Introduzione
La sindrome di Guillain – Barrè (anche chiamata paralisi di Landry) è una patologia multi-sintomatica che interessa il sistema nervoso periferico.
Si tratta nello specifico di una poli-radicolo-neuropatia infiammatoria acuta,
- poli-radicolo: condizione che interessa le radici dei nervi spinali e i loro prolungamenti (il suffiso poli indica che ne sono interessate diverse)
- neuropatia: i nervi del sistema nervoso periferico sviluppano danni
- infiammatoria: la causa del disturbo è di tipo infiammatorio
- acuta: l’esordio è brusco, severo, e spesso va in seguito incontro a remissione.
In genere presenta un quadro clinico rapidamente progressivo (i sintomi principali si sviluppano nel corso di circa 3-4 settimane), ma autolimitante, ovvero con i sintomi che nella maggior parte dei casi si affievoliscono e regrediscono nel giro di qualche mese. Nel caso in cui i sintomi si protraggano per oltre i 2 mesi, il quadro clinico assume il nome di polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica.
La patogenesi di tale malattia prevede un attacco del sistema immunitario contro il sistema nervoso periferico del paziente stesso, a causa di una risposta anomala, abnorme ed esagerata ad alcuni fattori scatenanti che possono essere:
- Pregresse infezioni da svariati agenti patogeni (in primis è coinvolto il Campylobacter Jejuni nel 30% dei casi)
- Interventi chirurgici
- Vaccini (molto raramente)
I principali disturbi caratterizzanti la sindrome di Guillain-Barrè consistono in una paralisi flaccida progressiva che colpisce inizialmente gli arti inferiori e che tende poi a risalire in senso caudo – craniale colpendo poi gli arti superiori, il tronco e il volto; il quadro clinico esordisce di solito con sintomi quali:
- Intorpidimento e formicolio alle estremità (piedi e mani)
- Dolore muscolare od osteo-articolare
- Debolezza inizialmente degli arti inferiori che tende a diventare poi generalizzata
- Disturbi della deambulazione nel 60% dei casi, con gravi difficoltà nel cammino
- Disfagia e disartria (difficoltà rispettivamente nella deglutizione e nell’articolazione del linguaggio)
- Disturbi del sistema nervoso autonomo con rischio di alterazioni della pressione sanguigna arteriosa ed aritmie
- Paralisi respiratoria secondaria a coinvolgimento del diaframma
Quasi mai la sindrome di Guillain – Barrè provoca disturbi a carico del sistema nervoso centrale (encefalo e cervelletto) o del midollo spinale.
La diagnosi è principalmente clinica, basata cioè sul riconoscimento dei segni e dei sintomi riferiti dal paziente. Oltre all’anamnesi e ad un esame obiettivo neurologico completo, ci si avvale per la conferma del sospetto diagnostico di alcuni esami strumentali:
- Esami del sangue di routine
- Analisi del liquor (liquido cefalorachidiano o cerebro spinale)
- Elettroforesi delle proteine plasmatiche
- Markers virali
- Studi elettrofisiologici sulla conduzione nervosa ed elettromiografia
- TC e risonanza magnetica cerebrale
Il trattamento della sindrome di Guillain – Barrè prevede una terapia primariamente di supporto, con ricovero in ambiente ospedaliero e stretto monitoraggio dei parametri vitali. Le terapie più efficaci prevedono l’infusione di immunoglobuline endovena e la plasmaferesi.
Nei casi più gravi in cui si presenta una grave insufficienza respiratoria, si rende necessaria l’intubazione endotracheale e la ventilazione meccanica invasiva. Utile infine risulta una completa e prolungata riabilitazione fisiatrica, a partire dalla fase acuta fino alla risoluzione completa della patologia e delle sue sequele neuro-motorie.
La prognosi della Guillain – Barrè è relativamente positiva con il decesso che sopraggiunge in meno del 2% dei pazienti, soprattutto nei casi di grave insufficienza respiratoria non responsiva alla terapia di supporto. Nella maggior parte dei casi i sintomi tendono al miglioramento e alla regressione nel giro di pochi mesi, e solo raramente persistono per diversi anni con conseguente riduzione della qualità di vita.
