Sindrome di Ehlers-Danlos (EDS): cause, sintomi e cura

Cosa sono le sindromi di Ehlers-Danlos?

Con il termine Sindromi di Ehlers-Danlos (si noti il plurale) si fa riferimento a un gruppo di rare condizioni ereditarie che colpiscono il tessuto connettivo; spesso viene abbreviata con l’acronimo inglese EDS.

Il tessuto connettivo è una sorta di “colla biologica” che fornisce supporto a pelle, ossa, vasi sanguigni e molti altri organi e tessuti. Nelle persone con EDS questa “colla” è difettosa, causando una serie di problemi di salute che possono variare da lievi a potenzialmente pericolosi per la vita.

I sintomi delle EDS possono variare ampiamente, ma i più comuni includono:

  • Ipermobilità articolare: Le articolazioni si muovono oltre il range normale, causando frequenti lussazioni e dolore.
  • Pelle iperelastica: La pelle può stirarsi eccessivamente (ma tornare in posizione una volta rilasciata).
  • Fragilità dei tessuti: La pelle può essere facilmente contusa e le ferite guariscono lentamente, lasciando cicatrici atipiche.
  • Dolore cronico: Molti pazienti soffrono di dolore muscolare e articolare persistente.
  • Fatica: La stanchezza cronica è comune e può influire significativamente sulla qualità della vita.

La EDS è una condizione cronica che richiede una gestione continua. Tuttavia, con le giuste cure e precauzioni, molte persone con EDS conducono vite piene e attive. A questo scopo è fondamentale:

  • Seguire regolarmente le visite mediche
  • Evitare attività che possono causare lesioni
  • Mantenere uno stile di vita sano con una dieta equilibrata e esercizio fisico adeguato.

La maggior parte dei soggetti affetti da questa sindrome gode di un’aspettativa di vita del tutto normale.

Cause

La Sindrome di Ehlers-Danlos è una condizione genetica, il che significa che è causata da mutazioni nel DNA presenti sin dalla nascita; ad essere interessati sono i geni che forniscono istruzioni per la produzione di collagene e altre proteine del tessuto connettivo.

Queste mutazioni sono generalmente ereditarie, trasmesse dai genitori ai figli secondo diversi modelli di ereditarietà a seconda del tipo specifico di EDS.

A spiegare le diverse forme della malattia sono state descritte mutazioni che riguardano almeno 20 geni diversi: se immaginiamo il DNA come un libretto di istruzioni, in cui ogni capitolo contiene le istruzioni per la produzione di una proteina, questo significa che ci sono almeno 20 capitoli diversi di questo “manuale” che possono contenere errori.

Questi “errori” nelle istruzioni portano alla produzione di proteine strutturali difettose o alla loro mancata produzione, risultando nelle varie manifestazioni cliniche della Sindrome di Ehlers-Danlos.

Ogni “pagina” o gene difettoso può causare un sottotipo specifico della sindrome o contribuire alla sua variabilità clinica.

È importante notare che per il tipo ipermobile (hEDS), il più comune, non è ancora stato identificato un gene specifico, suggerendo che potrebbe essere causato da mutazioni in più geni o da una complessa interazione tra geni e fattori ambientali.

Trasmissione della malattia

A seconda della forma il gene difettoso responsabile dei sintomi potrebbe essere stato ereditato da un genitore o da entrambi; nella maggior parte dei casi il modello di ereditarietà è autosomico dominante, il che significa che basta ereditare una copia del gene mutato da un genitore per sviluppare la condizione.

Alcune forme più rare di EDS seguono invece un modello di ereditarietà autosomico recessivo, richiedendo di ereditare una copia del gene mutato da entrambi i genitori (spesso inconsapevoli di essere portatori sani della malattia).

In rari casi, la Sindrome di Ehlers-Danlos può anche essere il risultato di una nuova mutazione genetica, non ereditata dai genitori.

