- Valori di riferimento
- Descrizione
- Interpretazione
- Valori bassi
- Valori alti
- Fattori che influenzano
- Quando viene richiesto
- Preparazione
Valori Normali
- 150000 – 400000 piastrine per μl
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Descrizione
Le piastrine (o trombociti) sono le cellule più piccole e leggere fra le cellule ematiche (le altre sono globuli rossi e bianchi) e la loro funzione principale è quella di intervenire in caso di sanguinamento nel contesto del processo di coagulazione.
Sono prodotte nel midollo osseo dietro stimolazione della trombopoietina, un ormone sintetizzato da fegato e reni e, osservate al microscopio, appaiono come piccoli piatti. La sopravvivenza nel sangue è di circa 8-10 giorni e il midollo osseo è continuamente impegnato a produrne di nuove per sostituire quelle usurate e/o perse/utilizzate in caso di sanguinamento.
Da un punto di vista strutturale non assomigliano alle altre cellule (tanto che alcuni autori non le considerano nemmeno vere e proprie cellule) perché prive di nucleo e derivanti dalla frammentazione di precursori midollari (megacariociti); l’aspetto che più conta è tuttavia la presenza sulla superficie specifiche proteine in grado di:
- favorire l’adesione alle pareti di vasi sanguigni danneggiati,
- permettere l’unione con altre piastrine.
Quando un vaso sanguigno o un tessuto subisce una lesione è esperienza comune di come prenda subito avvio un sanguinamento più o meno copioso e queste cellule servono per arrestarlo in quanto:
- aderiscono alla lesione,
- si aggregano tra di loro,
- rilasciano composti chimici che stimolano l’aggregazione di altre piastrine.

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La dimensione e il peso ridotti sono un elegante espediente, frutto dell’evoluzione, che permette alle piastrine di essere trasportate dal flusso sanguigno più vicine alla periferia del vaso, anziché al centro, e questo permette loro una grande efficacia nella riparazione di eventuali danni.
L’insieme dei processi che permette di riparare il danno di un vaso sanguigno prende il nome di emostasi e si tratta di un delicato e sofisticato meccanismo in grado:
- consentire la riparazione del danno,
- mantenere la fluidità del sangue, che deve poter continuare a scorrere (onde evitare carenze di ossigeno e zuccheri in tessuti e cellule dell’organismo).
Le piastrine individuano la rottura del vaso e vi aderiscono per bloccare la fuoriuscita di sangue, continuando quindi ad ammassarsi tra loro fino a creare un tappo piastrinico; contemporaneamente favoriscono il processo a cascata della coagulazione, cioè la serie di passaggi che comporta l’attivazione sequenziale di speciali proteine (i fattori della coagulazione) per la formazione di fasce di fibrina che irrobustiscono il tappo, formano una rete che si stringe a formare un coagulo stabile in grado di rimanere sulla lesione fino a guarigione.
Quando il coagulo non è più necessario, a riparazione ultimata, altri fattori si occupando di degradarlo.
La conta piastrinica nel sangue fa parte dell’emocromo completo e può essere un esame utile alla diagnosi di diversi disturbi che hanno a che fare con l’eccesso o la scarsità di piastrine, condizioni indicative di disturbi della coagulazione (pericolosi sia quando insufficiente che quando eccessiva).
Interpretazione
Piastrinopenia
La scarsità di piastrine (piastrinopenia o trombocitopenia) può essere causata da diverse condizioni e patologie, le cui cause tipicamente ricadono in una di queste categorie:
- ridotta produzione: disturbi in cui il midollo osseo non riesce a produrre una quantità sufficiente di piastrine,
- aumentata distruzione: disturbi in cui le piastrine si consumano o vengono distrutte più rapidamente del normale,
- nel sangue,
- oppure nel fegato e nella milza.
Il rischio di sanguinamento spontaneo nasce quando la conta piastrinica scende al di sotto di 10.000-20.000, ma già con valori inferiori a 50.000 si può andare incontro ad un aumento del rischio di complicazioni in caso di tagli e altri traumi.
Le cause più comuni che spiegano una riduzione della produzione sono:
- tumori come leucemia e linfoma, che possono colpire il midollo osseo interferendo gravemente con le funzioni di sintesi delle cellule ematiche,
- alcune forme di anemia, per esempio l’anemia aplastica, una malattia che riduce sensibilmente la produzione di tutte le cellule del sangue, ma anche forme dovute a carenze di folati o vitamina B12,
- infezioni virali come la mononucleosi, l’epatite C, l’HIV,
- terapie antitumorali, per esempio chemioterapia e radioterapia,
- abuso di alcolici e cirrosi epatica.
Un aumento del tasso di distruzione può invece essere spiegato da
- malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca per errore le piastrine scambiandole per minacce esterne (trombocitopenia idiopatica e lupus, per esempio);
- gravi infezioni batteriche che colpiscono il sangue (per esempio sepsi),
- farmaci, attraverso reazioni gravi come per esempio la trombocitopenia indotta da eparina (HIT) che innesca lo sviluppo di un anticorpo diretto contro le piastrine, oppure forme più leggere che regrediscono rapidamente alla sospensione della terapia,
- altre malattie come la coagulazione intravascolare disseminata (CID), la porpora trombocitopenica (PTI) e la sindrome emolitico-uremica (SEU).
Anche problemi di sanguinamento cronico, per esempio causati da ulcera gastrica o polipi intestinali, possono essere causa di riduzione del numero di piastrine circolanti.
