Metatarsalgia del piede: sintomi e rimedi

Introduzione

La metatarsalgia è una condizione relativamente frequente che si manifesta come un dolore di tipo infiammatorio nella parte anteriore del piede, spesso associato ad un sovraccarico della testa metatarsale del secondo e terzo metatarso.

Metatarso

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La sintomatologia caratteristica prevede dunque la presenza di un dolore molto intenso a livello dell’avampiede, che può sfociare in una limitazione funzionale con difficoltà nel movimento (deambulazione).

La diagnosi richiede un attento esame clinico coadiuvato da esami di imaging, come radiografia ed ecografia in prima battuta, TAC e RMN in seconda.

Il trattamento è nella stragrande maggioranza dei casi di tipo conservativo mediante riposo del piede, applicazione di ghiaccio ed utilizzo di farmaci antinfiammatori ed antidolorifici. In caso di insuccesso terapeutico o di presenza di malformazioni rilevanti è richiesto l’intervento chirurgico.

Richiami di anatomia

Anatomia ossea del piede

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Il piede è scolasticamente composto dalle seguenti ossa:

  • Ossa tarsali: sono 7 ossa che assieme vanno a formare una struttura denominata tarso. Il tarso è connesso superiormente con tibia e perone e si continua con le ossa metatarsali
  • Ossa metatarsali: sono 5 ossa lunghe disposte parallelamente che si articolano con le falangi
  • Falangi: sono la continuazione delle ossa metatarsali e costituiscono le dita dei piedi.

Anatomicamente viene distinto in:

  • Retropiede: formato da calcagno ed astragalo
  • Mesopiede: formato da osso cuboide, osso navicolare e le tre ossa cuneiformi
  • Avampiede: formato da metatarso e falangi

Cause

 

La metatarsalgia può essere generata da differenti agenti causali che, agendo spesso in associazione, provocano un’alterazione dell’anatomia metatarsale e della relazione tra queste ossa e le altre strutture del piede. Tra i fattori più comuni si riscontra:

  • Sovraccarico strutturale: rappresenta la causa più frequente di metatarsalgia, dovuto ad un eccessivo appoggio sulle teste dei metatarsi
  • Fratture da stress: sono microfratture causate da ripetuti microtraumi e sollecitazioni del piede, comuni in chi pratica certi tipi di sport come marcia e corsa a livello agonistico. A causa del dolore che ne deriva tali microtraumi fanno assumere al paziente una postura errata che accentua il problema sovraccaricando l’avampiede
  • Malformazioni ed anomalie strutturali: come un secondo metatarso eccessivamente lungo o la presenza di un piede cavo che causa un eccesso di carico sull’avampiede
  • Alterazioni strutturali secondarie a fratture, interventi chirurgici o neoplasie che portano ad un allargamento della testa metatarsale
  • Flogosi: ad esempio l’artropatia infiammatoria secondaria a gotta o artrite reumatoide
  • Neuropatia: l’esempio più comune è rappresentato dal neuroma di Morton (patologia che colpisce i nervi interdigitali dei piedi presenti tra le ossa metatarsali causando forti dolori in quella zona), la sindrome del tunnel tarsale o la neuropatia diabetica
  • Malposizione del cuscinetto adiposo sotto l’avampiede
  • Abitudini scorrette che sovraccaricano l’avampiede, come l’uso frequente di scarpe con tacchi alti e a punta stretta
  • Malattia di Freiberg: si tratta dell’osteonecrosi avascolare della testa del secondo metatarso

Sintomi

La metatarsalgia si manifesta come un dolore molto intenso, acuto, a livello dell’avampiede. Questo dolore tende ad aumentare di intensità stando in piedi e camminando o correndo, mentre tende a ridursi in condizioni di riposo. Può raggiungere un’intensità tale da limitare i movimenti o finanche impedire in toto la deambulazione.

Possono essere associati altri sintomi, come:

  • sintomi neurologici: parestesie (alterazioni della sensibilità), formicolii ed intorpidimento delle dita dei piedi
  • borsite: processo infiammatorio a carico della borsa sierosa dei metatarsi sovraccaricati
  • presenza di callosità della pianta del piede nelle zone di maggior sovraccarico
  • atrofia cutanea (assottigliamento della pelle) e comparsa di ulcere
  • debolezza muscolare
  • dita a martello per squilibrio della piccola muscolatura interossea che nei casi più avanzati possono accavallarsi
  • mal di schiena per assunzione di una postura scorretta volta ad avvertire meno dolore al piede (postura antalgica).

