Sindrome dell’occhio secco: sintomi, rimedi e cause

Introduzione

L’occhio secco è una patologia dell’occhio caratterizzata da una riduzione o da una alterazione della produzione del normale film lacrimale, che ha la funzione di mantenere la superficie dell’occhio umida. È una patologia la cui incidenza aumenta notevolmente con l’età e che tende a manifestarsi maggiormente nel sesso femminile, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio concomitanti.

Il film lacrimale è un sottile rivestimento liquido che viene continuamente prodotto dalle ghiandole lacrimali dell’occhio allo scopo di proteggere la superficie esterna dell’organo stesso. È composto da uno strato lipidico (grassi) all’esterno, uno acquoso intermedio e uno mucoso più internamente. Viene prodotto nelle ghiandole che si trovano a livello delle palpebre per poi essere distribuito su tutta la superficie dell’occhio ogni volta che vengono chiuse le palpebre (riflesso dell’ammiccamento); questa “pellicola” protettiva ha anche uno scopo metabolico e diottrico, permette infatti il normale funzionamento delle cellule della cornea e della congiuntiva ed entra a far parte delle strutture oculari che permettono il mantenimento di una acuità visiva di dieci decimi.

Le cause dell’occhio secco possono riguardare

  • fattori ambientali, come ambienti molto secchi, uso eccessivo di videoterminali, esposizione prolungata al sole,
  • oppure condizioni patologiche, come la sindrome di Sjögren o i tumori delle ghiandole lacrimali,
  • o ancora può essere dovuto all’uso di farmaci sistemici.

Da un punto di vista di sintomi, la condizione si manifesta con sensazione della presenza di sabbia nell’occhio, arrossamento, bruciore o prurito nelle forme lievi, mentre si possono associare delle manifestazioni sistemiche quando si sovrappongono malattie come la sindrome di Sjögren.

La diagnosi è fondamentalmente di tipo clinico-anamnestico. Attraverso dei test diretti allo studio della superficie oculare si può valutare la gravità della patologia, mentre le indagini strumentali possono essere di supporto ad escludere malattie sistemiche o eventuali complicanze.

La terapia dell’occhio secco in generale è mirata al miglioramento dei sintomi. Si possono usare lacrime artificiali o lozioni lubrificanti così da aiutare il film lacrimale a mantenere umidificata la superficie dell’occhio.

In condizioni particolarmente gravi come nelle patologie sistemiche si può optare per l’utilizzo di farmaci topici, come corticosteroidi o immunosoppressori, oppure farmaci sistemici per migliorare la condizione di alterazione del sistema immunitario.

La prognosi in generale è molto buona, ma se si sovrappongono delle patologie sistemiche il paziente assume la prognosi della malattia stessa.

Cause

Esistono numerosi fattori di rischio che possono facilitare l’insorgenza di una condizione cronica di occhio secco, tra i principali si annoverano

  • Età avanzata
  • Sesso femminile
  • Uso prolungato di lenti a contatto
  • Uso prolungato di videoterminali
  • Esposizione al sole e al vento senza adeguata protezione (occhiali da sole)
  • Diabete mellito
  • Malattie reumatiche
  • Malattie ormonali
  • Alterazioni strutturali o funzionali delle normali strutture ghiandolari dell’occhio

La presenza di uno o più fattori di rischio aumenta notevolmente la probabilità di incidenza di occhio secco, tuttavia esistono delle condizioni patologiche che ne rappresentano delle cause vere e proprie. Tra queste si riscontrano:

  • Sindrome dell’occhio secco (o cheratocongiuntivite secca), la patologia più importante, con base multifattoriale.
  • Tumori della ghiandola lacrimale, che causano il blocco nella produzione del film lacrimale.
  • Sindrome di Sjögren, malattia autoimmune caratterizzata dalla diminuzione della componente acquosa e mucosa del film lacrimale e spesso associata alla sindrome dell’occhio secco.
  • Ustioni e pemfigoide oculare, che determinano l’alterazione della congiuntiva.
  • Farmaci (beta-bloccanti, antistaminici e antidepressivi), che riducono la produzione lacrimale.
  • Cicatrici o distrofie corneali, che alterano la superficie della cornea.
  • Deficit di vitamina A, necessaria alla corretta produzione degli strati lacrimali.