Cause
La sindrome di Guillain – Barrè una patologia piuttosto rara che si presenta in circa 2 casi per 100.000 individui all’anno, ma rappresenta la prima causa di paralisi acuta non traumatica (ovvero non legata ad un trauma o ad una lesione meccanica del sistema nervoso).
L’incidenza è quasi simile nei due sessi nonché in ogni regione del mondo, e tende ad aumentare con il passare degli anni, con un picco che viene raggiunto a partire dai 60 anni.
Ad oggi non è stata ancora identificata la causa esatta responsabile dello sviluppo della sindrome, ma alla base del processo eziopatogenetico vi è una anomala reazione autoimmune dell’organismo a specifici fattori scatenanti; il sistema immunitario di un individuo, dopo essere entrato in contatto con determinati antigeni (come durante alcuni tipi di infezioni batteriche o virali), ne viene sensibilizzato a tal punto da reagire, in breve tempo, con una risposta immunitaria ed infiammatoria esagerata ed anomala, tesa a colpire il rivestimento mielinico delle fibre nervose del sistema nervoso periferico, con lo sviluppo di sintomi neurologici.
Il bersaglio del sistema immunitario diventa la mielina, una guaina lipidica isolante che avvolge le fibre nervose che compongono i nervi periferici, che col tempo andrà incontro a disfacimento con conseguente disfunzione nervosa. Per tale motivo tale sindrome fa parte del gruppo delle cosiddette malattie demielinizzanti.
Tale processo patogenetico è sostenuto dal fenomeno del mimetismo molecolare: alcuni antigeni infettivi sono così strutturalmente simili ad antigeni propri dell’uomo che il sistema immunitario, dopo una prima sensibilizzazione, può erroneamente riconoscere come estranei ed attaccare strutture proprie dell’organismo come la mielina, scambiandole per antigeni di microrganismi patogeni.
Con il danno alla mielina che diventa progressivamente ingravescente, si assiste ad un blocco della conduzione nervosa e conseguente paralisi muscolare di tipo flaccido (che si differenza da quella di tipo spastico dove vi è presente ipertono muscolare).
Nella maggior parte dei casi, in percentuale di circa il 60% dei pazienti, la sindrome di Guillain – Barrè si manifesta dai 5 ai 20 giorni successivi ad una avvenuta infezione o più raramente dopo un intervento chirurgico o dopo una vaccinazione. Solitamente il quadro clinico si presenta dopo episodi di gastroenterite o una generica infezione delle vie respiratorie.
Volendo elencare i fattori scatenanti che possono portare allo sviluppo della sindrome di Guillain – Barrè, abbiamo:
- Campylobacter Jejuni: l’infezione provocata da questo microrganismo rappresenta il fattore di rischio più frequente nello sviluppo della patologia, responsabile della sensibilizzazione del sistema immunitario nel 30% dei casi
- Citomegalovirus
- Virus dell’influenza
- Virus enterici
- Herpes Virus come l’EBV (Virus di Epstein – Barr, responsabile della mononucleosi infettiva)
- Virus dell’HIV (responsabile della sindrome AIDS)
- Micoplasmi
- Virus dell’epatite di tipo A, B o C
- Interventi chirurgici
- Vaccinazioni
Sintomi
Dal punto di vista clinico il corteo sintomatologico è caratterizzato da un quadro neurologico di paralisi flaccida. Altri sintomi tipici della sindrome di Guillain – Barrè sono:
- Debolezza progressivamente ingravescente e simmetrica, ovvero che interessa entrambi i lati del corpo. Tale debolezza associata alle parestesie (senso di formicolio e intorpidimento) esordisce solitamente agli arti inferiori interessando piedi e gambe e tende a progredire in poco tempo alle braccia e alle mani, al tronco ed infine al volto.
- Alterazioni della sensibilità
- Perdita dei riflessi osteo – tendinei.
- Dolori ossei, articolari e muscolari (algie osteo-artro-muscolari)
- Funzionalità degli sfinteri conservata, il che significa che non sarà presente tra i sintomi né incontinenza urinaria né fecale.
- Ipostenia e astenia con malessere generalizzato, che perdurano per circa 4 settimane, per poi risolversi gradualmente.
- Ipotonia muscolare (riduzione del tono muscolare)
- Disturbo della deambulazione nel 60% dei casi con difficoltà nel cammino, che diventa barcollante, insicuro e con alto rischio di caduta al suolo per perdita dell’equilibrio.