Quanto dura

In caso di metatarsalgia lieve, ma priva di frattura da stress, potrebbero essere necessari da alcuni giorni a (più comunnemente) alcune settimane per guarire.

Diagnosi

Lo specialista di riferimento per la metatarsalgia è il medico ortopedico, che raccoglierà l’anamnesi del paziente valutandone la storia clinica, eventuali interventi chirurgici o fratture che possano aver alterato la normale morfologia del piede o patologie associate come ad esempio una neuropatia; il passo successivo è rappresentato dall’esame obiettivo specialistico, che richiede di far camminare il paziente e valutarne l’andatura esaminando le caratteristiche del piede per evidenziare la presenza di eventuali malformazioni.

La diagnosi è in genere coadiuvata da esami strumentali per caratterizzare strutturalmente i piedi:

  • Radiografia del piede in carico: esame di primo livello di semplice esecuzione che permette di valutare le strutture ossee del piede. L’esame va effettuato con il paziente in piedi (in carico), in quanto condizione essenziale far lavorare il piede e generare così i sintomi (la valutazione a riposo può trarre in inganno)
  • Ecografia del piede: esame di primo livello per valutare le strutture molli del piede, nel sospetto ad esempio di neuroma plantare di Morton
  • TAC del piede: esame di secondo livello per caratterizzare nel dettaglio e con alta accuratezza le strutture ossee del piede.
  • RMN del piede: esame di secondo livello per caratterizzare nel dettaglio e con alta accuratezza le strutture molli del piede.

TAC e RMN si rivelano molto utili quando sia previsto un approccio chirurgico alla patologia.

Cura e rimedi

Il trattamento di prima scelta nel della metatarsalgia è di tipo conservativo. Solo in caso di insuccesso terapeutico con queste modalità si dovrà ricorrere al trattamento chirurgico, che quindi rappresenta un’opzione di seconda scelta (a meno di casi con deformità dei piedi molto gravi o del neuroma di Morton in cui occorre intervenire chirurgicamente nel minor tempo possibile).

Il trattamento conservativo prevede:

  • Riposo assoluto del piede tenendolo, se possibile, in posizione sollevata
  • Crioterapia: applicare sulla zona dolente impacchi freddi per almeno 20 minuti 4-5 volte al giorno. Assieme al riposo del piede tale trattamento forma il così detto protocollo RICE per il controllo del dolore: Rest (riposo) ed ICE (ghiaccio)
  • Uso di scarpe e plantari adeguati per correggere l’arcata plantare anomala e correggere il piano d’appoggio del piede
  • Uso di solette antishock: si tratta si solette in gomma che riducono l’impatto del piede contro il terreno in soggetti che effettuano attività sportiva per molto tempo su una superficie dura es marciatori, podisti ecc
  • Terapia antidolorifica a base di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come ibuprofene, paracetamolo, ketoprofene o diclofenac
  • Infiltrazioni locali di corticosteroidi
  • Terapia fisica (manipolazione, TENS, …)
  • Fisioterapia
  • Terapia appropriata per le patologie favorenti la metatarsalgia come gotta, diabete, artrite reumatoide, …
  • Adozione di una dieta sana ed equilibrata per trattare condizioni di obesità o sovrappeso che affaticano il piede

Se con queste misure dopo 6 mesi circa non si ottiene una regressione della sintomatologia dolorosa, occorre ricorrere all’approccio chirurgico, oggi caratterizzato quasi esclusivamente dalla chirurgia mini invasiva che, mediante un approccio percutaneo che permette di ottenere un minor tasso di complicanze post operatorie ed un più rapido recupero della chirurgia a cielo aperto, vada a correggere la deformità strutturale dell’avampiede.

Prevenzione

Le misure utili a prevenire l’insorgenza di metatarsalgia sono volte ad evitare ogni tipo di sovraccarico dell’avampiede:

  • Utilizzo di calzature adeguate, evitando di usare frequentemente scarpe con tacchi alti
  • Utilizzare solette antishock quando si praticano attività sportive che sollecitano eccessivamente l’avampiede in modo da ridurre l’impatto contro il terreno
  • Utilizzare particolari plantari se sono presenti particolari deformità del piede
  • Raggiungere e mantenere il peso forma per ridurre il carico su tutte le strutture degli arti inferiori

 

A cura del Dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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