Cos’è la vertigine?
Il termine vertigine deriva dal verbo latino vertere, che significa girare. La vertigine di per sé non è una malattia, ma un sintomo caratterizzato da una falsa sensazione che si sviluppa quando avvertiamo che :
- il nostro corpo, o la nostra testa, ruoti rispetto all’ambiente circostante (vertigine soggettiva),
- o che gli oggetti dell’ambiente circostante ruotino rispetto al nostro corpo (vertigine oggettiva).
La vertigine è quindi un’illusione, in realtà niente sta veramente ruotando né il nostro corpo né l’ambiente attorno. Ma allora perché avvertiamo questa percezione?
Perché qualcosa ha rotto il naturale equilibrio che normalmente esiste tra il nostro schema corporeo e l’ambiente che ci circonda, provocandone una distorsione.
La vertigine parossistica benigna di posizione (VPPB) è una comune vertigine oggettiva.
La causa è stata per anni identificata nell’artrosi cervicale; in realtà non è il collo la sede anatomica ove ricercarne l’origine, ma l’orecchio, in modo particolare la parte posteriore dell’orecchio interno. Sarebbe quindi più corretto parlare di cupolitiasi.
Chiarita la definizione di vertigine, è utile illustrare il significato delle altre parole che danno il nome alla condizione:
- Parossistica indica che la vertigine si manifesta sotto forma di brevi attacchi.
- Posizionale è suggestiva del fatto che è causata da determinate posizioni assunte della testa o dal corpo.
- Benigna indica la bontà della prognosi associata al disturbo.
Cenni di anatomia umana dell’orecchio
L’orecchio è un organo preposto a 2 importanti funzioni:
- udito,
- mantenimento dell’equilibrio.
Da un punto di vista anatomico viene normalmente distinto in 3 parti:
- orecchio esterno,
- orecchio medio,
- orecchio interno.
L’orecchio esterno, medio e la parte anteriore dell’orecchio interno ci consentono di udire.
La parte posteriore dell’orecchio interno è invece responsabile del mantenimento della postura e dell’equilibrio, funzioni coadiuvate da
- occhi,
- sistema propriocettivo (costituito da recettori muscolari, articolazioni, articolazione temporo-mandibolare, barocettori presenti sulla pianta dei piedi),
- tronco encefalico, cervelletto e cervello.
L’orecchio interno è formato da due strutture incastrate l’una dentro l’altra, come un calco, chiamate labirinti: un labirinto di natura ossea e un labirinto di natura membranosa. Tra i due labirinti scorre un liquido detto perilinfa. Si compongono entrambi di una parte anteriore (coclea) con funzione acustica e di una parte posteriore con funzione vestibolare (quella di nostro interesse!).
La parte posteriore del labirinto osseo contiene:
- il vestibolo,
- 3 canali semicircolari ossei
- e l’acquedotto del vestibolo, che lo mette in comunicazione con il cranio.
La parte posteriore del labirinto membranoso contiene:
- 3 canali semicircolari membranosi,
- l’utricolo,
- il sacculo
- ed un condotto endolinfatico, dove scorre un liquido detto endolinfa.
La parte più interna dei canali semicircolari membranosi ( chiamata cresta ampollare) e dell’utricolo e sacculo ( chiamata macula) hanno struttura simile. Sono fatte da due tipi di cellule:
- cellule di sostegno
- cellule cigliate, formate da
- un pelo acustico (alla sommità), costituito da numerose stereociglia ed un unico kinociglio
- una terminazione nervosa (dal lato opposto), in contatto con altre terminazioni nervose, che giungono fino al cervello.
I peli acustici delle cellule cigliate dell’utricolo e del sacculo si spingono all’interno di una sostanza gelatinosa, detta membrana otolitica, che si trova al di sopra dell’utricolo e del sacculo, e che presenta sulla sua superficie piccoli cristalli di carbonato di calcio (otoliti).
Gli stimoli dovuti alla forza di gravità ed ai movimenti accelerativi e/o rotatori, provocano lo spostamento dell’ endolinfa e conseguentemente causano il movimento:
- della membrana otolitica e
- dei peli acustici
Tutto questo movimento è alla base dello svilupparsi dei riflessi tonici che vanno a regolare la posizione degli occhi e delle gambe in rapporto alla posizione della testa e che ci consente di stare in equilibrio.
Cause
Il distacco degli otoliti dalla loro sede naturale (utricolo e sacculo) ed il loro arrivo, attraverso l’endolinfa, ai canali semicircolari, è causa di vertigine.
L’utricolo ed il sacculo, di norma, regolano l’equilibrio durante i movimenti su-giù ed avanti-indietro del corpo, mentre ai canali semicircolari spetta la regolazione dell’equilibrio durante i movimenti di rotazione. I canali semicircolari, stimolati erroneamente dagli otoliti, si attivano causando la falsa percezione di rotazione del corpo.
Perché avviene il distacco degli otoliti?
Possibili cause sono:
- malattie degenerative dei vasi sanguigni (tipica degli anziani),
- traumi cranici o cervicali (incidenti sportivi o di altra natura),
- idiopatica (cioè a causa sconosciuta, tipica dei giovani).
Fattori di rischio
La vertigine posizionale parossistica benigna si verifica più spesso nelle persone di età pari o superiore a 50 anni, anche se può interessare chiunque; sembra essere più comune nelle donne e può essere favorita da lesioni alla testa.
Sintomi
Il primo sintomo avvertito dal paziente in caso di vertigine parossistica posizionale benigna è la vertigine, che può insorgere improvvisamente durante il sonno causando un certo spavento dovuto alla sensazione che la camera e gli oggetti attorno al letto girino bruscamente.
Sovente l’attacco si manifesta nell’atto di coricarsi o rialzarsi, o per iperestensione della testa (per questo è detta posizionale, perché si sviluppa in specifiche posizioni o durante il cambio delle stesse).
La vertigine è tipicamente:
- oggettiva (sembra che l’ambiente circostante giri),
- improvvisa,
- molto violenta,
- della durata limitata a pochi secondi o minuti,
- recidivante (tende a ripresentarsi nel tempo).
La vertigine è solitamente accompagnata da altri sintomi e segni come:
- movimento involontario degli occhi, tipico, chiamato nistagmo (segno valutabile dal medico),
- manifestazioni cliniche, quali
- pallore cutaneo,
- aumento della sudorazione,
- nausea e/o vomito,
- abbassamento della pressione,
- disturbi della vista (miosi),
- battiti del cuore accelerati,
- aumento della motilità intestinale,
- disturbi dell’equilibrio e rischio di caduta,
- assenza di ronzii all’orecchio (acufeni) o di riduzioni dell’udito (ipoacusia).
Si noti che in caso di vertigine parossistica posizionale benigna non si verifica MAI perdita di conoscenza.
Complicazioni
Non sussistono rischi di salute legati a possibili complicazioni specifiche, ma è importante rilevare che è possibile:
- cadere a causa delle vertigini, con possibile rischio di trauma,
- sviluppare stati ansiosi o addirittura più marcatamente depressivi legati alla “paura della vertigine” che porterà il paziente ad evitare accuratamente ogni movimento che possa scatenare i sintomi, fino a casi estremi di immobilità, con conseguenze negative sulla sua vita sociale e lavorativa.
Non ci sono invece rischi per l’udito.
Diagnosi
La VPPB viene sospettata dallo specialista otorino in base ai sintomi descritti dal paziente e confermata dalla manovra di Dix- Hallpike (che è effettuata sia per diagnosi che per terapia).
Manovra di Dix-Hallpike
Il medico posiziona le mani sulla testa del paziente e lo fa passare bruscamente dalla posizione eretta a quella supina. La testa viene iperestesa e ruotata di lato. La manovra provoca una violenta vertigine oggettiva, accompagnata da un tipico nistagmo.
Caratteristiche tipiche del nistagmo nella vertigine parossistica benigna sono:
- si presenta in determinate posizioni,
- l’occhio si muoverà in direzione orizzontale per poi ruotare verso l’orecchio dove si è verificato il distacco degli otoliti,
- inizia dopo circa 2-15 secondi,
- ha breve durata, non supera i 20-30 secondi,
- fissando un punto fittizio nello spazio, non si abolisce,
- si affatica (eseguendo più volte la manovra descritta, tende a ridursi fino a scomparire).
Il nistagmo può essere studiato dal medico ad occhio nudo, facendo applicare al paziente gli occhiali di Frenzel o in videonistagmoscopia ad infrarossi.
A volte il paziente può riferire
- senso di disorientamento,
- stordimento,
- sensazione di testa leggera,
- indebolimento,
- giramenti di testa.
Queste condizioni che possono simulare una vertigine, sono in realtà pseudo-vertigini ed hanno in genere una causa psicologico-emotiva scatenante.
È una vertigine curabile?
La vertigine parossistica posizionale benigna è una condizione clinica benigna e curabile, sebbene caratterizzata da sintomi violenti che creano allarme e paura nel paziente.
La cura si base sull’esecuzione di manovre da praticare immediatamente dopo la diagnosi e che hanno la finalità di liberare il canale semicircolare dagli otoliti e riportarli nella loro sede naturale per essere eliminati.
Le manovre vengono praticate e spiegate prima dal medico, che le eseguirà in modo preciso e veloce; quindi possono essere riprodotte in casa dal paziente, con l’aiuto di un familiare, ed in modo più lento. I canali semicircolari non hanno lo stesso orientamento nello spazio, di conseguenza le manovre adottate varieranno in base al canale che andrà liberato.
In rarissimi casi non è possibile liberare il canale semicircolare, con le comuni manovre, perché gli otoliti, riunendosi tra di loro, hanno dato vita ad un’unica massa molto voluminosa per cui diventa necessario un intervento chirurgico.
Manovra di Semont
Il canale semicircolare posteriore è il più frequentemente interessato, per cui è utile l’esecuzione della manovra di Semont.
Seduti a metà letto, si scende con calma su un fianco fino a poggiare l’orecchio sul materasso. Quindi si ruota la testa fino a guardare il soffitto. Si torna alla posizione di partenza e si esegue la stessa cosa dal lato opposto.
Altre manovre praticabili per interessamento degli altri canali semicircolari sono :
- manovra di Epley,
- manovra di Yacovino,
- manovra di Vannucchi ,
- manovra di Gufoni,
- …
Generalmente con le manovre liberatorie c’è una completa risoluzione della vertigine entro qualche giorno o poche settimane.
Cosa posso fare nel frattempo?
È possibile seguire alcuni piccoli suggerimenti per meglio affrontare la vertigine:
- Evitare di dormire dal lato sbagliato (quello dell’orecchio malato).
- Al mattino, alzarsi lentamente e stare qualche secondo seduto al letto.
- Utilizzare un cuscino ortopedico da cervicale.
- Evitare movimenti bruschi di estensione della testa all’indietro o del corpo in avanti.
- Evitare l’utilizzo di vernici, smalti, acquaragia, in luoghi chiusi e poco ventilati.
- Evitare l’abuso o l’alto consumo di alimenti ricchi di ossalato di calcio: verdure a foglia scura (come gli spinaci, le bietole e le barbabietole), cioccolato, tè nero, fagioli.
- Sottoporsi con fiducia alle manovre liberatorie praticate dallo specialista.
- Effettuare le manovre suggerite dal medico e che si possono fare in casa.
- Assumere i farmaci prescritti.
…e soprattutto, niente panico! Bisogna allontanare dalla mente la convinzione sbagliata ma, spesso frequente e comprensibile, di essersi ammalati in modo grave ( ad esempio di un tumore) a causa dei sintomi violenti ed improvvisi tipici di questa forma BENIGNA di vertigine.
A cura della Dottoressa Tiziana Bruno, medico chirurgo