- Disidratazione, inappetenza e dimagrimento, seguito al coinvolgimento della muscolatura del volto e del faringe con progressiva difficoltà dei soggetti affetti a deglutire e quindi ad alimentarsi (disfagia)
- Sintomi neuromuscolari con fascicolazioni, tremore, fatica muscolare precoce, crampi dolorosi e mioclonie.
In circa il 15% dei casi la sindrome presenta un decorso clinico molto lieve, senza paralisi e senza problemi respiratori, anche se è sempre richiesto il monitoraggio della situazione per evitare un rapido peggioramento che potrebbe diventare causa di danni permanenti.
Complicazioni
Solo raramente si presentano sintomi molto gravi, in grado di mettere a serio rischio la salute del paziente con rischio di exitus in assenza di una pronta ed efficace terapia di supporto; tra i sintomi e complicanze più gravi ritroviamo:
- Alterazioni del sistema nervoso autonomico, con pericolose fluttuazioni della pressione arteriosa sanguigna ed alterazioni della sudorazione.
- Inappropriata ed aumentata secrezione di ormone antidiuretico (ADH) con conseguenti gravi disturbi elettrolitici.
- Aritmie cardiache potenzialmente letali.
- Ritenzione urinaria con oliguria ed anuria.
- Anomalie della contrazione pupillare.
- Paralisi respiratoria per coinvolgimento del muscolo diaframma con necessità urgente di intubazione endotracheale e ventilazione meccanica invasiva, per sostenere la meccanica respiratoria del paziente. Tale complicanza rappresenta la principale causa di morte di questa sindrome e si può presentare nel 5-10% dei casi.
Diagnosi
La diagnosi è essenzialmente di tipo clinico, ovvero basata sul riconoscimento dei segni oggettivi e dei sintomi soggettivi presentati dal paziente, coadiuvata dall’esecuzione di esami ematochimici e strumentali.
Il percorso diagnostico inizia con l’anamnesi, mediante la quale il medico in una sorta di intervista al paziente, è in grado di raccogliere importanti informazioni quali:
- Altri casi di neuropatie nei familiari, a conferma di una qualche suscettibilità genetica nello sviluppo di tali patologie
- Assunzione di farmaci, per il riconoscimento di eventuali effetti collaterali
- Presenza di patologie sottostanti
- Pregressa esecuzione di interventi chirurgici a breve distanza dall’inizio dei sintomi
- Esecuzione di vaccinazione a breve distanza dalla comparsa dei sintomi
Il paziente con sospetto di sindrome di Guillain – Barrè deve rivolgersi quanto prima ad uno specialista neurologo che, mediante un esame obiettivo neurologico completo e altri esami ematochimici e strumentali, potrà individuare e descrivere la presenza di sintomi e segni tipici di tale sindrome, portando alla conferma del sospetto diagnostico.
L’esame obiettivo neurologico metterà in evidenza essenzialmente il rapido sviluppo della paralisi, che si manifesta in pochi giorni e l’assenza di riflessi osteo-tendinei.
La conferma del sospetto diagnostico può essere ottenuta con alcuni esami strumentali, tra cui:
- Esami del sangue di routine, utili nell’esclusione delle cause più frequenti di debolezza muscolare come alterazioni elettrolitiche del sangue.
- Analisi del liquor (liquido cefalorachidiano o cerebro spinale): tale esame può dimostrare la cosiddetta dissociazione albumino – citologica, un reperto chiave per diagnostica la sindrome di Guillain – Barrè.
- Elettroforesi delle proteine plasmatiche.
- Markers di infezione da parte di virus epatitici.
- Studi elettrofisiologici sulla conduzione nervosa ed elettromiografia, in grado di evidenziare una riduzione della velocità di conduzione e segni di demielinizzazione.
- TC e risonanza magnetica cerebrale: sono indagini radiologiche necessarie nello studio dell’encefalo e del midollo spinale e si rivelano decisive nell’esclusione di altre cause e patologie che presentano un quadro clinico molto simile a quello della Guillain – Barrè, come in caso di lesioni vascolari o di patologia tumorale.
