Ureaplasma parvum/urealyticum: sintomi e conseguenze

Ureaplasma parvum o urealyticum?

I micoplasmi sono batteri appartenenti all’Ordine dei Mycoplasmatales e alla Famiglia dei Mycoplasmataceae e possiedono alcune caratteristiche peculiari che li distinguono da tutti gli altri batteri:

  • sono le più piccole cellule capaci di vita autonoma (sono così piccoli da non risultare visibili ai tradizionali microscopi)
  • non possiedono parete cellulare (risultando quindi insensibili agli antibiotici attivi sulla sintesi di quest’ultima).

Il genere Mycoplasma comprende oltre 100 specie diverse e, alcune, sono in grado di infettare l’essere umano causando diverse forme d’infezione (in particolare con localizzazione nell’apparato respiratorio o genitale); la sottospecie mycoplasma pneumoniae è la più studiata e, sebbene tipicamente associata alla “polmonite atipica” (perché non responsiva agli antibiotici), è in grado di colonizzare anche altri distretti (pelle, sistema nervoso centrale, sangue, cuore e articolazioni).

Le specie Ureaplasma, appartenenti alla famiglia dei micoplasmi, sono invece tipicamente descritte come come causa di

  • malattia urologica (vie urinarie), ginecologica (apparato genitale femminile) e ostetrica (in gravidanza),
  • possibili complicanze in uomini, donne e neonati.

Le differenze cliniche tra U. parvum e U. urealyticum devono ancora essere chiaramente definite perché è piuttosto recente il riconoscimento come specie separata, quindi il presente articolo costituisce una presentazione che non terrà conto di questa distinzione.

A complicare la situazione è l’osservazione che “Mycoplasma genitalium e Ureaplasma urealyticum siano responsabili di alcuni casi di uretrite non gonococcica. Essi (insieme al Mycoplasma hominis) sono spesso presenti in pazienti con altre infezioni urogenitali (p. es., vaginite, cervicite, pielonefrite, malattia infiammatoria pelvica) e alcune infezioni non urogenitali, ma il loro ruolo in queste infezioni non è chiaro.”

“Mycoplasma” è infinea un termine usato per riferirsi a qualsiasi membro della classe Mollicutes, che include Mycoplasma e Ureaplasma; nel complesso, le specie Ureaplasma, Mycoplasma genitalium e Mycoplasma hominis possono essere isolate in una percentuale che raggiunge l’80% delle donne sessualmente attive, ma ovviamente questi microrganismi non sono invariabilmente correlati ad un’infezione attiva. L’ureaplasma è quindi spesso una attiva e normale del microbioma umano, che può presumibilmente trasformarsi in una minaccia in caso di proliferazione eccessiva e fuori controllo.

Ureaplasma nell’uomo

Ureaplasma parvum (e U. urealyticum) sono stati collegati allo sviluppo di uretrite non gonococcica, ovvero l’infezione dell’uretra (canale che permette l’espulsione dell’urina/sperma attraverso il pene), ma gli stessi batteri sono stati isolati anche in molti soggetti sani, inducendo quindi una certa cautela nel trarre conclusioni sulla patogenicità.

Dubbi simili sorgono in relazione al legame con prostatite e infertilità (la presenza di U. parvum nello sperma è risultata significativa).

Ureaplasma nella donna

La ricerca attuale indica che le infezioni da U. parvum potrebbero causare complicazioni durante la gravidanza, capaci di determinare parto pretermine, infiammazione materna e fetale, infiammazione della placenta (corioamnionite) e mortalità neonatale. Ciononostante rappresentano una percentuale non trascurabile della normale flora batterica vaginale di numerose donne perfettamente in salute.

Donna con le mani appoggiate sui pantaloni a indicare una sensazione di fastidio

Shuttestock/TanyaLovus

Contagio e trasmissione

Gli ureaplasma vengono tipicamente trasmessi attraverso i rapporti sessuali e riescono a colonizzare facilmente vagina e uretra (il canale che consente l’espulsione dal corpo dell’urina); la trasmissione può anche essere verticale (da madre a figlio), ma in questi casi tende spesso a sparire entro pochi mesi (è raro che possa essere isolato in bambini e adulti sessualmente inattivi).

Soggetti con sistema immunitario indebolito sono più soggetti allo sviluppo d’infezione.

Sintomi

I sintomi correlati allo sviluppo di infezioni da Ureaplasma sono ampiamente variabili e non solo in relazione al distretto d’infezione (anche se la maggior parte dei soggetti con infezione non manifesta alcun sintomo).

Quando l’infezione riguarda l’uretra prende il nome di uretrite non gonococcica (a distinguerla da quella causata dal batterio responsabile della gonorrea) e può manifestarsi in entrambi i sessi con:

L’ureaplasma è inoltre una possibile causa di vaginosi batterica, che si manifesta con

Nell’uomo, invece, dall’uretra potrebbe raggiungere i testicoli (epididimite) e/o la prostata (prostatite).

L’ureaplasma è inoltre considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di:

  • calcoli renali
  • parto prematuro nelle donne in gravidanza
  • malattie respiratorie nei neonati nati da madri affette.

Ureaplasma: fertilità e gravidanza

Il legame tra presenza di Ureaplasma e fertilità è ancora oggi poco chiaro, a differenza del meglio caratterizzato rischio di complicazioni durante la gravidanza. È quindi considerato non tanto una causa, quanto più un fattore di rischio per:

  • rottura prematura delle membrane
  • travaglio pretermine
  • infezione intra-amniotica
  • corioamnionite
  • funisite
  • invasione placentare
  • basso peso alla nascita.

Diagnosi

La presenza di Ureaplasma viene in genere rilevata attraverso esami colturali, come ad esempio:

Cura

I batteri della specie Ureaplasma non presentano parete batterica e sono quindi insensibili ad antibiotici attivi su questa, come ad esempio la penicillina; si ricorre invece a principi attivi come

  • tetracicline
  • macrolidi (azitromicina, doxiciclina)
  • fluorochinoloni (ciprofloxaxina, …).

Si consiglia in genere astensione dai rapporti sessuali fino a guarigione.

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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