- Cosa sono gli sferociti?
- Che cos’è la sferocitosi?
- A cosa è dovuta la formazione degli sferociti?
- Sintomi
- Diagnosi
- Come si cura
- Fonti e bibliografia
Cosa sono gli sferociti?
Gli sferociti sono un tipo particolare di globuli rossi caratterizzati da una forma sferica anziché quella biconcava tipica dei globuli rossi normali.
Questa anomala forma sferica è dovuta a un’alterazione della struttura della membrana cellulare, che li rende
- più piccoli,
- più duri
- e meno flessibili
dei globuli rossi normali; nel complesso risultano per queste ragioni più vulnerabili alla rottura (a causa della pressione osmotica) o lisi precoce (smaltimento), seppure siano in grado di garantire un adeguato trasporto di ossigeno e anidride carbonica.
La condizione in cui gli eritrociti assumono la forma sferica anziché quella biconcava è nota come “sferocitosi”.
Gli sferociti sono tuttavia meno adatti del globuli rossi normali per passare attraverso i vasi sanguigni stretti e possono essere catturati e distrutti più facilmente dalla milza, che è l’organo responsabile della rimozione dei globuli rossi difettosi o danneggiati. Questo processo di eliminazione più rapida degli eritrociti può portare a sintomi come anemia emolitica, ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi), splenomegalia (ingrandimento della milza) e altri problemi associati alla rottura prematura dei globuli rossi.
Che cos’è la sferocitosi?
La sferocitosi è una malattia emolitica che può essere congenita (presente sin dalla nascita) o acquisita; la sferocitosi ereditaria (qundi congenita, anche nota come malattia di Minkowski-Chauffard) è delle due la più comune, seppure sia nel complesso una malattia rara.
Le sferocitosi acquisite hanno invece di norma un’origine autoimmune.
I sintomi più comuni della sferocitosi comprendono
- anemia,
- ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi a causa dello smaltimento dei residui dei globuli rossi)
- e splenomegalia (ingrandimento della milza, conseguente all’aumento lavoro di smaltimento dei globuli rossi danneggiati).
La sferocitosi può variare in gravità da lieve a grave; i casi più severi potrebbero richiedere regolari trasfusioni di sangue o la rimozione chirurgica della milza (splenectomia) per gestire i sintomi e prevenire complicazioni.
A cosa è dovuta la formazione degli sferociti?
La presenza di sferociti nel sangue può essere distinta in base alla sua origine in
- congenita (presente sin dalla nascita), nella maggior parte dei casi in forma di sferocitosi ereditaria (malattia di Minkowski-Chauffard);
- acquisita, ovvero causata da altre condizioni di salute che comprendono ad esempio:
- malattie autoimmuni,
- reazioni trasfusionali emolitiche acute e ritardate,
- malattia emolitica del neonato
- infusione di acqua per via endovenosa o annegamento
- ipofosfatemia
- bartonellosi
- morsi di serpente.
Sferocitosi ereditaria
La sferocitosi ereditaria è una malattia genetica ereditata dai genitori; sono almeno 5 i geni potenzialmente coinvolti, in quanto depositari delle istruzioni necessarie alla sintesi di specifiche proteine di membrana.
Si verifica in circa un neonato su 2.000 di origine nordeuropea; è la causa più comune di anemia ereditaria in quella popolazione (mentre non è nota la diffusione in altre popolazioni, ma è sicuramente molto meno comune).
Nella gran parte dei casi (tre su 4) la sferocitosi ereditaria viene trasmessa secondo una modalità autosomica dominante, per la quale è sufficiente ereditare un’unica copia difettosa da un genitore. Sono descritti casi in cui la mutazione non viene ereditata, ma si manifesta spontaneamente.
Le mutazioni sono responsabili di globuli rossi eccessivamente rigidi e deformi; invece di una forma a disco appiattito la cellula acquisisce una forma sferica (da cui il termine sferociti) e, soprattutto, sono incapaci di adattarsi nella forma durante la percorrenza nei vasi sanguigni più piccoli.
Le mutazioni nel gene ANK1 sono responsabili di circa la metà di tutti i casi di sferocitosi ereditaria, mentre gli altri geni associati alla sferocitosi ereditaria rappresentano ciascuno una percentuale minore di casi di questa condizione.
