- Introduzione
- Richiami di anatomia del polmone
- Virus respiratorio sinciziale
- Contagio e trasmissione
- Sintomi
- Complicazioni
- Si può essere contagiati più volte dal virus respiratorio sinciziale?
- Quando contattare il medico
- Diagnosi
- Cura
- Fonti e bibliografia
Introduzione
Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è un agente patogeno responsabile di un’infezione a livello dell’apparato respiratorio con quadro di polmonite virale.
Le forme di polmonite virale interessano nell’80% dei casi i bambini, come nel caso dell’infezione da virus respiratorio sinciziale, che nello specifico colpisce con una elevata incidenza al di sotto dei due anni di età. Più raramente colpisce anche gli anziani, soprattutto coloro che vivono in una comunità.
Quasi tutti i bambini contraggono l’infezione nei primi 4 anni di vita e molti nel primo anno (fonte MSD).
Negli adulti e nei bambini più grandi l’infezione virale provoca di solito una malattia lieve che regredisce da sé senza la necessità di un ricovero ospedaliero o specifici trattamenti, mentre al di sotto dei due anni si può verificare un quadro di polmonite e bronchiolite molto più serio, che non deve essere sottovalutato.
Trattandosi di una forma virale è caratterizzata dal coinvolgimento dell’interstizio polmonare con un tipico quadro radiologico “a vetro smeriglio”.
Il virus si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di muco inalate, o per contatto diretto di secrezioni infette con le mucose delle prime vie respiratorie.
Il quadro clinico si sviluppa dopo un breve periodo di incubazione e si manifesta con i tipici sintomi respiratori associati a sintomi più specifici dei bambini al di sotto dei due anni:
- Febbre che difficilmente supera i 38.5°
- Tosse secca e stizzosa per lunghi periodi
- Respiro sibilante
- Mal di gola
- Dolori artro – muscolari
- Pianto inconsolabile e irritabilità
- Difficoltà all’alimentazione
- Difficoltà nell’addormentarsi con continui risvegli
La diagnosi si basa sulla raccolta anamnestica e sull’esame obiettivo generale e polmonare, coadiuvata dagli esami ematochimici (esami del sangue) standard e da esami strumentali.
Trattandosi di un’infezione virale il trattamento è solo sintomatico, basato cioè sull’utilizzo di antinfiammatori/antipiretici.
Una polmonite virale provocata dal virus respiratorio sinciziale che venga diagnosticata precocemente, con un trattamento adeguato ed efficace, evolve quasi sempre verso una completa guarigione, con prognosi quindi positiva senza esiti per la salute del bambino o del soggetto affetto.
Solo in concomitanza di diversi fattori prognostici negativi, come un ritardo nella diagnosi, un trattamento inadeguato, la presenza di patologie sottostanti o di un deficit immunitario, o infine per la comparsa di alcune complicanze, si può avere una prognosi negativa e raramente anche infausta.

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Richiami di anatomia del polmone
Il polmone è l’organo deputato alla respirazione che risulta a diretto contatto con l’ambiente esterno. Viene raggiunto da un volume aereo di circa 10.000 litri nelle ventiquattro ore e questo lo rende molto esposto al rischio infettivo da parte di microrganismi che possono raggiungerlo dall’ambiente esterno. Inoltre, a causa della sua particolare rete di vasi sanguigni, si osserva spesso un accumulo di cariche batteriche o virali provenienti da altri distretti del corpo, che aumentano ulteriormente il rischio infettivo.
Nonostante questo, grazie al sistema difensivo meccanico e immunologico dell’organo, una reale infezione si verifica raramente, solo quando le difese respiratorie decadono per vari motivi e le cariche batteriche e virali raggiungono il parenchima riuscendo a moltiplicarsi.
L’infezione che provoca il virus RSV è clinicamente e radiologicamente un quadro di polmonite virale. A livello del polmone si sviluppa un processo infiammatorio che coinvolge l’albero bronchiale sino agli alveoli polmonari. L’infiammazione potrà essere:
- Lobulare, quando coinvolge i bronchi e i lobuli polmonari (piccole porzioni di parenchima polmonare);
- Lobare, quando interessa porzioni più grandi di parenchima polmonare.
