Tumore al colon-retto: sintomi, sopravvivenza e cause

Introduzione

La parete del tubo digerente è costituita da un rivestimento interno, detto mucosa, formato da un singolo strato di cellule. Queste cellule, come tutte quelle del nostro organismo, sono soggette a un ciclo vitale, ma quando si riproducono troppo attivamente aumentando di numero in modo incontrollato, si può innescare un processo che porta alla genesi di un tumore.

Questo può essere

  • benigno, quando la neoformazione rimane localizzata non occupando i tessuti circostanti,
  • maligno, se invade infiltrando i tessuti vicini e propagandosi eventualmente anche a distanza, diffondendosi tramite i vasi sanguigni e il sistema linfatico (metastasi).

Quando un tumore maligno origina dal tessuto epiteliale, come quello della parete interna dell’intestino, prende anche il nome di carcinoma.

È di comune sviluppo sia negli uomini che nelle donne, con il rischio che aumenta in particolare dopo i 50 anni; ne sono più soggetti i pazienti con

  • polipi del colon-retto,
  • familiarità per il tumore,
  • malattie infiammatorie croniche (colite ulcerosa o morbo di Crohn),
  • dieta eccessivamente ricca di carni ultra-lavorate e/o alcolici,
  • obesità,
  • fumo.

I sintomi più comuni del cancro del colon-retto includono

Poiché nella maggior parte dei pazienti il tumore in fase iniziale è del tutto asintomatico (privo di sintomi) riveste una grande importanza l’adesione ai test di screening, in genere proposti come ricerca di sangue occulto nelle feci.

La terapia prevede combinazioni variabili di

  • chirurgia,
  • chemioterapia,
  • radioterapia.

I maggiori tassi di successo sono legati alla possibilità di intervenire chirurgicamente, approccio favorito da una diagnosi precoce.

Richiami di anatomia

L’intestino crasso è l’ultima parte dell’apparato digerente; forma una sorte di cornice attorno alla massa dell’intestino tenue e si suddivide da destra a sinistra (da sinistra a destra nell’immagine, che risulta riflessa) in:

  • colon ascendente,
  • colon trasverso,
  • colon discendente,
  • sigma e retto.

Questi ultimi due segmenti sono contenuti all’interno del bacino e, attraverso il retto, consentono la comunicazione con l’ambiente esterno mediante l’ano.

Anatomia semplificata del tratto gastrointestinale

iStock.com/ttsz

La funzione del colon è quella di permettere la formazione delle feci e di convogliarle verso l’esterno. Al colon, infatti, giungono le fibre residue e il cibo non assorbito dall’intestino tenue, dove viene continuato l’assorbimento delle sostanze nutritive iniziato nei precedenti segmenti dell’apparato digerente, mentre il materiale residuo andrà a costituire le feci. Queste, mediante i movimenti peristaltici del tubo digerente, vengono trasportate verso il sigma e il retto, dove sono espulse attraverso l’ano.

 

Causa

Il carcinoma del colon-retto è il terzo tumore per frequenza nel sesso maschile e il secondo nel sesso femminile. Nel complesso il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto nell’arco della vita è di circa 1 su 23 (4,4%) per gli uomini e 1 su 25 (4,1%) per le donne.

L’incidenza di tumori al colon-retto inizia ad aumentare a partire dai 50 anni e raggiunge il suo picco tra i 60 e i 75 anni d’età.

Ad oggi non sono ancora state identificate le cause certe di tumore al colon, tuttavia numerose ricerche scientifiche suggeriscono l’esistenza di molteplici fattori di rischio, che possiamo suddividere in non modificabili e modificabili.

Fattori non modificabili

  • Genetica: soggetti con familiari di primo grado (genitori, fratelli, figli) ammalatisi di carcinoma al colon hanno una probabilità maggiore di sviluppare questo tumore nel corso della loro vita. Esiste, oltre a ciò, una condizione genetica, la poliposi adenomatosa familiare, che predispone al cancro al colon-retto in età più giovanile.
  • Età: questo tipo di tumore colpisce con maggiore incidenza oltre i 50 anni di età
  • Lesioni precancerose: alcuni tipi di polipo intestinale, quello adenomatoso e quello villoso, solitari o diffusi, possiedono una spiccata potenzialità maligna.
  • Malattie infiammatorie croniche del colon: soggetti con una storia clinica di rettocolite ulcerosa o di morbo di Crohn hanno un rischio più elevato di sviluppare il cancro.

