Introduzione
I rotavirus sono una famiglia di virus a RNA che rappresentano la causa principale di gastroenteriti nei neonati e bambini fino ai 5 anni. Si tratta di una malattia a diffusione pressoché ubiquitaria, ma alle nostre latitudini si manifesta con picchi d’incidenza stagionale, soprattutto in inverno tra novembre e marzo. Al contrario nei Paesi tropicali il virus è presente per tutto l’anno.
Secondo le stime più recenti dell’OMS ogni giorno muoiono 5-600 bambini, circa 200 mila l’anno. I quadri più gravi si sviluppano in bambini tra 3 e 9 mesi ed in assenza di un trattamento tempestivo.
Nel nostro Paese ed in tutti quelli avanzati la mortalità è bassa, inferiore a 0,1 su 100 mila casi, grazie agli elevati standard medici disponibili, tuttavia queste infezioni rappresentano un’importante causa di accesso in ospedale: si stima che in Europa annualmente vengano ricoverati tra gli 80 mila e i 150 mila bambini per gastroenterite da rotavirus, con più di mezzo milione di accessi al pronto soccorso o dal pediatra.
Cause
I rotavirus causano una gastroenterite, cioè un’infiammazione di stomaco ed intestino. Questa è la conseguenza della distruzione da parte del virus degli enterociti, le cellule che rivestono la parete interna dell’intestino tenue ed i villi intestinali. Il virus aderisce tenacemente a queste cellule e, producendo una tossina, le distrugge. Basta una piccola quantità di virus per generare l’infezione.
Essendo state distrutte queste cellule, responsabili dell’assorbimento di sostanze nutritive, si ha una perdita di liquidi ed elettroliti con le feci.
Esistono 8 specie di questo virus, denominate con le lettere dell’alfabeto da A ad H. I ceppi del gruppo A sono quelli responsabili del maggior numero di infezioni (95%), seguono con molto distacco i gruppi B e C.
Contagio e trasmissione
I rotavirus si trasmettono per via:
- Orofecale: ingestione di acqua o alimenti contaminati
- Per contatto: questi virus sopravvivono a lungo nell’ambiente (nelle giuste condizioni anche per più di 3 settimane) per cui la trasmissione avviene anche toccando oggetti contaminati o tramite strette di mano
- Respiratoria: attraverso tosse e starnuti, ma si tratta di una via decisamente meno comune.
A causa della facilità con cui i neonati e bambini piccoli in genere portano le mani alla bocca è facile capire come il virus trovi facile diffusione in questa popolazione, anche in virtù delle ridotte difese immunitarie.
Un paziente affetto da rotavirus manifesta il picco di eliminazione del virus attraverso le feci dopo 2-5 giorni dall’esordio della diarrea, ma sono noti casi di pazienti privi di sintomi seppure ugualmente contagiosi.
I genitori possono essere contagiati?
Sì, anche gli adulti (ad esempio mamma e papà) possono essere contagiati, ma l’infezione decorre in genere in modo lieve o addirittura privo di sintomi; il rischio è legato soprattutto al cambio del pannolino, dove le feci rappresentano un serbatoio drammaticamente rilevante in termini di carica virale.
L’infezione garantisce immunità?
I bambini, anche quelli vaccinati, possono essere infettati e ammalarsi di rotavirus più di una volta, perché né l’infezione naturale da rotavirus né la vaccinazione forniscono una protezione assoluta da future infezioni.
I bambini non vaccinati mostrano tuttavia sintomi più gravi la prima volta che contraggono la malattia da rotavirus, oltre ad essere ovviamente più esposti al rischio di contagio.
Sintomi
I rotavirus hanno un periodo di incubazione di un paio di giorni, dopo i quali compare il corteo sintomatologico della gastroenterite.