A livello istologico è possibile osservare edema (accumulo di liquidi) ed imbibizione dell’interstizio polmonare, che può evolvere nella sua forma alveolare con notevole peggioramento dei sintomi. Gli alveoli possono infatti arrivare, se la malattia prosegue per molto tempo senza un’adeguata risposta terapeutica, alla completa obliterazione con sviluppo di insufficienza respiratoria ed acidosi.
Virus respiratorio sinciziale
Il virus respiratorio sinciziale è un virus a RNA con due diverse forme morfologiche principali: reniforme e filamentosa. Il suo nome (sinciziale) deriva dalla capacità di provocare in colture di cellule umane dei sincizi, ovvero gruppi di cellule pseudo – giganti.
Presenta due gruppi antigenici differenti, il gruppo A e il gruppo B, sulla base di una glicoproteina presente sul loro capside che media l’adesione del virus alle cellule ospiti. Di solito le infezioni provocate dal virus del gruppo A sono più severe.
Contagio e trasmissione
Il virus respiratorio sinciziale si trasmette principalmente per via aerea attraverso l’inalazione di microscopiche goccioline di muco prodotte durante un colpo di tosse e starnuti.
È possibile anche la trasmissione per contatto diretto con delle secrezioni infette con le mucose di occhi, naso e bocca ed è considerata più che plausibile l’ipotesi di trasmissione indiretta attraverso oggetti contaminati (fomiti), tipicamente giochi nel caso dei bambini.
Si tratta nella maggior parte dei casi di un’infezione che si presenta quasi sempre in occasione delle epidemie influenzali stagionali, ovvero con maggiore prevalenza tra novembre e aprile.
Sintomi
Il quadro clinico dell’infezione da virus respiratorio sinciziale e quindi della polmonite virale da esso provocata tende a caratterizzarsi per uno stato di malessere generale associato a mal di testa, dolori muscolari e articolari. Questi sintomi di solito si sovrappongono ad un quadro infiammatorio delle prime vie aeree, come un quadro di rinite (raffreddore) e mal di gola.
Sono inoltre presenti sintomi respiratori e generali, quali:
- Febbre, ma di solito più bassa rispetto alle forme batteriche, che difficilmente supera i 38° – 38.5°)
- Tosse secca e stizzosa per lunghi periodi
- Dispnea (respirazione difficoltosa) con respiro sibilante e tachipnea (aumento della frequenza respiratoria)
- Dolore toracico
- Astenia (stanchezza)
- Aspetto cianotico con colorazione bluastra di cute e mucose (nelle forme gravi con diminuzione dei livelli sanguigni di O2)
Nei bambini è infine comune osservare alcuni sintomi più specifici che comprendono:
- Pianto inconsolabile
- Difficoltà all’alimentazione
- Irritabilità
- Difficoltà nell’addormentarsi con possibilità di sonno interrotto e continui risvegli durante il giorno
- Tosse continua
Decorso dell’infezione
Sotto il profilo clinico, dopo un periodo di incubazione che può variare da qualche giorno (tipicamente 4-6) ad 1 o 2 settimane, si verifica inizialmente una flogosi (infiammazione) delle prime vie respiratorie con una sorta di sindrome pseudo – influenzale con febbre che non supera i 38.5°, tosse secca stizzosa, astenia. La tosse può diventare produttiva con carattere purulento nel caso di una sovrainfezione batterica. Raramente si presenta dispnea (ovvero difficoltà respiratoria con sensazione di mancanza d’aria), o un dolore toracico. Questo sviluppo del quadro clinico, valido per gli adulti e gli anziani, si modifica leggermente nel caso il virus colpisca i bambini al di sotto dei due, anni con presentazione di sintomi più specifici.
Complicazioni
Qualora i sintomi non regrediscano nel giro di alcuni giorni, o si rilevi un’insufficiente risposta alla terapia intrapresa, è possibile andare incontro all’insorgenza di complicanze, soprattutto nei soggetti a rischio con deficit immunologico o altre malattie, che possono essere tanto gravi da compromettere seriamente lo stato di salute del bambino.
Tra le più rilevanti sono comprese
- Sepsi o setticemia: l’infezione dal polmone si propaga a tutto l’organismo a seguito del passaggio del virus nel sangue, da cui raggiungerà gli altri organi nobili. È una complicanza temibile e spesso mortale che si presenta con segni e sintomi clinici quali:
- Febbre alta continua poco responsiva agli antipiretici.
