Introduzione
La sindrome del dolore pelvico cronico (Chronic Pelvic Pain Syndrome) è una condizione genito-urinaria che riguarda il sesso maschile e che corrisponde nella maggior parte dei casi (oltre il 90%) ad una prostatite cronica non batterica; il dolore viene avvertito a livello pelvico nell’uomo ed è tendenzialmente cronico, alternando fasi di riacutizzazione e di quiescenza. Può essere sintomo di altre patologie o rappresentare una condizione a sé stante.
Rappresenta una condizione complessa che può avere molteplici cause:
- Idiopatica, quando non si riesce a trovare una causa specifica
- Prostatite cronica non batterica
- Disfunzione del pavimento pelvico
- Altre cause organiche di patologie del tratto genito-urinario
La sindrome del dolore pelvico cronico si verifica ogni anno in circa lo 0,5% degli uomini; può verificarsi a qualsiasi età, ma si rileva un picco d’incidenza negli uomini di età compresa tra 35 e 45 anni.
La prostata è un organo ghiandolare impari facente parte dell’apparato genitale maschile; la sua funzione è quella di produrre il liquido prostatico, che contiene sostanze necessarie al nutrimento e al trasporto degli spermatozoi nello sperma. L’infiammazione della prostata delinea diversi quadri di prostatite, tra cui quella che provoca la sindrome del dolore pelvico cronico.
I sintomi della sindrome del dolore pelvico cronico possono essere:
- Dolore cronico a livello pelvico o perineale, di durata superiore ai 3 mesi
- Dolore sordo, pressorio, non localizzabile o crampiforme con fasi di quiescenza e di riacutizzazione
- Dolore e bruciore durante la minzione o l’eiaculazione
- Sintomi da disturbi urinari, quali disuria (difficoltà ad urinare), pollachiuria (aumento della frequenza di minzione), urgenza minzionale
- Artralgia e mialgia (dolori articolari e muscolari)
- Astenia e senso di affaticamento cronico
- Sintomi da disturbi della sfera sessuale, quali riduzione del desiderio e difficoltà erettile
La diagnosi non è semplice e spesso viene formulata per esclusione, ossia dopo aver escluso altre patologie che ne condividono i sintomi principali.
Ci si può avvalere di esami del sangue, esami strumentali radiologici (come TC o risonanza magnetica), esame delle urine e del secreto prostatico.
La sindrome del dolore pelvico cronico è una condizione molto invalidante per l’uomo per via delle conseguenze che può avere sul piano sociale, di relazione e della vita di coppia dell’individuo, dove i trattamenti standard spesso permettono un sollievo minimo e solo temporaneo. Nel tentativo di trovare una risposta ai propri sintomi, diversi pazienti tendono a spostarsi da un medico ad un altro, senza tuttavia riuscire a trovare soluzioni efficaci alla loro condizione.
Il trattamento è di tipo multi-modale e può prevedere una terapia con biofeedback, farmaci alfa-bloccanti, antinfiammatori e alcuni antibiotici. Possono risultare utili anche l’utilizzo di rilassanti muscolari, tecniche fisioterapiche di rilassamento muscolare ed antidepressivi.
Cause
La causa specifica della sindrome del dolore pelvico cronico è a tutt’oggi sconosciuta, ma ci sono diverse condizioni i cui sintomi portano al tipico quadro clinico:
- Prostatite cronica non batterica: corrisponde al tipo III della classificazione NIH (National Institutes of Health), caratterizzata dall’infiammazione della prostata con sintomi quali dolore a livello lombare e genitale, aumento della frequenza urinaria ed urgenza minzionale (tipicamente notturna); sia la minzione che l’eiaculazione risultano essere dolorose con senso di bruciore. Rappresenta da sola circa il 90% dei casi della sindrome del dolore pelvico cronico
- Disfunzione del pavimento pelvico: un disturbo psico-neuro-muscolare che si traduce in una contrazione cronica dei muscoli del pavimento pelvico che evoca un dolore locale cronico.
- Diverse forme di cistite, tra cui la forma interstiziale
L’evento iniziale scatenante una sindrome del dolore pelvico cronico può essere un agente infettivo non riconosciuto o un trauma fisico che provoca infiammazione ai nervi locali dell’area genito-urinaria; se la risposta dell’organismo a questi eventi si traduce in una maggiore sensibilità nervosa, il risultato una soglia del dolore che si abbassa con la comparsa dei sintomi tipici.
Stress e tensione psico-fisica possono poi esacerbare e cronicizzare tale condizione.