Le quattro forme risultanti di sferocitosi ereditaria si distinguono per la gravità dei segni e dei sintomi; sono indicate rispettivamente come
- forma lieve (20-30% dei casi)
- forma moderata (60-70%),
- forma moderata/grave (10%),
- forma grave (3-5%).
Sintomi
I globuli rossi deformi tipici della condizione (sferociti) vengono individuati e filtrati della milza per essere avviati allo smaltimento, questo porta spesso allo sviluppo di anemia (carenza di globuli rossi circolanti) perché la produzione nel midollo osseo non è in grado di far fronte alle aumentate perdite. L’anemia può manifestarsi con i classici sintomi che comprendono:
- pelle pallida,
- stanchezza,
- battito cardiaco accelerato,
- fiato corto,
- …
All’interno della milza i globuli rossi difettosi vengono distrutti (emolisi) e, se il numero è elevato, questo processo sovraccarica l’organo che va incontro a un progressivo ingrandimento (splenomegalia).
La presenza di elevati residui cellulari nel sangue (bilirubina), causati dallo smaltimento, è causa di ittero (ingiallimento di pelle e sclera degli occhi).
Sferocitosi ereditaria
La maggior parte dei neonati affetti da sferocitosi ereditaria presenta un’anemia grave, che tuttavia tende a migliorare dopo il primo anno di vita.
L’ingrossamento della milza può verificarsi in qualsiasi momento, dalla prima infanzia all’età adulta.
Circa la metà degli individui affetti sviluppa calcoli biliari (nella cistifellea), con prima insorgenza che si può verificare dalla tarda infanzia fino alla metà dell’età adulta.
Più nel dettaglio:
- I soggetti affetti dalla forma lieve possono presentare un’anemia molto lieve o talvolta essere asintomatici.
- Le persone con la forma moderata presentano tipicamente anemia, ittero e splenomegalia. Molti sviluppano anche calcoli biliari.
- Gli individui con la forma moderata/grave presentano tutte le caratteristiche della forma moderata, oltre a un’anemia grave.
- Quelli con la forma grave sviluppano un’anemia pericolosa per la vita, che richiede frequenti trasfusioni di sangue per supplire alle devastanti perdite. Presentano anche grave splenomegalia, ittero e un alto rischio di sviluppare calcoli biliari. Alcuni individui affetti dalla forma grave presentano bassa statura, sviluppo sessuale ritardato e anomalie scheletriche.
Alcuni pazienti potrebbero sviluppare crisi ematologiche, tipicamente di tipo emolitico e quindi caratterizzate da un improvviso quanto drammatico aumento della distruzione dei globuli rossi; si presenta con febbre e può essere innescata da infezioni virali (più raramente in modo spontaneo).
Diagnosi
La presenza di un elevato numero di sferociti nel sangue è l’elemento cardine tanto della sferocitosi ereditaria, quanto delle anemie emolitiche autoimmuni; per distinguerle si ricorre al test di Coombs diretto, che risulta positivo solo nel caso di forme immuno-mediate.
Tra gli altri esami suggestivi di sferocitosi il semplice emocromo completo può mostrare un aumento dei reticolociti, segno dell’aumento della produzione di globuli rossi, e una diminuzione di emoglobina ed ematocrito (per definizione, in quanto anemia).
Come si cura
La sferocitosi acquisita richiede in genere il trattamento della condizione responsabile a monte e, se necessario, un approccio sintomatico come per la sferocitosi ereditaria, che viene gestita diversamente in base alla gravità con cui si presenta:
- alcuni pazienti asintomatici (o con sintomi lievi), potrebbero non richiedere alcun trattamento;
- pazienti con sintomi più severi potrebbero invece richiedere uno o più dei seguenti approcci:
- integrazione con di acido folico
- rimozione parziale o totale della milza per rallentare la degradazione dei globuli rossi
- rimozione chirurgica della cistifellea (colecistectomia) in caso di calcoli biliari
- trasfusioni di sangue per fornire globuli rossi sani.
In neonati affetti da ittero grave potrebbero richiedere esposizione a lampade UV.
Si tratta in ogni caso di terapie sintomatiche, che consentono una gestione dei sintomi ma non possono curare la condizione di base (in quanto genetica); sono riposte speranze in una futura tecnologia genica, ma ad oggi siamo ancora nel campo della ricerca di base.
Fonti e bibliografia
Articoli ed approfondimenti
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