Introduzione
L’osteomalacia è una patologia ossea che affligge gli adulti e che rappresenta l’equivalente del rachitismo nei bambini (in entrambe le patologie il fattore causale è rappresentato da carenza di vitamina D). È un’osteopatia metabolica caratterizzata da un difetto di mineralizzazione ossea, in cui si osserva una massa ossea di volume normale, ma che presenta un ridotto contenuto minerale, e ciò rende l’osso fragile e suscettibile di malformazioni, fratture e dolori.
Osteomalacia od osteoporosi
Si tratta di due patologie da non confondere in quanto una l’opposto dell’altra:
- Osteoporosi: si osserva una riduzione della quantità di matrice ossea, che però è normalmente mineralizzata.
- Osteomalacia: il volume della microarchitettura ossea risulta conservato, quello che è diminuito è il suo contenuto minerale.
Cause
La patologia è causata da una ridotta disponibilità di vitamina D.
Il fabbisogno quotidiano di tale vitamina è di 1000-2000 Unità Internazionali (UI), di questo solo il 10% circa è apportato con l’alimentazione, mentre il restante 90% si dovrebbe ottenere da reazioni foto-enzimatiche che avvengono nella nostra cute in seguito all’esposizione al sole.
La principale causa di carenza è quindi un’insufficiente esposizione al sole, ma tra i fattori di rischio si annoverano anche:
- Difetti di assorbimento della vitamina D e di calcio: tra le patologie più comuni ricordiamo ad esempio la steatorrea, condizione in cui l’organismo è incapace di assorbire i grassi i quali, una volta ingeriti, vengono direttamente espulsi con le feci senza essere assorbiti (vitamina D e calcio richiedono per essere assorbiti di venire veicolati proprio dai grassi).
- Insufficiente apporto di vitamina D e calcio con la dieta.
- Patologie renali: i reni sono importanti attori del metabolismo della vitamina D.
- Patologie epatiche: il fegato è un importante attore nel metabolismo della vitamina D.
- Prolungata assunzione di farmaci che alterano il metabolismo della vitamina D (anticonvulsivanti, alcuni antiacidi, floruri).
- Intossicazione da cadmio e alluminio
Oltre ad un deficit di vitamina D l’osteomalacia può essere causata da una carenza di fosfati nonostante normali livelli di vitamina D e calcio, che può essere conseguente a:
- Deficit congeniti (forme ereditarie)
- Scarso apporto alimentare
- Patologie renali (nefropatie e tumori)
Sintomi
Nelle fasi iniziali di malattia il paziente potrebbe non avvertire alcun sintomo, ma con il peggioramento della condizione, a causa del ridotto contenuto di minerali, possono comparire
- Dolori osteo-articolari diffusi, in genere accentuati con la digitopressione sulle ossa o dai movimenti
- Ipostenia (riduzione di forza muscolare)
- Deformità ossee
- Difficoltà di deambulazione
- Fratture patologiche (in seguito a traumatismo minimo, innocui per la popolazione generale; tipiche sono le fratture vertebrali multiple con aspetto a lente biconcava).
Il dolore spesso peggiora nelle ore notturne è solo raramente trova un completo sollievo dal riposo.
Le sedi ossee maggiormente colpite sono:
- Colonna vertebrale
- Cingolo pelvico
- Coste
- Ossa delle gambe
Diagnosi
Ai fini della diagnosi non si può prescindere da un’attenta anamnesi per evidenziare eventuali predisposizioni, errate abitudini alimentari e stili di vita, a cui seguiranno esami di laboratorio e strumentali.
- Esami di laboratorio:
- Prelievo ematico e dosaggio dei livelli ematici di calcio e fosforo
- Livelli bassi di vitamina D nel sangue
- Aumento dei livelli di fosfatasi alcalina totale (ALP)
- Valutazione dei marker renali
- Valutazione dei marker epatici
- Esame delle urine
- Esami strumentali:
- Radiografia delle ossa colpite: all’RX le ossa appaiono molto radiotrasparenti, avendo un ridotto tono calcico
- Risonanza magnetica nucleare (RMN)
- Scintigrafia ossea
In casi dubbi può essere necessario effettuare esame bioptico dell’osso interessato, l’unico esame che fornisce una diagnosi di certezza, tuttavia data l’invasività della metodica viene eseguita molto raramente.
Cura
Essendo la patologia causata da un deficit di vitamina D, questa andrà integrata in genere per via orale, ma in situazioni più avanzate può essere necessario infondere per via endovenosa.
Se è presente anche una carenza di calcio e fosforo occorre andare a integrare anche questi minerali.
Se la patologia è secondaria a problemi renali, epatici o intestinali sarà infine necessario sanare questi ultimi ai fini di una completa remissione dell’osteomalacia.
Prevenzione
Per prevenire lo sviluppo di osteomalacia occorre adottare alcuni accorgimenti per mantenere i livelli di vitamina D nei livelli ottimali, come:
- Esporsi ai raggi solari, almeno 15 minuti al giorno, con la più ampia superficie di pelle possibile (purtroppo non è sufficiente farlo attraverso un vetro).
- Consumare cibi contenenti vitamina D (salmone, sardine, uova, fegato, formaggi grassi), anche se purtroppo questi non possono incidere su più del 10% del fabbisogno giornaliero.
- Consumare cibi ricchi di calcio, come latte e derivati, ma anche cavolo riccio, cime di rapa e cavolo cinese.
- Praticare regolarmente attività fisica e mantenersi attivi
A cura del dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo