- Introduzione
- Cause e trasmissione
- Sintomi
- Quando rivolgersi al medico
- Diagnosi
- Cura e rimedi
- Prevenzione
- Fonti e bibliografia
Introduzione
La tracheite è una condizione caratterizzata dall’infiammazione della trachea, un condotto cartilagineo che origina a livello della laringe e termina ramificandosi nei due bronchi principali destro e sinistro.
In realtà la tracheite può essere la manifestazione finale di molti altri tipi di processi, che sono accomunati dalla stessa condizione clinica infiammatoria:
- processi di natura infettiva:
- batterica
- o virale;
- processi allergici stimolati dall’inalazione di specifici allergeni presenti nell’ambiente circostante,
- inalazione di aria contenente agenti irritanti, soprattutto di natura chimica,
- processi misti in cui spesso una base infettiva, magari con bassa carica, può innescare un sottostante processo immuno-allergico.
I sintomi tipici della tracheite sono
- gola arrossata (dovuta alla vasodilatazione e all’essudato di natura infiammatoria),
- presenza di muco più o meno denso, il cui colore dipenderà dal processo sottostante,
- tosse persistente, produttiva o non,
- dolore in gola,
- difficoltà respiratoria.
La diagnosi si basa su
- sintomatologia clinica,
- presenza o meno di espettorato (il catarro può spesso indirizzare sul meccanismo sottostante),
- esame obiettivo della faringe,
- eventualmente esame colturale dell’espettorato o ricerca di materiale virale.
La terapia sarà poi adeguata allo specifico agente.
Causa e trasmissione
La trachea è la diretta prosecuzione di altre vie aeree superiori, in ordine:
- cavità nasali (che grazie alle narici sono connesse col mondo esterno),
- faringe (ancora in comune tra la via respiratoria ed il canale digestivo),
- laringe,
- trachea (che a sua volta potrà dividersi nel bronco principale di destra e di sinistra).
La trachea è quindi una porzione delle “vie aeree superiori”, uno dei primi filtri di cui l’organismo dispone per difendersi dalle minacce esterne; è dotata di una serie di sofisticati ed efficaci meccanismi di difesa:
- muco (prodotto dalle cellule mucipare interposte alle cellule epiteliali di rivestimento tracheale),
- ciglia vibratili, la cui funzione è catturare le particelle esogene e spingerle nuovamente verso l’esterno,
- cellule del sistema immunitario (capaci di difendere la trachea, ma molto spesso responsabili anche di una risposta immunitaria errata, come nei casi di reazioni allergiche).
Proprio alla luce della sua localizzazione la trachea risulta quindi particolarmente esposta ad attacchi ed insulti esterni, a seguito dei quali reagisce con una risposta infiammatoria.
Gli eventi patogenetici possono essere grossolanamente suddivisi in:
- Meccanismi infettivi: gli agenti esogeni, di natura sia virale che batterica, possono riuscire a colonizzare l’ambiente tracheale e di conseguenza stimolare il sistema immunitario. La trasmissione avviene soprattutto per via inalatoria da secrezioni di soggetti a loro volta infetti (o anche soltanto portatori asintomatici del germe nelle loro vie aeree superiori), prevalentemente sostando a brevi distanze in ambienti chiusi.
- Meccanismi allergici: l’inalazione di specifiche particelle (chiamate in generale antigeni) in taluni soggetti, geneticamente predisposti, può determinare una “iper-attivazione” del sistema immunitario, cosicché esso sviluppi una potete risposta infiammatoria.
La maggior parte dei casi di tracheite origina quindi, senza neanche rendercene conto, dal semplice “respirare”, ma solo raramente si presenta come un unico processo infiammatorio isolato.
Man mano che procediamo verso il basso, verso le vie aeree inferiori, i meccanismi di difesa si riducono, poiché l’organismo presuppone che le difese precedenti abbiano già bloccato l’agente patogeno. Proprio per questo la tracheite spesso si manifesta nel complesso di una laringo-trachite (associazione di laringite e tracheite), faringo-laringo-tracheite; addirittura nelle forme allergiche si associa a rinite e congiuntivite.
Sintomi
La tracheite si manifesta quasi sempre con i seguenti sintomi:
- tosse, associata o meno alla produzione di catarro (la presenza di un espettorato purulento, di colore giallastro, orienterà maggiormente verso una diagnosi batterica),
- rumori respiratori come rantoli, sibili e stridore respiratorio (generati dalla parziale occlusione della trachea),
- mal di gola,
- dolore al petto,
- raucedine,
- naso che cola,
- dispnea (fame d’aria) nelle forme più gravi,
- sintomatologia sistemica:
Nelle forme ad eziologia allergica è possibile rilevare alcuni sintomi caratteristici, come ad esempio
- congiuntivite (occhi rossi e sensazione di bruciore),
- rinite (naso gocciolante),
- cefalea,
- rash cutaneo ed orticaria.
Nelle forme più gravi l’edema tracheale, ossia il gonfiore e l’infiammazione della trachea, può ridurre notevolmente lo spazio disponibile al passaggio dell’aria e questo è causa dello sviluppo di una grave difficoltà respiratoria (dispnea). Questo evento rappresenta un pericolo soprattutto nei bambini piccoli, dove l’organo è già fisiologicamente ridotto, tanto da richiedere un immediato intervento con ricovero ospedaliero per evitare carenze di ossigeno nel sangue.
