Sodio alto, basso e valori normali

Valori Normali

L’intervallo di riferimento è 135-145 mmol/l (Fonte MedScape).

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Descrizione

Il sodio (simbolo chimico “Na”) è un elettrolita fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo e il suo dosaggio nel sangue è un esame che viene richiesto nell’ambito del quadro elettrolitico, insieme cioè al dosaggio di cloro, potassio, bicarbonato, … È in genere presente in forma di ione disciolto in acqua (ione Na+).

L’elemento viene assunto con la dieta, principalmente attraverso il sale, mentre l’escrezione avviene attraverso i reni, che si occupano in questo modo di mantenere le concentrazioni circolanti negli intervalli di normalità; nei Paesi occidentali è purtroppo molto comune l’assunzione di quantità eccessive di sodio con l’alimentazione (per l’uso in cucina, ma soprattutto per le elevate quantità presenti nei prodotti industriali e da forno) e i reni si occupano di eliminare la frazione eccedente attraverso le urine.

La funzione principale del sodio è di garantire il corretto funzionamento di nervi e muscoli, oltre a contribuire a mantenere il bilanciamento idrico dell’organismo (la quantità di acqua nel sangue e nel corpo in genere).

Il sodio si trova infatti in tutti i fluidi corporei, ma raggiunge la concentrazione massima nel sangue e nel liquido intracellulare.

Un consumo eccessivo di sodio alla lunga può tuttavia ridurre l’efficacia con cui può essere smaltito, conducendo ad un progressivo aumento della ritenzione idrica e, strettamente collegata, della pressione sanguigna (che può andare a peggiorare ulteriormente la salute dei reni, innescando così un pericoloso circolo vizioso).

L’organismo regola la quantità filtrata dai reni mediante un fine controllo gestito attraverso specifiche molecole (peptidi natriuretici, aldosterone, vasopressina, …) e attraverso il senso della sete: un apparentemente modesto aumento dell’1% nella concentrazione del sodio innesca la comparsa di sete, con l’obiettivo di indurre il soggetto a consumare acqua per diluire la quantità di sodio in eccesso e riportare così la concentrazione alla normalità (la concentrazione è definita come la quantità di sostanza presente in un dato volume di liquido).

Gli squilibri nella concentrazione dell’elemento di solito sono causati da problemi in uno di questi sistemi di controllo.

Si può anche osservare un eccesso di sodio (ipernatremia) in caso di perdita di liquidi, per esempio a causa di vomito o diarrea, oppure una carenza (iponatremia) per esempio in caso di eccessiva assunzione di acqua o quando i reni vanno incontro a malfunzionamenti.

Sale da cucina, principale fonte di sodio per l'organismo

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Interpretazione

L’esame è usato per verificare se la concentrazione del sodio nel sangue o nelle è diversa dalla condizione di normalità, ovvero evidenziare se il paziente soffra di

  • iponatriemia (valori bassi),
  • ipernatriemia (valori alti).

Iponatriemia (carenza)

Uno stato di carenza nel sangue può essere la conseguenza di:

  • eccessiva perdita,
  • eccessivo consumo di acqua (condizione comune a molti atleti che praticano la corsa),
  • ritenzione idrica/edema (accumulo di fluidi nell’organismo).

Se il livello diminuisce bruscamente ci si può sentire deboli e affaticati, nei casi più gravi si può andare in stato confusionale o persino in coma; invece, se il livello diminuisce gradualmente, spesso non si manifesta alcun sintomo, quindi spesso il sodio deve essere controllato anche in assenza di specifici disturbi.

Solo raramente l’iponatriemia è invece causata dalla carenza relativa alla dieta, nella maggior parte dei casi è causata dall’escrezione eccessiva provocata da disturbi e situazioni come:

In alcuni casi può essere provocata dall’assunzione eccessiva di acqua durante l’esercizio fisico.

In altri casi l’organismo produce troppo ormone antidiuretico (ADH), causando ritenzione idrica, ad esempio come conseguenza di alcune malattie polmonari, in molti tipi di tumore o in risposta ad alcuni farmaci.

Ipernatriemia (eccesso)

L’ipernatriemia, eccesso di sodio nel sangue, è quasi sempre causata da

  • insufficiente apporto di acqua e/o disidratazione,
  • un’eccessiva assunzione di sodio nella dieta,
  • gravi ustioni che causano perdita importante di liquidi.

Tra i sintomi dell’ipernatriemia ricordiamo:

In rari casi l’ipernatriemia può essere causata anche da

In molti casi l’esame viene valutato contestualmente a quello degli altri elettroliti e può essere usato per calcolare il cosiddetto gap anionico, utile per identificare sostanze di origine sconosciuta, ad esempio le tossine, all’interno del sangue.

Valori Bassi
(Iponatriemia)

  • Acidosi renale
  • Carenza di sale
  • Chetoacidosi diabetica
  • Chetonuria
  • Cirrosi
  • Diaforesi
  • Diarrea
  • Edema
  • Enfisema
  • Insufficienza cardiaca congestizia
  • Insufficienza renale
  • Intossicazione da acqua
  • Iperglicemia
  • Iperproteinemia
  • Ipotiroidismo
  • Malassorbimento
  • Morbo di Addison
  • Sindrome nefrosica
  • Stenosi pilorica
  • Ustioni
  • Vomito

Valori Alti
(Ipernatriemia)

  • Compromissione renale
  • Diabete insipido
  • Disidratazione
  • Eccessivo consumo di sale
  • Iperaldosteronismo
  • Malattia di Cushing
  • Tracheobronchite
  • Trasfusione autologa

(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l'esame

La concentrazione del sodio aumenta assumendo queste categorie di farmaci:

  • steroidi anabolizzanti,
  • litio,
  • cortisonici,
  • lassativi,
  • alcuni antinfiammatori come l’ibuprofene o il naprossene,
  • contraccettivi orali (pillola).

Viceversa, la concentrazione del sodio diminuisce assumendo:

  • ACE-inibitori,
  • diuretici,
  • morfina,
  • carbamazepina,
  • eparina,
  • antidepressivi triciclici e SSRI.

Quando viene richiesto l'esame

L’esame della concentrazione del sodio nel sangue serve per capire se il paziente soffre di ipernatriemia o iponatriemia acuta o cronica e per valutare lo squilibrio elettrolitico e la funzionalità renale.

Può essere richiesto in presenza di sintomi più o meno specifici, come:

  • insufficienza renale (eventualmente legata a uno scarso controllo della glicemia in pazienti diabetici),
  • perdita di grandi quantità di fluidi corporei,
  • disturbi della funzione cognitiva,
  • crampi muscolari o spasmi,
  • sensazione di malessere,
  • nausea,
  • stanchezza (affaticamento),
  • mal di testa,
  • fiato corto,
  • edema (accumulo di liquido o gonfiore in una parte del corpo, tipicamente agli arti inferiori),
  • assunzione di diuretici.

L’esame, nella maggior parte dei pazienti, viene richiesto insieme ad altri parametri di routine. In particolare il sodio è uno degli elettroliti esaminati nell’ambito del quadro elettrolitico, che comprende anche la valutazione di

  • potassio,
  • cloro,
  • CO2 totale (bicarbonatemia).

Questi elettroliti fanno anche parte del quadro metabolico, un gruppo di esami più ampio, molto usato se il paziente lamenta problemi di salute non immediatamente diagnosticabili. Gli elettroliti vengono anche misurati durante i controlli delle terapie che comprendono la somministrazione di fluidi per endovena, o se c’è il rischio di disidratazione. Il quadro elettrolitico e quello metabolico sono comunemente usati per controllare le terapie di alcuni disturbi come

  • ipertensione (pressione alta),
  • ipotensione (pressione bassa),
  • scompenso cardiaco,
  • malattie del fegato e dei reni.

L’esame può essere prescritto se il paziente presenta i sintomi dell’iponatriemia, sete prima di tutto, ma potenzialmente anche:

  • disfunzioni cerebrali,
  • confusione,
  • spasmi muscolari,
  • convulsioni,
  • coma,
  • morte.

o quelli dell’ipernatriemia:

  • letargia e confusione come primi sintomi,
  • spasmi muscolari,
  • convulsioni,
  • incapacità di rispondere agli stimoli,
  • coma e morte.

Preparazione richiesta

Per questo esame non è necessaria alcuna preparazione particolare; in genere il prelievo avviene da una vena del braccio.

Altre informazioni

Il sale nella dieta

Per gli adulti la quantità di sale consigliata nella dieta non dovrebbe superare i 5 g al giorno (pari a circa 2 g di sodio), ma mediamente in Italia è drasticamente superiore, fino a 15-16 g e più.

Tra le fonti alimentari che contengono la maggior quantità di sodio ricordiamo gli alimenti a cui viene aggiunto il sale durante la preparazione, ad esempio i formaggi, le patatine e gli snack salati. Anche i piatti pronti e quelli preparati nei ristoranti in genere sono ricchi di sodio.

A chi è sensibile al sodio o soffre di ipertensione, diminuire il sale nella dieta non può far altro che bene! Anche se non si ha la pressione alta, limitare il sodio nell’ambito di una dieta sana può far diminuire il rischio di problemi della pressione e disturbi cardiaci.

Come per qualsiasi gusto la sensibilità al sapore salato è fortemente influenzata dalle nostre abitudini e può quindi essere facilmente modificata: se ci si abitua a usare poco sale, gradualmente non se ne sentirà più la mancanza (potendo peraltro meglio apprezzare anche i gusti reali degli alimenti, eventualmente accompagnati da spezie ed erbe aromatiche).

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.


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