Introduzione
La malattia di Lyme, anche detta Borreliosi, è la più comune malattia infettiva trasmessa da zecche in Europa; la scoperta dell’agente patogeno (Borrelia burgdorferi) è relativamente recente e risale al 1982, mentre 6 anni prima (1976) si verificò una piccola epidemia nella città di Lyme (USA) che gettò le basi per la nuova identificazione e caratterizzazione della malattia.
Si tratta di una malattia infettiva a localizzazione inizialmente cutanea in grado di evolvere nel corso di settimane e mesi e arrivare a coinvolgere anche
- cuore,
- articolazioni,
- sistema nervoso centrale.
Il primo sintomo della malattia di Lyme, quello più caratteristico, è un’eruzione cutanea di una tipica forma a bersaglio, anche se purtroppo non si manifesta i tutti i soggetti coinvolti; con la diffusione dell’infezione al resto del corpo il paziente può manifestare:
- febbre,
- mal di testa,
- dolori diffusi,
- collo rigido,
- stanchezza e astenia.
Nonostante ad oggi sia una condizione caratterizzata da un ben documentato schema di sintomi e si disponga di un trattamento efficace e sicuro, in una non trascurabile percentuale di pazienti può evolvere verso una forma cronica (Sindrome della Malattia di Lyme Post Trattamento) che si presenta attraverso sintomi aspecifici quali:
- affaticamento,
- dolori articolari e muscolari
nonostante l’eradicazione del batterio dall’organismo.
Causa
La patologia è causata dal batterio Borrelia burgdorferi, una spirocheta trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zecche del tipo Ixodes ricinus, che fungono quindi da vettore della malattia (essendo la zecca molto piccola, l’individuo può talvolta non accorgersi dell’avvenuta puntura).
Il batterio compie un ciclo evolutivo che comincia dalla zecca; una volta penetrati nell’organismo dell’acaro i batteri trovano posto nelle ghiandole salivari e da qui, tramite il morso, raggiungono l’uomo.
La malattia di Lyme non si trasmette invece da persona a persona.
Dalla sua scoperta nel 1976 ad oggi i casi diagnosticati di Malattia di Lyme sono in continuo aumento; le zone del mondo a più alta incidenza sono i Paesi con ampie aree forestali, habitat naturali delle zecche vettrici dell’infezione:
- zona nord-orientale degli USA,
- Nord Europa,
- Cina/Giappone in Asia.
In Italia diversi casi sono stati segnalati in
- Liguria,
- Friuli-Venezia-Giulia,
- Valle d’Aosta.
L’infezione ha un maggior rischio di trasmissione nel periodo estivo, quando passeggiate e vestiti corti favoriscono la diffusione e l’attacco del parassita-vettore sull’uomo.
Fattori di rischio
Tenuto conto dell’habitat delle zecche, sono particolarmente a rischio alcune categorie di persone, come
- cacciatori,
- campeggiatori,
- abitanti dei boschi,
- turisti che visitano zone in cui l’infezione è endemica.
Sintomi
La malattia di Lyme è caratterizzata da 3 stadi evolutivi.
Primo stadio, infezione localizzata
In un periodo compreso tra 3 e 30 giorni dalla puntura, nella sede di penetrazione della Borrelia, si ha la comparsa del tipico eritema migrante, un esantema maculo-papuloso che può raggiungere i 20-30 cm di diametro con bordi rilevati e centro pallido, lievemente dolente. Le sedi più comuni di puntura sono a livello di coscia, inguine e ascelle.
L’aspetto della manifestazione cutanea è particolarmente caratteristico, anche se purtroppo non si manifesta nella totalità dei pazienti (si stima tra l’80 e il 90% delle persone infettate) in quanto ricorda un bersaglio ed è quindi particolarmente utile in fase di diagnosi.
L’eritema può essere accompagnato da sintomi generali come
- astenia e malessere,
- gonfiore dei linfonodi,
- febbre,
- brividi,
- cefalea,
- artromialgie (dolori muscolari e/o articolari).