Sindrome dell’occhio secco

La sindrome dell’occhio secco o cheratocongiuntivite secca è la causa principale della condizione di occhio secco; è una patologia multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare che comporta una sensazione di fastidio agli occhi, anomalie della vista e alterazione del film lacrimale e che a lungo andare può causare un danno importante sulla superficie dell’occhio.

Questa patologia può essere causata da diverse condizioni, che possono essere divise inizialmente in due gruppi:

  • stato evaporativo del film lacrimale
  • stato di deficit della componente acquosa.

La causa più frequente è correlata a uno stato evaporativo causato da un’insufficiente produzione di lacrime, derivante da una disfunzione delle ghiandole lacrimali stesse.

Le forme con deficit acquoso, invece, possono essere correlate a patologie come:

  • Sindrome di Sjögren (in questo caso si parla di Sindrome dell’occhio secco SS-correlato)
  • Disfunzione delle ghiandole lacrimali, per malattie localizzate o sistemiche
  • Ostruzione del dotto lacrimale
  • Intossicazione sistemica (da tossici o da farmaci)
  • Iposecrezione riflessa per attività del sistema nervoso (disfunzione del V nervo cranico, danno del VII nervo cranico, ecc.)

Sindrome di Sjögren

La sindrome di Sjögren è la malattia più frequentemente correlata alla sindrome dell’occhio secco. Essa è una malattia infiammatoria, su base autoimmune, caratterizzata dalla presenza di linfociti T diretti alla distruzione delle ghiandole esocrine in generale (salivari e lacrimali) e di anticorpi prodotti dai linfociti B (fattore reumatoide, anti-SSa/Ro e anti-SSb/La).

Non si conoscono esattamente le cause che portano alla disfunzione del sistema immunitario, ma sono state fatte principalmente due ipotesi:

  • Predisposizione genetica, dovuta alla presenza del gene HLA-DRw52, che aumenta il rischio di malattia.
  • Infezione virale da Ebstein-Barr virus (EBV, il virus della mononucleosi) e da HTLV-1 (virus che attacca i linfociti T), che causano la disfunzione dei linfociti.

Sintomi

L’occhio secco è una condizione che può causare sintomi di intensità variabile, tra cui si trovano:

  • Sensazione di corpo estraneo nell’occhio, come sabbia
  • Arrossamento
  • Dolore
  • Prurito
  • Bruciore
  • Sensibilità elevata alla luce (fotofobia)
  • Disturbi della vista nei casi particolarmente avanzati
  • Ulcerazioni corneali nei casi più gravi (dovute allo scarso nutrimento e lubrificazione delle strutture della cornea)
Occhio secco e arrossato

iStock.com/YaroslavKryuchka

Nel caso della sindrome dell’occhio secco, questi sintomi si presentano in maniera cronica e tendono ad essere più intensi a fine giornata, soprattutto a seguito di sforzi prolungati degli occhi o all’esposizione a condizioni ambientali avverse.

Paradossalmente in alcuni casi la sindrome dell’occhio secco può sfociare in una eccessiva produzione di lacrime come conseguenza dell’attivazione del riflesso di lacrimazione, causata dall’irritazione della superficie corneale.

I sintomi della sindrome di Sjögren

Nella sindrome di Sjögren, oltre ai sintomi strettamente correlati alla patologia oculare, si associano altri segni e sintomi che coinvolgono più organi e apparati, come:

  • Secchezza della mucosa orale per scarsa produzione di saliva (xerostomia), con conseguente disfagia e infezioni del cavo orale.
  • Secchezza delle vie aeree con conseguenti bronchiti ricorrenti e infiammazioni polmonari.
  • Secchezza della mucosa vaginale con conseguente dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia).
  • Infiammazione delle ghiandole salivari.
  • Poliartrite non erosiva a causa della difficoltà di produzione del liquido articolare.
  • Fenomeno di Raynaud (eccessiva sensibilità delle estremità delle dita ai cambiamenti di temperatura).
  • Disturbi gastrointestinali, soprattutto per deficit della produzione dei succhi pancreatici.

Questi sintomi tendono a manifestarsi in maniera intermittente, alternando periodi di asintomaticità a fasi di riacutizzazioni anche di elevata intensità.

Complicazioni

In generale, la prognosi di una condizione di occhio secco è molto buona se viene trattata in maniera adeguata, così come avviene anche nella sindrome dell’occhio secco.

La sindrome di Sjögren, invece, essendo una malattia a base autoimmune, può avere un decorso intermittente, con fasi di stasi e fasi di riacutizzazione, che però può anche esporre il paziente all’insorgenza di altre patologie; è infatti responsabile di un aumento del rischio di insorgenza di:

Diagnosi

L’occhio secco è una condizione clinica che richiede di essere accuratamente indagata, anche se spesso purtroppo rischia di passare inosservata per anni, fino all’insorgenza di sintomi più gravi.

Chi avverte secchezza oculare in modo persistente, per lunghi periodi, dovrebbe rivolgersi a un medico oculista per inquadrare la patologia.

Il primo passo dell’iter diagnostico consiste nella raccolta anamnestica, durante la quale il medico dovrebbe indagare caratteristiche quali:

  • Epoca di insorgenza del disturbo
  • Correlazione con condizioni atmosferiche o attività lavorativa
  • Altre malattie reumatologiche
  • Altri sintomi associati
  • Malattie ormonali
  • Uso di farmaci

L’esame obiettivo del paziente permette invece di determinare la presenza di eventuali manifestazioni sistemiche correlabili alla condizione di secchezza oculare, nonché di eventuali complicanze, come iperlacrimazione riflessa, infiammazione corneale o presenza di ulcere in casi più avanzati.

Accanto a una prima valutazione generale, il paziente viene sottoposto ad una serie di test specifici per lo studio della funzionalità oculare, tra cui:

  • Test di Schirmer: valutazione che permette di quantificare la secrezione lacrimale basale. Si esegue posizionando due striscioline di carta bibula millimetrata tra la palpebra e la congiuntiva e si attende per alcuni minuti (in genere 5). Al termine si misura la porzione di strisciolina inumidita: sotto un certo valore (10 mm) si definisce l’occhio come secco, che richiede una terapia sostitutiva. Se la porzione inumidita è inferiore ai 5 mm, invece, il risultato è suggestivo di Sindrome di Sjögren.
  • Test del Break Up Time (B.U.T.): consiste nella misurazione dell’intervallo che intercorre tra l’instillazione di fluoresceina 0,5% topica nell’occhio e la comparsa della prima macchiolina sulla cornea. Il film lacrimale viene esaminato tramite una lampada a fessura con un filtro blu per riconoscere la macchia sulla cornea. Si effettuano tre misurazioni consecutive e un tempo inferiore a 10 secondi viene considerato anormale e quindi indicativo di disfunzione lacrimale.
  • Test del Rosa Bengala o con verde di lissamina: test caratterizzato dall’uso di due coloranti, il Rosa Bengala e il verde di lissamina, che se posti sulla superficie oculare permettono di identificare non soltanto le cellule in necrosi, ma anche le cellule vitali che però sono protette da uno strato inadeguato di film lacrimale. Queste tecniche permettono di valutare in maniera più immediata le forme lievi o intermedie della patologia.
  • Analisi degli anticorpi: per valutare la presenza della sindrome di Sjögren si ricercano nel siero del paziente gli anticorpi come il fattore reumatoide (FR), gli SSa/Ro e SSb/La, accompagnati eventualmente dalla presenza di una ipergammaglobulinemia alla elettroforesi sierica, che è indicativa di un’eccessiva produzione di anticorpi.
  • Scialografia o scialoTC: studi di imaging diretti alla valutazione delle ghiandole salivari e della loro anatomia e funzionalità, che consentono di escludere o confermare la presenza di Sindrome di Sjögren o di un tumore delle ghiandole stesse.
  • Biopsia delle ghiandole salivari: attraverso il prelievo di un pezzo di tessuto delle ghiandole salivari e la sua analisi istologica, si può porre diagnosi di sindrome di Sjögren o eventualmente andare a caratterizzare la natura di una tumefazione o di una neoformazione.

Rimedi e cura

L’occhio secco è di per sé una condizione facilmente trattabile attraverso semplici modifiche nelle abitudini di vita.

Fattore imprescindibile è la diminuzione, per quanto possibile, dell’esposizione ai principali fattori di rischio:

  • Evitare l’uso prolungato di lenti a contatto
  • Ridurre l’utilizzo per molto tempo di videoterminali o fare delle pause adeguate
  • Esporsi al sole e al vento con la protezione degli occhiali da sole
  • Ammiccare adeguatamente (cioè sbattere le palpebre spesso)
  • Distogliere periodicamente lo sguardo dagli oggetti vicini e rivolgerlo verso quelli lontani
  • Verificare l’illuminazione dell’ambiente ed eliminare riflessi abbaglianti
  • Mantenere un ambiente con un’adeguata umidità e ventilazione.

Risulta inoltre fondamentale correggere eventuali malattie di base, oculistiche e non, e esaminare l’eventuale uso di farmaci che compromettono il normale funzionamento delle ghiandole lacrimali.

Per le forme che non riescono a trovare giovamento dalla modifica dei comportamenti e dello stile di vita, si possono utilizzare dei lubrificanti oculari che aiutino a ripristinare lo strato lacrimale, come lacrime artificiali o gel umettanti.

Donna che applica del collirio per l'occhio secco

iStock.com/galitskaya

In caso di sindrome dell’occhio secco esistono infine anche forme di terapia farmacologica:

  • Agenti antinfiammatori come i corticosteroidi topici
  • Acidi grassi omega-3 topici o sistemici (che aiutano a diminuire la produzione di molecole infiammatorie)
  • Immunosoppressori topici.

Se invece il paziente è affetto dalla sindrome di Sjögren, la terapia si basa fondamentalmente sull’alleviamento dei sintomi:

  • A livello oculare, come nella sindrome dell’occhio secco, si usano steroidi topici, farmaci secretagoghi (cioè in grado di stimolare la produzione di lacrime), immunosoppressori topici e integratori nutrizionali.
  • Per la secchezza delle mucose si usano lozioni o spray umidificanti, si consiglia di bere molta acqua e di detergere bene il cavo orale, in quanto i pazienti con secchezza del cavo orale hanno un maggiore rischio di incorrere in candidiasi orale o cheilite angolare.
  • Per le patologie della pelle si consiglia l’utilizzo di creme e lozioni per mantenerla idratata.
  • Se la patologia interessa anche le articolazioni, risulta necessario effettuare una terapia con antinfiammatori non steroidei (FANS).
  • In condizioni particolarmente avanzate e gravi, infine, si può aggiungere alla terapia anche l’uso di immunosoppressori sistemici o farmaci biologici così da ridurre l’attività dei linfociti anomali.

 

 

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

 

Fonti principali

  • Kanski – Oftalmologia clinica. Brad Bowling, C. Azzolini, S. Donati (a cura di). Ed. EDRA
  • Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1 (17 Ed. McGraw Hill)
  • MedScape

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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