Polipi intestinali (colon): sintomi, pericoli e cura

Introduzione

Un polipo è un’escrescenza di forma variabile che cresce e si sviluppa in un qualche tessuto dell’organismo.

I polipi intestinali possono essere individuati prevalentemente a livello di colon e retto ed in genere si tratta di formazioni benigne; poiché alcuni di essi potrebbero trasformarsi in tumore, quando vengono individuati attraverso una colonscopia si procede alla loro rimozione e ad una successiva analisi.

Possono essere solitari o multipli, quest’ultimi possono essere molto fitti, generando in alcuni pazienti forme diffuse di poliposi (dove per poliposi si intende, in termini medici, la presenza di polipi).

Non si conosce la causa esatta alla base della comparsa e della formazione dei polipi intestinali, ma si pensa che possano essere legati ad un’eccessiva proliferazione delle cellule facenti parte del rivestimento dell’intestino; a chiunque possono essere diagnosticati uno o più polipi, ma alcuni soggetti sono associati a una probabilità di sviluppo maggiore:

  • sono leggermente più comuni negli uomini rispetto alle donne,
  • età superiore ai 50 anni,
  • precedente diagnosi di polipi intestinali,
  • famigliarità,
  • famigliarità per il tumore al colon.

La maggior parte dei polipi intestinali non causa alcun sintomo ma, soprattutto quando di grosse dimensioni, possono diventare responsabili della comparsa di:

In base al loro aspetto, si suddividono in

  • sessili (piatti),
  • peduncolati.

I polipi sessili sono più spesso maligni rispetto a quelli che posseggono un peduncolo, mentre la probabilità che evolvano verso una forma invasiva di cancro dipende dalla dimensione del polipo stesso.

Rappresentazione grafica della rimozione di un polipo intestinale

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Cause

I polipi intestinali sono piccole escrescenze che si formano sulle pareti dell’intestino, in particolare a livello del colon e del retto (le parti terminali dell’intestino).

Anatomia semplificata del tratto gastrointestinale

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Si tratta di formazioni comuni, che interessano fino ad una persona su 4 e, se in alcuni casi i pazienti sviluppano un unico polipo, altri ne presentano invece un numero superiore.

Il polipo solitario è un riscontro relativamente comune, che interessa soprattutto la quinta e la sesta decade di vita.

Le forme multiple sono più rare e riguardano soggetti di ogni età, prediligendo gli individui più giovani; esistono poi forme ereditarie, quali:

  • Poliposi familiare diffusa: è una malattia a trasmissione autosomica dominante, che comporta la presenza di numerosissimi polipi in tutto l’intestino crasso. L’età d’insorgenza è sui 25-30 anni. La tendenza a evolvere verso una forma cancerosa è molto alta.
  • Sindrome di Gardner: altra forma a trasmissione autosomica dominante, comprende lo sviluppo di polipi nel colon a elevato rischio di trasformazione maligna, di tumori benigni delle ossa e di tumori benigni del tessuto connettivo (lipomi, fibromi, ecc.). Esordisce nei giovani adulti.
  • Poliposi giovanile del colon: colpisce l’età pediatrica.
  • Sindrome di Peutz-Jeghers: è caratterizzata dalla crescita di polipi nello stomaco, nell’intestino tenue e nell’intestino crasso. Inoltre, si riscontrano macchie bluastre sul viso, nel cavo orale sui piedi e sulle mani. I soggetti affetti presentano un’elevata probabilità di sviluppare tumori in numerosi organi, come colon, pancreas, stomaco, utero, mammella, ovaio, polmone.

A parte le forme genetiche sopramenzionate, relativamente rare, per le altre forme non è ancora nota una causa certa, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio:

Dal punto di vista istologico, i polipi si dividono in:

  • Iperplastici: costituiscono il 90% di tutti le lesioni e sono formati da cellule con struttura normalmente conservata.
  • Adenomatosi: in questa varietà la differenziazione cellulare non è più mantenuta, si tratta pertanto di polipi suscettibili di trasformazione maligna.
  • Villosi: presentano una struttura ramificata e un rischio di degenerazione maligna più elevato rispetto ai polipi adenomatosi (ma sono piuttosto rari).

Sintomi

Molto spesso la presenza di polipi intestinali, specie se solitaria, non causa sintomi di alcun tipo, tanto che vengono spesso scoperti in modo del tutto occasionale durante una colonscopia eseguita per ragioni di screening o per altri motivi. La sintomatologia, se presente, può comprendere:

  • rettorragia, cioè l’espulsione di sangue dal retto (è il sintomo più comune e talora anche l’unico),
  • feci striate di sangue o di colore nero, che indica la presenza di sangue frammisto alle evacuazioni,
  • diarrea con muco: soprattutto i polipi villosi tendono a produrre quantità eccessive di muco e acqua che vengono perse con le feci. Ciò può condurre a squilibri elettrolitici (bassi livelli di potassio) e a un quadro di enteropatia protidodisperdente (cioè vengono perse proteine attraverso la produzione di muco),
  • dolori addominali tipo crampi, se il polipo è di grosse dimensioni,
  • invaginazione, un processo in cui un segmento di colon che si infila dentro il segmento adiacente: è una grave condizione che si verifica di rado, quando il polipo è particolarmente grande,
  • anemia, come conseguenza della perdita di sangue attraverso il retto, che può provocare:
  • eccezionalmente può succedere che un polipo rettale possa fuoriuscire dall’orifizio anale.