Diffusione

L’incidenza complessiva di tutte le varianti della sindrome di Ehlers-Danlos è stimata essere non inferiore a 1 caso ogni 5.000 persone a livello globale. Tra le diverse forme, quelle che si riscontrano con maggiore frequenza sono la variante ipermobile e quella classica:

  • La forma ipermobile potrebbe interessare da 1 individuo su 5.000 fino a 1 su 20.000,
  • mentre la variante classica si manifesta approssimativamente in 1 soggetto ogni 20.000-40.000.

Le altre tipologie di sindrome di Ehlers-Danlos sono considerate rare, con una casistica estremamente limitata. Per molte di queste forme, la letteratura scientifica riporta solo un numero esiguo di casi o di nuclei familiari affetti, rendendo difficile una stima precisa della loro prevalenza.

Classificazione

La classificazione della sindrome di Ehlers-Danlos ha subito diverse revisioni nel corso degli anni. Inizialmente si distinguevano 11 forme, etichettate semplicemente con numeri romani (tipo I, tipo II e così via). Nel 1997 la nomenclatura di Villefranche ha semplificato lo scenario, riducendo i tipi a sei e battezzandoli con nomi descrittivi che ne riflettevano le caratteristiche principali.

Il panorama è cambiato nuovamente nel 2017, quando la classificazione è stata aggiornata per tenere conto delle forme rare scoperte più di recente. Questa revisione ha portato il conto a 13 tipi distinti di sindrome di Ehlers-Danlos, offrendo un quadro più completo e sfaccettato di questa complessa condizione. I più comuni sono:

  • Tipo ipermobile (hEDS): È la forma più frequente, caratterizzata da articolazioni eccessivamente flessibili e pelle elastica.
  • Tipo classico: Causa pelle estremamente elastica e cicatrici atrofiche.
  • Tipo vascolare: La forma più grave, che colpisce i vasi sanguigni e gli organi interni.

Sintomi

Iperestensione articolare in una paziente affetta da sindrome di Ehlers Danlos

Iperestensione articolare in una paziente affetta da sindrome di Ehlers Danlos (Shutterstock/Lucy Left)

La sindrome di Ehlers-Danlos si può manifestare con un ampio spettro di sintomi e segni clinici, variabili a seconda della forma specifica: per alcuni pazienti la condizione è relativamente lieve, mentre per altri i sintomi possono essere invalidanti.

Un tratto distintivo, presente nella maggior parte delle varianti e particolarmente evidente nel tipo ipermobile, è l’ipermobilità articolare.

Nei neonati e nei bambini questa si associa spesso a debolezza muscolare, potendo ritardare l’acquisizione delle tappe motorie fondamentali come sedersi e camminare. L’instabilità articolare predispone a lussazioni e dolore cronico.

La cute dei pazienti affetti si presenta tipicamente morbida, vellutata, eccessivamente elastica ma anche fragile, con una spiccata tendenza alla formazione di lividi e, in alcune forme, a cicatrizzazione atipica. Nella variante classica, le ferite, caratterizzate da sanguinamento scarso, evolvono nelle tipiche cicatrici “a carta di sigaretta”. Il tipo dermatosparassi si contraddistingue per una cute lassa e ridondante.

Le complicanze emorragiche, peculiari del tipo vascolare, derivano dalla fragilità dei vasi sanguigni e degli organi, predisponendo a ecchimosi, emorragie interne, perforazione intestinale e accidenti cerebrovascolari. In gravidanza, le pazienti con questa variante sono a rischio di rottura uterina. Anche i tipi cifoscoliotico, classico e simil-classico possono presentare fragilità vascolare.

Altre varianti mostrano manifestazioni specifiche:

  • il tipo cardiaco-valvolare si caratterizza per severe valvulopatie (disturbi delle valvole cardiache);
  • il tipo cifoscoliotico per progressiva deformità della colonna vertebrale con potenziale compromissione respiratoria;
  • la sindrome della cornea fragile per assottigliamento corneale e altre anomalie oculari.