Fattori modificabili

Dieta e alimentazione

  • Carne rossa: il consumo di carne rossa sembra costituire un fattore predisponente al carcinoma del colon. Molti studi hanno persino evidenziato una risposta dose-dipendente.
  • Carne conservata ed ultralavorata: sembra favorire il tumore, con una risposta dose-dipendente.
  • Zuccheri: un elevato consumo di zuccheri industrialmente raffinati sembra essere correlato allo sviluppo di tumore.
  • Grassi saturi: i grassi, secondo alcuni studi, sembrano promuovere il cancro attraverso diversi meccanismi, uno è quello di modificare la flora batterica, la quale, a sua volta, produrrebbe sostanze potenzialmente cancerogene. Inoltre, un pasto ricco di grassi stimola la produzione da parte del fegato di acidi biliari, i quali, se in eccesso, si sono rivelati in grado di promuovere lo sviluppo del cancro.
  • Bevande alcoliche.

Stile di vita

Fattori protettivi

  • Fibre: un abbondante consumo di fibre sembra proteggere dallo sviluppo di cancro al colon. Esse, infatti, favoriscono il transito intestinale, riducendo pertanto il tempo di contatto con la mucosa di sostanze tossiche eventualmente presenti. Le fibre sono abbondanti in frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
  • Verdure non amidacee: molti studi concordano nel considerare le verdure non amidacee (escludiamo quindi le patate) come un fattore protettivo.
  • Frutta: la frutta è, come le verdure, ricca di antiossidanti e di vitamina C, pertanto la sua assunzione con la dieta sembra contrastare l’insorgenza del cancro.
  • Pesce: con il suo alto contenuto di grassi polinsaturi e di sostanze antiossidanti, il pesce è considerato come protettivo verso il tumore del colon-retto.
  • Praticare regolarmente attività fisica è associato ad una riduzione del rischio di sviluppare il tumore

Sintomi

La crescita del tumore è in genere piuttosto lenta, si parla di numerosi anni, ma purtroppo il carcinoma del colon non dà sintomi di sé negli stadi iniziali e molto spesso la comparsa di segni e manifestazioni è spesso associata a tumori già in fase avanzata.

In genere, l’esordio è subdolo e l’andamento progressivamente ingravescente.

Quando presenti, i sintomi del tumore al colon sono:

  • Dolore addominale localizzato o diffuso (è fra i sintomi iniziali più precoci).
  • Alterazione delle evacuazioni nel senso della stitichezza o della diarrea. Ovvero, è da considerarsi un campanello d’allarme se una persona è sempre stata regolare, ma a un tratto diventa stitica o, al contrario, le feci diventano tendenzialmente diarroiche. Oppure può manifestarsi alternanza di stipsi e diarrea. Possono venire emesse anche feci miste a materiale mucoso (mucorrea) o a tessuto tumorale in disfacimento.
  • Presenza di sangue sia rosso vivo che scuro nelle feci. Più spesso, tuttavia, il sangue è occulto, ovvero non apprezzabile visivamente, ma solo con metodi analtici. Nelle fasi conclamate, si può presentare espulsione di sangue senza feci.
  • Feci che diventano più strette, poiché la massa tumorale comprime il lume intestinale.
  • Gonfiore addominale.
  • In caso di cancro rettale, si può presentare tenesmo, ovvero lo stimolo doloroso alla defecazione, non seguito dall’evacuazione di contenuto intestinale. Può essere presente, inoltre, la sensazione di defecazione incompleta.
  • Nausea e vomito.
  • Perdita di peso inspiegabile.
  • Stanchezza.
  • Febbre.

In alcuni pazienti il tumore raggiunge dimensioni tali da essere palpabile attraverso la parete addominale.

Un soggetto con carcinoma al colon con buona probabilità perde sangue dall’intestino, in quanto il tumore, per sostenere le elevate esigenze metaboliche dovute alla crescita cellulare accelerata, induce la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questi vasi, tuttavia, risultano più fragili di quelli normali e si rompono quindi con facilità, determinando perdita di sangue e conseguente anemia secondaria.

I sintomi dell’anemia sono

Complicazioni

Alcuni pazienti possono andare incontro allo sviluppo di un blocco intestinale (più correttamente chiamato occlusione intestinale), in particolare se il tumore arriva ad ostruire del tutto il lume del tubo digerente.

