Tonsillite: tonsille gonfie, infiammate e/o con placche

Introduzione

Le tonsille sono piccole formazioni di tessuto (organi linfoidi) poste sui lati della gola che aiutano a prevenire e combattere le infezioni; possono gonfiarsi quando vengono infettate (tonsillite), assumendo un aspetto rosso e gonfio e/o presentando un rivestimento bianco o giallo sulla superficie.

Sono rivestite da un epitelio caratterizzato dalla presenza di numerosi linfociti, cellule del sistema immunitario, sparsi o riuniti a formare follicoli linfatici. In alcune zone l’epitelio segue un andamento più tortuoso, creando così lacune o cripte, che si approfondiscono nel tessuto linfatico con la funzione di aumentare la superficie esposta a favorire la difesa dell’organismo.

Le tonsille aumentano di volume nei primi anni di vita, fino a raggiungere la massima dimensione tra i 3 e i 7 anni, ovvero nell’età in cui sono tipiche le infezioni ricorrenti delle prime vie aeree. Tendono successivamente a regredire a partire dalla pubertà e in età avanzata diventano atrofiche, perdendo cioè gran parte della loro funzione di filtro di difesa.

Svolgono una funzione immunitaria complessa e non del tutto conosciuta; sono responsabili della produzione di linfociti B e T e della loro esposizione agli antigeni ambientali, in modo da favorire la maturazione del sistema immunitario. A tale esposizione conseguono la generazione di anticorpi e la disseminazione di linfociti divenuti maturi nel tubo digerente e a tutto l’organismo attraverso il torrente sanguigno e linfatico.

Le tonsille, dunque, infiammandosi riducono il propagarsi dell’agente infettivo nel resto dell’organismo attraverso un’efficace funzione di filtro.

Tonsille infiammate

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Causa

Le infiammazioni acute delle tonsille sono eventi molto comuni, soprattutto in età infantile. La causa è infettiva e gli agenti patogeni di più frequente riscontro sono prevalentemente i virus, mentre meno comunemente batteri.

Tra i virus responsabili si annoverano

  • rhinovirus,
  • rheovirus,
  • adenovirus,
  • virus respiratori sinciziali,
  • virus influenzali
  • e parainfluenzali.

Meno spesso sono coinvolti il virus dell’Epstein-Barr (che provoca mononucleosi infettiva) e HIV.

Dal momento che il cavo orale comunica con l’ambiente esterno, risulta costantemente abitato, insieme alla faringe, da batteri saprofiti in equilibrio con l’organismo; queste colonie batteriche possono diventare patogene in seguito a un cambiamento della condizione locale o generale dell’organismo, come ad esempio un’infezione virale a cui segue una sovra-infezione batterica da

In genere l’infiammazione non è limitata alle tonsille, ma si estende a tutta il faringe (per cui sarebbe più opportuno parlare di faringotonsillite o angina).

Sintomi

I sintomi e segni caratteristici della tonsillite comprendono:

I soggetti colpiti da virus del raffreddore spesso presentano, oltre a ciò, anche naso che cola e tosse.

I sintomi in genere regrediscono dopo tre o quattro giorni, in ogni caso, scompaiono entro una o due settimane (le tonsilliti virali sono solitamente di gravità ridotta rispetto a quelle batteriche).

Non è sempre possibile differenziare una tonsillite virale da una batterica in base all’ispezione della faringe, per tale ragione viene spesso effettuato un tampone per la ricerca in laboratorio dell’agente infettivo.

La tonsillite in corso di mononucleosi infettiva si manifesta in forma simile, con febbre sui 38°, ma con ingrossamento dei linfonodi più marcato e generalizzato ed epatosplenomegalia (ingrandimento del fegato e della milza). Le tonsille risultano ricoperte da pseudomembrane biancastre, simili a placche; se asportate tendono a lasciare un’erosione sanguinante. Per fare diagnosi di mononucleosi infettiva, è comunque necessario un esame del sangue per rivelare la presenza di anticorpi specifici.

Placche

In corso di tonsillite possono comparire placche in gola, che si presentano come punti biancastri sulla superficie delle tonsille, espressione di microascessi formatisi nelle cripte. Sono il risultato di un processo flogistico di origine virale, batterico o fungino, ragion per cui non va prescritto un antibiotico solo in base alla loro presenza.

Possono essere confuse con residui di cibo che vanno a infilarsi nelle cripte tonsillari (tonsille criptico-caseose), altra possibile causa di alitosi e di sapore cattivo in bocca (vedi in seguito).

Tonsille gonfie

Il fenomeno di proliferazione del tessuto linfoepiteliale delle tonsille è un processo fisiologico comune nei bambini, in rapporto alle funzioni di difesa immunitaria e di maturazione dei linfociti.

Quando questa proliferazione è oltremodo marcata può dar luogo a diversi disturbi:

  • ipertrofia tonsillare,
  • ipertrofia adenoidea (le cosiddette adenoidi, nel caso la condizione interessi la tonsilla faringea),
  • ipertrofia adenotonsillare, nel caso della associazione di entrambe.

L’ipertrofia tonsillare può provocare:

  • difficoltà alla deglutizione, che può condurre a scarso desiderio di alimentarsi, con conseguente calo ponderale,
  • difficoltà alla respirazione col naso,
  • talvolta ipertrofia dei linfonodi all’angolo della mandibola e ai lati del collo.

