sd-LDL alte, basse e valori normali

Valori Normali

Non esiste un metodo standardizzato per la quantificazione delle sd-LDL e di conseguenza nemmeno valori di riferimento unici. Si raccomanda quindi di valutare l’esame solo in considerazione dell’intervallo di riferimento riportato sul referto e soprattutto con l’assistenza di un cardiologo.

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Descrizione

A differenza del passato, quando si valutava il rischio cardiovascolare (ovvero di sviluppare, ad esempio, infarto e ictus) mediante il dosaggio del colesterolo totale, oggi è noto che è in realtà solo una frazione di questo a costituire un rischio per il paziente; anzi, più correttamente, non è nemmeno il colesterolo in sé, quanto più le molecole necessario al suo trasporto in circolo per l’organismo, ovvero le lipoproteine.

Lipoproteine del sangue

Shutterstock/Macrovector

Negli anni l’attenzione si è quindi focalizzata su quello che viene definitivo colesterolo LDL, ovvero la frazione di lipoproteine a bassa densità (Low Density Lipoprotein).

L’esame del colesterolo LDL in circolo misura la quantità di colesterolo portato in circolo dalle LDL, le lipoproteine più numerose nel sangue e questo permette una stima più o meno accurata della concentrazione di LDL circolanti (anziché del colesterolo contenuto), che rappresentano il vero rischio.

Numerose ricerche hanno dimostrato l’esistenza di una relazione tra la concentrazione di colesterolo LDL e i rischi di salute legati allo sviluppo di aterosclerosi, ovvero di formazione di placche all’interno dei vasi sanguigni; per questa ragione il colesterolo LDL è spesso indicato popolarmente come colesterolo cattivo.

È stato inoltre dimostrato che abbassare il livello di colesterolo LDL riduce il rischio di salute (peraltro in modo proporzionale).

Da un punto di vista pratico il valore del colesterolo LDL non viene mai rilevato direttamente dalle analisi di laboratorio, ma stimato matematicamente mediante la formula di Friedewald:

Colesterolo LDL = Colesterolo Totale – Colesterolo HDLTrigliceridi / 5

In realtà le lipoproteine LDL non sono un unico gruppo omogeneo, ma comprendono lipoproteine con alcune diverse caratteristiche, come ad esempio la dimensione, che nascono in virtù della loro azione nell’organismo:

Ciascuna particella contiene una combinazione di proteine, colesterolo, trigliceridi e molecole fosfolipidiche. La composizione delle particelle varia durante la loro circolazione nel circolo sanguigno. La rimozione di alcune molecole e l’aggiunta di altre determina la presenza di un ampio spettro di particelle lipoproteiche di varia forma e dimensione, da grandi e soffici a piccole e dense. (fonte: LabTestOnline)

Gli esami tradizionali come detto valutano la quantità di colesterolo trasportata dalle lipoproteine e solo indirettamente il numero circolante: alcune ricerche sembrano dimostrare invece che la quantità numerica delle LDL sia un fattore di rischio estremamente rilevante e, più in particolare, in riferimento a quelle di piccola dimensione e particolarmente dense (Small Dense LDL, o sd-LDL).

In altre parole esiste

l’idea che la qualità (ovvero la tipologia) delle lipoproteine sia strettamente legata al rischio cardiovascolare, al di là della quantità (ovvero la concentrazione) dei lipidi plasmatici (fonte: SID).

Alcuni autori ritengono che l’elevato numero di sdLDL possa anche spiegare casi di infarto apparentemente inspiegabili, ad esempio in soggetti con valori di LDL nella norma; nello studio JUPITER anche nei pazienti trattati con rosuvastatina (e con un LDL medio di 54 mg/dL, quindi molto basso) si sono registrati numerosi eventi cardiovascolari che secondo i fautori delle sd-LDL potrebbero essere ricondotti proprio a quest’ultime (va comunque detto che lo studio stesso è oggetto di vivace discussione).

Ad oggi l’utilità dell’esame è nel complesso ancora oggetto di dibattito; la rilevanza clinica è stata studiata in numerosi studi a già partire dagli anni ’50 del secolo scorso, ma nonostante questa lunga storia permangono varie controversie sulla reale utilità pratica dell’esame.

Interpretazione

Un elevato numero di particelle LDL piccole e dense (sd-LDL) potrebbe essere un fattore di rischio cardiovascolare.

Si ritiene che le cause di un aumento possano essere una combinazione di:

  • genetica
  • sesso (gli uomini tendono ad avere valori più elevati)
  • stile di vita non corretto
  • altre patologie (come diabete e pressione alta).

Quando viene richiesto l'esame

Ad oggi l’esame è ancora in fase di studio, ma può essere richiesto per valutare un ulteriore possibile fattore di rischio, soprattutto in soggetti con valori LDL nella norma ma che presentino altri fattori preoccupanti (come malattie cardiometaboliche).

Trova anche applicazione dopo un evento cardiovascolare maggiore (infarto o ictus) inspiegabile, ad esempio in soggetti giovani e/o in buona salute.

Può infine essere richiesto per valutare la risposta a un farmaco prescritto a seguito di una prima valutazione che abbia fornito un valore elevato.

Ad oggi NON è usato come test di screening/routine.

Altre informazioni

Cosa fare in caso di sd-LDL alto?

Sebbene concorrano a determinare i valori circolanti di sd-LDL anche fattori non modificabili (genere, genetica, …), si ritiene che un adeguato stile di vita consenta di diminuire la quantità circolanti, ad esempio mediante:

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.