Rizoartrosi di pollice e mano: significato, sintomi e rimedi

Introduzione

L’artrite è una malattia che attacca i tessuti delle articolazioni, ovvero i punti di contatto tra due diverse ossa; la condizione può interessare il rivestimento dell’articolazione o la cartilagine, il sottile strato che separa i due capi ossei e che agisce come una sorta di cuscinetto lubrificato, consentendo alle ossa di scivolare dolcemente l’una contro l’altra.

Ne esistono numerose forme, ma si tratta generalmente di una condizione progressiva tendente alla rottura della cartilagine ed al conseguente sfregamento diretto tra le due ossa che, perdendo lo strato di lubrificante offerto dalla cartilagine, iniziano a consumarsi nel tempo.

L’artrite della mano provoca dolore, gonfiore, rigidità e deformità., oltre ad evolvere verso una progressiva perdita della funzionalità necessaria alle attività quotidiane, che purtroppo è quasi sempre irreversibile.

L’artrosi del pollice (rizoartrosi) è la seconda forma di artrite della mano per frequenza di comparsa (la più comune interessa invece l’ultima articolazione di ogni dito).

Cause

È esperienza comune dell’ampia possibilità di movimento della mano, segno di quante siano le articolazioni presenti e che purtroppo possono diventare sede di degenarazione artrosica; le quattro aree più comunemente interessate sono:

  • base del pollice (rizoartrosi, ovvero articolazione carpo-metacarpale), dove il pollice incontra il polso
  • nocche (tra metacarpo e falangi prossimali)
  • articolazioni medie delle dita (tra falangi prossimali e falangi medie)
  • articolazione superiore delle dita più vicina alle unghie (tra falangi medie e falangi distali).
Rizoartrosi

Fonte: Shutterstock

Esistono numerose forme di artrite (tecnicamente significa “infiammazione dell’articolazione”), ma nel caso della rizoartrosi si tratta quasi sempre di una manifestazione dell’osteoartrosi, la forma in assoluto più comune di artrite, spesso collegata all’età o all’usura conseguente ad utilizzi (ed abusi) professionali.

L’articolazione alla base del pollice, tra metacarpo e trapezio, diventa spesso artritica con l’avanzare dell’età, tipicamente iniziando dopo i 40-45 anni; tra gli altri fattori di rischio noti si annoverano:

  • sesso femminile
  • familiarità
  • condizioni genetiche responsabili di lassità dei legamenti articolari e malformazioni
  • obesità
  • frattura, che potrebbe anticipare anche di anni lo sviluppo dei primi sintomi.

Sebbene l’artrosi sia la causa più comune di artrite del pollice, esistono anche altre malattie in grado di modificare la normale struttura e funzione della cartilagine, come il lupus e l’artrite reumatoide (che tuttavia interessa l’articolazione del pollice in misura minore rispetto ad altre articolazioni della mano).

Sintomi

Alcuni studi radiografici hanno rilevato che la rizoartrosi è visibile in circa il 25% delle donne di età superiore ai 55 anni, ma molte di queste non lamentano alcun sintomo evidente, segno inequivocabile di quanto sia diffusa la malattia.

Quando presenti, i disturbi che più comunemente vengono lamentati sono:

  • Dolore, avvertito alla base del pollice ed aggravato dall’uso
  • Gonfiore
  • Perdita di funzionalità
    • Riduzione della forza
    • Difficoltà in movimenti quotidiani banali, come aprire barattoli, girare una chiave nella serratura, …
    • Rigidità del pollice
    • Riduzione della capacità di muovere il pollice a distanza dal palmo
  • Nei casi avanzati comparsa di malformazioni visibili.

L’articolazione alla base del pollice consente al dito di ruotare ed afferrare gli oggetti in mano, potendo quindi avere ripercussioni evidenti in termini di utilizzo dell’arto.

