Porfiria: cos’è, sintomi, pericoli e cura

Cos’è la porfiria

Le porfirie sono un gruppo di malattie metaboliche rare caratterizzate da un progressivo accumulo di porfirine nell’organismo, fino ad interferire con la salute di pelle e sistema nervoso. Si tratta nella maggior parte dei casi di patologie genetiche, ereditate da uno od entrambi i genitori.

L’organismo utilizza le porfirine per produrre l’eme, una molecola utilizzata ad esempio dai globuli rossi per trasportare l’ossigeno in tutto l’organismo; il paziente affetto da porfiria dispone di di una ridotta capacità di utilizzo delle porfirine, a causa di enzimi difettosi e quindi incapaci di garantire un’efficace produzione a pieno ritmo di eme, che garantirebbe normalmente il corretto smaltimento delle porfirine.

Gli enzimi sono proteine capaci di accelerare una reazione chimica, nel caso in esame la trasformazione di porfirine in eme, e ne esistono diverse forme a seconda del distretto dell’organismo preso in esame; in base alla sede dell’enzima difettoso si svilupperà quindi una differente forma di porfiria, caratterizzata da un diverso profilo di sintomi e manifestazioni.

Il nome porfiria deriva dal greco e significa “viola”, in riferimento alla colorazione che l’urina può assumere durante un attacco.

Cause

La forma più comune di porfiria è la cosiddetta porfiria cutanea tarda, che interessa circa un paziente ogni 10.000 persone; si tratta quindi nel complesso di malattie rare e genetiche, causate cioè da errori presenti nel DNA, che vengono ereditate dai genitori (a seconda della forma è sufficiente un unico genitore affetto, oppure entrambi affetti/portatori).

A seconda della forma la porfiria può manifestarsi in caso di:

  • un unico gene difettoso, ereditato da un genitore (trasmissione autosomica dominante)
  • due geni difettosi, ereditati da entrambi i genitori (trasmissione autosomica recessiva)

Classificazione

Porfiria è un termine ombrello che racchiude numerose e diverse forme di malattie, accomunate dal progressivo deposito di porfirine, ma è possibile operare una divisione sommaria in:

  • porfirie cutanee , che riguardano la pelle,
  • porfirie acute, che coinvolgono il sistema nervoso.

Una seconda forma di classificazione può invece essere fatta in base alla sede di accumulo delle molecole, distinguendo midollo osseo e fegato (le due sedi di produzione dei globuli rossi).

Porfirie cutanee (o croniche)

La porfiria cutanea tarda si sviluppa in genere in pazienti di età superiore ai 40 anni, di solito uomini; nelle altre forme è invece più comune la comparsa nella prima infanzia.

Esistono 4 forme di porfiria cutanea, i cui sintomi riguardano espressamente la cute:

  • Cutanea tarda, la forma più comune: fegato
  • Protoporfirie (eritropoietica ed X-linked): midollo osseo
  • Eritropoietica congenita: midollo osseo
  • Epatoeritropoietica: fegato

Il tipo più comune di porfiria, la porfiria cutanea tarda, rappresenta una sorta di eccezione rispetto alle altre, in quanto acquisita nella maggior parte dei pazienti (ovvero non geneticamente ereditata); tra i fattori in grado di causarne lo sviluppo i più importanti sono:

  • eccessivo accumulo di ferro, ad esempio nei soggetti affetti da emocromatosi
  • fumo
  • alcolici
  • infezioni virali, come l’epatite C e l’HIV
  • assunzione di estrogeni, presenti ad esempio nella pillola anticoncezionale o nella terapia ormonale sostitutiva per la menopausa

Porfirie acute

La porfiria acuta è più comune nelle femmine che nei maschi ed esordisce in genere in pazienti con un’età compresa tra 15 e 45 anni.

Quattro tipi di porfirie acute colpiscono il sistema nervoso, di cui due esibiscono anche sintomi cutanei, e che condividono la sede di accumulo (fegato):

  • Acuta intermittente
  • Variegata
  • Coproporfiria ereditaria
  • Da carenza di aminolevulinato deidratasi (ALADP).

Molti soggetti portatori della mutazione genetica responsabile in realtà non svilupperanno mai un attacco od altri sintomi, che spesso sembrano richiedere fattori ambientali che inneschino le manifestazioni (o ne peggiorino la gravità); tra i più comuni si annoverano:

  • ormoni sessuali femminili
  • alcuni farmaci
  • alcolici
  • fumo
  • insufficiente consumo di carboidrati.

Sintomi

Porfiria cutanea

Il sintomo più caratteristico consiste nello sviluppo di manifestazioni sulla pelle a seguito dell’esposizione alla luce solare, che reagisce con le porfirine accumulate:

  • vesciche
  • fragilità cutanea e ritardo nella guarigione delle conseguenti ferite/abrasioni, che possono anche incontro ad infezioni
  • irsutismo (eccessiva crescita di peli, soprattutto sul viso)
  • sviluppo di cicatrici e/o cambiamenti cromatici (colore della pelle)

Le protoporfirie in genere non causano vesciche, ma sempre in conseguenza dell’esposizione al sole possono comparire

Porfiria acuta

I sintomi delle porfirie acute esibiscono un ampio spettro di variabilità, da lievi a gravi; si palesano in attacchi ad insorgenza rapida e della durata di giorni/settimane e, senza un trattamento precoce, possono peggiorare rapidamente fino a diventare in alcuni casi pericolosi per la vita.

Tra le manifestazioni principali si annoverano:

La maggior parte dei pazienti sviluppano solo uno o comunque pochi attacchi nel corso della vita; tra i fattori in grado di innescare un attacco, o di peggiorarne i sintomi, si annoverano:

  • ormoni sessuali femminili
  • alcuni medicinali
  • ridotto apporto di carboidrati
  • alcolici
  • fumo.

Complicazioni

Diverse forme di porfiria sono potenzialmente responsabili di differenti complicazioni:

  • Disturbi al fegato: La porfiria acuta aumentail rischio di sviluppare un tumore al fegato; anche la porfiria cutanea tarda può danneggiare l’organo, favorendo tra l’altro lo sviluppo di cirrosi e tumore. Altre forme sono infine responsabili della precipitazione di calcoli biliari nella cistifellea.
    Nei casi più gravi può diventare necessario ricorrere al trapianto dell’organo.
  • Anemia: Due tipi di porfiria cutanea, la porfiria eritropoietica congenita e, meno comunemente, la porfiria epatoeritropoietica, possono causare gravi forme di anemia (carenza di globuli rossi), oltre a causa un ingrossamento della milza, che a sua volta peggiora ulteriormente il quadro anemico.
  • Pressione alta e disturbi renali: I pazienti affetti da porfiria acuta hanno una maggiore probabilità di sviluppare ipertensione e malattie renali croniche, che possono condurre ad insufficienza renale.

Diagnosi

La diagnosi, quando esista il sospetto di porfiria, avviene mediante:

  • esami di laboratorio che dosino la quantità di porfirine in sangue, urine, feci;
  • esami genetici per caratterizzare la forma sviluppata.

Cura

In quanto malattia genetica purtroppo la porfiria non può ad oggi essere curata in via definitiva.

In caso di porfiria cutanea la strategia terapeutica più importante è la prevenzione rispetto all’esposizione solare (che richiede quindi un’integrazione di vitamina D); se necessario è possibile intervenire inoltre attraverso periodiche flebotomie (salassi, ovvero prelievo di sangue) per abbattere la quantità di ferro in circolo.

Nel caso delle forme acute il paziente richiede in genere l’ospedalizzazione, durante la quale la somministrazione di terapie farmaceutiche specifiche consentono una regressione dei sintomi nell’arco di 3-4 giorni. Risulta di grande importanza per la sicurezza del paziente evitare i fattori di rischio noti (come alcolici e fumo) e consumare quotidianamente un’abbondante quantità di carboidrati (che devono rappresentare il 60-70% della quota calorica giornaliera) evitando anche digiuni.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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