Secondo stadio, infezione disseminata
A distanza di settimane o mesi l’infezione si diffonde, coinvolgendo altri organi e apparati, con il peggioramento di alcuni sintomi e lo sviluppo di nuovi:
- sintomi generali che peggiorano:
- astenia,
- malessere,
- febbre,
- comparsa di nausea e vomito;
- miocardite e alterazione del ritmo cardiaco (blocco atrio-ventricolare);
- dolori articolari e muscolari con artrite migrante (ginocchio, spalla, anca);
- interessamento cerebrale e delle meningi con
- cefalea gravativa,
- rigidità nucale,
- paralisi facciale,
- neuropatie periferiche.
Terzo stadio, infezione persistente
A distanza di mesi o anni nel 60% dei soggetti non trattati compaiono:
- poliartriti migranti croniche a carico delle grandi articolazioni (soprattutto ginocchia) con erosione delle stesse;
- encefalomielite cronica demielinizzante progressiva, con
- turbe della memoria,
- alterazioni del ritmo sonno-veglia,
- paresi,
- paralisi;
- acrodermite cronica atrofica, con la cute che diventa sclero-atrofica e violacea essenzialmente a livello di braccia e gambe.
Prognosi
La prognosi è buona, con la gran parte dei pazienti che giungono a completa guarigione, soprattutto iniziando il trattamento sin dalle prime fasi, dove la malattia risponde meglio alla terapia antibiotica.
Circa il 10% dei pazienti con malattia di Lyme continua a sperimentare dolore muscoloscheletrico e disturbi cognitivi (affaticamento, difficoltà a dormire, disturbi della memoria e mal di testa) anche a seguito di un efficace ciclo di trattamento; questa condizione prende il nome di sindrome della malattia di Lyme post-trattamento (PLDS, la cui patogenesi rimane ad oggi ancora controversa).
Gravidanza
In gravidanza la malattia può risultare particolarmente grave non solo per la gestante, ma anche per il nascituro, a causa dell’elevato rischio di infezione transplacentare al feto e di conseguente aborto spontaneo.
Diagnosi
Normalmente la diagnosi si basa sul riconoscimento del caratteristico quadro clinico associato alla conferma sierologica. Si ricercano nel siero con diverse tecniche immuno-istochimiche gli anticorpi specifici, di classe IgM in fase acuta e IgG in fase tardiva.
Per la diagnosi precoce si può utilizzare anche la metodica PCR, che è in grado di identificare il DNA del batterio in diversi liquidi biologici.
Possono essere infine di ausilio esami meno comuni come
- analisi del liquor,
- TC,
- radiografia articolare
- e biopsia delle lesioni cutanee con esame cito-istologico.
Diagnosi differenziale
Alla luce dei sintomi non sempre e da subito specifici e dirimenti la malattia di Lyme entra in diagnosi differenziale con diverse patologie, tra cui ricordiamo:
- punture di zecche non contagiose,
- altri tipi di infezioni e malattie cutanee,
- diverse forme di artriti e artropatie,
- sindrome da affaticamento cronico e fibromialgia.
Cura
Il trattamento è basato sulla somministrazione di una quanto più possibile tempestiva terapia antibiotica che prevede:
- doxiciclina e amoxicillina nelle fasi iniziali,
- penicillina G o cefalosporine di III generazione come il ceftriaxone nelle fasi tardive.
Prevenzione
Le misure preventive più efficaci sono:
- Evitare le aree infestate dalle zecche;
- Utilizzare repellenti e acaricidi, indumenti lunghi e coprenti durante escursioni in zone a rischio;
- Bonifica dei terreni circostanti le aree abitate.
Fonti e bibliografia
- Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1 (17 Ed. McGraw Hill 2009)
- Lyme wars
- The Persistent Lyme Disease: “True Chronic Lyme Disease” rather than “Post-treatment Lyme Disease Syndrome”
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero