Linfonodi ingrossati, gonfi e/o infiammati: cause, pericoli e rimedi

Cosa sono i linfonodi?

I linfonodi sono piccole ghiandole che fanno parte del sistema immunitario e che si trovano distribuiti singolarmente lungo il decorso di vasi linfatici, oppure raggruppati in aree specifiche del corpo chiamate stazioni linfonodali.

Le principali stazioni linfonodali superficiali sono quelle

  • retroauricolare,
  • nucale,
  • sottomandibolare,
  • laterocervicale,
  • sovraclaveare,
  • ascellare,
  • epitrocleare
  • e inguinale.

Allo stesso modo i linfonodi sono distribuiti anche in profondità all’interno del nostro organismo, in aree come gli ili polmonari o lungo il tratto digerente.

Semplificazione sintetica dei principali linfonodi e del sistema linfatico

Semplificazione sintetica dei principali linfonodi e del sistema linfatico (iStock.com/chombosan)

Quando uno o più linfonodi si ingrossano si parla, in termini tecnici, di adenomegalia e se oltre all’aumento di volume è presente anche dolore di adenopatia. Nella maggior parte dei casi si osserva un unico linfonodo ingrossato, mentre in caso di coinvolgimento multiplo si parla di adenopatia generalizzata (si noti che il prefisso adeno- fa riferimento ad una qualsiasi ghiandola dell’organismo, quindi in alcuni casi si preferiscono i termini linfoadenomegalia, linfoadenopatia, linfoadenopatia generalizzata).

L’interessamento patologico di uno o più linfonodi può essere dovuto a

  • infezione,
  • infiammazione,
  • neoplasia.

Diversi elementi possono aiutare a differenziare tra le varie cause, come ad esempio

  • l’età del paziente,
  • la sede,
  • la presenza di altri segni e sintomi locali o sistemici.

L’approfondimento diagnostico si avvale in primo luogo di un accurata visita che può essere accompagnata esami ematici e da un’ecografia linfonodale, esame in grado di fornire indicazioni sulla natura reattiva del linfonodo (conseguente cioè ad una risposta infiammatoria), oppure sulla sua origine neoplastica.

Linfa, sistema linfatico e linfonodi

La linfa è un liquido derivante dal processo di ultrafiltrazione del sangue che si verifica nei tessuti periferici, a livello dei capillari sanguigni. È composta per la maggior parte da acqua e contiene al suo interno

  • proteine,
  • amminoacidi,
  • zuccheri,
  • lipidi,
  • prodotti del metabolismo cellulare,
  • elettroliti,
  • vitamine,
  • ormoni,
  • globuli bianchi
  • ed altre sostanze.

Rappresenta quindi il sistema mediante il quale l’organismo recupera i liquidi e il materiale presente a livello degli spazi interstiziali dei tessuti periferici che deve essere veicolato a livello dei vasi venosi e successivamente degli organi emuntori come reni e fegato.

Ad assolvere questo compito è il sistema linfatico presente nel nostro organismo, che ha lo scopo di drenare i fluidi, in particolare proprio la linfa, raccogliendola dallo spazio interstiziale dove è accumulata fino a convogliarla a livello dei vasi sanguigni; svolge inoltre un importante ruolo nel garantire il corretto funzionamento del sistema immunitario e un’adeguata risposta nei confronti di infezioni, infiammazioni e malattie neoplastiche.

È composto da un insieme di vasi linfatici e di stazioni linfonodali o linfonodi. I vasi originano a fondo cieco e sono dotati di valvole unidirezionali; in questo modo permettono il drenaggio della linfa dalla periferia dell’organismo verso vasi linfatici di calibro sempre maggiore, fino ad arrivare ai dotti che si inseriscono nel sistema venoso aggettando la linfa nell’angolo compreso tra le vene succlavia e giugulare interna.

La presenza dei linfonodi in varie stazioni disposte lungo il decorso del sistema linfatico garantisce inoltre la difesa del nostro organismo dalle infezioni e il riconoscimento di cellule anomale. A tale scopo le ghiandole linfonodali contengono al proprio interno delle cellule del sistema immunitario, come i linfociti e i macrofagi, che sono in grado di riconoscere gli antigeni eventualmente presenti nella linfa e, se necessario, di scatenare la risposta immunitaria.

Linfonodi e tumore

Un tumore può interessare uno o più linfonodi in due modi:

  • nascere nel linfonodo stesso (linfoma),
  • derivare da una diffusione (metastasi) di un tumore nato in un’altra regione dell’organismo, la condizione più frequente.