- Shock emodinamico con collasso cardiovascolare.
- Ipotensione (riduzione della pressione arteriosa sanguigna)
- Alterazione della coscienza fino al coma.
- Tachicardia e tachipnea (rispettivamente aumento della frequenza cardiaca e respiratoria).
- Estremità come mani e piedi che risultano essere piuttosto fredde e pallide.
- Ascesso polmonare: raccolta di pus all’interno del polmone, che richiede una terapia antibiotica prolungata e spesso un drenaggio chirurgico; si verifica raramente nelle polmoniti virali che risentono di una sovrainfezione batterica.
- Pleurite: infiammazione della pleura, una sottile membrana che riveste i polmoni; può associarsi anche a versamento o a empiema pleurico.
- Insufficienza respiratoria con riduzione dei valori pO2 e aumento della pCO2.
Si può essere contagiati più volte dal virus respiratorio sinciziale?
Purtroppo l’immunità acquisita dopo un’infezione da virus respiratorio sinciziale è incompleta, per cui la reinfezione può essere particolarmente frequente. Questo spiega il perché nei bambini al di sotto dei due anni e soprattutto nei neonati di pochi mesi è frequente il ricorrere di polmoniti dovute a questo virus, nonostante la possibile presenza di anticorpi specifici trasmessi per via materna con l’allattamento.
Si noti tuttavia che, se la prima infezione causa molto frequentemente bronchiolite e talvolta polmonite, le successive infezioni interessano generalmente l’apparato respiratorio superiore con quadri di gravità diminuita.
Quando contattare il medico
Nei casi di sintomi nei bambini piccoli, sotto i due anni, si raccomanda di contattare tempestivamente il pediatra, sopratutto nel caso di:
- riduzione dell’appetito, spesso il primo segno di peggioramento,
- sviluppo di episodi di apnea (momenti di interruzione del respiro)
- comparsa di difficoltà respiratoria (respiro accelerato e/o affannato).
Diagnosi
Il bambino che presenta i tipici sintomi respiratori deve essere quanto prima posto all’attenzione di un medico e qualora lo si ritenga necessario sarà importante accedere al Pronto Soccorso per un ricovero ospedaliero, scelta che consente, anche nei quadri clinici più lievi e poco gravi, un corretto inquadramento diagnostico ed un trattamento tempestivo ed efficace.
Il percorso diagnostico prevede diversi step, tra cui la raccolta anamnestica che consiste in una sorta di intervista medico – paziente o in questo caso del medico con i genitori del piccolo, che permette di raccogliere le informazioni cliniche più importanti, con la descrizione dei sintomi, sul come e il quando si sono presentati tali sintomi e la presenza di eventuali patologie sottostanti. Utile sarà anche l’anamnesi farmacologica per capire se si è già intrapresa una terapia antibiotica o antinfiammatoria empirica prima della visita.
Terminata la fase anamnestica il medico esegue un esame obiettivo generale e pneumologico. Con l’aiuto dello stetofonendoscopio il medico può riconoscere i segni semeiologici auscultando i polmoni descrivendo la presenza di eventuali fischi, sibili, rantoli o ronchi. Con l’esame obiettivo è possibile anche individuare la zona polmonare coinvolta differenziando la polmonite in una forma lobulare o in una lobare. È doveroso riportare come tuttavia, nelle forme di polmonite virale come nel caso di infezione da virus respiratorio sinciziale, l’obiettività toracica può essere spesso silente, trattandosi di un processo infiammatorio che interessa principalmente l’interstizio polmonare anziché il suo parenchima.
A questo punto si eseguono gli esami del sangue di routine che permettono un attento monitoraggio dell’infezione. In caso di infezione da virus respiratorio sinciziale si potrà osservare un aumento dei markers infiammatori come la VES e la PCR (proteina C – reattiva) e un quadro modesto di leucocitosi (ovvero aumento dei globuli bianchi) ma con una più importante linfocitosi (ovvero aumento dei linfociti).
Come in tutte le patologie respiratorie è molto utile l’esecuzione di un emogasanalisi, un esame invasivo che tuttavia consente di valutare una serie di dati sugli scambi respiratori del polmone e non solo, come il pH, la pO2, la pCO2.
