Long-COVID: sintomi possibili e altri dubbi comuni

Introduzione

Alcuni pazienti infettati dal virus che causa la COVID-19 possono sviluppare sintomi a lungo termine, noti come Long COVID o Sindrome post-COVID.

Il Long COVID viene generalmente definito come l’insieme di segni, sintomi e condizioni che persistono o addirittura si sviluppano dopo la risoluzione dell’infezione iniziale da COVID-19, rappresentando quindi non una specifica malattia, ma un ventaglio di possibili manifestazioni.

Più in generale:

  • La sindrome post-COVID comprende nella sua definizione una vasta gamma di possibili problemi di salute in corso, che possono durare settimane, mesi o anni.
  • Si verifica più spesso nei pazienti colpiti da infezioni in forma grave, anche se di fatto chiunque sia stato infettato dal virus che causa COVID-19 può sperimentarlo.
  • Soggetti non vaccinati sembrano correre un rischio superiore di sviluppare long-COVID.
  • Si può contrarre più volte l’infezione da SARS-CoV-2 e il rischio di sviluppare long-COVID persiste ad ogni episodio.
  • In teoria si potrebbe sviluppare la condizione senza esseri accorti di aver sviluppato prima l’infezione (infezione asintomatica).
  • Le sindromi post-virali sono note da tempo e possibili anche con altre infezioni, come ad esempio l’influenza, oltre che da permanenze in unità di terapia intensiva.
Donna stanca e depressa nel letto

iStock.com/elenaleonova

Sintomi ed effetti post-COVID

La maggior parte dei pazienti colpiti da COVID-19 migliora in genere entro pochi giorni o poche settimane, per questa ragione si è fissato convenzionalmente a 4 settimane l’inizio della sindrome da long-COVID. dopo l’infezione, quindi almeno quattro settimane dopo l’infezione è l’inizio di quando Long COVID potrebbe essere identificato per la prima volta. Chiunque sia stato infettato può sperimentare Long COVID.

La maggior parte delle persone con Long COVID ha manifestato sintomi giorni dopo aver appreso per la prima volta di avere il COVID-19, ma alcune persone che in seguito hanno sperimentato Long COVID non sapevano quando sono state infettate.

I soggetti che sviluppano Long-COVID possono lamentare una vasta gamma di sintomi con ampia variabilità da un caso all’altro e in grado di cambiare nel tempo.

Tra i sintomi più comuni figurano:

I pazienti possono sviluppare sintomi difficili da spiegare e controllare, impossibili da rilevare e spiegare con esami diagnostici quali visite mediche, esami del sangue, radiografie ed elettrocardiogrammi. Spesso i sintomi sono simili a quelli lamentati da pazienti affetti da encefalomielite mialgica/sindrome da affaticamento cronico e altre malattie croniche poco conosciute e comprese che possono insorgere dopo altre infezioni.

A peggiorare la situazione è la possibilità che il paziente possa essere frainteso, magari rapidamente dimesso con la diagnosi di ansia, con difficoltà e tempi protratti per una diagnosi e una terapia adeguata.

Altre condizioni

In alcuni soggetti, soprattutto coloro che guariscono da forme particolarmente gravi di COVID-19, possono sviluppare effetti multi-organo o condizioni autoimmuni con sintomi che durano settimane, mesi o addirittura anni; gli effetti multiorgano possono coinvolgere praticamente qualsiasi apparato, colpendo ad esempio cuore, polmoni, reni, pelle e cervello.

Come risultato di questi effetti potrebbero subire un aumento del rischio di sviluppo di nuove condizioni di salute come

  • diabete,
  • malattie cardiache,
  • coaguli di sangue
  • o condizioni neurologiche.

Unità di terapia intensiva

I pazienti dimessi da una unità di terapia intensiva, a prescindere dalla causa del ricovero, possono sviluppare problemi come la sindrome  post terapia intensiva, un insieme di disturbi che insorgono già durante il ricovero ma persistendo anche con il ritorno a casa; tra i sintomi possibili figurano:

Sebbene non si tratti di una complicazione specificatamente legato all’infezione da COVID-19, può spiegare una parte delle sindromi da post-COVID, rendendo ancora più complesso determinare se questi problemi di salute siano causati da una malattia grave, dal virus stesso o da una combinazione di entrambi.

Quanto dura?

I soggetti che sviluppano Long-COVID possono lamentare una vasta gamma di sintomi che possono durare settimane, mesi o addirittura anni dopo l’infezione, talvolta possono persino scomparire e ripresentarsi in seguito.

Diagnosi

Non esiste alcun test che determini in modo inequivocabile se sintomi e segni siano legati ad una precedente infezione da COVID-19; in questo senso la Long-COVID non è quindi una malattia propriamente detta, ma una sindrome (insieme di segni e sintomi che potrebbero essere potenzialmente conseguenza anche di altre cause).

Cosa fare? Come recuperare?

In virtù del poco tempo trascorso dall’insorgenza della pandemia non sono ancora stati stabiliti con esattezza rimedi e percorsi di recupero per i pazienti affetti da long-COVID. È importante recuperare fin da subito un certo grado di attività, trovando il giusto compromesso tra impegno mentale/fisico e riposo (inizialmente anche semplici attività come lavarsi, vestirsi e preparare da mangiare potrebbero richiedere grandi sforzi); per questo è necessario che obiettivi ed aspettative siano realistiche, per un corretto recupero che non travalichi in sforzi eccessivi.

