- Introduzione
- Cause
- Foto e immagini
- Sintomi
- Gravidanza e rosolia congenita
- Complicazioni
- Quando chiamare il medico?
- Cura
- Vaccino
Introduzione
La rosolia (dal latino piccolo rosso) è una malattia infettiva esantematica causata da un virus ad RNA del genere Rubivirus.
È tipica dell’età infantile e ha un decorso generalmente benigno.
Una volta contratta, la malattia lascia un’immunità che di norma è permanente (non è cioè possibile farla due volte, salvo eccezioni).
Per la rosolia esiste un vaccino ed il suo ruolo è fondamentale per prevenire i rischi dell’infezione in gravidanza, in cui può causare complicazioni anche molto gravi.
Cause
La malattia è causata dal Rubella virus.
Il principale fattore di rischio è rappresentato dall’età, perché la rosolia colpisce soprattutto la fascia di età compresa tra i 5 e i 14 anni.
Trasmissione e contagio
La rosolia si trasmette per contatto diretto da persona infetta a persona sana, attraverso le goccioline di saliva emesse con starnuti, colpi di tosse o semplicemente parlando. Il virus è in grado di attraversare la placenta, per questo in caso di infezione durante la gravidanza vi possono essere gravi conseguenze per il feto.
I pazienti sono contagiosi a partire da una settimana prima della comparsa dell’esantema cutaneo fino ad una settimana dopo, ma il picco di contagiosità di verifica durante la fase esantematica (quando è presente il rash cutaneo).
I bambini che contraggono la rosolia durante la gestazione possono essere contagiosi per molti mesi.
Foto e immagini
Sintomi
L’incubazione dura 14-21 giorni, tipicamente 16-18 giorni.
Fase prodromica
Questa fase ha una durata di 1-5 giorni ed è decisamente poco comune nei bambini, mentre si osserva più facilmente in adolescenti ed adulti; la febbre, se presente, è lieve e le papule rosse sul palato si manifestano in un paziente su cinque.
Possono essere presenti anche:
- brividi
- congiuntivite
- dolore occhi
- inappetenza (calo appetito)
- linfonodi ingrossati
- mal di gola
- mal di testa
- malessere
- nausea.
Fase esantematica
Inizialmente si nota un arrossamento della gola, di norma senza dolore.
L’eruzione cutanea inizia a comparire dal volto, passa al collo e poi ad arti e tronco nel giro di 24 ore; al termine del secondo giorno inizia a sparire dal volto e, progressivamente, anche dal resto nel corpo nelle successive 24.
Le macchie sono piccole (1-4 mm) di colore rosato o rosso pallido, mentre caratteristico è il gonfiore dei linfonodi (soprattutto dietro le orecchie e nel collo).
Negli adulti l’esantema può causare leggero prurito e possono comparire dolori articolari la cui durata può arrivare a diverse settimane.
La febbre in genere non è elevata (sotto i 38.5 °C).
Gravidanza e rosolia congenita
Il virus della rosolia è in grado di attraversare la placenta e attaccare il feto, in questo caso si parla di sindrome della rosolia congenita.
Si stima che la sindrome della rosolia congenita si presenti nel 90% dei neonati portati in grembo da donne infettate dalla rosolia prima dell’undicesima settimana di gestazione; tanto più precoce è il contagio, maggiore è il rischio di danno embrio-fetale.
Contrarre la rosolia in gravidanza può causare
- aborto spontaneo,
- morte intrauterina del feto,
- gravi malformazioni fetali e ritardi:
Alle donne che decidono di provare ad avere una gravidanza e che non siano vaccinate o naturalmente immuni nonostante la malattia, verrà consigliato il vaccino; la gravidanza andrebbe poi evitata nei 3 mesi successivi, in quanto il vaccino stesso potrebbe infettare il feto durante la prima fase della gravidanza.
Si stima che il rischio di danno fetale a causa di un vaccino per la rosolia somministrato meno di 3 mesi prima di un’eventuale gravidanza possa provocare danno fetale nel 3% dei casi.
Il vaccino è invece controindicato nei soggetti con meccanismi immunitari compromessi o alterati.
In caso di contagio:
- Settimane: 0 → 4: Non c’è ancora placenta. quindi il rischio di contagio dell’embrione è scarso; in caso questo avvenga è quasi certo l’aborto.
- Settimane: 4 → 5: Si sono formati i vasi sanguigni per cui il contagio comincia a divenire più probabile; in questo caso i rischi sono di aborto o di gravi malformazioni.
- Settimane: 5 → 16: Il feto si trova in una fase di grande e rapida evoluzione, quindi il virus è in grado di provocare danni gravi come cataratta, malformazioni cardiache e sordità.
- Settimane: 17 → 40: Si ha infezione senza malformazioni; si possono manifestare danni al fegato, carenza di piastrine, polmonite, …
Complicazioni
Di norma la malattia si risolve spontaneamente senza complicazioni, che nei pazienti altrimenti sani sono piuttosto rare:
- vi possono essere artralgie (dolore alle articolazioni) o sviluppo di artrite in un caso su 200 (più frequente negli adulti),
- si stima che la porpora trombocitopenia interessi 1 caso su 3000,
- si stimano encefalite o nevrassite in 1 caso su 8000,
- otite media (molto rara).
Altre complicanze citate in letteratura, talvolta aneddotiche, comprendono
- orchite,
- neurite
- e una rara sindrome tardiva di panencefalite progressiva.
Quando chiamare il medico?
Chiama il medico se:
- il bambino manifesta un esantema,
- una donna in gravidanza viene a contatti con pazienti affetti da rosolia (il contagio è possibile già sette giorni prima dei sintomi) o manifesta un rash cutaneo.
Vai all’ospedale se.:
- Compaiono febbre molto alta, gravi sintomi respiratori, mal di testa invalidante, eccessiva sonnolenza, convulsioni.
- Compare un sanguinamento inspiegabile 1-4 settimane dopo la malattia a carico di gengive, naso, utero, …
Cura
Non esiste un trattamento specifico per la rosolia, ma i sintomi tendono a risolversi spontaneamente entro 7-10 giorni.
In caso di disturbi particolarmente significativi è possibile ricorrere alla somministrazione di paracetamolo o ibuprofene, per ridurre febbre e dare sollievo all’eventuale malessere o dolore.
Si raccomanda poi riposo e abbondante idratazione.
Vaccino
La strategia migliore di prevenzione è sicuramente il vaccino, obbligatorio per i nuovi nati e consigliabile per le donne in gravidanza che risultassero non immuni alla verifica attraverso gli esami del sangue.
Ai nuovi nati viene in genere somministrato attraverso una formulazione che contiene anche i vaccini contro morbillo e parotite (vaccino MPR) ed eventualmente varicella (MPRV); il piano vaccinale prevede:
- un’iniezione attorno all’anno di età,
- un richiamo verso i 6 anni.
Il vaccino è sicuro e particolarmente efficace (97% circa nel caso di della rosolia) e gli effetti collaterali più comuni prevedono semplicemente la possibile comparsa di:
- arrossamento e dolore nel sito d’iniezione,
- febbre, malessere e un’eruzione cutanea della durata di 5-21 giorni dopo la prima vaccinazione (legata al vaccinazione del morbillo),
- dolore articolare (3% dei casi, superiore nel caso di donne adulte).
Vi è assoluta certezza scientifica, comunque, che un bambino vaccinato è molto più al sicuro di un bambino non vaccinato.