Al fine di una pronta diagnosi, diventano indispensabili gli esami strumentali radiologici, prima fra tutti, l’esecuzione di una radiografia del torace, che rappresenta un esame di primo livello eseguita in due proiezioni (antero – posteriore e latero – laterale) e che permette di visualizzare il parenchima polmonare con eventuali focolai patologici.
Tipicamente si osservano quadri di coinvolgimento interstiziale più o meno estesi che si presentano con quadri reticolari o con aspetto “a vetro smerigliato”. I lobi polmonari coinvolti sono nella maggior parte dei casi quelli inferiori con bilateralità degli eventuali focolai infettivi presenti.
In caso di complicanze, o per condurre una diagnosi differenziale con altre patologie, si può eseguire una TC torace (che tuttavia è da evitare nei bambini e nelle donne in gravidanza), che possiede una definizione elevata e molto superiore a quella della semplice radiografia toracica.
Più rare sono le indicazioni ad una ecografia polmonare, utile soprattutto nello studiare complicanze a carico della pleura come un versamento.
Infine, viene eseguita un’analisi dell’espettorato con esame colturale per identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione con il relativo antibiogramma per dimostrare la sua sensibilità ai principali antibiotici. Nel caso della polmonite da virus respiratorio sinciziale l’esame colturale dell’espettorato può risultare negativo a meno che non ci sia una sovrainfezione batterica in corso. Inoltre, l’espettorato può risultare inquinato dalla flora batterica orale o provenire da altra sede rispetto al focolaio infettivo e quindi non contenere il vero agente responsabile dell’infezione.
Una maggiore precisione diagnostica si potrebbe avere dal prelievo locale delle secrezioni bronchiali durante fibro-broncoscopia.
Per le polmoniti virali risulterà necessaria e fondamentale la sierologia attraverso la metodica classica dell’emoagglutinazione o con le più moderne metodiche di immunofluorescenza. Questo esame permette di evidenziare l’incremento di anticorpi specifici di 2 – 4 volte ad un controllo eseguito qualche settimana dopo il prelievo basale.
Infine esiste un test di diagnosi molecolare per la ricerca del materiale genetico del virus mediante la RT – PCR .
Cura
Come per tutti i processi virali, anche per l’infezione da virus respiratorio sinciziale e corrispettiva polmonite, non esiste una terapia eziologica specifica, ma solo un trattamento sintomatico che permette di far alleviare e regredire i sintomi più fastidiosi.
In caso di virus non è necessaria nessuna terapia antibiotica e, nel caso di soggetti adulti o anziani, la terapia si approccia con:
- Riposo a letto per diversi giorni
- Evitare di uscire di casa
- Evitare gli sbalzi di temperatura
- Paracetamolo (Tachipirina) per abbassare la temperatura in caso di febbre
- Farmaci antinfiammatori da banco tipo FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei)
- Farmaci antivirali (solo in casi selezionati con rischio per la salute molto elevato)
L’eventuale terapia antibiotica viene prescritta nel caso di una dimostrata sovrainfezione batterica, la quale va eseguita scrupolosamente per evitare complicanze o recidive. Gli antibiotici possono essere assunti in maniera empirica inizialmente o più correttamente dopo l’esito dell’antibiogramma definito sulla base di un esame colturale positivo.
Le principali vie di somministrazione possono essere:
- Per os (per via orale)
- Intramuscolo
- Aerosol
- Endovena
Solo raramente, nei casi più gravi, può essere necessario un supporto con ossigenoterapia o addirittura l’intubazione endotracheale per la ventilazione assistita.
Infine, è sempre utile ricordare che, come per tutte le patologie infettive, sarà doverosa la prevenzione basata sull’utilizzo delle corrette norme igieniche e di comportamento, ovvero:
- Lavarsi spesso le mani
- Starnutire lontano da altre persone
- Usare fazzolettini monouso
- Evitare contatti con altri soggetti malati
- Non condividere posate o bicchieri a tavola
- Non esporre i bambini al fumo passivo
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- Malattie dell’apparato respiratorio II edizione. E. Gramiccioni, M. Loizzi, M.P. Foschino Barbaro, O. Resta, F. Sollitto. (Edizioni Minerva Medica Torino).
- Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1-2 (17’Ed. McGraw Hill).
Articoli ed approfondimenti
- Malattie
- Scheda presente nelle categorie: Vie respiratorie