Polipi e rischio di tumore al colon

Da un punto di vista generale i polipi normalmente non si trasformano in cancro, ma se quelli associati a un maggior rischio di trasformazione maligna non vengono rimossi, c’è la possibilità che possano trasformarsi in tumore del colon (si ritene infatti che la maggior parte dei tumori intestinali si sviluppi da polipi adenomatosi).

Di fatto pochissimi polipi vanno incontro a questa trasformazione e spesso servono anni perché questo accada, ma la loro rimozione resta di fatto un’azione imprescindibile in termini di prevenzione.

La prognosi va valutata attentamente, in considerazione della potenziale malignità della lesione. Per una previsione più accurata, pertanto, è necessario essere in possesso dei risultati dell’esame istologico.

I sintomi del tumore al colon retto sono spesso subdoli, perché aspecifici e privi di un reale impatto sul quotidiano almeno fino alle fasi più avanzate; nel complesso si stima tuttavia che presto o tardi più del 90% dei pazienti presenti almeno uno dei seguenti disturbi

  • cambiamento persistente nelle abitudini intestinali (aumento della frequenza, alterazione della consistenza, diarrea, stitichezza, )
  • presenza di sangue nelle feci senza altri sintomi caratteristici dell’infiammazione delle emorroidi
  • dolore addominale, disagio o gonfiore a seguito dei pasti (che nel tempo può condurre ad inappetenza e perdita di peso).

Diagnosi

La diagnosi è spesso occasionale, legata ad esami richiesti per altre ragioni; quando il sospetto della presenza di polipi nasce in conseguenza di specifici sintomi, il medico potrà eseguire un’esplorazione rettale, ma l’esame che permette di visualizzare l’intero colon è la colonscopia. La diagnosi verrà quindi confermata con:

  • Colonscopia: consiste nell’inserimento attraverso l’ano di un tubicino fornito all’estremità di una telecamera. Tramite questa indagine è possibile inoltre prelevare un campione per l’esame al microscopio (biopsia) e asportare le lesioni polipoidi, consentendo pertanto anche un approccio terapeutico.
  • Colonscopia virtuale: è un metodica di screening meno invasiva della tradizionale endoscopia, che utilizza speciali apparecchiature a raggi X (uno scanner TC) per produrre una serie di immagini del colon e del retto dall’esterno del corpo.
  • Esame istologico del materiale prelevato in corso dell’esame endoscopico: permette di esaminare il campione di tessuto al microscopio, studiando il tipo di cellule (se benigne o maligne) di cui è composto

Ricordiamo infine l’esame delle feci, in particolare per la ricerca del sangue occulto. Questo non è un esame specifico per la poliposi, in quanto il sangue occulto può essere presente anche in altre patologie (come i tumori maligni), ma può rappresentare un primo importante esame di screening per la selezione di pazienti da candidare alla colonscopia.

Cura

La terapia consiste unicamente nelle rimozione delle lesioni, che si attua:

  • per via endoscopica, in caso di polipi singoli, utilizzando un bisturi elettrico,
  • con approccio chirurgico (nelle forme multiple e diffuse si rende necessaria la resezione di un intero tratto di intestino. Inoltre possono venire asportati chirurgicamente quei polipi che il medico non è riuscito ad asportare durante la colonscopia).

In genere, alla luce del rischio di degenerazione maligna, vengono asportati tutti i polipi, anche quelli di aspetto benigno.

Prevenzione

Non esistono a oggi misure preventive specifiche per la poliposi, tuttavia è consigliabile:

  • attenersi a una dieta ricca di fibre, come quelle contenute nei cereali integrali e nelle verdure, e povera di grassi,
  • ridurre l’apporto di proteine nella dieta, limitando soprattutto il consumo di carne rossa,
  • evitare il fumo di sigaretta, attivo e passivo,
  • raggiungere e mantenere il peso ideale,
  • limitare le bevande alcoliche,
  • praticare regolare esercizio fisico.

Di grande importanza è infine sottoporsi periodicamente gli esami di screening disponibili, che in genere vengono raccomandati nei soggetti più a rischio (over 50 o pazienti con famigliarità). Queste indagini comprendono:

  • ricerca del sangue occulto nelle feci,
  • colonscopia, se la ricerca del sangue occulto è risultata positiva.

Fonti e bibliografia

 

A cura della Dr.ssa Giovanna Celia, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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