Sintomi
La sindrome del dolore pelvico cronico è caratterizzata dalla presenza di uno o più dei seguenti sintomi/segni:
- Dolore cronico a livello lombare, pelvico, genitale o perineale, di durata superiore ai 3 mesi (il dolore può riguardare anche i testicoli, la punta del pene, l’area pubica o la vescica)
- Dolore sordo, pressorio, non localizzabile e crampiforme caratterizzato da fasi di quiescenza e di riacutizzazione
- Mancata evidenza di infezione del tratto urinario (prostatite, cistite, uretrite)
- Dolore e bruciore durante la minzione o l’eiaculazione
- Comparsa di dolore in caso si mantenga una posizione seduta per molto tempo
- Sintomi da disturbi urinari, quali disuria, pollachiuria, urgenza minzionale
- Artralgia e mialgia (dolori articolari e muscolari)
- Astenia e senso di affaticamento cronico
- Sintomi da disturbi della sfera sessuale, quali riduzione della libido e difficoltà erettile
In conseguenza di queste difficoltà non è raro che il soggetti sviluppi
- Disturbi del sonno
- Isolamento sociale e riduzione del tono dell’umore (depressione)
Diagnosi
La sindrome del dolore pelvico cronico è un disturbo poco riconoscibile e difficile da diagnosticare.
Il dolore rappresenta l’elemento predominante della condizione e guida il medico all’esecuzione di diversi test necessari ad escludere altre cause più frequenti e più gravi; gli esami del sangue sono quasi sempre nella norma, talvolta possono mostrare un innalzamento aspecifico dei markers infiammatori (aumento dei globuli bianchi, delle piastrine, della proteina C-reattiva).
Gli esami strumentali radiologici come una TC o una risonanza magnetica addome-pelvi, evidenziano eventuali patologie organiche a carico delle strutture genito-urinarie, la cui presenza esclude una sindrome da dolore pelvico cronico.
L’esplorazione digito-rettale è mirato alla valutazione della prostata e di eventuali sue patologie. In questa sindrome la prostata può risultare ingrandita e dolente come in corso di infiammazione.
L’esame batteriologico delle urine e della secrezione prostatica possono dimostrare la presenza di infezione (con batteri e globuli bianchi) ed infiammazione.
La diagnosi differenziale prevede l’esclusione di alcune patologie quali:
- Iperplasia prostatica benigna (IPB)
- Cancro alla prostata
- Cistite
- Uretrite o stenosi uretrale
- Neoplasie degli organi genitali
- Patologie del testicolo
- Fibromialgia
- Sindrome dell’intestino irritabile
Cura
Il trattamento è di tipo multi-modale e può prevedere una terapia con biofeedback, alfa-bloccanti, antinfiammatori e alcuni antibiotici. Possono risultare utili anche l’utilizzo di rilassanti muscolari, tecniche fisioterapiche di rilassamento muscolare ed antidepressivi.
Il biofeedback è una tecnica terapeutica che consente ad un individuo di imparare a controllare e autoregolare le proprie risposte fisiologiche (solitamente involontarie), ovvero quelle che sfuggono ai meccanismi regolatori a causa di una malattia o un trauma; tale tecnica è piuttosto utile in caso di disfunzione muscolare pelvica.
Gli alfa-bloccanti (tamsulosina, silodosina, alfuzosina) sono una categoria di farmaci mirati ai recettori alfa1 adrenergici, utilizzati nell’iperplasia prostatica benigna. In questa sindrome risultano efficaci nella loro capacità di rilassare i muscoli del tratto urinario permettendo una più facile minzione e riducendo la disfunzione urinaria che affligge questi soggetti.
Gli antinfiammatori come i FANS (ibuprofene, acido acetil-salicilico) sono i farmaci più utilizzati in caso di infiammazione e sindromi dolorose; nella sindrome del dolore pelvico cronico risultano efficaci nel ridurre il dolore nelle fasi di riacutizzazione della patologia.
Gli antibiotici hanno un utilizzo che rimane controverso, perché nella maggior parte dei casi non si rileva un’infezione alla base della sindrome del dolore pelvico cronico.
Gli antidepressivi sono poco utilizzati e possono avere un razionale terapeutico in quegli individui in cui la componente psicologica di stress e tensione psico-fisica risultino predominanti nello sviluppo del quadro clinico.
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- MedScape
- “Malattie dei reni e delle vie urinarie” – F.P. Schena, F.P. Selvaggi, L. Gesualdo, M. Battaglia. Ed. McGraw-Hill – quarta edizione.
Articoli ed approfondimenti
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