Tinea barbae (tigna della barba) nell’uomo: cause, sintomi e cura

Introduzione

La tinea barbae o tigna della barba è un’infezione fungina che interessa le aree sensibili agli ormoni androgeni (ormoni maschili) della barba e dei baffi. Ricorda la tigna del cuoio capelluto (o tinea capitis) per l’invasione del fusto del pelo da parte del fungo.

A volte indicata anche come micosi della barba, è un’infezione ad oggi poco comune, mentre in passato se ne osservava la diffusione attraverso l’uso condiviso dei rasoi comuni utilizzati dai barbieri (la condizione veniva spesso indicata con il nome prurito del barbiere).

Si manifesta come un’infiammazione dei follicoli dei peli (follicolite), con o senza infiammazione della pelle circostante (eritema); è possibile la comparsa di un leggero prurito.

Tigna della barba sulla guancia di un paziente

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La prognosi è buona, con possibilità di risoluzione spontanea.

Cause e contagiosità

L’infezione viene acquisita dall’uomo, generalmente in età adulta, per contatto diretto con un animale infetto. Sono infatti responsabili di questa tigna alcuni funghi zoofili, ovvero funghi che hanno come ospite abituale l’animale.

Si tratta specialmente di

  • Trichophyton verrucosum,
  • Trichophyton mentagrophytes
  • e (meno frequentemente) Trichophyton rubrum

che hanno come ospiti caratteristici

  • mucche,
  • cavalli,
  • bovini,
  • oppure Microsporum canis, che ha come ospite il cane o il gatto.

La malattia colpisce quasi esclusivamente gli allevatori, i veterinari ed altre persone a contatto con animali di grossa taglia. Raramente, è colpito il proprietario di un piccolo animale domestico che viene a contatto con il pelo di un animale infetto (ad esempio, se dorme appoggiando il volto al pelo di un gatto infetto).

Fattori di rischio

Rappresentano fattori di rischio

  • la dermatite atopica, condizione caratterizzata da un deficit immunitario verso il T. rubrum
  • e l’immunosoppressione farmacologica
    • per via locale (applicazione di creme cortisoniche)
    • o sistemica (ad esempio pazienti che assumono cronicamente farmaci immunosoppressori in seguito a trapianto d’organo).

Sintomi e manifestazioni cliniche

Il periodo di incubazione di questi agenti fungini è di circa 15 giorni.

L’infezione della zona della barba comporta l’infiammazione di follicoli piliferi, un’invaginazione cutanea che costituisce il sacco contenente il pelo, che si traduce clinicamente con la comparsa di

  • papule (lesioni rilevate arrossate)
  • e pustole (lesioni rilevate contenenti materiale purulento).

I peli della zona della barba infiammata si spezzano alla base per l’azione cheratolitica del fungo, andando spesso incontro alla caduta e favorendo così la formazione di chiazze arrossate e desquamanti.

In presenza di placche (che derivano dalla confluenza delle papule) e noduli (voluminose formazioni da cui può fuoriuscire materiale purulento) si parla di kerion, termine con il quale si indica un’infezione micotica caratterizzata da una marcata infiammazione e da lesioni più profonde.

Le manifestazioni cutanee sono spesso accompagnate da un aumento di dimensioni dei linfonodi regionali (ovvero del collo), specialmente quando la tigna sia di lunga durata ed in presenza di sovra-infezione batterica.

Possibili, ma non comuni, lo sviluppo di prurito e/o dolore.

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’esame clinico e sulla dimostrazione della presenza del fungo mediante esame micologico, che consiste nella raccolta delle squame da una lesione cutanea mediante grattamento con uno strumento chirurgico chiamato curette. Le squame vengono successivamente osservate al microscopio per la ricerca diretta dei funghi (esame microscopico) e poi seminate su terreni di coltura per l’esame colturale. Le colonie fungine che si formano nei terreni di coltura si sviluppano nell’arco di alcuni giorni o settimane e sono identificate in base agli aspetti macroscopici e microscopici che assumono.

In presenza di lesioni francamente purulente si dovrà eseguire un tampone cutaneo per la ricerca di germi e miceti con esame colturale.

Prognosi e complicazioni

A 4-6 settimane dalla comparsa delle manifestazioni avviene solitamente la risoluzione spontanea. L’evoluzione delle lesioni con formazione di cicatrici è rara, ma quando presenti possono determinare alopecia permanente.

Cura

I farmaci topici in creme o lozioni sono inefficaci, per cui si ricorre a terapie per bocca.

I principi attivi più utilizzati sono

  • antimicotici azolici (fluconazolo, chetoconazolo, itraconazolo)
  • terbinafina.

Tra gli azolici, l’itraconazolo si utilizza solitamente in terapia “pulsata” (ovvero una settimana al mese di terapia seguita da 3 settimane di interruzione e poi ripresa) per alcuni mesi.

Prevenzione

La prevenzione consiste esclusivamente nell’evitare il contatto diretto con gli animali potenzialmente infetti.

Fonti e bibliografia

  • Cainelli T., Giannetti A., Rebora A. Manuale di dermatologia medica e chirurgica.
    McGraw-Hill 4° edizione.
  • Braun-Falco O., Plewing G., Wolff H.H., Burgdorf W.H.C. Dermatologia. Edizione italiana a cura di Carlo Gelmetti. Sprienger – Verlag Italia 2002.
  • Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.

 

A cura della Dr.ssa Giulia Ciccarese, medico chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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