Introduzione
Il tamponamento cardiaco è una grave condizione nella quale sangue o fluidi si raccolgono nello spazio tra il pericardio (una sorta di sacco che riveste il cuore) e il muscolo cardiaco. Questo spazio in condizioni fisiologiche esercita una certa pressione sul cuore, evitando che durante il riempimento di sangue esso si dilati eccessivamente, se tuttavia il pericardio si riempie di liquido, la pressione esercitata diventa eccessiva e il cuore perde la possibilità di riempirsi in maniera adeguata. La conseguenza è un malfunzionamento degli organi perfusi a valle, ad uno stato di shock o anche alla morte.
Il tamponamento cardiaco è dunque una situazione d’emergenza e di cui è opportuno conoscere i sintomi per poter richiedere assistenza medica immediata – per sé o per gli altri – nel minor tempo possibile.
La prospettiva a lungo termine dipende dalla tempestività della diagnosi, dalla causa del tamponamento e dalle eventuali complicazioni. In linea di massima, più precoci sono la diagnosi e il trattamento, e migliore è la prognosi.
Il ciclo cardiaco
Al fine di meglio comprendere il contesto clinico di questo evento è utile illustrare almeno superficialmente come sia strutturato e come funzioni il cuore.
Tale organo può essere approssimato come un muscolo formato da quattro camere (due atri e due ventricoli), che si riempiono e contraggono ciclicamente. Ad ogni ciclo cardiaco si verifica
- una fase di diastole, durante la quale i ventricoli si riempiono del sangue portato dalle vene aumentando di volume,
- ed una fase di sistole, in cui avviene la contrazione e la spinta del sangue attraverso le arterie in periferia (ovvero al resto dell’organismo).
Attorno al cuore si trova il pericardio, una sorta di sacca formata da due membrane: una più interna – detta viscerale – e a stretto contatto con il cuore, l’altra più esterna o parietale; tali membrane sono separate tra di loro da un sottile strato di fluido, che permette loro di scivolare l’una sull’altra durante i movimenti del cuore.
Cause
Il tamponamento cardiaco è di solito il risultato di una penetrazione delle membrane del pericardio, che consente ad una certa quota di fluido di raccogliersi nello spazio che le separa, comprimendo il cuore. Poiché quest’organo per poter funzionare in maniera corretta ha bisogno
- prima di dilatarsi, facilitando l’entrata nel sangue nelle camere cardiache,
- e poi di comprimersi, facendo così da pompa per la circolazione,
se perde la possibilità di aumentare il volume durante la raccolta di sangue (punto 1) a causa di una pressione esercitata dal fluido nel pericardio, la quantità di sangue in entrata, e di conseguenza in uscita, è insufficiente, provocando shock, danno d’organo e arresto cardiaco.
Tra i motivi della perforazione del pericardio o dell’accumulo di fluido si annoverano
- ferite da proiettili o coltellate;
- trauma al torace per incidente d’auto o industriale;
- perforazione accidentale in corso di cateterismo cardiaco, angiografia o inserimento di un pacemaker;
- foratura durante il posizionamento di un catetere che somministri fluidi o farmaci;
- diffusione di un cancro, di solito dalla mammella o dal polmone, al sacco pericardico stesso;
- rottura di un’aneurisma aortico – cioè uno sfiancamento della parete dell’arteria aorta che successivamente viene lacerata;
- lupus, una malattia infiammatoria nella quale il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti sani del corpo;
- alte dosi di radiazioni al torace;
- ipotiroidismo, condizione che aumenta il rischio di problemi al cuore;
- attacco cardiaco;
- insufficienza renale;
- infiammazioni/infezioni che interessano il cuore o il pericardio.
Sintomi
I sintomi che caratterizzano il tamponamento cardiaco sono:
- ansia ed irrequietezza;
- bassa pressione sanguigna;
- debolezza;
- dolore al torace che si diffonde anche al collo, alle spalle o alla schiena;
- difficoltà nella respirazione o a fare profondi respiri;
- respiro veloce e superficiale;
- sensazione di malessere che viene parzialmente ridotta sedendosi o piegando il busto in avanti;
- vertigini, svenimento e perdita di coscienza.
Diagnosi
Il tamponamento cardiaco solitamente si presenta con 3 segni caratteristici che vengono riconosciuti dal medico e che ricadono sotto il nome di Triade di Beck:
- bassa pressione sanguigna e polso debole, perché il volume di sangue che viene pompato in periferia è molto ridotto;
- vene del collo dilatate perché il tempo necessario al loro svuotamento di sangue verso il cuore è molto allungato;
- un battito cardiaco accelerato e combinato con suoni cardiaci ovattati a causa dello strato di fluido che circonda esternamente il cuore.
Il medico poi può approfondire e confermare la diagnosi di tamponamento facendo altri test:
- Ecocardiogramma, una metodica che sfrutta gli ultrasuoni per visualizzare le strutture del cuore e che in corso di tamponamento mette in evidenza un pericardio disteso e i ventricoli collassati a causa del ridotto volume di sangue che li riempie.
- Radiografia al torace, che può mostrare il cuore come una massa più grande e globosa.
Possono inoltre risultare utili
- TAC al torace per osservare l’accumulo di fluido attorno al cuore;
- angiografia, che mostra la circolazione del sangue all’interno del muscolo cardiaco;
- elettrocardiogramma per evidenziare eventuali alterazioni del battito cardiaco.
Cura
Il tamponamento è un’emergenza medica che richiede il ricovero ospedaliero. Gli scopi del trattamento sono due:
- in primis dev’essere ridotta la pressione attorno al cuore per consentirgli di tornare a contrarsi normalmente,
- poi si risolve la condizione alla base della perforazione e dell’accumulo di liquido.
Da un punto di vista pratica si procede quindi all’aspirazione del liquido che circonda e comprime il cuore, in genere tramite un piccolo ago – procedura che prende il nome di pericardiocentesi.
In genere vengono anche somministrati
- ossigeno,
- fluidi
- e farmaci per innalzare la pressione sanguigna.
Una volta che il tamponamento sia sotto controllo e la situazione normalizzata, il medico può prescrivere ulteriori test per determinare la causa primaria di questa condizione, che andrà a sua volta trattata e risolta, o almeno gestita.
A cura del Dr. Marco Cantele, Medico Chirurgo