Ano
L’ano è la parte terminale dell’intestino, attraverso cui le feci vengono effettivamente espulse dal corpo; è quindi formato in parte dagli strati esterni della pelle del corpo e in parte dalle mucose intestinali. Due muscoli a forma di anello, chiamati muscolo sfintere anale interno e muscolo sfintere anale esterno, sono responsabili della continenza, ovvero della capacità di trattenere le feci ed espellerle solo come atto volontario.
La pelle che circonda l’esterno dell’ano è chiamata area perianale e i tumori della pelle perianale che non coinvolgono direttamente lo sfintere anale vengono comunque generalmente trattati allo stesso modo dei tumori anali.

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Cause
Il tumore anale è un cancro relativamente raro, che rende conto dell’1-2 per cento dei tumori del tratto gastrointestinale; si stima che interessi indicativamente 1 paziente ogni 100.000 persone a livello mondiale, e negli ultimi anni si è rilevato in aumento.
In Italia si registrano poco più di 1.000 casi l’anno (con una leggera prevalenza del sesso femminile).
Più che parlare di cause, nel caso dei tumori è possibile genericamente individuare fattori di rischio in grado di aumentare la probabilità di sviluppare la malattia; nel caso del tumore all’ano tra i più rilevanti figurano:
- Infezione da papillomavirus umano (HPV), lo stesso virus che causa il tumore al collo dell’utero nella donna e che rende conto della maggior parte dei casi di tumore all’ano
- Immunodepressione, ad esempio da HIV o in seguito a terapie farmacologiche
- Familiarità per tumori vulvari, vaginali o cervicali
- Numero elevato di partner sessuali (probabilmente correlato al rischio di contagio con HPV) e praticare rapporti anali ricettivi (sesso anale)
- Fumo
È possibile contrarre il virus HPV a seguito di qualsiasi contatto pelle-pelle dell’area genitale (ovvero mediante rapporti vaginali, anali o oppure orali), ma anche mediante la condivisione di sex toys; il tumore anale è comunque raro e la maggior parte dei pazienti colpiti da HPV non svilupperà mai un tumore all’ano.
Sintomi
Il tumore anale, soprattutto nelle fasi iniziali, potrebbe non esprimere alcun sintomo, o comunque essere difficile da riconoscere come tale; i disturbi sono in parte sovrapponibili a quelli causati da emorroidi e ragadi anali, condizioni comuni e meno gravi, quindi soffrire di uno o più dei seguenti sintomi non significa avere un tumore, sebbene sia ovviamente raccomandabile il parere di un medico:
- Sanguinamento dall’ano o dal retto e/o sangue nelle feci
- Presenza di un nodulo vicino all’ano
- Senso di dolore o pressione nell’area intorno all’ano
- Prurito anale
- Perdite dall’ano, ad esempio di muco
- Cambiamento nelle abitudini intestinali:
- alternanza di diarrea e stipsi
- difficoltà a trattenere nel feci (incontinenza intestinale)
- necessità di defecare con maggior frequenza..
Sopravvivenza
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni, ovvero la percentuale di pazienti ancora in vita a 5 anni dal momento della diagnosi, dipende in larga parte da se e quanto il tumore sia già diffuso a distanza; seguono le percentuali stimate dall’American Cancer Society:
Diffusione | Sopravvivenza 5/anni |
Localizzato | 83% |
Regionale | 67% |
Distanza | 36% |
Media complessiva | 70% |
Diagnosi
In caso di sintomi sospetti, il medico procederà innanzi tutto ad una raccolta di informazioni sulla situazione clinica del paziente e su eventuali familiarità degne di nota; il passo successivo è l’esame obiettivo, che consisterà in particolare nell’esplorazione digito-rettale per evidenziare l’eventuale presenza di reperti anomali.
I passi successivi consistono, se necessari, in esami strumentali che possano chiarire eventuali situazioni dubbie:
- Anoscopia: esame dell’ano e del retto inferiore mediante un anoscopio, un dispositivo a forma di tubo dotato di luce che consente al medico di valutare visivamente la mucosa interna.
- Proctoscopia: procedura che consente, mediante uno strumento sottile simile a un tubo dotato di luce e lente d’ingrandimento, di visualizzare l’interno del retto e dell’ano. Potrebbe essere dotato di uno strumento per il prelievo di un piccolo campione di tessuto (biopsia, vedi dopo).
- Ecografia endoanale o endorettale: esame di imaging in cui un trasduttore a ultrasuoni (sonda) viene inserito attraverso l’ano per produrre infine un’immagine dei tessuti interni che l’operatore visualizza su uno schermo.
- Biopsia: esame di laboratorio che prevede l’analisi di un campione di tessuto sospetto, prelevato durante l’anoscopia/proctoscopia.
A seguito della diagnosi, per valutare l’eventuale diffusione metastatica, si ricorre ad esami di imaging:
Cura
L’approccio con cui viene affrontato il tumore all’ano dipende essenzialmente da:
- stadio del cancro (ovvero se e quanto sia già metastatizzato)
- localizzazione esatta del tumore
- stato di salute del paziente (la presenza di HIV, ad esempio, complica la terapia)
- prima diagnosi o recidiva (quando il tumore si ripresenta a distanza di tempo).
Il trattamento di elezione è rappresentato da una combinazione di radioterapia e chemioterapia (chemio-radioterapia), ma in alcuni pazienti si opta per l’utilizzo di uno solo dei due approcci e/o della chirurgia.
I tumori anali regrediscono lentamente nell’arco di molte settimane dopo la chemioradioterapia, richiedendo talvolta fino a 26 settimane .
Mentre la chemio-radioterapia è causa di maggiori effetti collaterali la chirurgia, quando praticabile, si traduce anche in tassi di sopravvivenza a lungo termine più favorevoli (anche se va tuttavia soppesata l’invasività dell’intervento).
Chirurgia
La chirurgia è particolarmente utile nei casi di tumori piccoli e superficiali e può essere affrontata a seconda dei casi con due diverse tecniche:
- Resezione locale: il tumore viene estratto dall’ano insieme a parte del tessuto sano circostante. Questo approccio può salvare i muscoli dello sfintere, prevenendo così lo sviluppo di incontinenza fecale. L’approccio è utilizzabile per i tumori che si formano nella parte inferiore dell’ano.
- Resezione addominoperineale: la procedura è più invasiva e prevede che ano, retto e parte del colon vengano rimossi attraverso un’incisione praticata nell’addome. Il chirurgo provvederà poi a praticare una stomia, ovvero creare un’apertura sull’addome a cui collegare il tratto residuo di intestino per evacuare il materiale fecale in appositi sacchetti (colostomia). Anche i linfonodi eventualmente coinvolti possono venire rimossi durante lo stesso intervento. Questa procedura viene utilizzata solo per le recidive o per le forme resistenti a radioterapia e chemioterapia.
Prevenzione
Parlare di un’effettiva prevenzione mirata nel caso dei tumori è difficile, ma nel caso dell’ano la vaccinazione contro l’HPV rappresenta senza dubbio uno strumento di grande efficacia (e che protegge ovviamente anche dal più comune tumore al collo dell’utero).