Trombocitosi
In caso di presenza eccessiva di piastrine (trombocitosi o piastrinosi o trombocitemia) subentra un grave rischio cardiovascolare per il paziente, a causa della potenziale formazione di coaguli in grado di bloccare il flusso sanguigno nei vasi più piccoli.
Questa condizione può verificarsi in due casi:
- La trombocitemia essenziale (o primitiva) è una rara condizione, di causa sconosciuta, in cui il midollo osseo produce un numero eccessivo di piastrine, i cui valori nel sangue possono superare il milione;
- La trombocitosi prevede valori elevati, ma non quanto la trombocitemia essenziale; in questo caso il midollo osseo aumenta la produzione perché stimolato da una qualche condizione preesistente, come ad esempio:
- infiammazioni (per esempio artrite reumatoide) e infezioni (per esempio tubercolosi),
- alcuni tipi di tumore,
- anemia sideropenica e carenza di ferro,
- anemia emolitica,
- rimozione chirurgica della milza,
- reazione a farmaci (come la pillola contraccettiva).
Alcune situazioni, tra cui ricordiamo le seguenti, possono causare un aumento temporaneo del numero di piastrine:
- ripresa dopo una forte emorragia, ad esempio dovuta a un trauma o a un intervento chirurgico maggiore,
- attività fisica o sforzo fisico intenso,
- consumo eccessivo di alcolici.
- carenza di vitamina B12 e/o folati (per effetto compensatorio).
Valori Bassi
(Piastrinopenia)
- Abuso di Alcool
- AIDS
- Allergia
- Anemia
- Anemia aplastica
- Anemia emolitica
- Anemia perniciosa
- Autotrasfusione
- Bypass extracorporeo
- Coagulazione intravascolare disseminata
- Esposizione al DDT
- Infezione da clostridium
- Ipersplenismo
- Lupus Erimatoso Sistemico
- Malattie linfoproliferative
- Mestruazione
- Mieloma multiplo
- Porpora trombocitopenica idiopatica
- Radioterapia
- Splenomegalia
- Valvola cardiaca protesica
Valori Alti
(Trombocitosi)
- Anemia falciforme
- Anemia post-emorragica
- Anemia sideropenica
- Artrite reumatoide
- Asfissia
- Cirrosi
- Dieta (scarse proteine
- Gravidanza
- Infezione
- Leucemia
- Malattia infiammatoria pelvica
- Malattie del collagene
- Malattie mieloproliferative
- Mieloma multiplo
- Pancreatite
- Policitemia
- Post-splenectomia
- Postpartum
- Trauma
- Tubercolosi
- Tumore
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)
Fattori che influenzano l'esame
L’aspirina è la causa più comune di un’alterata funzionalità delle piastrine, anche se è bene ricordare che in molti casi si tratta di un effetto farmacologico voluto e volto a ridurre il rischio cardiovascolare dovuto alla formazione di pericolosi coaguli; l’aspirina blocca infatti uno dei passaggi necessari alle piastrine per attaccarsi tra loro e questo sortisce una sorta di effetto fluidificante del sangue.
Tra gli altri fattori ricordiamo:
- In gravidanza si assiste a una modesta riduzione del numero di piastrine circolanti.
- La quantità di piastrine può aumentare se si vive ad alta quota, se si fanno sforzi fisici intensi o dopo il parto. Tra i farmaci che fanno aumentare il numero di piastrine ricordiamo gli estrogeni e i contraccettivi orali (pillola anticoncezionale).
- Una lieve diminuzione delle piastrine può essere riscontrata prima delle mestruazioni.
- In alcune persone le piastrine tendono a raccogliersi nella milza, e quindi la conta delle piastrine nel sangue è bassa. In questo caso, però, di solito il paziente non avverte i sintomi connessi a questa malattia.
- L’abuso di alcool determina un abbassamento dei valori.
Quando viene richiesto l'esame
L’esame può essere richiesto
- come check-up periodico,
- per lo screening, la diagnosi o il controllo delle patologie che alterano la quantità di piastrine, ad esempio dei disturbi della coagulazione e delle malattie del midollo osseo.
L’esame può inoltre essere prescritto se il paziente soffre di sintomi connessi alla carenza di piastrine o ai disturbi della coagulazione, ad esempio
- facilità alla formazione di lividi e/o presenza di lividi di origine inspiegabile (spesso sulle gambe),m
- sanguinamento eccessivamente prolungato da piccoli tagli o ferite,
- frequenti episodi di epistassi (sangue dal naso),
- perdita abbondante di sangue dalle gengive
- sanguinamento gastrointestinale (riscontrabile nell’esame delle feci),
- mestruazioni molto abbondanti,
- ingrossamento della milza (splenomegalia),
- piccole macchie rosse sulla pelle (petecchie) che possono assomigliare a un’eruzione cutanea,
- piccole macchie di colore violaceo (porpora) causate dal sanguinamento sottocutaneo.
L’esame può anche essere prescritto se il medico sospetta che la concentrazione sia eccessiva, anche se in genere in questo caso non compaiono sintomi (almeno fino alla comparsa più o meno drammatica di eventi cardiovascolari come la trombosi venosa o arteriosa).
Preparazione richiesta
L’esame consiste in un semplice prelievo tipicamente da una vena del braccio; il parametro viene analizzato nel contesto dell’emocromo completo e non richiede di per sé alcuna preparazione né digiuno.
Articoli ed approfondimenti
- Esami del Sangue
- Scheda presente nelle categorie: Coagulazione, Emocromo
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