- Introduzione
- Cause
- Sintomi
- Gravidanza
- Quando rivolgersi al medico
- Diagnosi
- Cura e rimedi
- Fonti e bibliografia
Introduzione
I polipi uterini sono estroflessioni tissutali (escrescenze) che si formano in corrispondenza dell’endometrio, il tessuto che riveste la porzione più interna dell’utero o a livello della cervice uterina, ossia la parte inferiore dell’organo.
Queste lesioni possono avere forma
- sessile (a forma di cupola appiattita, che poggia interamente sul tessuto sottostante)
- o peduncolata (con una sorta di gambo, il peduncolo).
Assumono generalmente un carattere benigno e, nella maggior parte delle pazienti, decorrono in maniera asintomatica o inducono la comparsa di piccole perdite di sangue, specialmente nel periodo che intercorre tra un ciclo mestruale e l’altro o in seguito a un rapporto sessuale.
A favorire la comparsa di polipi uterini sono soprattutto squilibri di natura ormonale, soprattutto legati ad alterazioni nei livelli di estrogeni, come quelli che si verificano nelle donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni che si trovano nel periodo pre-menopausale, le più esposte alla loro formazione.
Altri fattori di rischio come l’obesità, l’ipertensione arteriosa, nonché l’assunzione di una terapia ormonale sostitutiva, inoltre, potrebbero essere correlati ad una maggiore incidenza di poliposi uterina; gli studi su questi aspetti risultano tuttora in corso.
Nella maggior parte dei casi i polipi uterini benigni non costituiscono un problema preoccupante e possono essere semplicemente tenuti sotto controllo; in altri casi, specialmente se sintomatici o nel caso di formazioni di notevoli dimensioni, può rendersi necessario un trattamento farmacologico (a base di progestinici o gonadotropine) o una rimozione chirurgica.
La prognosi dei polipi uterini è benigna, tuttavia anche le lesioni rimosse tramite chirurgia tendono spesso a ripresentarsi (recidive), e per questo si consiglia di pianificare comunque periodici controlli anche a seguito dell’intervento.
Cause
Non è possibile stabilire con certezza la causa dello sviluppo di polipi uterini, ma le ipotesi più probabili vertono prevalentemente su alterazioni di tipo ormonale, in particolare legate agli estrogeni (le escrescenze sono estrogeno sensibili, tendono cioè a crescere in risposta agli estrogeni circolanti).
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio noti si annoverano:
- Squilibri di natura ormonale: un maggior quantitativo di estrogeni circolanti sembrerebbe essere correlato ad un rischio più elevato di sviluppare polipi uterini, come succede ad esempio durante la fase che precede la menopausa.
- Assunzione di Tamoxifene, un farmaco ormonale utilizzato nel trattamento del cancro al seno;
- Infiammazioni croniche della cervice uterina (specialmente nel caso di polipi cervicali);
- Obesità: le donne con un indice di massa corporea superiore a 29 risultano essere maggiormente affette;
- Ipertensione arteriosa: alcuni sudi hanno dimostrato una maggiore incidenza di polipi uterini nelle pazienti ipertese.
Classificazione
In base alla forma i polipi uterini possono essere suddivisi in:
- Polipi peduncolati: risultano accorati alla mucosa dell’utero attraverso un peduncolo e solo raramente si spingono fino a sporgere in vagina.
- Polipi sessili: non possiedono estroflessioni che consentano di raggiungere la vagina e sono adesi alla mucosa uterina con l’intera base.
Sintomi
In molti casi, specialmente se di piccole dimensioni, i polipi uterini possono non destare alcun sintomo e per questo la loro presenza emerge accidentalmente nel corso di accertamenti ginecologici condotti per altre patologie (come durante lo svolgimento di un controllo di routine o durante l’esecuzione di un pap-test).
I polipi particolarmente voluminosi, invece, possono causare notevoli disagi nella paziente, tra cui:
- Ciclo mestruale irregolare;
- Mestruazioni dolorose (dismenorrea);
- Flusso mestruale particolarmente abbondante;
- Piccole perdite di sangue nel periodo che intercorre tra una mestruazione e l’altra (spotting);
- Dolore durante un rapporto sessuale (dispareunia);
- Sanguinamento durante o in seguito a rapporto sessuale.
Gravidanza
La presenza di polipi uterini è talvolta correlata allo sviluppo di infertilità, principalmente perché a seconda della posizione potrebbero
- impedire il passaggio degli spermatozoi e/o dell’ovulo fecondato attraverso le tube
- disturbare l’impianto dell’ovulo fecondato, favorendo eventualmente lo sviluppo di aborti spontanei (per azione meccanica di ostacolo all’impianto embrionale nella cavità uterina).
Va tuttavia segnalato che si tratta soprattutto di ipotesi teoriche, per quanto ragionevoli, perché ad oggi non esiste un’adeguata letteratura che dimostri l’utilità di rimuoverli in presenza di difficoltà di concepimento.
Quando rivolgersi al medico
Si raccomanda di rivolgersi al ginecologo quanto prima qualora si presentassero i sintomi sopra elencati, in modo da differenziare la presenza di polipi uterini da altre patologie più gravi, ma con un corteo sintomatologico simile (come tumori endometriali, aborti in corso, gravidanza extrauterina).
Diagnosi
La diagnosi di poliposi uterina avviene nel corso di una visita ginecologica e può essere validata dall’esecuzione di alcuni accertamenti, come:
- Ecografia transvaginale: tecnica di diagnostica per immagini che consente di indagare, attraverso l’introduzione di una piccola sonda ecografica all’interno della vagina, lo stato di salute degli organi genitali femminili e la loro morfologia, nonché l’eventuale presenza di polipi uterini;
- Isterosonografia: esame ecografico transvaginale, eseguito dopo aver dilatato la cavità uterina attraverso l’iniezione di soluzione fisiologica tramite un piccolo catetere inserito in vagina; consente di ottenere un’immagine più dettagliata dell’interno della cavità uterina, rilevando malformazioni o anomalie;
- Isteroscopia: prevede l’introduzione di una piccola telecamera attraverso la vagina e il collo dell’utero, in modo da valutare visivamente alterazioni nella struttura uterina; tramite questa procedura, inoltre, è possibile intervenire prelevando frammenti di tessuto dal polipo (su cui effettuare una biopsia) od effettuare la sua rimozione.
Cura e rimedi
In molti casi, i polipi uterini possono essere del tutto asintomatici e, se molto piccoli, andare incontro a regressione spontanea o eliminazione durante il flusso mestruale; si consiglia tuttavia un monitoraggio periodico delle loro dimensioni, attraverso l’esecuzione di una visita ginecologica e di controlli ecografici.
In presenza di sintomi, invece, le opzioni terapeutiche a disposizione dello specialista sono:
- Farmaci: la somministrazione di progestinici è riservata a pazienti che non possono essere sottoposte a rimozione chirurgicao a donne che presentino un tasso di recidiva molto elevato;
- Chirurgia: è considerata la strategia terapeutica migliore nella maggior parte dei casi e prevede l’asportazione dei polipi uterini mediante isteroscopia, raschiamento, isterectomia (quest’ultima tecnica prevede la rimozione dell’utero in toto ed è da riservare a pazienti in cui la lesione abbia caratteristiche di malignità).
A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- C.Benedetto-P.Sismondi, Ginecologia e ostetricia, edizioni minerva medica.
- Gruppo San Donato
Articoli ed approfondimenti
- Malattie
- Scheda presente nelle categorie: Apparato uro-genitale femminile