Vaginite: cause, sintomi, rimedi e cura

Introduzione

La vaginite è un disturbo infiammatorio acuto o cronico a carico della vagina.

Questo processo flogistico può essere il risultato di infezioni causate da diversi agenti patogeni (batteri, funghi, protozoi) oppure di squilibri di natura ormonale, particolarmente frequenti nel periodo post-menopausale.

La malattia si manifesta solitamente con:

La diagnosi di vaginite è clinica, basata sulla valutazione dei sintomi riferiti dalla paziente durante la visita ginecologica e sull’eventuale riscontro di positività a ulteriori accertamenti diagnostici di laboratorio.

Il trattamento prevede, oltre l’adozione di opportune misure igienico sanitarie, l’utilizzo di specifici farmaci per alleviare l’entità dei sintomi e debellare la causa che è alla base della malattia.

Vaginite

iStock.com/Tharakorn

Vaginite o vaginosi?

Le vaginosi sono infezioni della vagina.

Le vaginiti sono infiammazioni della vagina, che possono essere dovute a infezioni (vaginosi) o a causa differenti (ad esempio allergie, irritazioni, alterazioni ormonali, …); poiché la maggior parte delle vaginiti sono di natura infettiva, spesso i due termini vengono (impropriamente) scambiati e usati come sinonimi.

Dal punto di vista della localizzazione è inoltre possibile individuare anche

  • vulvovaginiti (quando sia interessata anche la parte esterna dei genitali),
  • cerviciti (quando sia interessata anche la cervice, la parte terminale dell’utero che sporge in vagina).

Cause

Le vaginite possono essere così classificate in base alla natura dell’infiammazione:

  • vaginite infettiva
  • vaginite non infettiva, legata ad irritazioni ed infiammazioni,
  • vaginite atrofica, conseguente all’entrata in menopausa,
  • vaginite attinica, effetto indesiderato della radioterapia praticata verso tessuti localizzati in prossimità della vagina.

Fattori di rischio

I fattori in grado di favorire lo sviluppo di vaginite possono essere didatticamente suddivisi in base all’età dalla paziente, che riveste un ruolo di primo piano in termini di frequenza di esposizione a specifiche condizioni, ma quasi tutti i fattori possono essere responsabili di infiammazione a qualsiasi età:

  • Bambine (2-6 anni)
    • Infezioni che originano dal tratto gastrointestinale e si diffondono a livello vaginale determinando l’insorgenza di vulvovaginiti aspecifiche;
    • Insufficiente igiene intima (specialmente della regione perineale, correlate spesso all’erronea abitudine di pulirsi in senso postero-anteriore in seguito all’evacuazione);
    • Utilizzo di agenti chimici irritanti (possono essere presenti in alcuni detergenti, verso cui le delicate mucose reagiscono irritandosi);
    • Introduzione di corpi estranei (possono essere responsabili di vaginiti che si manifestano con l’emissione di piccoli quantitativi di sangue);
    • Infezioni (possono essere causate da streptococchi, stafilococchi, enterobi, candida).
  • Donne in età fertile:
    • Infezioni batteriche: sono dovute alla proliferazione incontrollata di batteri nocivi a livello vaginale e sono riconducibili ad una riduzione del numero di lactobacilli (i batteri “buoni” responsabili del mantenimento del corretto pH vaginale) per stati di alterazione della flora batterica dovuti generalmente ad una riduzione delle difese immunitarie;
    • Infezioni da funghi: è dovuta principalmente a infezione vaginale da parte del fungo Candida albicans (particolarmente diffusa in caso di squilibri nella flora batterica vaginale, come quelli che conseguenti a terapie antibiotiche protratte);
    • Vaginiti da Trichomonas: questo protozoo si diffonde attraverso i rapporti sessuali (generalmente l’infezione avviene tramite il passaggio del patogeno già presente a livello del tratto urinario maschile a livello vaginale durante la penetrazione).
  • Donne in menopausa: la fisiologica riduzione nella produzione di estrogeni può determinare una riduzione dello spessore vaginale, favorendo l’insorgenza di processi infiammatori (vaginite atrofica) o infettivi; inoltre, il periodo che segue la menopausa è caratterizzato da un aumento del pH vaginale, con conseguente aumento del rischio di proliferazione di batteri patogeni.