Quando rivolgersi al medico
Anche se di norma la prognosi è ottima, la tracheite può diventare una situazione di emergenza; si raccomanda di rivolgersi al Pronto Soccorso nel caso in cui un bambino abbia appena avuto un’infezione delle vie respiratorie e all’improvviso compaiano
- febbre,
- una tosse che persiste e peggiora,
- ma soprattutto difficoltà respiratorie.
In alcuni casi potrebbe anche entrare in diagnosi differenziale con la COVID-19, mentre la tracheite di per sé non è considerato un sintomo caratteristico dell’infezione da SARS-CoV-2 (il collegamento più diretto è la segnalazione di alcuni occasionali casi di infiammazione della trachea in seguito al processo di estubazione di pazienti ricoverati in terapia intensiva, quindi un processo patologico non certamente collegato al virus).
Diagnosi
Le prime fasi del processo diagnostico comprendono un’attenta anamnesi, dalla quale possiamo molto spesso capire se il paziente si sia trovato esposto a specifici fonti di infezione o ad alcuni tipi di antigeni; il racconto può oltremodo aiutare nel delineare i caratteri di insorgenza delle manifestazioni, precedute o meno da un periodo di incubazione variabile, associate a sintomi generici o meno, …
A seguire l’esame del cavo orale e della faringe, può mostrare segni di iperemia (rossore) o secrezione mucopurulenta (catarro).
In genere non sono necessari ulteriori approfondimenti, ma in caso di dubbi il medico può decidere di richiedere una coltura dell’espettorato con associato antibiogramma, per isolare lo specifico batterio responsabile del processo infiammatorio ed avere a disposizione il migliore antibiotico per la specifica infezione in corso.
Tra i batteri che più comunemente possono colonizzare le vie aeree superiori ricordiamo:
- Stafilococchi (tra cui lo stesso S. Aureus),
- Streptococchi (in primis lo S. pneumoniae),
oltre ovviamente ad altri ceppi meno frequenti.
Quando il sospetto è invece verso un’infezione di natura virale possiamo utilizzare l’espettorato per ricercare specifiche componenti di virus. In questo caso possiamo ricordare specifici virus che tendono a localizzarsi a livello laringo-tracheale, tipici soprattutto dell’epoca pediatrica (ad esempio il virus respiratorio sinciziale).
Vanno ovviamente associati esami ematici per dimostrare sia l’assenza di altre patologie concomitanti di altra natura, sia per confermare il rialzo degli indici di flogosi (VES, PCR, globuli bianchi) o la presenza di componenti del microorganismo in circolo.
Quando il quadro sembra più grave del previsto è possibile completare lo studio con indagini ulteriori come la radiografia del torace, per poter escludere il progredire del processo infettivo a livello delle vie aeree inferiori e valutare la pervietà del canale.
Per processi allergici è possibile ricorrere alle “prove allergiche”, test cutanei o ematici, volti a rilevare la sensibilità individuale ad alcuni allergeni.
Attraverso il pulsossimetro, infine, è possibile determinare la quantità di ossigeno a livello del sangue (ossimetria).
Cura e rimedi
L’approccio terapeutico alla tracheite è ampiamente variabile non solo in relazione alla gravità del quadro clinico, ma soprattutto all’agente eziologico responsabile:
- Infezione batterica: l’infezione può essere trattata con un antibiotico, meglio se prescritto a seguito di antibiogramma.
- Infezione virale: può essere generalmente trattata con semplice terapia di supporto (antipiretici per la febbre, eventuali sedativi o sciroppi mucolitici per la tosse, quest’ultimi peraltro controindicati sotto i due anni di età) fino alla risoluzione.
- Allergia: l’approccio è di solito basato su antistaminici e cortisonici.
Talvolta la tracheite potrebbe addirittura risultare autolimitante, non richiedendo alcun trattamento, mentre nei casi più gravi, soprattutto quando si presenti un’occlusione quasi completa e conseguente dispnea nei bambini, è necessario il ricovero ospedaliero per fornire un adeguato supporto respiratorio attraverso l’utilizzo di un tubo endotracheale e l’instillazione di ossigeno.
Prevenzione
Il primo approccio preventivo consiste nell’evitare le situazioni a rischio:
- esposizione agli allergeni noti, nel caso di soggetti allergici,
- ambienti sovraffollati, chiusi, a contatto con possibili soggetti infetti.
È necessario inoltre prevenire tutti i processi in grado d’indebolire le difese delle vie respiratorie:
- fumo, sia attivo che passivo,
- inquinamento,
- nonché tutti i processi che ovviamente possono favorire condizioni di immunodepressione transitoria:
- stress,
- carenza di sonno,
- deficit nutrizionali (poiché la trachea è già facilmente esposta ad agenti esogeni, a cui è necessario che faccia fronte con tutti i meccanismi a disposizione).
Fonti e bibliografia
A cura della dott.ssa Ergasti Raffaella, medico chirurgo
Articoli ed approfondimenti
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