Per valutare il grado di ostruzione e l’eventuale necessità di un intervento chirurgico di asportazione delle tonsille (tonsillectomia) è necessario consultare uno specialista otorinolaringoiatra.

Complicazioni

Se trascurata, una tonsillite rischia di provocare:

  • ostruzione respiratoria: le tonsille, gonfiandosi, possono restringere il passaggio dell’aria nel faringe, dando luogo ad apnee notturne ed altre problematiche;
  • ascesso peritonsillare, in genere monolaterale, che si manifesta con dolore violento irradiato all’orecchio e accentuato dalla deglutizione, scialorrea, trisma, alito fetido, ingrossamento dei linfonodi del collo, atteggiamento del capo reclinato verso il lato dolente;
  • otiti, infiammazione dell’orecchio medio;
  • mastoidite,infezione che interessa il processo mastoideo, una protuberanza ossea individuabile nella porzione posteriore del lobo auricolare;
  • glomerulonefrite e febbre reumatica, se la causa della tonsillite è lo streptococco beta-emolitico. La prima è un’infiammazione del rene, la seconda una grave malattia che colpisce il cuore, le articolazioni, il sistema nervoso e la pelle.

Quando contattare il medico

Si raccomanda di consultare un medico in caso di

  • mal di gola severo che dura più di 48 ore,
  • febbre che supera i 39°C,
  • linfonodi ingrossati e dolenti al collo,
  • impossibilità di deglutire a causa del dolore/gonfiore,
  • salivazione eccessiva.

Tonsille criptiche

Sono tipiche degli adolescenti e degli adulti, in quanto l’involuzione legata all’età delle tonsille conduce a una riduzione del tessuto linfatico, non accompagnata tuttavia dal riassorbimento dell’impalcatura fibrosa.

Ne consegue che le cripte tonsillari diventano particolarmente profonde, potendo intrappolare frammenti di cibo con maggiore facilità. Il ristagno di cibo può costituire una importante fonte di energia per i batteri, che vanno quindi a insediarsi anch’essi nelle cripte.

Ciò può portare ad alitosi e a un cattivo sapore in bocca e, a volte, anche a mal di gola, per l’irritazione che la presenza di materiale estraneo comporta. La febbre è in genere assente.

Le cripte così riempite assumono tendenzialmente un colore biancastro (vengono anche chiamate, per tale ragione cripte caseose), venendo spesso scambiate per placche. Può essere, infatti, difficile differenziare tale condizione da una tonsillite infettiva cronica: a tal fine può essere necessaria una visita specialistica e l’esecuzione di esami ematochimici.

Nella tonsillite criptico-caseosa, come si può intuire, gli antibiotici sono inutili, perché la causa non è un’infezione batterica, bensì l’accumulo di detriti alimentari.

Per rimuovere il caseum, si possono effettuare dei gargarismi oppure la spremitura delle tonsille, eseguita con un abbassalingua da un medico o anche dal paziente stesso, se adeguatamente addestrato dallo specialista.

Per approfondire si rimanda alla scheda dedicata.

Cura e rimedi

Le tonsilliti di origine virale possono giovarsi di un trattamento sintomatico per il dolore e per la febbre con farmaci antiinfiammatori e antipiretici per via orale. Possono venire assunti in genere

  • paracetamolo,
  • ibuprofene,
  • aspirina (quest’ultima non dai bambini, in quanto potenzialmente causa della temibile sindrome di Reye).

Per quanto riguarda le tonsilliti batteriche, invece, oltre agli antiinfiammatori è necessario intraprendere una terapia antibiotica.

In genere viene somministrata una penicillina per 10 giorni o altri antibiotici per un tempo più breve.

È importante continuare la terapia fino al termine prestabilito, anche quando i sintomi dovessero recedere prima, perché l’antibiotico viene prescritto non tanto per alleviare i sintomi, quanto per prevenire le ricadute e le complicanze (otiti, ascessi peritonsillari, mastoiditi, glomerulonefrite e febbre reumatica).

In caso di streptococco è raccomandabile attendere 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica prima di riammettere il bambino a scuola e, in generale, in comunità.

Rimedi naturali

I provvedimenti casalinghi comprendono:

  1. bere molto, soprattutto liquidi caldi come un brodo o una tisana,
  2. riposo a letto,
  3. dieta leggera,
  4. igiene del cavo orale con collutori antisettici (va benissimo anche solo acqua e bicarbonato),
  5. tenere in bocca una pastiglia dura per il mal di gola, per far sì che venga prodotta una maggiore quantità di saliva, che inumidisce la gola e possiede un potere antisettico,
  6. umidificare l’ambiente, per non far seccare la gola, andando più facilmente incontro a irritazioni,
  7. evitare il fumo attivo e passivo,
  8. tenere la voce a riposo: non parlare troppo o con un volume troppo alto,
  9. stare a casa per non diffondere l’infezione ad altri.

Chirugia

L’intervento chirurgico di rimozione delle tonsille (tonsillectomia) non è quasi mai necessario negli adulti. Nei bambini, invece, le indicazioni alla tonsillectomia sono:

  • più di 6 infezioni in 1 anno,
  • più di 4 infezioni all’anno per 2 anni,
  • più di 3 infezioni all’anno per 3 anni,
  • ascesso resistente alla terapia medica.

A cura della dottoressa Giovanna Celia, medico chirurgo

Fonti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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