Altre cause di vaginite, maggiormente indipendenti dall’età e dunque possibili in tutte le donne, sono:

  • presenza di fistole tra intestino e apparato genitale (possono costituire il tramite attraverso cui i patogeni provenienti dall’intestino raggiungono il tratto genitale);
  • terapia pelvica radiante per il trattamento di alcune patologie tumorali: può essere responsabile della comparsa di vaginite attinica;
  • irritazioni locali favorite da molteplici agenti sono responsabili dell’insorgenza di vaginiti di tipo non infettivo (profumi, assorbenti, stoffe, creme lubrificanti, preservativi, anelli vaginali, …);
  • violenze sessuali (possono determinare l’insorgenza di diverse malattie trasmissibili sessualmente, tra cui la vaginite da Trichomonas).

Sintomi

I sintomi che caratterizzano la vaginite possono variare a seconda della forma sviluppata, ma tipicamente comprendono:

  • perdite vaginali: in base al colore delle secrezioni vaginali prodotte è possibile differenziare
    • l’infezione batterica (le perdite sono grigiastre, accompagnate da un caratteristico e sgradevole odore di pesce),
    • l’infezione da Candida (le perdite sono biancastre),
    • l’infezione da Trichomonas (le perdite sono giallo-verdognole);
  • prurito;
  • rossore locale;
  • bruciore;
  • leggera dolorabilità regionale;
  • possibile sanguinamento;
  • minzione dolorosa;
  • fastidio o dolore durante i rapporti sessuali.

Diagnosi

La diagnosi di vaginite è basata principalmente su una valutazione clinica, durante la visita ginecologica; successivamente, sulla base del sospetto emerso durante l’esame obiettivo svolto sulla paziente, è possibile eseguire altri esami di laboratorio eseguiti su un campione di secrezioni vaginali (misurazione del pH vaginale, esami colturali per la ricerca di batteri, funghi o Thricomonas, …).

Cura

I trattamenti della vaginite sono specifici a seconda della causa che è alla base dell’infiammazione:

  • La vaginite batterica, può essere trattata tramite somministrazione di terapia antibiotica (da assumere per via orale o da applicare localmente sottoforma di creme, ovuli o gel per un periodo di tempo variabile da 5 a 7 giorni);
  • La vaginite da funghi è trattata tramite somministrazione di terapia antimicotica (sempre da assumere per via orale o tramite farmaci da applicare localmente);
  • La vaginite da Trichomonas può essere trattata tramite utilizzo di farmaci specifici (per via orale o topica);
  • La vaginite atrofica, frequente nelle donne durante il post-menopausa può beneficiare di un trattamento a base di estrogeni (in compresse, creme, cerotti); in presenza di controindicazioni all’utilizzo di questi ormoni, potrebbe essere indicato, su consiglio del ginecologo, l’applicazione di prodotti lubrificanti o con proprietà emollienti (utilizzati di frequente anche nella vaginite attinica);
  • La vaginite non infettiva regredisce solitamente dopo rimozione dell’agente irritante.

Prevenzione e rimedi pratici

Alcune accortezze possono ridurre, se adottate quotidianamente, l’insorgenza degli episodi di vaginite; tra queste:

  • Limitare l’utilizzo di deodoranti o detergenti intimi aggressivi, che possono favorire l’irritazione della regione genitale;
  • Evitare di indossare biancheria intima o capi d’abbigliamento particolarmente aderenti (possono favorire l’annidamento e la proliferazione dei batteri);
  • Preferire l’uso di biancheria intima di cotone bianco nelle donne sensibili;
  • Durante il flusso mestruale praticare una corretta igiene intima e cambiare frequentemente gli assorbenti utilizzati (eventualmente facendo uso di assorbenti 100% cotone, se necessario);
  • Adottare un regime alimentare sano, povero di zuccheri semplici e ricco di sostanze pro e prebiotiche;
  • Praticare regolarmente attività fisica (adatta alle proprie inclinazioni e caratteristiche fisiche, a favore di uno stile di vita equilibrato);
  • Preferire la doccia ai bagni;
  • Dopo la defecazione pulirsi in senso postero-anteriore, per evitare la contaminazione con residui di feci della vagina;
  • Praticare una corretta igiene intima (scegliendo un detergente con pH idoneo, variabile in base all’età della donna, asciugandosi bene dopo il lavaggio e cambiando frequentemente la biancheria intima).

 

A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

Link sponsorizzati

Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.