Pitiriasi versicolor: sintomi, cause, cura e terapia

Introduzione

La pitiriasi versicolor (più raramente chiamata tinea versicolor) è un’infezione cutanea causata da Malassezia furfur, un lievito che fa parte della normale flora della pelle e che è in grado di causare la comparsa di questa dermatite quando per qualche ragione va incontro ad un’eccessiva proliferazione.

La condizione si manifesta con la comparsa di macchie sul tronco che possono essere di colore differente:

  • caffè latte (variante pigmentata),
  • biancastre (variante leucodermica),
  • rosse (variante eritematosa)
  • stesso colore della cute (variante atrofica).

Le lesioni sono poco pruriginose e desquamano lievemente.

Viene talvolta chiamata fungo di mare perché le chiazze caratteristiche si manifestano spesso dopo l’estate, ma la ragione è che diventano semplicemente più evidenti con la perdita dell’abbronzatura e non è in alcun modo legata all’esposizione all’acqua di mare.

La prognosi è buona, perché si ottiene generalmente risposta ai comuni trattamenti antimicotici; anche dopo un trattamento corretto, purtroppo, le recidive sono tuttavia frequenti, perché essendo la pitiriasi versicolor il risultato di una proliferazione abnorme della flora fisiologica è praticamente impossibile eradicarla in modo definitivo.

Fotografia di pitiriasi versicolor

iStock.com/whitemay

Causa

La pitiriasi versicolor è una condizione molto comune in entrambi i sessi, specialmente in età giovane adulta.

La causa va cercata in un’eccessiva proliferazione del lievito Malassezia furfur, anche detto Pityrosporum ovale o orbicolare. Questo lievito fa parte della flora microbica cutanea: in condizioni normali sulla cute è presente in quantità ridotta e vive come saprofita, ovvero nutrendosi di sostanza organica in decomposizione.

 

Trasmissione e contagiosità

La malattia è poco o per niente contagiosa, perché dovuta ad un lievito che è normalmente presente sulla cute di tutti gli individui: i casi coniugali (che si verificano contemporaneamente nei coniugi) sono rari.

Fattori di rischio

La popolazione cutanea di Malassezia può aumentare per effetto di diversi fattori, ma un eccesso d’idratazione e l’aumento della temperatura cutanea (uso di indumenti sintetici, sudorazione abbondante, frequentazione di ambienti caldo-umidi) sono i più significativi.

Il microorganismo è lipofilo, si nutre cioè delle sostanze grasse presenti nel sebo; per questa ragione la pelle umida, ricca in lipidi (pelle grassa), è considerata un fattore di predisposizione.

Tra gli altri fattori ricordiamo:

  • cambiamenti ormonali
  • sistema immunitario indebolito
  • malnutrizione.

Sintomi e manifestazioni cliniche

Si distinguono 4 diverse forme di questa condizione:

  • Pigmentata: si manifesta con macchie o chiazze asintomatiche di forma ovale, dimensioni variabili, di color marrone chiaro (caffè-latte) che al grattamento desquamano lievemente. Le lesioni, solitamente multiple, possono essere ben delimitate oppure confluenti. Le localizzazioni sono al tronco, collo, nuca, radice degli arti. L’esame con la luce di Wood permette di evidenziare una debole fluorescenza giallastra.
  • Leucodermica: caratterizzata dalle stesse chiazze della forma precedente che però sono di colore più chiaro rispetto alla cute circostante, non desquamano e non prudono. Inoltre l’esame con luce di Wood non evidenzia nessuna fluorescenza in quanto le chiazze sono disabitate dal lievito. Questa forma viene descritta solitamente alla fine dell’estate e tende a scomparire spontaneamente in inverno. L’esposizione alle radiazioni ultraviolette infatti distrugge le colonie fungine, le quali a loro volta hanno prodotto delle tossine melanocitotossiche (ovvero tossiche per i melanociti) che hanno inibito la sintesi di melanina.
  • Eritematosa: è la variante più rara di pitiriasi versicolor; le chiazze sono eritematose e pruriginose probabilmente per una ipersensibilità individuale al lievito.
  • Atrofica: le chiazze sono piccole, hanno il colore della cute ed una superficie sottile (atrofica) definita “a cartina di sigaretta”. Questa forma si verifica come il risultato dell’impropria applicazione di creme steroidee (cortisoniche).
Pitiriasi versicolor su pelle scura

Pitiriasi versicolor Leucodermica, iStock.com/4FR

Diagnosi

La diagnosi si basa sulla sola osservazione clinica ed è generalmente semplice, soprattutto nel caso della forma pigmentata.

L’esame micologico serve a confermare la diagnosi mediante la dimostrazione della presenza del lievito e consiste nella raccolta delle squame da una o più lesioni mediante grattamento con uno strumento chirurgico chiamato curette. Le squame prelevate vengono osservate al microscopio per la ricerca diretta dei funghi (esame microscopico).

Le chiazze leucodermiche devono essere distinte da

  • vitiligine, in cui però le lesioni sono circondate da cute più scura,
  • lebbra tubercoloide, in cui è tipica l’anestesia (assenza di sensibilità) termica e dolorifica,
  • pitiriasi alba, che si caratterizza per la presenza di lesioni a margini sfumati localizzate al volto in soggetti giovani con predisposizione alle allergie (atopia) o che soffrono di dermatite atopica.

Cura e terapia

Il trattamento della pitiriasi versicolor consiste essenzialmente nell’applicazione di antimicotici della classe degli imidazolici sotto forma di

  • spray,
  • creme
  • o shampoo

da applicare per 3 settimane.

Nelle forme particolarmente estese si utilizzano antimicotici per via orale, come il fluconazolo (ad esempio Diflucan®) o l’itraconazolo (ad esempio Sporanox®) per 7-14 giorni.

Prevenzione

La prevenzione della pitiriasi versicolor consiste innanzitutto nell’evitare i fattori scatenanti, come l’uso di indumenti sintetici, e la frequentazione di ambienti caldo-umidi.

Nei pazienti in cui le recidive sono molto frequenti si può eseguire una terapia profilattica usando uno shampoo antimicotico o uno spray antimicotico sul corpo a settimane alterne.

Fonti e bibliografia

  • Cainelli T., Giannetti A., Rebora A. Manuale di dermatologia medica e chirurgica. McGraw-Hill 4° edizione.
  • Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
  • Braun-Falco O., Plewing G., Wolff H.H., Burgdorf W.H.C. Dermatologia. Edizione italiana a cura di Carlo Gelmetti. Sprienger – Verlag Italia 2002.

A cura della Dr.ssa Giulia Ciccarese, medico chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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