- Valori di riferimento
- Descrizione
- Interpretazione
- Valori bassi
- Valori alti
- Fattori che influenzano
- Quando viene richiesto
- Preparazione
- Altro
Valori Normali
Sono considerati nella norma valori ematici di ADH compresi tra 0.5-7.6 pg/mL.
Le tempistiche di ricezione dei risultati dell’esame variano da laboratorio a laboratorio, ma nella maggior parte dei casi i referti sono disponibili nell’arco di alcuni giorni.
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Descrizione
L’ormone antidiuretico, anche noto come “ADH” o “vasopressina”, è una proteina prodotta per lo più a livello ipotalamico e secreta dalla porzione posteriore dell’ipofisi (o neuroipofisi), con lo scopo di agire regolando l’equilibrio idroelettrolitico del nostro organismo (termine che fa riferimento allo strato ottimale di idratazione e di apporto di minerali nell’organismo).
La molecola garantisce il mantenimento di un corretto volume plasmatico, riequilibrando la concentrazione di liquidi presente nella parte fluida del sangue (nota appunto come “plasma”), mediante il riassorbimento di acqua a livello renale e l’inibizione della produzione di urina.
Una seconda azione collaterale dell’ormone ADH si esplica a livello dell’apparato cardiovascolare, dove la produzione di ADH determina un aumento della pressione arteriosa, per un effetto di vasocostrizione che riduce il calibro delle arteriole, vasi di piccolo calibro deputati all’irrorazione di molteplici distretti corporei.
In ambito medico il dosaggio di questo ormone, ottenuto attraverso il prelievo di un campione di sangue, è particolarmente utile nella diagnosi differenziale di alcune patologie, come il diabete insipido centrale e la sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH) e nell’ambito dell’inquadramento di alcune patologie di natura tumorale, prima fra tutte il microcitoma polmonare.
Interpretazione
Bassi valori di ADH
Una delle cause principali di riduzione dei valori di ADH nel sangue è rappresentata da un’eccessiva assunzione di acqua o dalla riduzione dell’osmolarità sierica (valutazione legata alla concentrazione di sostanze quali sodio, potassio, glucosio, cloro e urea che è possibile rintracciare in un campione di sangue).
In questo caso, il sistema nervoso agisce favorendo la diuresi (aumenta la quantità di urina prodotta) e riducendo la produzione di vasopressina, così da ripristinare il normale equilibrio idroelettrolitico dell’organismo e quindi l’ottimale stato di idratazione e apporto di minerali nel nostro corpo.
I sintomi più comuni, correlati ad una riduzione dei livelli ematici di ADH, sono:
- Aumento della frequenza delle minzioni;
- Stanchezza generalizzata;
- Urina di colore chiaro e inodore, per l’alta diluizione delle sostanze presenti al suo interno.
L’ADH, inoltre, può risultare diminuito in presenza di una patologia nota come “diabete insipido”, nella quale risulta insufficiente la produzione di questo ormone (diabete insipido centrale) o vi è una mancata sensibilità dei reni da esso esercitata (diabete insipido nefrogenico, in questo caso i livelli di ADH potrebbero essere nella norma o anche aumentati); in entrambi i casi il paziente affetto produrrà grandi quantitativi di urina molto diluita e avvertirà continuamente lo stimolo della sete, arrivando ad ingerire per questo, fino a 10\15 litri di liquidi al giorno.
Alti valori di ADH
Valori aumentati di ADH si riscontrano principalmente nel caso in cui il paziente sia affetto da una patologia nota come “sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico o SIADH”; questa malattia si caratterizza per una maggiore produzione di vasopressina come conseguenza di:
- Eccessiva produzione di ADH da parte dell’ipofisi, anche in assenza di reali necessità da parte dell’organismo;
- Produzione di ADH al di fuori dell’ipofisi, come nel caso di alcuni tumori, tra cui principalmente quello polmonare.
I sintomi più comuni, correlati ad un aumento dei valori di ADH, sono:
- Mal di testa
- Nausea e/o vomito
- Convulsioni (specialmente negli stadi più avanzati della patologia).
L’aumento di ADH risulta inoltre correlabile a diverse patologie, come:
- Patologie tumorali maligne: microcitoma polmonare ADH secernente, tumori del pancreas, tumore del timo, linfosarcoma, neoplasie cerebrali;
- Patologie polmonari: polmoniti, asma, tubercolosi, broncopneumopatia cronica ostruttiva;
- Malattie del sistema nervoso centrale: meningiti, encefaliti, ictus, ascessi cerebrali, emorragie, ipotiroidismo.
Valori Bassi
- Diabete insipido centrale
- Infezione virale
- Ipovolemia
- Metastasi
- Operazioni neurochirurgiche
- Sarcoidosi
- Sifilide
- Trauma cerebrale
- Tumore ipotalamico
Valori Alti
- Diabete insipido nefrogenico
- Emorragia
- Epatite
- Ipotiroidismo
- Ipovolemia
- Morbo di Addison
- Polmonite
- Porfiria
- Shock
- SIADH
- Stress
- Tubercolosi
- Tumore al cervello
- Tumore al polmone
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)
Fattori che influenzano l'esame
Il risultato dell’esame potrebbe essere influenzato dall’assunzione di:
- Alcol
- Clonidina
- Diuretici
- Aloperidolo
- Insulina
- Litio
- Morfina
- Nicotina
- Steroidi (compresi i cortisonici).
In questi casi è importante consultare un medico prima di sottoporsi al prelievo in modo da essere istruiti sulle precauzioni da adottare prima dello svolgimento dell’esame.
Quando viene richiesto l'esame
Il dosaggio delle concentrazioni di ADH nel sangue risulta particolarmente utile per distinguere il diabete insipido centrale dal diabete insipido nefrogenico (soltanto nella forma centrale, infatti, si rileva una significativa diminuzione della produzione ADH) e nella valutazione della sindrome da inappropriata secrezione di ADH (in questo caso, al contrario, i valori dell’ormone risultano aumentati).
Il dosaggio di questo ormone può infine essere richiesto se il paziente presenta sintomi, come:
Il dosaggio di ADH, in ogni caso, è effettuato in associazione ad altri analisi del sangue per indagare e valutare al meglio la patologia di base sospettata.
Preparazione richiesta
Prima di sottoporsi al prelievo è consigliabile effettuare un periodo di digiuno di almeno 8 ore; il prelievo avviene in genere da una vena del braccio (al pari della maggior parte degli esami del sangue).
Altre informazioni
Fonti
- Physiology, Vasopressin
- Malattie del sistema endocrino e del metabolismo
- di Giovanni Faglia – McGraw-Hill Education
A cura della Dr.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
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