolore anale,
- tenesmo (sensazione di incompleto svuotamento intestinale dopo la defecazione).
Possono comparire anche sintomi sistemici parainfluenzali come
- dolori muscolari,
- mal di testa
- e febbre.
Nelle donne, sono comuni anche il mal di schiena o alla pelvi.
Qualora il contagio avvenga per via orale potrebbe comparire un quadro clinico locale caratterizzato da linfoadenopatia cervicale (ingrossamento dei linfonodi cervicali).
Complicazioni
Lo stadio tardivo del linfogranuloma venereo si osserva quando l’infezione viene trascurata e può manifestarsi con:
- Necrosi (morte del tessuto) e rottura dei linfonodi
- Fibrosi anogenitale (sostituzione delle mucose con tessuto cicatriziale) che può portare a fenomeni di restringimento (stenosi) dei normali canali anatomici
- Fistole anali, ovvero piccoli canali patologici che mettono in comunicazione l’ano con la cute circostante
- In alcuni casi si osserva anche un ispessimento della pelle dei genitali.
Sono stati segnalati anche casi di complicazioni sistemiche come polmonite ed epatite.
Diagnosi
Il linfogranuloma venereo tende ad essere più comunemente segnalato negli uomini perché i sintomi precoci sono più evidenti; gli uomini tipicamente presentano infatti la forma acuta della malattia, mentre le donne si presentano dal medico quando sviluppano complicazioni successive, derivanti da stadi più avanzati della malattia.
Il sospetto di diagnosi è sostanzialmente clinico, ma richiede l’esecuzioni di esami di laboratorio che consentano di isolare la Chlamydia trachomatis in campioni genitali, rettali e linfonodali (ad esempio mediante coltura e PCR) o per ricerca degli anticorpi specifici.
L’infezione, soprattutto nella prima fase, entra in diagnosi differenziale con altre malattie sessualmente trasmesse come:
- herpes simplex,
- sifilide,
- ulcera molle.
Si consiglia l’esecuzione di un test per l’HIV nei pazienti infetti.
Cura e terapia
Il regime terapeutico di prima scelta consiste nella somministrazione di doxiciclina 100 mg (ad esempio Bassado®) per via orale due volte al giorno per 3 settimane; in alternativa è possibile ricorrere a macrolidi come eritromicina o azitromicina.
Si noti che gli esami di laboratorio potrebbero richiedere fino a qualche settimana per poter produrre i risultati, ma quando il sospetto di infezione sia fondato è preferibile iniziare comunque la terapia.
Si ricorda che anche tutti i partner sessuali devono essere valutati.
I pazienti che presentino ascessi possono trarre beneficio dall’aspirazione del linfonodo, che fornisce sollievo sintomatico, sebbene da un punto di vista più generale l’incisione e il drenaggio dei linfonodi non siano raccomandati poiché possono ritardare il processo di guarigione.
Fonti e bibliografia
- CDC
- Lymphogranuloma Venereum – Prashanth Rawla; Krishna C. Thandra; Faten Limaiem
- MSD
Articoli ed approfondimenti
- Malattie
- Scheda presente nelle categorie: Malattie sessualmente trasmissibili