Diagnosi

Il primo passo dell’iter diagnostico consiste nell’anamnesi, una scrupolosa raccolta di informazioni attraverso una sorta di intervista medico-paziente, volta ad evidenziare aspetti quali:

  • tempi e modalità d’insorgenza del dolore
  • presenza di altri sintomi
  • condizioni in grado di peggiorare i disturbi
  • storia clinica ed altre malattie

Il passo successivo consiste nell’esame obiettivo, quello che spesso viene considerato dal paziente come visita medica vera e propria, che consiste non solo nell’ispezione visiva della mano, ma anche nella pratica di specifiche manovre; tra le più utili quella in cui si mantiene con fermezza in posizione l’articolazione, mentre si sposta il solo pollice: dolore, percezione di sfregamento e/o crepitio sono suggestivi di capi ossei che sfregano tra loro senza più l’interposizione di cartilagine.

L’esecuzione di una radiografia può in genere confermare l’ipotesi di deterioramento dell’articolazione, nonché l’eventuale presenza di speroni ossei o depositi di calcio indicativi di stato già piuttosto avanzato.

Tra le diagnosi differenziali più rilevanti rientra quella con la sindrome del tunnel carpale.

Rimedi

Poiché l’artrosi è una malattia progressiva e degenerativa, la condizione tende a peggiorare nel tempo, richiedendo spesso un’escalation in termini di impegno ed invasività delle cure necessarie.

Gli approcci terapeutici utili al trattamento della rizoartrosi sono:

  • Conservativo:
    • Evitamento delle attività che causano dolore
    • Applicazione di impacchi di ghiaccio per 5-15 minuti più volte al giorno
    • Alcuni pazienti trovano maggior beneficio dal ricorso alla terapia del caldo
    • Utilizzo di dispositivi che rendano più semplice l’esecuzione di attività quotidiane (forbici specifiche, pinze adatta, …)
  • Farmacologico:
    • Analgesici e/o antinfiammatori, tipicamente FANS (ibuprofene, ketoprofene, …) in forma topica (crema/gel) od orale (compresse, bustine, …); oppioidi nei casi più gravi
    • Infiltrazione di cortisonici, in grado di garantire un efficace sollievo dal dolore ma per un tempo comunque limitato e richiedendo quindi periodiche iniezioni; i rischi sono limitati in termini di frequenza, ma in alcuni pazienti si osserva un assottigliamento della pelle od un cambiamento del colore cutaneo nel sito di iniezione.
  • Fisioterapico: Applicazione di una stecca per sostenere il pollice (le stecche rigide, di metallo o di plastica, sono efficaci ma ostacolano eccessivamente l’utilizzo dell’articolazione, mentre una protesi flessibile è in genere più pratica). La stecca può proteggere sia il polso che il pollice e, a seconda del paziente, può essere indossato solo durante le ore notturne o in modo intermittente durante il giorno.
  • Chirurgia: Si tratta dell’extrema ratio, utile solo nei pazienti in cui non si ottenga un efficace controllo del colore con i rimedi descritti. Esistono numerosi approcci possibili, valutati in base alle caratteristiche del paziente ed all’esperienza del chirurgo, ma i più comuni sono:
    • osteotomia, che richiede di recidere e poi riallineare l’osso metacarpale dell’articolazione artritica;
    • rimozione del trapezio, l’osso nella parte inferiore del pollice, eventualmente in combinazione con la ricostruzione dei legamenti coinvolti;
    • fusione dell’articolazione (perdendone la capacità di movimento);
    • sostituzione dell’articolazione;
    • denervazione, ovvero rimozione dei nervi di collegamento responsabili della trasmissione dei segnali di dolore.

Dopo l’intervento chirurgico è in genere necessario indossare il gesso per 4-8 settimane, a seconda della procedura utilizzata; altrettanto importante è l’adozione di un programma riabilitativo di competenza fisioterapica per ritrovare la più ampia capacità di movimento possibile e la forza nella mano. È piuttosto comune avvertire un certo disagio durante le fasi iniziali, ma che tenderà a diminuire nel tempo (il completo recupero dall’intervento chirurgico richiede diversi mesi).

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.