Introduzione
La sindrome dello stretto toracico (TOS, acronimo dall’inglese “Thoracic Outlet Syndrome”) è un insieme di disturbi che si verificano quando vi sia compressione, lesione od irritazione dei nervi e/o dei vasi sanguigni (arterie e vene) distribuiti nel distretto compreso tra la parte inferiore del collo e la parte superiore del petto (torace).
Anatomicamente parlando la strutture coinvolte fanno della cosiddetta uscita toracica, lo spazio compreso tra la clavicola e la prima costola; questo stretto passaggio è affollato di vasi sanguigni, muscoli e nervi e, qualora la muscolatura non fosse adeguatamente ancorata alla clavicola, potrebbe arrivare ad esercitare pressione sui nervi e i vasi sanguigni presenti.
La patologia è in genere curabile, mentre è più difficile operare in regime di prevenzione (ma il mantenimento di posture corrette e un’adeguata attività fisica che comprenda anche esercizi di rinforzo muscolare è sicuramente utile, soprattutto nel caso di soggetti che presentino specifici fattori di rischio).
Una diagnosi precoce favorisce un completo recupero mediante un tempestivo intervento terapeutico, che può basarsi su fisioterapia, farmaci antidolorifici e chirurgia; in termini assoluti circa il 10-20% dei pazienti interessati necessità di un trattamento chirurgico a risoluzione della sindrome, che presenta tra l’altro elevate possibilità di un pieno successo.
Cause
Le cause alla base dell’insorgenza della sindrome dello stretto toracico sono in parte ancora oggetto di studio, ma l’ipotesi più condivisa verte sull’osservazione che spesso derivi da fenomeni di compressione sui vasi sanguigni e/o i nervi nello stretto passaggio delimitato dall’uscita toracica.
Fratture, anomalie ossee e dei tessuti molli sono tra le molte cause note, ma l’origine può anche essere individuata in incidenti automobilistici e traumi di altro tipo.
Fattori di rischio
La sindrome dello stretto toracico può interessare chiunque, a prescindere da età e sesso, ma è sicuramente più comune in atleti che praticano sport che richiedono movimenti ripetitivi del braccio e della spalla, come nuoto, golf e pallavolo.
La TOS neurogena è la forma più comune del disturbo (rende conto di circa il 95% delle diagnosi) e generalmente colpisce le donne di mezza età.
Uno scarso sviluppo muscolare e/o il mantenimento di una cattiva postura possono favorire l’insorgenza del disturbo, così come:
- Obesità
- Disturbi del sonno
- Sviluppo di tumori o aumento della dimensione dei linfonodi nella parte superiore del torace o nell’area delle ascelle, che possono esercitare un effetto di compressione meccanica.
- Stress o depressione
- Partecipare a sport che richiedono movimenti ripetitivi del braccio o della spalla
- Lesioni ripetute dovute al trasporto di carichi pesanti sulle spalle ed altri sforzi eccessivi
- Lesione al collo o alla schiena, come nel caso del colpo di frusta
- Body building
Sintomi
I sintomi più caratteristici della sindrome dello stretto toracico comprendono dolore al collo, alle spalle e alle braccia, eventualmente associato ad intorpidimento o ad alterata circolazione nelle aree interessate (a seconda che ad essere coinvolti siano nervi e/o vasi sanguigni), che può manifestarsi anche con un colore cutaneo che diviene più tenue a causa della ridotta circolazione. Il paziente può sviluppare una più facile e rapida affaticabilità alle braccia.
Il dolore (e più in genere i sintomi) peggiorano durante le attività che richiedono il sollevamento del braccio, movimento che va ad aumentare l’effetto di compressione; alcuni pazienti mostrano peraltro una riduzione della funzionalità dell’arto.
I disturbi della sindrome dello stretto toracico sono tuttavia dipendenti dalle sedi interessate dalla compressione.
- Sindrome neurogena dello stretto toracico: questa condizione è correlata ad anomalie dei tessuti ossei e molli nella regione inferiore del collo, che comprimono e quindi irritano i nervi del plesso brachiale, il complesso di nervi responsabili del collegamento al sistema nervoso centrale di braccio e mano. Il paziente affetto da questa sindrome lamenta debolezza o intorpidimento della mano, talvolta addirittura una visibile diminuzione della muscolatura particolarmente caratteristica perché riscontrabile in paragone all’arto non interessato. Possono infine essere presenti dolore, formicolio, intorpidimento e debolezza di collo, torace e delle braccia.
- Sindrome dello stretto venoso toracico: questa condizione è causata da danni alle vene. I sintomi si sviluppano improvvisamente, spesso dopo un esercizio particolarmente intenso che abbia coinvolto le braccia. Il paziente può avvertire gonfiore delle mani, delle dita e delle braccia, oltre ad un senso di pesantezza e debolezza del collo e delle braccia. Anche le vene della parete toracica anteriore (anteriore) possono apparire dilatate (gonfie), segno piuttosto caratteristico ai fini della diagnosi.
- Sindrome dello stretto toracico arterioso: forma relativamente rara ma particolarmente grave, causata da anomalie ossee congenite (presenti fin dalla nascita) nella parte inferiore del collo e nella parte superiore del torace. I sintomi includono un’aumentata sensibilità al freddo nelle mani e nelle dita, ma anche intorpidimento, dolore e tendenza allo sviluppo di ulcerazioni alle dita favorite da un’insufficiente circolazione di sangue ossigenato a braccia, mani e dita.
In alcuni pazienti si osserva la contemporanea presenza di diverse forme della sindrome.
Complicazioni
La prognosi è in genere buona, ma tra le possibili complicazioni (soprattutto quando la condizione dovesse essere trascurata) si annoverano:
- Gonfiore e dolore permanenti del braccio (tipici della TOS venosa)
- Ulcera ischemica sviluppata sulle dita della mano ed eventualmente cancrena (morte del tessuto) causata da una riduzione del flusso sanguigno
- Formazione di trombi ed emboli (coaguli di sangue) in grado di ostruire i vasi sanguigni
- Lesioni permanenti ai nervi
Diagnosi
I medici specializzati nella diagnosi e nel trattamento della sindrome dello stretto toracico comprendono tra l’altro chirurghi vascolari, chirurghi toracici e medici che si occupano di medicina vascolare.
A seguito di un’attenta anamnesi ed esame obiettivo, le componendi fondamentali della visita medico, potrebbe essere richiesto l’intervento di un neurologo/ortopedico per escludere malattie del rachide cervicale o altre condizioni neurologiche che potrebbero manifestarsi con un corteo sintomatologico in parte sovrapponibile.
Ai fini della diagnosi di certezza è possibile ricorrere ad esami strumentali e di laboratorio:
- Analisi del sangue
- Esami di imaging
- Radiografia
- Ecografia duplex
- Tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica (MRI) del torace
- Risonanza magnetica con angiografia (MRA) per visualizzare i vasi sanguigni
- Studi sulla conduzione nervosa
- Studi vascolari (delle arterie o delle vene)
Stretto toracico o angina?
Il dolore della TOS entra in diagnosi differenziale con l’angina, un dolore al petto causato ad un insufficiente apporto di ossigeno al cuore; la distinzione è tuttavia facilmente operabile sulla base delle condizioni d’insorgenza perché il dolore anginoso si manifesta e/o aumenta quando si cammina, a differenza della sindrome dello stretto toracico, che invece aumenta ad esempio sollevando il braccio interessato.
Cura
L’approccio chirurgico di risoluzione della sindrome dello stretto toracico è limitato a pochi casi selezionati, molto più spesso la terapia si basa su una combinazione di
- Fisioterapia, mediante esercizi volti al
- rafforzamento dei muscoli che circondano la spalla in modo che siano in grado di sostenere meglio la clavicola
- miglioramento della postura.
- Farmaci antinfiammatori
- Miglioramento dello stile di vita e recupero del peso ideale se necessario.
- Evitamento dei movimenti in grado di peggiorare il dolore.
Qualora l’approccio conservativo non fosse sufficiente a garantire al paziente un adeguata qualità di vita a causa dei sintomi è possibile prendere in considerazione la chirurgia, che potrebbe ad esempio prevedere la rimozione di una porzione di una costola anomala, il rilascio di un muscolo che unisce il collo e il torace, o entrambi, sempre con l’obiettivo di alleviare la pressione esercitata su vasi e nervi.