Pleurite: sintomi, cause e cura

Introduzione

La pleurite è un processo infiammatorio a carico della pleura, una membrana costituita da due sottili foglietti che rivestono e separano la cavità toracica (pleura parietale) dai polmoni (pleura viscerale).

Tra questi due foglietti è presente uno piccolo spazio che contiene all’incirca 10-20 ml di liquido sieroso (liquido pleurico) che permette ai due foglietti di scivolare l’uno sull’altro senza sfregamento, in modo che i polmoni siano liberi di espandersi normalmente all’interno della cavità toracica.

Nel caso si sviluppi una pleurite i due foglietti pleurici vengono ad infiammarsi, inducendo uno sfregamento reciproco che porta allo sviluppo di sintomi tipici come:

Tra le cause principali di pleurite si annoverano

  • infezioni di natura virale o batterica,
  • malattie sistemiche,
  • tumore del polmone o della pleura.

In caso di dolore toracico acuto e trafittivo, che peggiora con la respirazione, è sempre opportuno rivolgersi ad un medico; mediante la visita medica ed eventuali esami successivi p possibile confermare o meno la diagnosi ed iniziare il necessario trattamento.

La pleurite secondaria a patologie non gravi, come può essere un’infezione virale, tende ad autorisolversi nel giro di pochi giorni anche senza necessità di farmaci o cure specifiche, con prognosi quindi positiva.

Negli altri casi è importante trattare la patologia che ha causato la pleurite per poter arrivare ad una guarigione completa.

Pleurite, semplificazione anatomica

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Cause

Le principali cause che possono scatenare una pleurite sono:

  • Infezioni:
    • Infezioni virali: rappresentano la causa più frequente e gli agenti patogeni più spesso coinvolti sono i virus influenzali o gli Adenovirus.
    • Infezioni batteriche: gran parte delle polmoniti possono associarsi a pleurite per via dell’estensione dell’infezione per contiguità anatomica; gli agenti patogeni più frequentemente coinvolti sono lo pneumococco e gli stafilococchi.
    • Infezioni fungine, soprattutto da Candida Albicans nei soggetti immunodepressi.
    • Infezioni parassitarie (piuttosto rare).
  • Malattie autoimmuni reumatologiche, come artrite reumatoide e lupus su tutte.
  • Embolia polmonare: ostruzione acuta di uno o più rami dell’arteria polmonare da materiale trombo-embolico.
  • Pneumotorace: ingresso di aria nel cavo pleurico con polmone che collassa senza riuscire più ad espandersi.
  • Versamento pleurico: raccolta di liquido di vario tipo all’interno della cavità pleurica in quantità superiore a quella fisiologicamente presente.
  • Tumori:
    • polmone,
    • pleura, anche chiamato mesotelioma, legato ad esposizione all’amianto,
    • linfoma o leucemia,
    • metastasi polmonari da altri tumori a distanza.
  • Interventi chirurgici, specialmente di cardio-chirurgia o di chirurgia toracica (più raramente toracentesi).
  • Fumo: rappresenta un fattore di rischio particolarmente importante per lo sviluppo di bronco-polmonite e quindi pleurite.
  • Trauma toracico o addominale.
  • Fratture costali.
  • Patologie o lesioni del diaframma.
  • Pancreatite o altre patologie dell’apparato gastro-intestinale.
  • Reazioni avverse a farmaci.

Quando non si riesce a risalire ad una causa specifica si parla di pleurite idiopatica.

Sintomi

Il sintomo principale della pleurite è il dolore al petto, che viene in genere descritto come:

  • acuto, ma che può diventare continuo,
  • trafittivo,
  • intenso,
  • localizzabile in qualsiasi punto del torace a seconda del focolaio infiammatorio, con possibilità di estendersi al collo, alle spalle e alla schiena,
  • peggiorato da una respirazione profonda, tosse o starnuti.

Il dolore può essere accompagnato da:

Tra le possibili complicazioni ricordiamo lo sviluppo di aderenze e cicatrici pleuriche.

