- Valori di riferimento
- Descrizione
- Interpretazione
- Valori bassi
- Valori alti
- Fattori che influenzano
- Quando viene richiesto
- Preparazione
Valori Normali
- aPTT: 30-40 secondi
- PTT: 60-70 secondi
I seguenti valori rappresentano invece un’emergenza medica:
- aPTT: tempi più alti di 70 secondi
- PTT: tempi più alti di 100 secondi
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Descrizione
Il tempo di tromboplastina parziale (PTT) e il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) sono esami che valutano la stessa funzione, ossia il tempo di coagulazione del sangue; la differenza tra i due consiste nell’aggiunta in laboratorio di un attivatore nel caso del tempo di tromboplastina parziale attivata, con l’obiettivo di accelerare la reazione e ridurre l’intervallo di riferimento, che diventa quindi più facilmente interpretabile.
In altre parole l’ aPTT è una versione più sensibile del PTT, il cui principale utilizzo è il controllo della risposta del paziente in terapia con eparina.
L’emostasi è il meccanismo innescato dall’organismo in caso di emorragia ed è finemente regolato da diversi fattori che, in un delicato equilibrio, garantiscono
- prima la riparazione del danno,
- in seguito la dissoluzione del materiale di coagulazione.
Quando un vaso sanguigno viene lesionato, la prima reazione dell’organismo è la vasocostrizione che impedisce una perdita di sangue eccessiva. Nei vasi sanguigni più piccoli la vasocostrizione può essere sufficiente per arrestare l’emorragia, mentre in quelli più grandi si rende necessario avviare il processo di emostasi.
L’emostasi primaria è un processo che dura pochi secondi e causa la formazione di un coagulo, ovvero un tappo nella zona colpita.
Si verifica poi l’emostasi secondaria, cioè la reazione del sistema di coagulazione del plasma che produce la fibrina: l’emostasi secondaria termina in pochi minuti. I filamenti di fibrina rinforzano il coagulo prodotto con il tappo emostatico primario.
- L’esame permette quindi di ricreare, anche se in modo semplificato, uno dei processi di coagulazione (via intrinseca) in provetta con l’obiettivo di verificarne la velocità con cui avviene;
- può venire prescritto insieme al tempo di protrombina (PT), che misura invece una serie di reazioni diverse (via estrinseca) ma sempre coinvolte nel meccanismo di coagulazione.
Dall’insieme di questi due esami è possibile trarre importanti informazioni su quali fattori siano la causa di eventuali problemi (eccessiva o insufficiente facilità di coagulazione).

iStock.com/jarun011
Interpretazione
Se l’aPTT è più elevato del normale significa che il sangue coagula lentamente e questo significa che
- ci può essere una carenza di uno o più fattori della coagulazione (di origine acquisita o congenita),
- oppure il paziente può
- essere in terapia con un inibitore della coagulazione come l’eparina,
- essere affetti da lupus anticoagulante, una condizione caratterizzata dalla produzione in vitro di un inibitore della coagulazione, che in realtà in vivo (cioè in condizioni reali) agisce in senso opposto (anticoagulante lupico). Si noti che la condizione patologica è differente dal lupus eritematoso sistemico.
Se l’aPTT è più breve del normale il sangue coagula con eccessiva facilità e velocità, questo può essere dovuto ad un aumento dell’attività del fattore VIII in vivo (che nella maggior parte dei casi è connessa a una patologia acuta o cronica o a una situazione infiammatoria) oppure il risultato può essere spurio e dovuto a un prelievo difficile, a problemi nella raccolta del campione o a un trattamento non ottimale del campione.
Durante le terapie con eparina l’obiettivo è ottenere un tempo superiore al valore normale; in caso di tempi troppo bassi aumenta il rischio di formazione di coaguli e si richiede quindi un aumento della dose di farmaco.
Per chiarire meglio i difetti della coagulazione, l’esame dell’aPTT può essere eseguito insieme a quello del tempo di protrombina (PT), che è usato per valutare la via estrinseca e di quella comune del processo di coagulazione.
PT | PTT | Patologie che potrebbero essere presenti |
Alto | Normale | Patologie del fegato, carenza di vitamina K, carenza o anomalie del fattore VII, coagulazione intravascolare disseminata (DIC) cronica lieve, terapia con anticoagulanti (warfarin) |
Normale | Alto | Carenza o anomalie dei fattori VIII, IX o XI, malattia di Von Willebrand (forma grave), lupus anticoagulante |
Alto | Alto | Carenza o anomalie dei fattori I, II, V o X, gravi malattie del fegato, CID acuta |
Normale | Normale o leggermente alto | Possono indicare un’emostasi normale, tuttavia il PT e il PTT possono essere normali anche con carenze di altri fattori e se c’è una forma lieve della malattia di Von Willebrand. Per diagnosticare queste patologie possono essere necessari altri esami. |
Fonte tabella: LabTestOnLine
Valori Bassi
- Emorragia
- Trombofilia
- Tumore
Valori Alti
- Afibrinogenemia
- Carenza di vitamina K
- Cirrosi
- Coagulazione intravascolare disseminata
- Danno al fegato
- Deficienza fattori di coagulazione
- Disfibrinogemia
- Distacco di placenta
- Emodialisi
- Emofilia
- Intervento cardiaco
- Ipoprotrombinemia
- Malassorbimento
- Malattia di von Willebrand
- Terapia con eparina
- Trasfusione autologa
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)
Fattori che influenzano l'esame
- Diversi farmaci possono far alterare il tempo di coagulazione, tra cui anche alcuni in vendita senza ricetta medica; tra i più comuni ricordiamo:
- gli antistaminici,
- la vitamina C,
- la clorpromazina,
- l’eparina
- e i salicilati (aspirina).
Quando viene richiesto l'esame
L’esame di PTT o aPTT viene richiesto nei casi seguenti:
- emorragia inspiegabile o formazione di lividi frequenti o con cause non accertate,
- episodi di trombosi o aborti spontanei ricorrenti,
- valutazione dell’efficacia di una terapia farmacologia (ad esempio dell’eparina non frazionata),
- valutazione dell’integrità della via intrinseca e di quella comune,
- prima di un intervento chirurgico (se il paziente ha dei precedenti di emorragie o lividi di origine sconosciuta) e/o di procedure di anestesia,
- nella diagnosi del lupus anticoagulante e della sindrome antifosfolipidi,
- nel quadro delle analisi della coagulazione.
Preparazione richiesta
- Per sottoporsi a questo esame non è richiesta una preparazione specifica, tuttavia la lipemia (quantità di grassi nel sangue) può interferire con la misurazione fotoelettrica della formazione dei coaguli, quindi i campioni devono essere prelevati a digiuno. Per la stessa ragione è consigliabile che il pasto precedente all’esame non sia eccessivamente ricco di grassi.
- Se al paziente viene somministrata eparina tramite iniezioni intermittenti, il campione deve essere prelevato da mezz’ora a un’ora prima dell’iniezione, mentre se l’eparina è somministrata in infusione continua il campione può essere prelevato in qualsiasi momento.
Articoli ed approfondimenti
- Esami del Sangue
- Scheda presente nelle categorie: Coagulazione
Commenti, segnalazioni e domande
La sezione commenti è attualmente chiusa.