Parotite (orecchioni) in adulti e bambini: sintomi, pericoli e vaccino

Introduzione

La parotite, spesso popolarmente indicata semplicemente come “orecchioni” è un’infezione virale che era molto diffusa tra i bambini prima della diffusione della vaccinazione trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) o quadrivalente MPRV (cui si associa anche l’anti-varicella).

Il sintomo caratteristico della parotite consiste nello sviluppo di dolorosi gonfiori che compaiono ai lati del viso, sotto le orecchie; a gonfiare sono le ghiandole parotidee (le più voluminose tra le ghiandole salivari), il cui risultato è descritto in alcuni testi come faccia a criceto.

La parotite è una malattia contagiosa e si diffonde con le stesse modalità di raffreddore ed influenza, ovvero attraverso goccioline di saliva infette che possono essere inalate o raccolte dalle superfici e poi trasferite con le mani a contatto con una mucosa (tipicamente bocca o naso). Un paziente inizia ad essere contagioso da pochi giorni prima che si sviluppino i sintomi.

Durante questo periodo, è importante prevenire la diffusione dell’infezione ad altri, in particolare adolescenti e giovani adulti che non sono stati vaccinati.

Se normalmente la malattia decorre senza particolari complicazioni, una minoranza di pazienti potrebbe sviluppare

  • meningite
  • infiammazione di testicoli/ovaie.

Non esistono terapie specifiche per la parotite, che tuttavia tende a risolversi nell’arco di 1-2 settimane; il trattamento è quindi esclusivamente sintomatico e consiste in:

  • riposo
  • corretta idratazione (mantenuta bevendo spesso)
  • antidolorifici (come paracetomolo o ibuprofene)
  • applicazione di compresse caldo umide (o fredde) sulle ghiandole infiammate.

Il vaccino viene ad oggi somministrato alla quasi totalità dei bambini in associazione a morbillo e rosolia (ed eventualmente varicella) ed è in genere ben tollerato.

A seguito di infezione naturale o vaccinazione l’organismo produce anticorpi specifici che andranno a prevenire, almeno nella quasi totalità dei casi, nuove infezioni.

Contagio e trasmissione

La parotite è una malattia contagiosa causata da un virus, che si diffonde attraverso il contatto diretto con la saliva o le goccioline respiratorie espulse da bocca o naso mediante

  • tosse
  • starnuti
  • parlando
  • condivisione di oggetti venuti a contatto con la saliva (bicchieri, posate, giochi, …)

e più in generale venendo a stretto contatto con soggetti non vaccinati.

A seguito del contagio il virus dal sito d’ingresso nell’organismo, tratto respiratorio, trova la strada verso le ghiandole parotidee ai lati del viso, distretti in cui è in grado di iniziare a riprodursi scatenando una risposta infiammatoria locale (responsabile del gonfiore).

Il paziente è contagioso già alcuni giorni prima che le ghiandole salivari inizino a gonfiarsi e lo rimane fino a cinque giorni dopo l’inizio del gonfiore stesso.

Quando si ottiene la parotite, il virus si sposta dal tratto respiratorio (naso, bocca e gola) alle ghiandole parotidee (ghiandole che producono saliva che si trovano su entrambi i lati del viso), dove inizia a riprodursi. Questo fa gonfiare le ghiandole.

Tempo d’incubazione

I sintomi in genere compaiono 16-18 giorni dopo l’infezione, anche se il periodo d’incubazione può variare da 12 a 25 giorni.

Sintomi

Orecchioni

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La parotite è popolarmente indicata come orecchioni perché il sintomo caratteristico consiste in un accentuato gonfiore delle parotidi, ghiandole salivare poste sotto le orecchie. Le ghiandole parotidi sono una coppia di ghiandole responsabili della produzione di saliva, si trovano su entrambi i lati del viso, appena sotto le orecchie, e sono in genere interessate entrambe dal gonfiore (anche se occasionalmente questo può essere monolaterale). Il paziente lamenta in genere anche dolore e difficoltà a deglutire.

Tra gli altri sintomi, che potrebbero esordire peraltro prima ancora del gonfiore, si annoverano:

Alcuni soggetti sviluppano una sintomatologia molto lieve o addirittura nessun sintomo, ma tendenzialmente la guarigione avviene per tutti entro 2 settimane circa.

Complicazioni

La parotite può occasionalmente causare complicazioni, soprattutto negli adulti. Questo succede quando il virus, anziché raggiungere e colonizzare (solo) le ghiandole salivare parotidi, riesce a trovare una via attraverso il liquido cerebrospinale, un fluido che circonda e protegge cervello e midollo spinale; da qui può diffondersi ad altre parti del corpo come cervello, pancreas, testicoli (nei ragazzi e negli uomini) e ovaie (nelle ragazze e nelle donne).

Le complicazioni possono quindi includere:

  • infiammazione dei testicoli (orchite), che in alcuni casi può portare ad una riduzione permanente delle dimensioni dei testicoli (atrofia testicolare)
  • infiammazione delle ovaie (ooforite) e/o del tessuto mammario (mastite)
  • infiammazione del pancreas (pancreatite)
  • infiammazione del cervello (encefalite)
  • infiammazione del tessuto che ricopre il cervello e il midollo spinale (meningite)
  • sordità.

L’infiammazione dei testicoli potrebbe portare a sterilità temporanea o ad una riduzione permanente della fertilità, ma si ritiene ad oggi che non possa essere causa di sterilità permanente.

Alcuni autori ritengono che l’infezione contratta in gravidanza possa essere causa di aborto.

Quando rivolgersi al medico

Si raccomanda di rivolgersi al medico ogniqualvolta si sviluppi un gonfiore anomalo, a maggior ragione se associato a sintomi sistemici come la febbre.

Diagnosi

La diagnosi è in genere sostanzialmente clinica, basata cioè sui sintomi, e confermata dall’anamnesi (raccolta di informazioni dal paziente o dai genitori).

Quando necessario è possibile ricorrere al dosaggio degli anticorpi nel sangue:

  • IgM e IgG entrambi negativi: assenza di immunità, il soggetto probabilmente non è stato vaccinato e non ha mai sviluppato la malattia
  • IgM positivi e IgG negativi, infezione in corso (o recente vaccinazione)
  • IgM positivi e IgG positivi, infezione in corso (o recente vaccinazione), in una fase successiva al punto precedente
  • IgM negativi e IgG positivi, soggetto immune (a causa di pregressa malattia o vaccinazione).

Diagnosi differenziale

Sebbene la parotite non sia solitamente grave, la condizione presenta sintomi simili a tipi di infezione più gravi, come mononucleosi e tonsillite.

Cura

Poiché non esistono ad oggi farmaci specifici, il trattamento per la parotite è essenzialmente sintomatico e si concentra sul sollievo dai sintomi finché il sistema immunitario dell’organismo non abbia sconfitto l’infezione (1-2 settimane).

A questo scopo è quindi consigliabile:

  • riposarsi
  • assumere eventualmente antidolorifici per dolori/febbre/malessere (si ricorca che l’aspirina dev’essere evitata sotto i 16 anni per il il rischio di sviluppo di sindrome di Reye)
  • mantenersi idratati, evitando bibite dolci e bevande acide (perché causa di ulteriore irritazione delle parotidi)
  • applicazione di impacchi caldi/freddi sul gonfiore
  • consumo di cibi morbidi in caso di difficoltà a masticare (zuppe, purè di patate, frullati, …).

Vaccino parotite (MPR/MPRV)

Vaccino parotite

Getty/GeorgiNutsov

Il vaccino contro la parotite è il modo migliore per ridurre il rischio di contrarre la parotite e di norma viene somministrato come parte di un vaccino combinato che protegge da tre o quattro malattie, rispettivamente trivalente (morbillo, parotite e rosolia) e quadrivalente (in più è inclusa la varicella).

Secondo il calendario vaccinale italiano sono previste due dosi:

  • I dose, tra il tredicesimo ed il quindicesimo mese
  • II dose al sesto anno di vita.

Il vaccino è sicuro ed efficace e la maggior parte dei bambini non mostra effetti collaterali degni di nota, salvo eventualmente disturbi lievi come febbriciattola od un’eruzione cutanea.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.