Introduzione
La spondilolistesi (dal greco spondylos= vertebra e olisthesis=scivolamento) consiste in uno scivolamento di una vertebra su quella sottostante, con conseguente e definitiva perdita dei normali rapporti fra le due (sub-lussazione).
Generalmente questa patologia interessa la regione lombare, ossia l’ultima porzione della colonna vertebrale formata da 5 vertebre (L1-L2-L3-L4 e L5) e più in particolare a carico dell’ultima vertebra lombare (L5), che va a scivolare anteriormente rispetto alla prima porzione della regione sacrale, (S1). In altri casi la spondilolistesi può riguardare altre vertebre lombari, come L3-L4 o L4-L5.
La spondilolistesi può colpire chiunque, ma ne soffrono in particolar modo:
- Giovani, in caso di trauma sportivo più o meno importante
- Anziani con artrosi
Il sintomo principale è il dolore, che può essere di intensità variabile da lieve a moderato.
Cause
La spondilolistesi può essere conseguenza di:
- Artrosi
- Osteoporosi
- Complicanze di interventi chirurgici sulla colonna vertebrale
- Traumi da sport, incidenti stradali, colluttazioni, infortuni domestici o sul lavoro
- Fratture da stress dell’istmo vertebrale per sovraccarichi o sollecitazioni ripetute
- Metastasi ossee da tumori primitivi nati in altre parti del corpo (più comunemente per tumori della mammella, della prostata o del polmone)
- Tumori primitivi dell’osso
- Artrite reumatoide
- Spondilite anchilosante
- Tubercolosi dell’osso
- Osteomielite
- Morbo di Paget
- Sindrome di Marfan
- Sindrome di Ehlers-Danlos
- Neurofibromatosi
- Acondroplasia
- Osteogenesi imperfetta
- Lupus eritematoso sistemico
- Spina bifida
- Scoliosi
- Cifosi
- Lordosi
La spondilolistesi è comunemente dovuta
- In caso di giovani a microtraumi (specialmente se si verifica in giovani sportivi) od a malattie congenite presenti fin dalla nascita
- Gli sportivi più a rischio di sviluppare spondilolistesi sono i nuotatori, i tuffatori, chi pratica sollevamento pesi.
- Alcuni neonati nascono con una congenita malformazione di una vertebra della colonna vertebrale lombare, solitamente L5, che appare scivolata in avanti rispetto all’osso sacro.
- In caso di adulti di età superiore ai 60 anni, a malattia degenerativa di tipo artrosico
Classificazione
A seconda del modo in cui si verifica lo scivolamento di una vertebra sull’altra è possibile operare la seguente distinzione:
- Anterolistesi, se lo scivolamento avviene in avanti (forma più comune)
- Retrolistesi, se lo scivolamento avviene indietro
- Laterolistesi, se lo scivolamento è laterale
Esistono inoltre 4 diversi gradi di spondilolistesi, in base alla percentuale di scivolamento della vertebra colpita rispetto alla vertebra sottostante (classificazione di Meyerding). In particolare avremo una spondilolistesi di grado:
- I per valori di 0-25%
- II per valori di 5-50%
- III per valori di 50-75%
- IV per valori di 75-100%
Per stabilire il grado della spondilolistesi è sufficiente una radiografia della colonna lombare in 2 proiezioni, antero-posteriore e laterale.
In base alla causa scatenante secondo la classificazione di Wiltse, Newman e McNab che è la più utilizzata dal lontano dal 1976, la spondilolistesi può infine essere classificata in
- Degenerativa
- Postchirurgica
- Istmica
- Patologica
- Displasica (o congenita)
Sintomi
Il sintomo principale della spondilolistesi è il dolore localizzato nella parte bassa della colonna vertebrale (mal di schiena lombare), che tuttavia può essere scarso, o addirittura assente nei giovani o nel caso di spondilolistesi di grado iniziale; diventa moderato-severo, con possibile diffusione a tutto il bacino, i glutei e ad una o entrambe le gambe (dolore simil-sciatico), in caso di spondilolistesi di grado superiore al I o di pazienti anziani con artrosi.
Il dolore tende a peggiorare restando in piedi a lungo, se si compie uno sforzo o un’attività fisica intensa o semplicemente quando s’inarca la schiena.
Oltre al dolore, il paziente può lamentare:
- Sensazione di intorpidimento, scosse, formicolii o debolezza ad una o entrambe le gambe ed i piedi
- Facile affaticabilità
- Rigidità, indolenzimento o deficit di movimento della schiena e/o delle gambe
- Malformazione persistente della fisiologica sinuosità della colonna vertebrale (nei casi più gravi)
Complicazioni
Una spondilolistesi sviluppata in età adulta può complicarsi, perché più a rischio di stenosi spinale lombare, condizione in cui lo scivolamento in avanti di una vertebra lombare provoca un restringimento (stenosi) del canale spinale, all’interno del quale scorre il midollo spinale.
