Introduzione
La scarlattina è l’unica malattia esantematica provocata da batteri; l’esantema è infatti innescato dalla presenza di una tossina prodotta dallo streptococco β-emolitico di gruppo A, un batterio che può trovare un ambiente di riproduzione favorevole tra le mucose del naso o della gola.
La malattia è poco comune sotto i due anni ed in età adulta (quando l’organismo impara ad elaborare anticorpi capaci di arginare la malattia), mentre è più frequente e diffusa in età scolare.
Il batterio responsabile della scarlattina è molto resistente e ben alberga in luoghi pubblici come scuole, centri sportivi e mense scolastiche. Si stima che negli USA più del 10% delle faringiti da streptococco β-emolitico del gruppo A siano causa di scarlattina.
Superare l’infezione non permette purtroppo di acquisire immunità: se al primo contatto contatto con una determinata esotossina si sviluppa il caratteristico mal di gola accompagnato dall’esantema, nuovi contagi portano in genere alla faringite senza più lo sviluppo di sintomi cutanei.
I sintomi più comuni della scarlattina hanno un tempo di incubazione di circa 1-4 giorni e i primi a comparire sono:
- mal di gola,
- mal di testa,
- febbre elevata (38 °C o superiore),
- gonfiore dei linfonodi (ghiandole) del collo,
- malessere,
- solo in seguito compare il caratteristico rash sul corpo e un’alterazione del colore della lingua (da bianco a rosso acceso).
La diagnosi di norma non richiede l’esecuzione di esami particolari, ma è formulata sulla base della sola visita medica; in caso di dubbio è possibile eseguire un tampone faringeo.
La malattia in sé non è associata a particolari pericoli, ma se non adeguatamente trattata con antibiotico il batterio è in grado di interessare altri distretti corporei andando a determinare pericolose complicazioni, anche a distanza di tempo.
Cause
La scarlattina è una malattia esantematica causata dallo streptococco β-emolitico di gruppo A (Streptococcus Pyogenes), un batterio capace di produrre tre tipi di esotossine nocive che causano la caratteristica manifestazione cutanea (esantema); poiché le tre tossine tossine sono leggermente diverse tra loro dal punto di vista chimico, è in teoria possibile ammalarsi più volte di questa malattia, anche se tale eventualità risulta di fatto piuttosto rara.
Fattori di rischio
L’infezione colpisce in egual modo entrambi i sessi, soprattutto nei bambini in età scolare, indicativamente dai 5 ai 15 anni.
Espongono ad un aumentato rischio di d’infezione:
- un prolungato e frequente il contatto con bambini, per esempio per motivi professionali (maestri, educatori, …),
- sistema immunitario indebolito.
Trasmissione
Il batterio streptococco responsabile della scarlattina è molto resistente alle condizioni ambientali (temperatura, umidità, …) e si trasmette prevalentemente per via aerea attraverso la saliva; resiste per molto tempo anche su oggetti di uso quotidiano come le stoviglie, i libri e i giocattoli dei bambini infetti, che possono quindi fungere da tramite per un contagio indiretto (toccando l’oggetto contaminato e portando poi le mani non lavate alla bocca o al naso).
È quindi capace di propagarsi per contatto attraverso le secrezioni delle vie aeree, ma sono stati riportati casi di contagio attraverso cibo infetto o infezioni cutanee (ad esempio da impetigine).
Generalmente un malato inizia ad essere contagioso 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi: se si instaura un’adeguata terapia antibiotica il paziente non è più contagioso (e può quindi tornare a scuola od al lavoro) già dopo 24-48 ore dalla prima dose.
Possono verificarsi casi di portatore sano, ossia soggetti che non mostrano sintomi ma in grado di contagiare altre persone.
Sintomi
L’incubazione della scarlattina varia generalmente da 1 a 4 giorni e la completa guarigione dei sintomi può richiedere fino a 2-3 settimane, anche se febbre e mal di gola si risolvono in pochi giorni; in caso di terapia antibiotica il soggetto può tornare a scuola/lavoro già dopo 24-48 ore dalla prima dose.
La seguente suddivisione in giorni è puramente indicativa ed i tempi possono leggermente variare da un paziente all’altro.
Fase prodromica
- Giorno 1: La malattia ha un esordio improvviso con sintomi come
- febbre alta fino a 39-40 °C,
- brividi,
- mal di testa,
- mal di stomaco,
- vomito,
- forte mal di gola con difficoltà nella deglutizione,
- gola molto arrossata e infiammata,
- talvolta tonsille bianche
- e linfonodi del collo ingrossati.
Fase esantematica
- Giorno 2: Entro 12-48 h dall’esordio del mal di gola (che rimane sempre forte) compare l’esantema su collo, ascelle e inguine. Sul viso in genere non compare l’esantema, ma un forte colore rosso che si estende sull’intero volto ad eccezione della zona di bocca, mento e naso (“maschera scarlattinosa”). Persiste la febbre alta.
