- Valori di riferimento
- Descrizione
- Interpretazione
- Valori bassi
- Valori alti
- Fattori che influenzano
- Quando viene richiesto
- Preparazione
- Altro
Valori Normali
- Uomini
- 1-4 anni: 4.3-5.4 mg/dL
- 5-13 anni: 3.7-5.4 mg/dL
- 14-15 anni: 3.5-5.3 mg/dL
- 16-17 anni: 3.1-4.7 mg/dL
- Adulti: 2.5-4.5 mg/dL
- Donne
- 1-7 anni: 4.3-5.4 mg/dL
- 8-13 anni: 4.0-5.2 mg/dL
- 14-15 anni: 3.5-4.9 mg/dL
- 16-17 anni: 3.1-4.7 mg/dL
- Adulti: 2.5-4.5 mg/dL
I livelli di fosfato sono solitamente più elevati nei bambini rispetto agli adulti in virtù della continua crescita ossea.
Fonte: Mayo
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Descrizione
Il fosfato è una particella carica negativamente (anione) che contiene il fosforo minerale, utilizzato dall’organismo soprattutto per costruire e riparare ossa e denti durante lo sviluppo o quando questi vengono danneggiati.
La maggior parte del minerale viene conservato a livello delle ossa (circa l’85%), mentre la parte restante è distribuita negli altri organi del corpo umano.
Tra le altre numerose funzioni del fosforo va ricordate anche la capacità di
- immagazzinare e consentire il trasferimento di energia all’interno dell’organismo,
- contribuire a mantenere l’equilibrio acido-base,
- intervenire nel metabolismo di lipidi e glucidi.
Il rene è l’organo che più di ogni altro si occupa di controllare e regolare la quantità di fosfato nel sangue, perché in caso di un eventuale eccesso è in grado di filtrarlo rapidamente per consentirne l’eliminazione attraverso le urine (per questa ragione alti livelli di fosfato nel sangue sono spesso suggestivi di un problema renale, evidentemente incapace di eliminarlo efficacemente).
La quantità di fosfato presente nel sangue è in grado di influire in maniera determinante sui livelli ematici di calcio e viceversa. Il calcio e il fosfato si comportano nell’organismo in modo opposto, perché quando i livelli di calcio nel sangue aumentano, i livelli di fosfato tendono a diminuire.
Il principale ormone in grado di regolare i livelli di calcio e fosfato nel sangue è il paratormone (PTH), che viene secreto dalle paratiroidi e la cui principale funzione è quella di regolare il metabolismo del calcio e del fosforo agendo sia a livello del rene che dell’osso.
- Nel rene promuove il riassorbimento di calcio, l’escrezione di fosforo e l’attivazione della vitamina D;
- a livello osseo promuove invece il suo riassorbimento, determinando un aumento sia della calcemia che della fosforemia (rispettivamente la concentrazione di calcio e fosforo nel sangue).
Il suo effetto globale è quindi quello di aumentare la calcemia e ridurre la fosforemia.
Alla luce di queste considerazioni è quindi intuitivo comprendere perché quando viene misurato il livello di fosforo nel sangue, vengono nella maggior parte dei casi misurati contemporaneamente anche i livelli di calcio, vitamina D e del PTH; dalla loro valutazione combinata è infatti possibile risalire all’origine di eventuali disturbi.
Interpretazione
Valori inferiori al minimo vengono definiti ipofosfatemia, mentre livelli superiori sono indicati come iperfosforemia.
I livelli di fosforo presi singolarmente raramente sono di aiuto nella diagnosi di specifiche malattie, mentre acquisiscono un importante significato diagnostico quando alla loro interpretazione viene associata anche la valutazione di
- calcio,
- vitamina D,
- paratormone.
È inoltre utile notare che un’associazione tra un aumento dei livelli ematici di fosforo e un aumento dell’azotemia (azoto nel sangue) o della creatinina può deporre per una alterazione della funzionalità renale.
L’ipofosfatemia è relativamente comune nei pazienti ospedalizzati, ma diminuzioni moderate (1,5 e 2,4 mg/dL) in genere non si manifestano attraverso sintomi o disturbi specifici; in caso di livelli ancora più bassi possono invece comparire
- debolezza muscolare,
- emolisi dei globuli rossi (distruzione delle cellule),
- coma,
- deformità ossea e ritardo di crescita (nei bambini).