Il tipo spondilodisplastico si associa a bassa statura e deformità scheletriche, mentre le forme muscolo-contratturali e miopatiche presentano alterazioni muscolari con ipotonia (debolezza muscolare) e contratture. Il tipo parodontale coinvolge principalmente l’apparato dentario e gengivale.

Nella maggior parte dei casi gli adulti sviluppano piedi piatti.

EDS ipermobile

La sindrome di Ehlers-Danlos di tipo ipermobile (hEDS) si manifesta con un quadro clinico complesso e variegato, caratterizzato da un coinvolgimento multi-sistemico. Il tratto distintivo di questa condizione è l’ipermobilità articolare, che si esprime con una gamma di movimento delle articolazioni notevolmente aumentata rispetto alla norma. Questa peculiarità anatomica si traduce in articolazioni instabili e propense a dislocazioni, anche in seguito a sollecitazioni minime.

I pazienti affetti da hEDS sperimentano frequentemente dolore articolare cronico, spesso accompagnato da crepitii o schiocchi durante il movimento, sintomi che possono significativamente compromettere la qualità di vita. Un altro aspetto predominante è la fatica cronica, che si manifesta come una stanchezza pervasiva e debilitante, non proporzionata all’attività svolta e non alleviata dal riposo.

  • La cute di questi pazienti presenta caratteristiche peculiari, tra cui una spiccata tendenza all’ecchimosi (formazione di lividi) anche in seguito a traumi minimi.
  • Il sistema gastrointestinale è spesso coinvolto, con sintomi quali bruciore di stomaco e stipsi ostinata.
  • Non è raro riscontrare disturbi del sistema cardiovascolare, che si manifestano con episodi di vertigini e tachicardia posturale (aumento della velocità del battito cardiaco), particolarmente evidenti nel passaggio dalla posizione sdraiata o seduta a quella eretta. Il coinvolgimento può estendersi a possibili anomalie della valvola mitrale.
  • Non è raro che i pazienti con hEDS riferiscano problemi di controllo vescicale, che possono variare da una lieve incontinenza urinaria a disturbi più severi della minzione.
  • Il coinvolgimento degli organi interni può estendersi al prolasso di organi pelvici.

Questo quadro sintomatologico, pur nella sua complessità, può variare notevolmente da paziente a paziente in termini di severità e combinazione dei sintomi, rendendo la hEDS una condizione altamente eterogenea nella sua presentazione clinica.

Diagnosi

La diagnosi della EDS può essere complessa e richiede spesso la valutazione di un genetista clinico. Il processo diagnostico include:

  1. Anamnesi familiare e personale dettagliata.
  2. Esame fisico approfondito.
  3. Esami di laboratorio, come la biopsia cutanea.
  4. Test genetici per alcune forme di EDS e/o check di criteri diagnostici specifici per ciascun tipo di EDS.

È importante notare che per l’hEDS, il tipo più comune, non esiste ancora un test genetico specifico.

Cura

Attualmente non esiste una cura per la EDS, ma sono disponibili trattamenti multidisciplinare per gestire i sintomi:

  • Fisioterapia: Per rafforzare i muscoli e migliorare la stabilità articolare.
  • Terapia occupazionale: Per imparare a svolgere le attività quotidiane in modo sicuro.
  • Gestione del dolore: Attraverso farmaci, tecniche di rilassamento e, in alcuni casi, interventi più invasivi.
  • Supporti ortopedici: Per stabilizzare le articolazioni ipermobili.
  • Monitoraggio cardiaco: Particolarmente importante per il tipo vascolare.
  • Counseling psicologico: Per affrontare l’impatto emotivo della condizione cronica.

La pratica di attività fisica regolare potrebbe richiedere alcune specifiche attenzioni:

  • evitare del tutto alcune attività, come il sollevamento di carichi pesanti e gli sport di contatto
  • per alcune attività potrebbe essere necessario indossare una protezione adeguata e imparare come ridurre lo sforzo sulle articolazioni
  • per alcuni pazienti potrebbero essere consigliate attività a basso rischio, come il nuoto o il pilates.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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