Proctite: cause, sintomi e cura

Introduzione

La proctite è una patologia infiammatoria che colpisce il tessuto mucoso della regione rettale, ovvero la porzione terminale dell’intestino crasso che si estende fino all’ano; questa condizione clinica è riconducibile a molteplici fattori scatenanti tra cui spiccano per importanza

  • Infezioni (specialmente malattie sessualmente trasmissibili)
  • Malattie infiammatorie dell’intestino
  • Trattamenti radioterapici.

I sintomi di una proctite sono variabili e, in base alla causa che ha indotto la malattia, possono dar luogo a quadri clinici di gravità differente: se in alcuni casi l’infiammazione del retto può decorrere in maniera asintomatica, ovvero priva si manifestazioni, in altri pazienti il dolore può diventare rapidamente invalidante.

La diagnosi è formulata attraverso uno scrupoloso esame obiettivo, mediante il quale viene esaminata la superficie interna del retto che è interessata dall’infiammazione.

Solo una volta stabilita la condizione clinica sottostante che ha dato origine alla malattia, sarà possibile impostare una terapia, specifica a seconda dei casi.

Proctite (anatomia semplificata di colon e retto)

iStock.com/TimoninaIryna

Cause

Il termine proctite significa letteralmente “infiammazione dell’intestino retto” e le cause possono essere numerose:

  • Infezioni
    • Malattie sessualmente trasmissibili (più diffuse nei pazienti omosessuali di sesso maschile e nei pazienti immunocompromessi), come:
      • Gonorrea: patologia causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae che è in grado di infettare, diffondendosi attraverso il contatto sessuale, la mucosa di uretra, cervice uterina, retto, gola, congiuntiva e cornea; la gonorrea rettale è frequente in seguito alla pratica di sesso anale con partner infetto e può causare dolore durante le evacuazioni, nonché stipsi, prurito, sanguinamenti o comparsa di secrezioni dal retto; in altri casi, invece, può decorrere in maniera asintomatica.
      • Sifilide: patologia causata dal batterio Treponema pallidum che presenta un decorso caratterizzato da tre fasi di riacutizzazione, in cui sono evidenti le principali manifestazioni cliniche di questa malattia (come ulcere, eruzioni cutanee, febbre, affaticamento, perdita di peso e danni d’organo negli stadi terminali), intervallate da periodi di apparente benessere clinico.
      • Infezioni da Chlamydia trachomatis: questo batterio può infettare l’uretra, la cervice uterina, il retto, la gola e la congiuntiva; in caso di infezione rettale può essere presente un dolore particolarmente intenso che si accompagna alla comparsa di una secrezione mucopurulenta giallognola dal retto.
      • Infezioni da virus herpes simplex: l’infezione si caratterizza per la comparsa di vescicole piccole, doloranti e ricche di un liquido chiaro che possono causare formicolii locali, fastidio, prurito e dolore, anche in corrispondenza della mucosa rettale.
    • Infezioni intestinali da:
      • Campylobacter: batterio Gram-negativo che può infettare l’apparato digerente causando diarrea, dolore addominale e febbre.
      • Shigella: batterio Gram-negativo che causa un’infezione acuta dell’intestino tenue caratterizzata da febbre, nausea, vomito e diarrea spesso emorragica (dissenteria).
      • Salmonella: batterio Gram-negativo che infetta il tratto digerente in seguito all’ingestione di cibo contaminato (in particolar modo uova o pollame poco cotto), causando diarrea acquosa, febbre, vomito, dolore addominale crampiforme e talvolta un quadro clinico più grave noto come “febbre tifoide”.
  • Malattie infiammatorie dell’intestino, quali:
    • Malattia di Crohn: patologia che colpisce più spesso l’intestino tenue e il crasso, ma che può riguardare qualunque tratto dell’apparato digerente che è compreso tra la bocca e l’ano; i sintomi più comuni includono: dolore addominale, diarrea, febbricola, perdita di appetito (e conseguentemente calo di peso); nel corso del tempo la malattia può complicarsi causando sanguinamento rettale e problemi nella regione attorno all’ano, come la comparsa di fistole e ragadi.
    • Rettocolite ulcerosa: patologia infiammatoria che colpisce il retto (parliamo anche di “proctite ulcerosa”), ma che nel tempo può estendersi fino ad interessare il colon; la mucosa di queste regioni si presenta infiammata e ulcerata, con profonde erosioni che possono determinare la comparsa di diarrea emorragica e di sintomi tipici come crampi addominali, febbre, urgenza di evacuare, tenesmo rettale. Pur non causando la comparsa di fistole o ascessi, la rettocolite ulcerosa può predisporre maggiormente allo sviluppo di cancro del colon.
  • Terapie mediche
    • Terapia radiante: la radioterapia effettuata in corrispondenza del retto o dei tessuti ad esso adiacenti (come nel caso del trattamento di tumori prostatici o rettali), può danneggiare questi distretti e favorire la comparsa di proctite.
    • Terapia antibiotica: in particolar modo la vancomicina, utilizzata nel trattamento delle coliti da Clostridium difficile, può indurre la comparsa di proctite, come effetto collaterale della terapia antibiotica intestinale.