Valori ancora più bassi, inferiori a 1,0 mg/dL, sono potenzialmente pericolosi per la vita.
Un rapido aumento dei livelli sierici di fosfato è di norma collegato ad ipocalcemia (bassi livelli di calcio), con possibile comparsa di convulsioni e ridotta pressione del sangue.
Valori Bassi
(Ipofosfatemia)
- Abuso di Alcool
- Avvelenamento da piombo
- Carenza di vitamina D
- Ipercalcemia
- Iperparatiroidismo
- Ipokaliemia
- Ipotiroidismo
- Malassorbimento
- Malattie del fegato
- Malnutrizione
- Osteomalacia
- Tumore
- Ustioni
Valori Alti
(Iperfosfatemia)
- Acromegalia
- Anemia falciforme
- Chetoacidosi diabetica
- Eccesso di vitamina D
- Frattura in guarigione
- Ipocalcemia
- Ipoparatiroidismo
- Linfoma
- Malattie ossee
- Malattie renali
- Morbo di Addison
- Sarcoidosi
- Tireotossicosi
- Trasfusioni massive
- Tumore osseo
- Uremia
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)
Fattori che influenzano l'esame
Il fosforo mostra un ritmo circadiano bifasico significativo;
- i valori risultano cioè più bassi al mattino,
- si osserva un primo picco nel tardo pomeriggio
- e un secondo aumento a tarda sera, quest’ultimo particolarmente rilevante.
L’assunzione di alcuni farmaci può alterare i risultati di questo esame:
- gli integratori di vitamina D, ad esempio, possono far aumentare i livelli di fosforo nel sangue,
- l’acetazolamide, l’insulina e l’adrenalina possono invece indurre una diminuzione delle concentrazioni circolanti.
Anche un’eccessiva assunzione di zuccheri (glucosio) prima del test potrebbe diventare causa della riduzione dei livelli di fosfato nel sangue, in quanto l’aumento degli zuccheri in circolo è uno stimolo per la secrezione di insulina, che ha questo effetto; per questo motivo, prima dell’esame, è bene non assumere grandi quantità di carboidrati e non somministrare soluzioni glucosate.
Una volta prelevato il campione l’analisi dovrebbe essere effettuata nel minor tempo possibile, in quanto un eccessivo tempo di attesa potrebbe diventare causa di emolisi delle emazie all’interno del campione, fenomeno in grado di provocare un’alterazione dei risultati.
Si consiglia altresì di non effettuare il prelievo venoso con il laccio emostatico, in quanto la stasi venosa che si verifica può fornire risultati anomali.
Quando viene richiesto l'esame
La misurazione del fosfato nel sangue viene solitamente richiesta nel caso di sospetto di:
- disturbi renali,
- malattie che coinvolgono le ossa,
- malattie delle ghiandole paratiroidi,
- cause di livelli anomali di vitamina D,
- cause di livelli anomali di paratormone.
La valutazione dei livelli del fosforo nel sangue dei bambini può rivestire un’importanza particolare, in quanto bassi livelli di fosfato possono essere associati a un ritardo nella crescita rispetto ai coetanei.
Preparazione richiesta
Non è richiesta alcuna specifica preparazione, ma si consiglia di non assumere grandi quantità di carboidrati prima dell’esame, in quanto questo potrebbe alterarne i risultati.
Altre informazioni
Alimenti ricchi di fosfato
Tra i cibi che contengono una grande quantità di fosfato ricordiamo il pesce, la frutta secca, i cereali e i legumi; più in particolare è possibile citare:
- crusca di frumento,
- pesci:
- spigola,
- orata,
- merluzzo,
- anguilla,
- latte e formaggi,
- uova di gallina,
- cacao amaro,
- frutta secca a guscio:
- noci,
- mandorle,
- pistacchi,
- anacardi,
- pinoli,
- legumi:
- fagioli,
- fave,
- ceci,
- soia,
- lievito di birra,
- farina d’orzo.
Sebbene sia necessario assumere quotidianamente fosforo attraverso l’alimentazione, è importante non commettere l’errore di pensare che “più è meglio”, in quanto per esempio un suo eccesso può avere conseguenze significative sulla calcemia e, di riflesso, predisporre o aggravare una condizione di osteopenia/osteoporosi.
Articoli ed approfondimenti
- Esami del Sangue
- Scheda presente nelle categorie: Reni