Quando preoccuparsi

In caso di dolore al petto

  • di tipo trafittivo,
  • piuttosto intenso,
  • che peggiora con la respirazione profonda,

è opportuno rivolgersi ad un medico o recarsi al più vicino pronto soccorso.

Diagnosi

Il percorso diagnostico inizia con un’approfondita anamnesi, che consiste nella formulazione da parte del medico di una serie di domande da rivolgere al paziente, con l’obiettivo di ricostruirne la storia clinica del paziente e in particolare:

  • da quanto tempo sono presenti i sintomi,
  • eventuali patologie sistemiche sottostanti,
  • precedenti ricoveri o interventi chirurgici,
  • assunzione di farmaci,
  • fattori di rischio come il fumo o l’esposizione all’amianto.

Terminata l’anamnesi, la seconda fase consta dell’esame obiettivo, con il medico che valuta la presenza di sintomi e segni oggettivi. In caso di pleurite è fondamentale l’auscultazione del torace mediante uno stetofonendoscopio: i reperti tipici prevedono il classico rumore respiratorio da sfregamento pleurico, molto indicativo di una pleurite.

Una volta posto il sospetto diagnostico è necessaria la conferma prima di procedere con la terapia: si possono eseguire in questa fase diversi esami:

  • Analisi del sangue: possono rivelare uno stato infettivo-infiammatorio alla base della pleurite, con innalzamento dei globuli bianchi e degli indici infiammatori (VES e PCR).
  • Radiografia del torace: indagine di primo livello che può svelare la causa di una pleurite in una polmonite, frattura costale o tumore del polmone.
  • TC del torace: indagine di secondo livello, molto più sensibile e specifica della radiografia. Può evidenziare molte più condizioni patologiche sia polmonari che pleuriche.
  • Ecografia: utilizzata in questo ambito per evidenziare un eventuale versamento che si associa spesso ad una pleurite.
  • Toracentesi ed analisi del liquido pleurico: in caso di pleurite e versamento pleurico è possibile effettuare una toracentesi, esame invasivo che consiste nel prelievo tramite ago del liquido presente all’interno del cavo pleurico. Dalla successiva analisi è possibile risalire alla patologia responsabile (ad esempio se il liquido è purulento indica un’infezione, se invece è sanguinolento si deve ipotizzare una frattura costale o un tumore).
  • Biopsia pleurica: consiste nel prelevare un frustolo di cellule pleuriche che vengono poi analizzate al microscopio da un anatomo-patologo. È indicata per la diagnosi di tubercolosi, tumore del polmone o mesotelioma.

Cura

In caso di patologie non troppo gravi come un’infezione virale, la pleurite tende a risolversi spontaneamente anche senza ricorrere a cure specifiche.

Negli altri casi è invece importante trattare la condizione sottostante, cercando di alleviare i sintomi attraverso la somministrazione di farmaci; per il sollievo dai sintomi più gravosi per il paziente è possibile utilizzare:

  • paracetamolo (Tachipirina®) e altri FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), utili a controllare il dolore e l’infiammazione;
  • sciroppi o altre formulazioni a base di codeina per controllare la tosse secca continua, che tra l’altro aggrava il dolore toracico,
  • cortisonici nei casi più gravi.

In caso di accertata pleurite di origine batterica è necessario instaurare una terapia antibiotica con eventuale drenaggio del liquido purulento.

Quando la pleurite è secondaria ad un tumore, la prognosi diventa negativa con scarse possibilità di trattamento; all’infiammazione della pleura si associa infatti un versamento pleurico che si riforma continuamente anche dopo essere stato drenato (si parla di “versamento maligno”). In tale caso è possibile con alcune tecniche arrivare a fondere i due foglietti pleurici obliterando il cavo pleurico, evitando che a tale livello possa riformarsi il versamento. Si tratta invero di un trattamento soltanto palliativo.

 

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

Fonte principale:

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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