Sintomi

Oltre ai sintomi specifici della malattia che è causa di proctite, già analizzati precedentemente, i pazienti affetti da infiammazione della mucosa rettale possono presentare tipicamente:

  • Bisogno di defecare, anche quando le feci non sono presenti (tenesmo rettale)
  • Perdita indolore di sangue dal retto
  • Perdita di muco dal retto
  • Dolore anorettale (in particolar modo nelle infezioni da gonorrea o herpes simplex).

Diagnosi

La diagnosi prevede l’esecuzione di:

  • Esame del retto: è condotto attraverso l’utilizzo di uno strumento endoscopico (una sonda, detta “proctoscopio” o “sigmoidoscopio”, che consenta di visualizzare la mucosa rettale infiammata e prelevare tamponi o campioni tissutali per condurre esami specifici in modo da chiarificare la diagnosi).
  • Esami del sangue e delle feci: particolarmente utili per individuare la presenza di patogeni intestinali (come Salmonella, Shigella, Campylobacter) o nella ricerca di C. Difficile.
  • Tamponi rettali: indicati nella diagnosi di infezioni da Neisseria Gonorrhoeae e Chlamydia.
  • Test sierologici specifici (nel sospetto di sifilide).
  • Colonscopia: particolarmente indicata nell’iter diagnostico delle malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa).

Trattamento

Il trattamento della proctite è strettamente dipendente dalla causa di malattia sottostante:

  • Nel caso di infiammazione rettale determinata da infezioni batteriche, può essere indicata la somministrazione di una terapia antibiotica (vancomicina o metronidazolo) in modo da favorire l’eliminazione dei focolai batterici presenti a livello intestinale.
  • Proctiti aspecifiche, nei pazienti maschi che abbiano consumato rapporti omosessuali, possono beneficiare di un trattamento antibiotico empirico, basato sull’utilizzo di ceftriaxone e doxiciclina, dopo prescrizione del medico.
  • Proctiti dovute a terapie radianti possono essere trattate mediante l’applicazione locale di corticosteroidi (sotto forma di schiume o di clisteri) o, nei casi più gravi e refrattari alla terapia topica, attraverso la somministrazione di corticosteroidi per via sistemica.
  • In caso di sanguinamento rettale, inoltre, possono essere impiegate alcune tecniche specifiche per ridurre l’emorragia; tra queste, principalmente il laser, l’elettrocoagulazione e le sonde termiche.
    La coagulazione mediante utilizzo di plasma argon, invece, può essere indicata per il controllo dei sintomi nel breve lasso temporale (< 6 settimane).
  • Nel caso di malattie infiammatorie intestinali la terapia si fonda in genere su farmaci antinfiammatori e/o immunosoppressivi, riservando la chirurgia ai casi più gravi.

Fonti e bibliografia

 

A cura della Dr.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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