Diagnosi differenziale
Poiché il quadro clinico della sindrome di Guillain – Barrè presenta sintomi comuni a numerose altre patologie, nel percorso diagnostico è necessario operare una scrupolosa diagnosi differenziale, in particolare con:
- Botulismo, sindrome provocata dalla tossina del Clostridium Botulinum
- Poliomielite, forma di paralisi spesso infantile provocata dall’infezione da Poliovirus
- Sclerosi multipla, malattia autoimmune demielinizzante
- Miastenia gravis, malattia autoimmune il cui sintomo principale è la debolezza muscolare, ma che a differenza da quella presente nella sindrome di Guillain – Barrè, è a fasi intermittenti e peggiora con l’esercizio fisico
- Infezione dal Virus del West Nile: caratterizzata da cefalea, febbre e paralisi flaccida, ma che si presenta asimmetrica e senza disturbi della sensibilità
- Paralisi da zecca: provocata da alcune tossine presenti nella saliva di tali insetti; può provocare una paralisi flaccida ascendente ma senza intaccare la sensibilità
- Neuropatie metaboliche o a genesi vascolare
- Sindrome della cauda equina
- Intossicazione da metalli pesanti (come il piombo)
Cura
La gestione e l’eventuale trattamento della sindrome di Guillain – Barrè sono basati su una terapia di supporto di tipo rianimatorio – intensivistico, trattandosi di una vera e propria emergenza medica, che può richiedere sin dalle prime fasi un monitoraggio costante delle funzioni vitali mediante ricovero in ambito ospedaliero. In caso di comparsa di difficoltà respiratoria può essere necessaria l’intubazione endotracheale e una ventilazione meccanica invasiva.
Per fortuna solo raramente (meno del 2% dei casi) tale sindrome si presenta in una forma ingravescente e non responsiva ai farmaci e non risolvibile con la terapia di supporto.
Il paziente va sostenuto e supportato con un approccio multimodale che prevede:
- Infusione di liquidi endovena.
- Controllo della diuresi.
- Lettino e tutori antidecubito.
- Inizio precoce di terapia fisica per la mobilizzazione passiva e quanto prima attiva del paziente.
- Terapia analgesica per alleviare il dolore.
- Eparina a basso peso molecolare per la prevenzione dalla trombosi venosa profonda e da un’eventuale embolia polmonare
- Somministrazione di immunoglobuline endovena per almeno 5 giorni, da iniziare precocemente con la comparsa dei primi sintomi.
- Plasmaferesi in caso di fallimento della terapia con immunoglobuline endovena. Tale terapia può risultare cruciale nella gestione clinica della malattia, abbreviando la degenza e diminuendo il rischio di paralisi permanente e di exitus.
Questi ultimi 2 approcci terapeutici sono spesso i più efficaci nel neutralizzare gli auto-anticorpi responsabili del danno nervoso.
Nelle forme che cronicizzano, con persistenza dei sintomi oltre i 3 mesi, uno dei trattamenti più efficaci a disposizione rimane quello di una riabilitazione neuro-motoria protratta nel tempo che aiuta a migliorare i sintomi più fastidiosi e a favorirne la progressiva regressione.
Può risultare utile nell’ambito di una efficace terapia di supporto, l’esecuzione di:
- Riabilitazione motoria fisiatrica e fisioterapica
- Logopedia per sostenere la comparsa di eventuali difficoltà di linguaggio e comunicazione
- Terapia farmacologica antidolorifica in caso di persistenza di dolore
Prognosi
La prognosi della Guillain – Barrè è relativamente positiva, la morte sopraggiunge in meno del 2% dei pazienti affetti, limitatamente ai casi in cui s’instauri una grave insufficienza respiratoria secondaria alla paralisi del diaframma, con sovrainfezioni secondarie ed insufficienza multiorgano o per la comparsa di qualche aritmia cardiaca non responsiva al trattamento.
Nella maggior parte dei casi invece la sindrome tende verso un miglioramento del quadro clinico e relativi sintomi nel corso di alcuni mesi. Alcuni disturbi come la debolezza muscolare possono persistere talvolta anche per alcuni anni, con la conseguente riduzione della qualità di vita; in questi pazienti si parla di polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica.
In casi selezionati è necessaria una lunga ma efficace riabilitazione motoria che può richiedere interventi chirurgici o l’applicazione di tutori ortopedici.
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- Il Bergamini di Neurologia. Miutani R., Lopiano L., Durelli L, Mauro A., Chiò A. Ed. Libreria Cortina Torino.
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