Questa complicanza è causa di dolore, in particolare lombalgia e sciatica e difficoltà nel camminare (claudicatio).
Quando si verifica nell’ultimo tratto della colonna vertebrale il quadro risultante prende il nome di cauda equina ed espone al rischio di danni permanenti.
Diagnosi
Per la diagnosi di spondilolistesi è necessario innanzitutto raccogliere la storia clinica del paziente, focalizzata in particolare su:
- Età
- Eventuali patologie concomitanti (in particolare malattie osseo-degenerative o congenite note) o familiarità per disturbi a carico della colonna vertebrale
- Sport praticati, sia a livello amatoriale che professionistico
- Storia di traumi
- Caratteristiche del dolore:
- Tempo di comparsa
- Modalità di comparsa (insorgenza acuta o graduale)
- Persistenza (continuo o intermittente)
- Eventuale esacerbazione in caso di specifiche posizioni (ad esempio dalla stazione eretta, dall’attività fisica o dal movimento del tronco)
- Interessamento della sola schiena (mal di schiena) e/o di una o entrambe le gambe
La diagnosi clinica dev’comunque essere confermata da un esame radiologico (radiografie in 2 proiezioni della colonna lombare), seguito eventualmente
- TAC o Risonanza Magnetica della colonna lombare
- Elettromiografia
Cura
La terapia mira a ridurre il dolore e dare maggiore stabilità al tratto lombare della colonna vertebrale.
È utile che il paziente osservi una condizione di riposo, che tuttavia dev’essere in genere limitata a 1-2 giorni (periodi prolungati sono controproducenti per una ripresa dei muscoli, rendendoli più deboli e senza un effettivo beneficio sul dolore).
È raccomandato l’uso di un materasso di media durezza e di cuscini da porre sotto le ginocchia (se si è abituati a dormire a pancia in su) o tra le gambe (se si è abituati a dormire si fianco) per rendere più confortevole possibile il riposo notturno.
Può essere utile:
- Applicare impacchi di ghiaccio o, in alternativa, impacchi caldi (a giudizio medico e a seconda delle tempistiche di insorgenza)
- Indossare fasciature contenitive
- Assumere paracetamolo o FANS in compresse, cerotti, gel o creme, per brevi periodi e sempre sotto stretto consiglio medico
In caso di dolore severo il medico può prescrivere:
- Corticosteroidi in compresse, gocce o in fiale da iniettare localmente nello spazio compreso tra la colonna vertebrale ed il rivestimento esterno del midollo spinale (spazio epidurale)
- Gabapentin, anticonvulsivanti od antidepressivi per alleviare il dolore neuropatico (dovuto cioè ad una compressione dei nervi spinali)
- Sedute di fisioterapia o fisiatria per allungare e rafforzare la muscolatura della schiena, pancia e glutei
La chirurgia viene riservata solo ai casi più gravi, con deficit neurologici, dolore non responsivo alla terapia medica, progressivo scivolamento della vertebra sub-lussata; l’intervento chirurgico correttivo di artrodesi prevede il fissaggio con chiodi od altri materiali sintetici (placche, viti, gabbie, ecc..) della vertebra scivolata con quella sottostante.
Prevenzione
Adottare uno stile di vita sano e attivo contribuisce al benessere della colonna vertebrale,
- proteggendo dischi intervertebrali e legamenti dalle sollecitazioni conseguenza delle attività quotidiane,
- rafforzando i muscoli profondi della schiena, addome e glutei.
A questo scopo si consiglia in particolare lo svolgimento di esercizio fisico regolare di tipo aerobico: nuotare, camminare, fare stretching sono ad esempio attività sportive che migliorano la postura, forniscono più stabilità alla colonna vertebrale e contribuiscono a mantenere elevato il tono dell’umore.
Ma per godere di un reale beneficio dallo sport è indispensabile
- non strafare,
- non stancarsi troppo,
- fermarsi se si avverte dolore o qualsiasi altro disturbo,
- respirare correttamente durante l’esercizio fisico
e soprattutto scegliere un’attività e modulare l’intensità della stessa in modo che sia compatibile alla propria età, al grado di allenamento ed all’eventuale presenza di patologie.
Nel quotidiano è invece raccomandabile
- sollevare pesi evitando il sovraccarico della schiena (piegando le ginocchia e mantenere la schiena dritta)
- mantenere un peso corporeo adeguato evitando abusi a tavola
- mantenere una postura corretta sempre, soprattutto quando si studia, si mangia, si lavora o si sta al PC .
Bibliografia
- Manuale di Ortopedia e Traumatologia. Gallinaro P., Peretti G., Rinaldi E. McGraw-Hill Editore.
A cura della Dr.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo