Introduzione
Per soffio cardiaco s’intende la presenza di un rumore aggiuntivo, rilevabile durante l’auscultazione del cuore (i rumori tipici sempre presenti, sono rappresentati dai 2 toni cardiaci), che può essere legato ad un’alterazione che interessa:
- valvole cardiache (tricuspide, mitrale, polmonare oppure aortica);
- camere ventricolari destra e sinistra;
- grossi vasi: aorta e arteria polmonare.
Spesso la presenza di un soffio non ha alcun significato patologico, mentre in una minoranza di pazienti può nascondere delle problematiche cardiache anche gravi.
Da questo punto di vista i soffi cardiaci possono essere classificati principalmente in:
- Soffi benigni, anche detti innocenti: tipicamente presenti nei bambini sani.
- Soffi patologici: nei bambini sono dovuti a malformazioni cardiache congenite, mentre negli adulti sono dovuti a diverse cause, tra cui il malfunzionamento dell’apparato valvolare.
La diagnosi avviene attraverso l’auscultazione del torace effettuata durante l’esame obiettivo, eventualmente seguita da esami strumentali come l’ecocardiografia.
- I soffi benigni (innocenti) hanno una prognosi eccellente,
- non necessitano di nessun trattamento,
- non provocano alcun sintomo,
- non limitano l’attività fisica.
- Per i soffi maligni la prognosi dipende da
- causa sottostante,
- gravità,
- possibilità di trattamento.
Richiami di anatomia
Il cuore è un organo muscolare localizzato nel mediastino, al centro del torace. La sua funzione è essenzialmente quella di “pompa”, che si occupa di raccogliere il sangue ossigenato in arrivo dai polmoni per poi distribuirlo a tutto l’organismo.
È diviso in 4 camere:
- atrio destro e sinistro,
- ventricolo destro e sinistro
ed è dotato di un apparato valvolare formato da 4 valvole:
- valvola mitrale: tra l’atrio e il ventricolo sinistro,
- valvola tricuspide, tra l’atrio e il ventricolo destro,
- valvola aortica: tra il ventricolo sinistro e l’aorta,
- valvola polmonare: tra il ventricolo destro e l’arteria polmonare.
Nel cosiddetto “ciclo cardiaco” il sangue privo di ossigeno (deossigenato) proveniente dalla periferia entra nell’atrio destro attraverso la vena cava inferiore e superiore; questo sangue attraverso il ventricolo destro verrà pompato nell’arteria polmonare che raggiungerà i polmoni.
Una volta ossigenato, il sangue raggiunge l’atrio sinistro attraverso le vene polmonari, e da qui viene pompato dal ventricolo sinistro nell’aorta, arteria che con le sue diramazioni distribuisce il sangue ossigenato in tutto l’organismo.
Le valvole cardiache con la loro apertura e chiusura sono le responsabili del tipico suono del battito cardiaco caratterizzato da 2 toni:
- Il 1° tono è prodotto dalla chiusura delle valvole mitrale e tricuspide all’inizio della sistole (chiudendosi evitano che il sangue pompato nei ventricoli possa rifluire negli atri);
- Il 2° tono è prodotto dalla chiusura delle valvole polmonare e aortica all’inizio della diastole (chiudendosi evitano che il sangue pompato nei vasi possa rifluire nei ventricoli).
Classificazione
Per distinguere un soffio benigno da uno patologico è possibile, almeno in prima battuta, provare a valutare acusticamente alcuni parametri.
Tempo di comparsa durante il ciclo cardiaco
In base a questo parametro è possibile riconoscere:
- Soffi sistolici: si auscultano durante la sistole, quindi in contemporanea o subito dopo il 1° tono cardiaco;
- Soffi diastolici: si auscultano durante la diastole, quindi in contemporanea o subito dopo il 2° tono cardiaco;
- Soffi continui: si auscultano durante l’intero ciclo cardiaco.
Durata e frequenza
Un soffio potrà essere ad alta o bassa frequenza (numero di onde sonore al secondo) e durare per tutto il ciclo o solo per una sua parte.
Intensità
I soffi vengono classificati in base alla loro intensità secondo la “scala di Levine”, che prevede 6 gradi:
- al 1° grado corrisponde un soffio molto debole, difficilmente auscultabile con lo stetoscopio;
- al 6° grado corrisponde un soffio di elevata intensità udibile anche senza stetoscopio.
Punto di massima intensità
Corrisponde al punto anatomico i cui un soffio è più facilmente udibile. Ad esempio a livello dell’apice cardiaco sono udibili soffi di origine mitralica, e a livello del 2° spazio intercostale di destra quelli di origine aortica.
Trasmissibilità
Indica verso quale zona anatomica, il rumore del soffio tende a irradiarsi. Un soffio di origine mitralico tende ad irradiarsi verso l’ascella sinistra, mentre quello aortico verso il collo e in basso in direzione dello sterno.
Cause
I meccanismi patogenetici con cui si generano i soffi sono diversi:
- Ostruzione parziale a livello di una valvola o di un vaso: ad esempio per stenosi aortica, stenosi mitralica o coartazione dell’aorta,
- Flusso attraverso una valvola anomala: prolasso della valvola mitralica o aortica,
- Flusso retrogrado attraverso una valvola insufficiente: insufficienza mitralica o insufficienza aortica,
- Flusso attraverso un vaso arterioso dilatato (aneurisma dell’aorta) o un ventricolo dilatato (dilatazione post-infartuale),
- Flusso attraverso delle comunicazioni anomale: shunt destro-sinistro o sinistro-destro per difetto interatriale o interventricolare, pervietà del dotto arterioso di Botallo,
- Flusso extra-cardiaco: può essere dovuto ad anemia, febbre alta, gravidanza,…
Soffio benigno o innocente
Si tratta di soffi tipici soprattutto dell’età infantile (bambini e neonati), non associabili ad alcun tipo di patologia, che possono essere rilevati in percentuali elevate, che arrivano sino al 40% con cuore perfettamente sano. Generalmente con lo sviluppo tendono a scomparire e a non essere più udibili.
In età adulta si possono rilevare soffi innocenti durante la gravidanza, dovuti ad un aumento della volemia (quantità di sangue circolante), mentre atri tipi di soffi innocenti sono quelli causati da condizioni temporanee come ad esempio
I soffi benigni hanno una prognosi eccellente, non necessitano di nessun trattamento,non provocano alcun sintomo, e non controindicano l’attività fisica.
Soffi patologici
I soffi patologici sono correlati ad una specifica condizione di malattia, tra le più comuni si annoverano:
- Malformazione cardiaca congenita: È tipica dei neonati affetti da cause congenite; in questo caso i soffi cardiaci sono presenti sin dalla nascita e vengono diagnosticati precocemente. Con gli esami strumentali è possibile valutarne la gravità ed eventualmente programmare un intervento chirurgico di correzione del difetto.
- Patologia valvolare acquisita: È una condizione tipica dell’età adulta e degli anziani. Le valvole possono essere alterate nella loro anatomia e quindi nella loro funzionalità, per esempio a causa di una stenosi con ridotto passaggio di sangue attraverso l’apertura più piccola, oppure un’insufficienza con rigurgito retrogrado di sangue attraverso la valvola incontinente. Le cause più frequenti di patologia valvolare sono:
- infarto cardiaco,
- febbre reumatica,
- sifilide terziaria,
- endocardite batterica, virale o fungina,
- amiloidosi,
- calcificazione valvolare.
Per i soffi maligni la prognosi dipende dalla causa sottostante, dalla sua gravità e possibilità di trattamento.
Sintomi
In caso di soffio innocente benigno, non è presente alcun sintomo associato non essendoci alla base alcuna condizione patologica cardiaca.
Nel caso di un soffio patologico, al contrario, possono manifestarsi sintomi espressione della malattia sottostante, come ad esempio:
- cianosi (colorazione bluastra della cute e della mucosa, legata ad una ridotta ossigenazione del sangue),
- dispnea (respirazione difficoltosa con sensazione di fame d’aria),
- diaforesi (sudorazione eccessiva),
- gonfiore od inspiegabile aumento di peso (per ritenzione idrica ed edema),
- tosse cronica,
- inappetenza e ritardo di crescita nei neonati,
- vertigini,
- svenimenti,
- dolore toracico.
Diagnosi
La diagnosi può avvenire in tempi diversi:
- in un neonato può essere posta subito dopo alla nascita in caso di soffio patologico;
- in caso di soffio benigno la diagnosi può avvenire durante i primi anni di vita, o addirittura passare misconosciuta fino all’età adulta.
Per la diagnosi di un soffio, soprattutto quando patologico, il medico deve partire da un’accurata anamnesi e da un approfondito esame obiettivo.
Con l’anamnesi si valuta l’eventuale familiarità del disturbo, la presenza di patologie sottostanti o l’assunzione di determinati farmaci.
L’esame obiettivo prevede l’auscultazione toracica completa per mezzo dello stetofonendoscopio: con tale manovra vengono valutate tutte le caratteristiche del soffio (durata, intensità, trasmissibilità,…) ed è già possibile distinguere un soffio benigno da uno patologico.
Il percorso diagnostico viene completato dall’ausilio di esami strumentali come
- ecografia cardiaca,
- ecocardiocolordoppler,
- fonocardiografia.
Questi importanti mezzi diagnostici sono in grado evidenziare la direzione e la velocità del flusso anomalo attraverso gli apparati valvolari, permettendo la conferma della diagnosi.
Cura
In caso di soffi benigni innocenti non è richiesto alcun tipo di terapia farmacologica o di intervento chirurgico, poiché si tratta di una condizione assolutamente benigna con cuore perfettamente sano che non presenta anomalie. I soffi innocenti dell’infanzia tenderanno a scomparire con la crescita e non si assoceranno ad alcun sintomo.
Chiunque riceva diagnosi di soffio benigno può effettuare qualsiasi tipo di attività fisica senza alcuna controindicazione, anzi, tale tipologia di soffio tende addirittura a scomparire durante lo svolgimento di attività fisica.
In caso di soffio patologico il trattamento viene impostato dal medico e dipenderà dalla patologia sottostante e dalla sua gravità:
- In caso di soffio patologico nei neonati, alla cui base vi è una malformazione cardiaca congenita, è necessario procedere ad un intervento chirurgico correttivo.
- In caso di soffio causato da disturbo valvolare è possibile effettuare una sostituzione con protesi della valvola alterata.
- Quando l’intervento chirurgico non è necessario si può ricorrere ad una terapia farmacologica, la cui pianificazione dipende dalla specifica patologia che ha portato allo sviluppo del soffio cardiaco.
Fonti e bibliografia
- Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1 (17 Ed.
- Medscape
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo