Ridotta tolleranza glucidica: cause, sintomi, pericoli e cura

Introduzione

La ridotta tolleranza al glucosio (o ridotta tolleranza glucidica, o più semplicemente IGT, acronimo inglese di Impaired glucose tolerance) è una condizione caratterizzata da insulino-resistenza e che come l’alterata glicemia a digiuno veniva in passato indicata come pre-diabete, ad indicare la possibile evoluzione ad uno stato diabetico conclamato (diabete mellito di tipo 2).

Posto che si definisce glicemia la quantità di glucosio nel sangue, si possono quindi individuare:

  • Alterata glicemia a digiuno:  glicemia a digiuno compresa tra 100 e 125 mg/dL (il soggetto sano ha una glicemia a digiuno inferiore a 100 mg/dL, il soggetto diabetico superiore a 125 mg/dL)
  • Ridotta tolleranza al glucosio: glicemia misurata dopo 2 ore dalla somministrazione di 75 g di glucosio in soluzione (OGTT) compresa tra 140–199 mg/dL (nel soggetto sano il valore dev’essere inferiore a 140 mg/dL , nel soggetto diabetico superiore a 199 mg/dL).

La ridotta tolleranza al glucosio è una condizione che può coesistere con un’alterata glicemia a digiuno, ma è importante sottolineare che si tratta di fenomeni differenti e la ridotta tolleranza al glucosio ha un rischio maggiore, rispetto all’alterata glicemia a digiuno, di condurre verso una forma di diabete conclamato.

Ad accomunare le due condizioni è l’osservazione che costituiscono una sorta di cuscinetto tra una situazione di normalità ed una diagnosi di diabete.

La progressione verso la malattia non è considerata inevitabile, ma al paziente è richiesto un grosso sforzo in termini di miglioramento dello stile di vita per prevenirne o ritardarne il decorso; tutte le linee guida concordano sul fatto che “i farmaci non sono efficaci quanto i cambiamenti dello stile di vita”.

Nel quotidiano la ridotta tolleranza al glucosio si manifesta con un elevato aumento dei valori di glicemia dopo i pasti, seppure questi non raggiungano livelli sufficienti alla diagnosi di diabete (oltre 200 mg/dL).

Cause

La progressione da una condizione di normale tolleranza al glucosio al diabete di tipo 2 è caratterizzata da due difetti che intervengono nella regolazione della glicemia nell’organismo:

L’insulino-resistenza è una condizione caratterizzata da una ridotta sensibilità dei tessuti all’insulina, l’ormone diretto alle cellule muscolari e che funge da stimolo per il prelievo dello zucchero in circolo, così da determinarne una riduzione della quantità circolante. Se i tessuti muscolari non rispondono più adeguatamente al segnale il sistema endocrino tenta di compensare aumentando la produzione di insulina (iperinsulinemia compensatoria), che tuttavia sul lungo periodo non sarà più sufficiente.

Tra i principali fattori di rischio associati allo sviluppo di ridotta tolleranza glucidica si annoverano:

Sintomi

Purtroppo la condizione non causa di per sé alcun tipo di sintomo, seppure il paziente sia già esposto ad un aumentato rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari.

È tuttavia importante essere consapevoli dei sintomi caratteristi di un diabete conclamato, per essere in grado di riconoscersi tempestivamente in caso di insorgenza:

  • aumento della sete e conseguente aumento della minzione,
  • sensazione di stanchezza inspiegabile.

Pericoli

Un’elevata percentuale di pazienti che ricevono la diagnosi di IGT andrà incontro allo sviluppo di diabete nell’arco di dieci anni, ma è importante notare come la progressione NON sia inevitabile, al contrario, nella maggior parte dei casi è possibile ritardare di anni il decorso (e spesso prevenirlo, ottenendo addirittura una regressione dei valori ad uno stato di normalità) semplicemente agendo sullo stile di vita.

Oltre al rischio di sviluppare diabete, con tutte le relative complicazioni, una glicemia post-prandiale elevata (valori dopo i pasti) sono già di per sé associati ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

Diagnosi

La diagnosi di ridotta tolleranza al glucosio è esclusivamente di laboratorio, a seguito di una curva da carico di glucosio il cui risultato a distanza di due ore sia superiore a 140 mg/dL (limite di normalità per il soggetto sano) ed inferiore a 200 mg/dL (diagnosi di diabete mellito di tipo 2).

Conosciuto anche come test dopo carico di glucosio orale, si invita il paziente a bere una soluzione contenente 75 grammi di glucosio, dopodiché si misura l’andamento della glicemia nelle ore successive; in un soggetto normale il glucosio a digiuno oscilla in genere  su valori compresi tra i 90 mg/dL e i 100 mg/dL e, a seguito dell’ingestione dello zucchero, il picco di glicemia non supera i 150 mg/dL. Il picco rimane entro valori accettabili grazie alla rapida immissione in circolo, nel giro di pochi minuti, di una adeguata quantità di insulina, che permette al glucosio di essere utilizzato dalla muscolatura scheletrica.

In un soggetto con ridotta tolleranza al glucosio la glicemia a 2 ore dalla somministrazione è compresa tra 140-200 mg/dL.

Cura

Migliorare lo stile di vita è spesso sufficiente a riportare il livello di zucchero nel sangue alla normalità, o quantomeno a impedire che aumentino ulteriormente; si raccomanda in particolare di:

  • Adottare una dieta sana e varia, prediligendo cibi a basso contenuto di grassi e calorie e ricchi invece di fibre (è quindi necessario privilegiare frutta, verdura e cereali integrali). Preferire fonti proteiche vegetali a quelle animali.
  • Praticare attività fisica, secondo l’OMS i livelli minimi consistono in almeno 150 minuti di attività moderata alla settimana, 75 minuti se vigorosa. Un impegno superiore garantisce ovviamente risultati migliori.
  • Perdere peso se necessario, ricordando che ridurre anche solo del 5-​​7% può già contribuire a ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
  • Smettere di fumare (il fumo può aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2).

Nei soggetti ad alto rischio il medico potrebbe raccomandare l’assunzione di metformina, eventualmente associata a medicinali per il controllo di pressione e colesterolo alto.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.