Questa condizione si manifesta con

  • dolore addominale di intensità crescente,
  • gonfiore addominale dovuto alla distensione della parte del colon a monte dell’ostruzione,
  • vomito,
  • impossibilità di espellere feci e gas, dal momento che il transito intestinale è completamente interrotto.

Tale complicanza costituisce un’emergenza chirurgica da riconoscere e trattare il più rapidamente possibile.

Altra possibile complicanza è rappresentata dalla perforazione intestinale.

Il tumore del colon dà purtroppo molto frequentemente metastasi al fegato.

Sopravvivenza

La prognosi dipende dallo stadio del tumore al momento della diagnosi. Un quarto dei pazienti giunge alla diagnosi in uno stadio tanto avanzato, da non essere più operabile con intenti curativi. Le probabilità di guarigione sono più elevate se il tumore viene scoperto nelle fasi iniziali, quando il cancro non si è esteso oltre la parete intestinale.

Secondo dati americani la sopravvivenza a 5 anni è, mediamente, pari a circa il 65%.

Diagnosi

Formulare una diagnosi precoce di tumore al colon è difficile, poiché solitamente il tumore è asintomatico per gran parte della sua storia.

Il sospetto diagnostico viene posto in base ai sintomi descritti in precedenza. Soprattutto

  • l’insorgere di irregolarità nelle evacuazioni in un soggetto adulto o anziano,
  • l’emissione di sangue con o senza feci,
  • dolori addominali di tipo colico

devono portare a presupporre un tumore al colon.

Ogni sanguinamento dal retto, anche in presenza di emorroidi già note, deve fare considerare l’ipotesi di tumore al colon.

Ad oggi, fortunatamente, aumenta il numero di casi diagnosticati nelle fasi iniziali grazie agli esami di screening cui è invitata la popolazione a rischio (in genere per età, o per la presenza di fattori di rischio quale ad esempio la famigliarità); si procede in genere attraverso un esame delle feci, seguito eventualmente dalla colonscopia, un esame invasivo che tuttavia consente la visualizzazione diretta del lume intestinale.

Con tale tecnica è possibile, inoltre, prelevare campioni di tessuto sospetto (biopsia), da analizzare in seguito in laboratorio. Tale strumento permette altresì la rimozione di polipi, costituendo, pertanto, anche un atto terapeutico e preventivo.

Una volta confermata la diagnosi, il paziente viene sottoposto a

per la stadiazione tumorale e la ricerca di eventuali metastasi.

Visualizzazione delle differenze tra i diversi stadi del tumore al colon

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Cura

La terapia comprende principalmente l’approccio chirurgico, con l’asportazione del tumore e dei segmenti di colon vicini. Le estremità di colon vengono riconnesse con punti di sutura (anastomosi).

Se la porzione di colon asportata non consente la normale canalizzazione, viene eseguita una colostomia, cioè un’apertura creata chirurgicamente sulla parete addominale attraverso la quale l’intestino svuota il suo contenuto che viene raccolto in un sacchetto.

Durante l’intervento, vengono asportati inoltre i linfonodi, che andranno sottoposti a esame istologico in un secondo tempo. Tale procedura è importante, in quanto consente di valutare possibili localizzazioni a distanza (metastasi).

Dopo l’intervento, vengono in genere effettuati cicli di radioterapia o chemioterapia.

Prevenzione

Come abbiamo riportato, si può cercare di prevenire il carcinoma del colon-retto correggendo alcune abitudini di vita errate. In particolare è necessario:

  • mantenere il peso forma,
  • praticare attività fisica con regolarità,
  • prestare attenzione alla dieta. Si raccomanda di
    • prediligere alimenti ricche di fibre (cereali integrali e verdure),
    • eliminare invece cereali industrialmente raffinati (farine bianche e zuccheri raffinati),
    • diminuire il consumo di carne rossa a favore del pesce,
    • evitare le carni conservate.

Altre misure preventive riguardano l’esecuzione di esami di screening da svolgere a partire dai 50 anni di età. Tali metodiche si avvalgono della ricerca del sangue occulto nelle feci da effettuare con cadenza annuale e della colonscopia ogni dieci anni.

Laddove tuttavia vi sia un rischio elevato, come nei soggetti con familiarità, il controllo con la colonscopia va svolto con maggiore frequenza.

Bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.