Dieta e qualità/quantità del sonno sono altrettanto fondamentali durante la convalescenza.

Affanno e mancanza di fiato

La mancanza di fiato (dispnea) è molto comune, soprattutto per i pazienti che hanno avuto necessità di ricovero.

La sensazione di non respirare adeguatamente può essere davvero fastidiosa quando lieve, o spaventare quando più severa, ma è importante non farsi prendere dall’ansia che potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione innescando un’iperventilazione; è quindi importante sforzarsi di rimanere rilassati e calmi, adeguando le proprie attività alle forze disponibili.

Si consiglia di aumentare gradualmente l’impegno fisico, evitando un eccessivo riposo che potrebbe essere controproducente in termini di recupero; per favorire la respirazione è possibile adottare alcune specifiche posizioni:

Posizioni per favorire la respirazione

Credit: https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/333287/WHO-EURO-2020-855-40590-54571-eng.pdf

Altrettanto utile è inoltre la pratica di tecniche di respirazione controllate, ad esempio:

  1. Sedersi in posizione comoda e con un buon supporto
  2. Appoggiare una mano sul petto e l’altra sullo stomaco
  3. Solo se favorisce il rilassamento, chiudere gli occhi.
  4. Concentrarsi sul proprio respiro,
    • inspira lentamente attraverso il naso (o la bocca se non sei in grado di farlo)
    • ed espirando dalla bocca.
  5. Durante la respirazione cercare di far sollevare più la mano sullo stomaco rispetto a quella del petto.
  6. Ridurre lo sforzo attraverso respiri lenti, rilassati e regolari.

Per affrontare piccoli sforzi quotidiani, come salire le scale, prendere fiato prima di ogni scalino e non avere fretta di completare lo sforzo.

Contattare il medico in caso di necessità.

Stanchezza ed affaticamento muscolare

Una pratica regolare di esercizio fisico è indispensabile per favorire un recupero che sia il più rapido ed efficace possibile, perché in grado di agire su:

  • forma fisica
  • fiato
  • forza muscolare (persa da un eventuale allettamento e scarsa nutrizione)
  • coordinamento ed equilibrio.

L’attività fisica è inoltre in grado di aumentare concretamente il tono dell’umore e la fiducia in sé stessi, riducendo al contempo stress, paure ed ansie; è tuttavia altresì importante commisurare lo sforzo al proprio stato di forma, aumentando gradualmente e proporzionalmente al miglioramento della propria condizione fisica l’entità dello sforzo. Sono utili esercizi di rinforzo muscolare, di stretching e cardiovascolari (camminata, bicicletta, corsa), da concordare eventualmente con medico/fisioterapista.

Disturbi della voce

In caso di ventilazione in terapia intensiva possono insorgere problemi legati alla voce, che può diventare debole e/o rauca; in tal caso è importante ricordare che la voce è come un muscolo, in caso di infortunio necessità di allenamento per recuperare, ma senza esporsi ad inutili sforzi. Si consiglia di non sussurrare, in quanto pratica che affaticherebbe ulteriormente le corde vocali e prendersi le pause necessarie. Bere regolarmente per mantenere idratate le mucose.

Difficoltà di deglutizione ed inappetenza

A seguito di malattia è normale che l’appetito non sia particolarmente pronunciato (inappetenza), ma una dieta corretta è un tassello imprescindibile per una rapida ripresa.

Si consiglia di attenersi ad una dieta sana, varia, leggera e ricca di frutta e verdura. Preferire piccoli spuntini ai soliti 2-3 pasti abbondanti, prendendosi il tempo necessario sia per il consumo del pasto che per la successiva digestione.

In caso di precedente intubazione potrebbero insorgere problemi legati alla deglutizione (disfagia), che talvolta richiedono alcune precauzioni aggiuntive (mangiare in posizione rigorosamente seduta, fare bocconi piccoli, inizialmente consumare cibi morbidi, …).

Disturbi cognitivi

Il modo migliore per affrontare la cosiddetta nebbia mentale che può lasciare l’infezione da COVID-19 è attraverso l’azione combinata di:

  • attività fisica, commisurata allo stato di salute
  • allenamento mentale (lettura, enigmistica, giochi di memoria, rompicapi, …); come per l’attività fisica, il giusto grado d’impegno è quello che rappresenta una sfida, ma mai insormontabile
  • abitudini che fungano da supporto al quotidiano (lista di cose da fare, promemoria, …).

Recuperare gradualmente anche gli aspetti sociali della propria vita, per contrastare il rischio di un peggioramento del tono dell’umore.

Cause

Benché le cause esatte non siano ancora perfettamente comprese, i fattori di rischio che aumentano la probabilità di svilupparla comprendono:

  • forme gravi di infezione da COVID-19 più grave, in particolare in caso di ricovero ospedaliero
  • condizioni di salute preesistenti (prima del COVID-19)
  • soggetti non vaccinati (sebbene l’argomento sia ancora dibattuto)
  • sindrome infiammatoria multisistemica, sviluppata durante o dopo la malattia da COVID-19.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.