La gastroenterite da rotavirus è caratterizzata da:
- Diarrea acquosa
- Nausea
- Vomito
- Febbre, in genere lieve/moderata ma occasionalmente può essere anche molto elevata
- Malessere generalizzato
- Dolori addominali
In genere i primi sintomi a comparire sono febbre e vomito, che iniziano a diminuire dopo un paio di giorni per lasciare spazio alla diarrea acquosa e a forti dolori addominali, che durano ulteriori 4-5 giorni.
Complicazioni
Il vomito e la diarrea acquosa favoriscono la disidratazione del paziente, la complicanza più frequente e quella responsabile dell’esito infausto della patologia. Il paziente perde cioè una grande quantità di liquidi ed elettroliti senza riuscire a reintrodurli efficacemente. I segni di disidratazione, che se presenti devono indurre ad una rapida ospedalizzazione, sono:
- Oliguria o anuria (scarsa produzione di urina o blocco completo)
- Polidipsia (sete eccessiva)
- Xerostomia (bocca secca)
- Letargia (sonnolenza severa)
- Vertigini e giramenti di testa
Nei bambini è inoltre utile osservare l’eventuale presenza di pianto senza lacrime e l’infossamento della fontanella sulla testa.
Diagnosi
Lo specialista di riferimento per questa patologia è il medico pediatra, in genere è sufficiente la valutazione clinica mediante anamnesi ed esame obiettivo per giungere a diagnosi.
Per avere una diagnosi di certezza si ricorre all’analisi di un campione di feci alla ricerca di antigeni specifici del rotavirus, che tuttavia in Italia non è in genere necessaria perché non cambia l’approccio terapeutico ai sintomi. La ricerca fecale del virus risulta invece utile in tutte le situazioni di epidemie, per esempio in asili o scuole, per rintracciare ed isolare i bambini infetti, evitando la propagazione della patologia.
Cura
Il trattamento della gastroenterite da rotavirus è esclusivamente di supporto alle funzioni vitali e sintomatico in attesa della naturale evoluzione e risoluzione della malattia.
È indispensabile assicurare un’adeguata idratazione al bambino, necessarie per reintegrare le perdite subite a causa di diarrea e vomito; con un adeguato apporto di fluidi la patologia decorre senza particolari sequele.
L’utilizzo di antibiotici è controindicato perché, trattandosi di una patologia virale, si avrebbero solo gli effetti avversi dei farmaci senza alcun beneficio (gli antibiotici non agiscono sui virus ma solo sui batteri).
È inoltre raccomandato:
- Far riposare il bambino ed evitare che faccia sforzi o attività fisica
- Alimentazione con cibi leggeri e facili da digerire
- Paracetamolo, a giudizio del pediatra, per controllare la febbre
Vaccino
L’aver contratto in precedenza l’infezione non dona immunità prolungata, anche se comunque l’infezione successiva in genere avrà un decorso più lieve.
Ai fini di prevenzione occorre quindi adottare buone misure di igiene personale e degli alimenti, ma esistono due vaccini per la prevenzione di questa malattia destinati ai lattanti sotto i 6 mesi di vita e diretti verso il rotavirus A, ceppo responsabile di oltre il 95% delle infezioni:
- Rotarix
- RotaTeq
Sono entrambi vaccini vivi attenutati che si somministrano per bocca (sono in forma di gocce) e donano una protezione contro la malattia grave di quasi il 100% e contro diarree da rotavirus di qualsiasi gravità del 75%, ma soprattutto abbattono le ospedalizzazioni. Sono previste 2-3 somministrazioni tra i 2 ed i 6 mesi di età.
Gli effetti collaterali più comuni sono limitati a irritabilità o diarrea/vomito lievi e temporanei.
Poiché in Italia il rischio di complicazioni legate al Rotavirus è sostanzialmente nullo, la decisione di ricorrere o meno alla vaccinazione deve essere legata soprattutto a considerazioni di tipo pratico, come la prevenzione di un episodio di diarrea così grave da poter richiedere eventualmente l’ospedalizzazione.
A cura del dr Mirko Fortuna, medico chirurgo