- Giorno 3: La lingua si copre di una patina bianca che poi tende a desquamare, lasciando la lingua stessa di un acceso color rosso fragola o lampone.
Le macchioline rosse su corpo, lievemente in rilievo al tatto (come fosse cartavetro), dal viso e dal collo si estendono al torace e agli arti. Diventano particolarmente evidenti sulla superficie interna del gomito, nelle pieghe inguinali e sulla faccia interna delle cosce.
L’esantema è causato dalla tossina prodotta dal batterio e non tutti i soggetti ne sono ugualmente colpiti, tanto che in una famiglia è possibile che un bambino sviluppi l’esantema ed il fratello solo la faringite da streptococco.
La febbre tende a risolversi nel giro di 3-5 giorni e il mal di gola poco dopo.
Fase desquamativa
- Giorno 6: L’eruzione cutanea sfuma nel giro di 3-4 giorni circa e sulla pelle, successivamente, compare una caratteristica desquamazione che può durare anche per alcune settimane (normalmente da 10 a 14 giorni); in questa fase potrebbe comparire prurito.
Gravidanza
La scarlattina in gravidanza non determina malformazioni fetali.
Se l’infezione colpisce il tratto vaginale a fine gravidanza (evento peraltro abbastanza raro) la donna può tuttavia andare incontro ad un aumento del rischio di parto pretermine.
In caso di contatto con un paziente affetto da scarlattina durante la gravidanza non bisogna allarmarsi, ma consigliarsi con il proprio ginecologo per valutare l’opportunità di fare un tampone vaginale o di assumere una copertura antibiotica.
Complicazioni
Se diagnosticata precocemente e trattata con antibiotico, la malattia si risolve di norma senza alcuna complicazione e la prognosi è eccellente (4-5 giorni).
Tuttavia la scarlattina, come tutte le infezioni sostenute da streptococchi β-emolitici, può indurre varie complicanze
- suppurative (con formazione di pus):
- ascessi tonsillari (raccolta di pus),
- otite,
- sinusite,
- meningite,
- polmonite,
- setticemia,
- osteomielite;
- non suppurative (senza formazione di pus):
- glomerulonefrite,
- artrite infettiva,
- sindrome da shock tossico streptococcico.
La complicazione più comune è però la febbre reumatica, una condizione in grado di colpire cuore, articolazioni, cervello e pelle; viene scongiurata quando si inizia la terapia antibiotica entro 10 giorni dall’ingresso nell’organismo dello streptococco.
Quando chiamare il medico?
È necessario il parere del medico in caso di sintomi compatibili con la scarlattina, perché nel caso in cui venga confermata la diagnosi è necessario ricorrere al trattamento antibiotico per evitare il rischio di febbre reumatica.
In seguito va consultato in caso di rash cutaneo importante, ingrossamento delle ghiandole alla base del collo, forte mal di gola.
Cura
La faringite streptococcica e la relativa manifestazione in forma di scarlattina è quasi sempre una malattia auto-limitante, ma il trattamento antibiotico è considerato imprescindibile fondamentalmente per quattro ragioni:
- accorciare il decorso e la severità dell’infezione,
- prevenire il rischio di sviluppo di febbre reumatica, una pericolosa complicazione che si può sviluppare anche a distanza di tempo,
- prevenire le complicazioni suppurative secondarie, come otite e sinusite,
- velocizzare il rientro in comunità del paziente, che non risulta più contagioso già dopo 24-48 ore dalla prima dose somministrata.
L’antibiotico di prima scelta per il trattamento della scarlattina è l’associazione di amoxicillina e acido clavulanico (Augmentin®, Clavulin®, …), somministrato per 10 giorni, ma esistono numerose alternative in caso di necessità (allergie alla penicillina e altro).
Può essere utile il ricorso a paracetamolo, ibuprofene o altri antinfiammatori non steroidei in caso di febbre e malessere, mentre solo raramente è necessario un trattamento farmacologico per il prurito.
Utile un’abbondante idratazione per prevenire il rischio di disidratazione dovuta alla febbre e, ovviamente, riposo.
Prevenzione
Non esiste ad oggi vaccino per la scarlattina, quindi la prevenzione si attua prevalentemente attraverso una buona igiene delle mani.
Essendo molto contagiosa, si raccomanda inoltre di:
- astenersi dal lavoro o tenere i bambini colpiti da scarlattina a casa da scuola per almeno ancora 24 ore dall’inizio del trattamento antibiotico,
- evitare di condividere posate, bicchieri, biancheria da letto, asciugamani, giocattoli, … che possono diventare veicolo di contagio.