Mal di Montagna: sintomi, pericoli e rimedi

Cos’è il mal di montagna?

Il mal di montagna (AMS, acronimo inglese per Acute Mountain Sickness) è una condizione innescata dall’incapacità di adattarsi all’aumento di altitudine e più in particolare alla relativa diminuzione della pressione che si verifica salendo di quota; la riduzione della pressione è causa di una minor disponibilità di ossigeno circolante nel sangue (ipossia).

Inoltre l’alta quota e la pressione atmosferica inferiore possono indurre perdite di liquidi dai vasi sanguigni, anche se non è ancora stata chiarita la ragione; l’effetto è tuttavia purtroppo noto e consiste in un accumulo di liquidi in polmoni e cervello (rispettivamente edema cerebrale e polmonare).

Sebbene il mal di montagna sia poco comune sotto i 2500 m, la percentuale di viaggiatori non acclimatati colpiti a 3000 m si avvicina al 75% (3 soggetti su 4).

Più rapida è l’ascesa, maggiore è la probabilità di soffrirne; ne sono soggetti ovviamente gli alpinisti, ma anche i turisti che volino in città edificate ad alta quota (ad esempio La Paz in Bolivia o Bogotà in Colombia).

Mal di montagna

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A che altezza si verifica? 1500 m? 2000 m?

Generalmente s’inizia ad avvertire verso i 2500 m, ma dipende anche da come avviene l’acclimatamento (ovvero la rapidità con cui si sale in quota).

Fattori di rischio

Sono a maggior rischio di sviluppo di mal di montagna i soggetti che

  • vivono a livello del mare (o comunque a bassissima quota)
  • ne abbiano sofferto in passato
  • salgano di quota troppo velocemente
  • soffrano di disturbi cardiaci, polmonari o relativi al sistema nervoso.

Le condizioni preesistenti che più spesso costituiscono una predisposizione allo sviluppo di mal di montagna sono

Si raccomanda inoltre grande prudenza per le donne in gravidanza.

Quali sintomi causa?

I sintomi del mal di montagna in genere si sviluppano tra 6 e 24 ore dopo aver raggiunto altitudini superiori a 2500 m sul livello del mare e si manifestano in forma di:

I sintomi tendono a peggiorare nelle ore notturne e peggiorano all’aumento dell’altezza (a quote moderate il mal di montagna potrebbe manifestarsi esclusivamente in forma di stanchezza, affanno, perdita di appetito, capogiri e difficoltà ad addormentarsi).

È pericoloso?

Se generalmente è causa solo di un leggero malessere, quando la salita è rapida e rilevante può addirittura avere esito fatale.

Edema cerebrale da alta quota

L’edema cerebrale da alta quota (HACE) è una condizione caratterizzata da un gonfiore del cervello causato dalla mancanza di ossigeno; poiché il cervello è contenuto nella scatola cronica, il margine di espansione è estremamente limitato.

I sintomi consistono in:

Si noti che il paziente affetto da edema cerebrale potrebbe non rendersi conto della gravità della situazione, insistendo sulla volontà di essere lasciati soli (ad esempio per non rallentare il gruppo), ma la condizione può insorgere e peggiorare rapidamente, diventando fatale se non adeguatamente trattata.

L’approccio terapeutico richiede di:

  • scendere immediatamente a un’altitudine inferiore
  • assumere cortisone (desametasone) per ridurre il gonfiore
  • somministrazione di ossigeno in bombola.

Non appena possibile il paziente dovrebbe essere trasportato in ospedale.

Edema polmonare d’alta quota

L’edema polmonare da alta quota (HAPE) consiste in un pericoloso accumulo di liquido nei polmoni; è caratterizzato da

I sintomi possono iniziare ad apparire alcuni giorni dopo l’arrivo in alta quota, ma può essere fatale se non trattato immediatamente.

Anche in questo caso è necessario scendere immediatamente e fornire ossigeno al paziente; se disponibile può essere somminstrata nifedipina, un farmaco antipertensivo utile a a ridurre la costrizione toracica e a facilitare la respirazione.

È curioso notare come in anni recenti alcuni autori suggeriscano il ricorso a sildenafil (principio attivo di Viagra®) ed analoghi per beneficiare dell’effetto di vasodilatazione.

Il paziente richiede infine follow-up in una struttura ospedaliera.

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica (basata cioè sull’osservazione dei sintomi in relazione alla permanenza ad alta quota); può beneficiare di esami di imaging per evidenziare la presenza di liquidi in cervello e polmoni (radiografia, TAC, risonanza magnetica).

Come si previene il mal di montagna?

Il modo migliore per prevenire il mal di montagna è salire a quote superiori a 2500 in modo graduale, nell’arco di qualche giorno, salendo poi ulteriormente in modo molto progressivo, con l’accortezza che l’altezza alla quale si dorme non aumenti di più di 300-500 m a notte;

La regola seguita dagli scalatori è “cammina/scala in alto, dormi in basso”

È inoltre utile:

  • bere abbondante acqua
  • non fumare
  • evitare gli alcolici
  • evitare attività fisica per le prime 24 ore.

È inoltre fonte di sollievo l’adozione di una dieta leggera ma leggermente ipercalorica, ottenuta con un aumento del consumo di carboidrati che, a differenza dei grassi, possono essere metabolizzati in condizioni muscolari prive di ossigeno consentendo il mantenimento di un adeguato livello di glicemia (quantità di zucchero nel sangue), indispensabile per una corretta funzione del sistema nervoso.

Rimedi

In caso di sintomi compatibili con il mal di montagna si raccomanda di:

  • interrompere l’ascesa e riposare
  • attendere 24-48 ore prima di continuare la salita
  • assumere farmaci per il mal di testa se necessario
  • bere adeguatamente per supportare circolazione
  • non bere alcolici né fumare
  • evitare sforzi fisici.

Poiché il paziente colpito da mal di montagna potrebbe perdere lucidità di giudizio è importante informare i compagni di viaggio del malessere.

In assenza di miglioramento dopo 24 ore è consigliabile scendere di almeno 500 m (l’acclimatamento avviene in genere entro 2-3 giorni).

Farmaci per il mal di montagna

Il farmaco di elezione per il trattamento del mal di montagna è l’acetazolamide (Diamox®), un farmaco diuretico che richiede ricetta medica per essere acquistato perché potenzialmente causa di effetti indesiderati e rischi di sovradosaggio in caso di errori di assunzione.

Tra gli effetti collaterali più comuni si annoverano:

In previsione della salita si inizia ad assumere 1 o 2 giorni prima della partenza, continuando poi per tutto il tempo dell’ascesa; è importante ricordare che l’assunzione di acetazolamide non esclude il rispetto delle norme di salita graduale.

Curiosità

È possibile riconoscere ed osservare diversi aspetti di quanto descritto nel film “Everest”, del 2015 e tratto da una storia vera; vengono descritte le necessità di acclimatamento per scalare cime elevate (il monte Everest è la vetta più alta della Terra e fa parte dei 14 “ottomila”).

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.