È tuttavia bene sottolineare che la presenza di un cancro è solo una delle possibili spiegazioni del gonfiore di un linfonodo e nemmeno la più probabile. Gli indizi suggestivi di una possibile origine tumorale sono:

  • Dimensioni: Le dimensioni dei linfonodi colpiti da tumore possono essere maggiori rispetto ai casi d’infezione, ma soprattutto la differenza è che non si assiste ad una regressione nell’arco di qualche settimana (o tenda addirittura a peggiorare).
  • Posizione: Qualunque linfonodo può aumentare di volume per cause infettive, ma alcune sede possono essere particolarmente suggestive di un’origine tumorale:
    • Linfonodo di Virchow: situato sopra la clavicola sinistra, un suo ingrossamento può essere la conseguenza di un tumore addominale, ai testicoli o ancora alle ovaie.
    • Linfonodo posto sopra la clavicola destra, può gonfiarsi in presenza di tumore localizzato a livello del mediastino, di un polmone o dell’esofago.

Anche in presenza di questi reperti, tuttavia, la causa può comunque essere diversa dalla presenza di una neoplasia.

 

Cause

Malattie infettive

La più frequente causa di ingrossamento linfonodale è rappresentata dalle malattie infettive, che possono essere di varia natura. Gli agenti patogeni che più frequentemente sono responsabili di generare adenomegalia sono i seguenti.

In caso di malattie infettive molto spesso l’ingrossamento linfonodale è accompagnato da sintomi

L’adenomegalia in questo caso è causata dalla risposta del sistema immunitario nei confronti dell’agente patogeno che comporta replicazione cellulare e produzione di anticorpi rivolti verso l’antigene.

Buona parte di questi processi si svolge all’interno delle stazioni linfonodali con un naturale incremento del volume dei linfonodi stessi. Accanto all’adenomegalia è inoltre normale il verificarsi di adenopatia, cioè della presenza concomitante di dolore, che è spiegato dalla distensione dei tessuti conseguente al processo infiammatorio e allo sviluppo dell’infiammazione. Con la risoluzione del processo infettivo e con la diminuzione dell’infiammazione sia l’ingrandimento linfonodale che il dolore andranno incontro a remissione.

Malattie infiammatorie

  • Malattie autoimmuni:
  • linfoadeniti da reazione a farmaci quali l’idantoina,
  • linfoadeniti reattive a processi infiammatori locali (un esempio è l’ingrossamento della ghiandola sotto-mandibolare come conseguenza di una patologia dentale).

Anche in questi casi l’aumento dei linfonodi è spiegato dall’attivazione del sistema immunitario e della risposta infiammatoria. La differenza presente tra le malattie autoimmunitarie e le più comuni malattie infettive è che nel primo caso il sistema immunitario monta una risposta infiammatoria rivolta contro degli antigeni propri dell’organismo e non contro degli agenti patogeni esterni. Si tratta quindi di una disfunzione del sistema immunitario che riconosce, in maniera errata, come estranei degli antigeni che in realtà fanno parte dell’organismo stesso.

Malattie tumorali

I linfonodi possono essere sede di tumori primitivi, cioè che nascono e si sviluppano al loro interno come i linfomi, oppure venire interessati dalle neoplasie in maniera secondaria, come avviene in caso di metastasi. In questi casi l’ingrossamento è spiegato dalla proliferazione di cellule neoplastiche all’interno delle stazioni linfonodali e dalla reazione delle normali cellule ivi residenti alla presenza di cellule con caratteristiche anomale che vengono riconosciute come patologiche.

Nel caso in cui l’adenomegalia sia causata da malattie neoplastiche i linfonodi sono solitamente non dolenti, di consistenza dura e adesi ai piani sottostanti. Nel caso di linfomi o di altri tumori del sangue inoltre il paziente presenta spesso

  • febbricola,
  • dimagrimento non intenzionale
  • e sudorazione notturna.

Malattie infiltrative

  • Malattia di Gaucher,
  • malattia di Niemann-Pick
  • e amiloidosi.

Quello che si verifica nelle malattie infiltrative è un accumulo di proteine o di sostanze di altra natura che si depositano a livello di organi e tessuti e non riescono ad essere smaltite dall’organismo a causa di qualche errore di natura congenita o acquisita. Spesso questo accumulo avviene a livello linfonodale con conseguente adenomegalia ed adenopatia.

Sintomi

Un esame del linfonodo che presenta un aumento del proprio volume è necessario e può evidenziare alcune caratteristiche utili per la diagnosi. La ghiandola può apparire:

  • dolente o meno,
  • di consistenza dura o molle,
  • mobile o adesa ai piani sottostanti,
  • con alterazioni della cute sovrastante.

In genere i linfonodi di origine reattiva (infiammatoria) sono dolenti, morbidi e mobili, mentre nelle forme maligne appaiono duri, non dolenti e adesi ai piani sottostanti.

La persona affetta da adenomegalia può inoltre presentare altri sintomi associati come:

  • febbre più o meno elevata,
  • tosse,
  • mal di gola,
  • eruzioni cutanee,
  • astenia,
  • perdita di peso.

L’analisi dei sintomi e dei segni associati è spesso di fondamentale aiuto nell’inquadramento diagnostico in quanto le possibili patologie responsabili dell’adenopatia si accompagnano di solito a manifestazioni cliniche caratteristiche.

La presenza di una linfoadenopatia laterocervicale o sottomandibolare associata a mal di gola e ad altri segni di interessamento delle prime vie aeree fa ad esempio pensare ad un episodio di natura infettiva.

Una linfoadenopatia generalizzata (che interessa cioè più stazioni linfonodali) in un adolescente o in giovane adulto può invece indirizzare verso una diagnosi di mononucleosi.

Se il linfonodo ingrossato persiste in maniera cronica per un lungo periodo di tempo e si accompagna a sintomi come febbricola, sudorazioni notturne, perdita di peso non intenzionale è necessario procedere con indagini utili ad identificarne la possibile malignità.

Quando preoccuparsi e rivolgersi al medico

Un ingrossamento dei linfonodi è in genere legato ad un’infezione virale o batterica, dove il sintomo sparisce con la risoluzione del processo infettivo nell’arco di 2-3 settimane; solo raramente il disturbo è secondario ad un tumore, ciononostante è sempre consigliabile rivolgersi al medico (o al pediatra in caso di bambini), soprattutto in caso di:

  • comparsa improvvisa e senza cause apparenti,
  • ingrossamento dei linfonodi sopra la clavicola
  • durata superiore alle due settimane,
  • superficie irregolare alla palpazione,
  • sintomi associati quali febbre, sudorazioni notturne, dispnea (difficoltà respiratorie), perdita di peso inspiegabile.

Quando siano presenti i tipici segni d’infezione (arrossamento, calore, dolore) la probabile diagnosi è un’infezione, che tuttavia richiede comunque immediata attenzione medica.

Diagnosi

Il processo di diagnosi prevede:

  • anamnesi,
  • valutazione dei segni e sintomi,
  • esami ematici,
  • ecografia,
  • biopsia linfonodale.
Valutazione dei linfonodi del collo

Medico valuta attraverso la palpazione i linfonodi presenti nel collo (iStock.com/macniak)

Quando viene riscontrato un ingrandimento linfonodale è innanzitutto necessario andare a valutare la presenza di altri disturbi lamentati dal paziente (sintomi) e di segni clinici evidenziabili oggettivamente durante la visita medica.

Inoltre, la sede dell’adenopatia, la storia clinica (anamnesi) e la presenza di altre patologie pregresse o concomitanti possono senza dubbio essere un valido aiuto alla diagnosi.

Se l’ingrossamento linfonodale perdura nel tempo o ha delle caratteristiche sospette può essere necessario effettuare un’ecografia, esame rapido ed indolore che permette, mediante l’utilizzo di ultrasuoni, di evidenziare le caratteristiche strutturali del linfonodo.

La sua struttura può suggerire un’adenopatia reattiva, successiva cioè ad una risposta infiammatoria, oppure avere degli aspetti che indicano maggiormente un’infiltrazione neoplastica. In questi casi oppure nelle forme dubbie è possibile procedere con una biopsia linfonodale e con il successivo esame istopatologico del tessuto prelevato.

Radiografia, TC, RMN e PET possono essere necessari nel caso in cui debbano essere indagate le stazioni linfonodali profonde.

Cura

Il trattamento di una linfoadenopatia è strettamente correlato alla causa all’origine del disturbo.

Nella maggior parte dei casi i linfonodi ingrossati si risolvono autonomamente nel giro di qualche giorno/settimana senza complicazioni.

Se si tratta di una forma acuta e di natura infettiva è spesso sufficiente l’utilizzo di farmaci antinfiammatori (come i FANS), l’utilizzo di impacchi caldi e riposo accompagnato dalla terapia etiologica specifica, quando necessaria. A questo proposito possono venire impiegati farmaci

  • antivirali,
  • antibatterici,
  • antimicotici
  • o antiprotozoari

a seconda dei casi.

Gli ascessi linfonodali possono invece necessitare di un drenaggio chirurgico.

Le forme infiammatorie e autoimmunitarie vengono trattate in modo da contrastare la malattia di base con una terapia che sarà specifica a seconda del caso. Possono venire impiegati farmaci antinfiammatori come FANS, cortisonici o altri tipi di immunomodulatori.

Le malattie neoplastiche come i linfomi e le metastasi linfonodali sono di natura prettamente oncologica e il loro trattamento si avvale di approcci radio-chemioterapici o chirurgici.

Fonti e bibliografia

  • Longo, Fauci, Kasper, Hauser, Jameson, Loscalzo. Harrison, Principi di Medicina Interna, IX edizione, Casa Editrice Ambrosiana, 2016.
  • Moroni, Esposito, De Lalla. Malattie infettive, VII edizione, Masson, 2008.

A cura della Dr.ssa Giulia Grotto

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Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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